mercoledì 30 novembre 2011

«Politici in fila dai boss, la mafia al Nord controlla il 5% dei voti»

In Lombardia la criminalità organizzata sarebbe in grado di far convergere su questo o quel politico almeno 500 mila voti
 «La mafia al nord controlla il 5% dei voti». La notizia l'ha data ieri il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, nel corso della prima puntata de "Gli intoccabili", condotta da Gianluigi Nuzzi (in onda questa sera, ndr). «Con il sistema elettorale attuale - ha aggiunto - basta spostare il 10-15% dei voti tra destra e sinistra per eleggere un sindaco». Secondo Gratteri, «la mafia è presente nel nord Italia da 40 anni. Se la mafia è più forte di prima è perchè qualcuno le ha aperto le porte. La politica le ha aperto le porte. Nelle nostre indagini fino a 20 anni fa era la mafia che portava pacchetti di voti ai politici. Negli ultimi 3-4 anni, invece, abbiamo dimostrato che sono i politici ad andare a casa dei capimafia a chiedere pacchetti di voti in cambio di appalti». Una prassi - come si vedrà più avanti - ben nota anche alla Commissione Parlamentare Antimafia. 

domenica 27 novembre 2011

La battaglia dell’Europa

Da qualche tempo a questa parte su giornali e blog vari si discute molto dell’Europa dei banchieri. Visti come i veri padroni del vapore, costoro imporrebbero agli stati misure restrittive secondo uno schema ideologico di ferro che farebbe il gioco di pochi eletti a svantaggio della gente comune. 

Le critiche vanno dalle denunce alle politiche liberiste, a confusionarie teorie complottistiche sul signoraggio, per arrivare alla perdita di sovranità degli stati europei nei confronti di non ben specificati centri di potere sovranazionale. Sebbene contengano molte cose giuste, questo genere di critiche sono troppo generiche per cogliere nel segno ma soprattutto non sciolgono un’ambiguità di fondo: che genere di entità è l’Europa oggi? Per capirci qualche cosa di più, proverò a chiarire a me stesso, e spero anche a chi legge, il campo di gioco. Innanzi tutto va detto che oggi l’Europa non è un’entità politica, quello è rimasto un progetto sulla carta ancora molto distante dall’essere realizzato, ma monetaria. Il simbolo e il valore che la definisce si chiama Euro, una moneta, non una politica, nemmeno una visione politica ne tantomeno un’identità culturale.

venerdì 25 novembre 2011

Il Trattato di Lisbona. Altro che Cavaliere.


E così, mentre tutti guardano da quella parte, da quell’altra accade il nostro destino, ma non c’è nessuno a osservare. Accade per esempio il Trattato di Lisbona, il quale, come tutte le cose che ridisegnano la Storia, che decidono della nostra esistenza, che consegnano a poteri immensi immense fette del nostro futuro, non è al centro di nulla, passa nel silenzio, non trova prime pagine o clamori di alcun tipo, nel Sistema come nell’Antisistema.
Pensate: stiamo tutti per diventare cittadini di un enorme Paese che non è l’Italia, governati da gente non direttamente eletta da noi, sotto leggi pensate da misteriosi burocrati a noi sconosciuti, secondo principi sociali, politici ed economici che non abbiamo scelto, e veniamo privati nella sostanza di tutto ciò che conoscevamo come patria, parlamento, nazionalità, autodeterminazione, e molto altro ancora. E’ il Trattato di Lisbona, vi sta accadendo sotto al naso, qualcuno vi ha detto nulla? Ribadisco: fra poco Montecitorio potrebbe essere un palazzo dove qualche centinaio di burocrati dimenticati si aggirano fingendo di contare ancora qualcosina; fra poco la Costituzione italiana potrebbe essere un poemetto che viene ricordato agli alunni delle scuole come un pezzo di una vecchia storia; fra poco una maggioranza politica che non sa neppure cosa significa la parola calzino potrebbe trovarsi a decidere come noi italiani ci curiamo, se avremo le pensioni, cosa insegneremo a scuola, come invecchieremo, o se dobbiamo entrare in guerra, e così per tutto il resto della nostra vita. Altro che Cavaliere, altro che Brunetta o Emilio Fede.
Bene, vado per gradi. Nel primo, vi fornisco un breve riassunto delle puntate precedenti; nel secondo vi spiego il Trattato di Lisbona in sintesi; nel terzo l’approfondimento per chi lo desidera.

giovedì 24 novembre 2011

Governo: CGIL, il presidente Monti sappia che l'illegalità ci costa 330 miliardi l'anno

Solo nel Sud si perdono 180 mila posti di lavoro a causa della Mafia, 500 mila commercianti sottoposti al pizzo, redditi evasi per 270 miliardi. Per la Confederazione è necessario “invertire la rotta”, il governo dia vita ad un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e le Associazioni di Impres.
 
 
“Mi auguro che quanto è stato detto dal neo Presidente del Consiglio Mario Monti nel suo discorso programmatico sul tema della Legalità diventi rapidamente azione concreta di governo”. Lo sostiene Luciano Silvestri, responsabile Legalità e Sicurezza della CGIL nazionale, che oggi ha partecipato all'appuntamento annuale della Fondazione Caponnetto contro le Mafie. Tema di quest'anno: La mafia colonizza l'Europa?
“Del resto – spiega Silvestri - Monti che è un economista sa perfettamente quanto sia grande il peso che hanno la Corruzione, gli Affari della Mafia e quelli della Criminalità Organizzata  sulla vita economica del nostro Paese”.
Ma ecco alcuni dati che rendono chiara l'urgenza di invertire la rotta. Ecco il peso reale della criminalità organizzata sull'economia del nostro Paese.

mercoledì 23 novembre 2011

Teramo, nuovo attacco al giudice Tommolini Sit-in dei magistrati sotto la casa del gip

Dopo l'attentato incendiario, due uomini scavalcano la recinzione di casa. sotto accusa la mancata protezione. I magistrati del tribunale accorrono per darle solidarietà. Lei dice: "Sono scossa".
TERAMO. Nuovo attacco al gip Marina Tommolini. In mattinata il comitato per l'ordine e la sicurezza decide che il giudice dell'attentato incendiario deve essere protetto, ma in serata due persone tornano a scavalcare il cancello dell'abitazione del magistrato. Nonostante l'annuncio di qualche ora prima, alle 19 davanti alla casa non c'era nessuna pattuglia di carabinieri o della polizia. Chi è tornato per spaventare ha agito indisturbato. E per questo in serata in via Colombo sono arrivati i colleghi del gip Marina Tommolini: con il presidente del tribunale di Teramo Giovanni Spinosa, tanti giudici tra cui i magistrati di corte d'Appello Armanda Servino e Aldo Manfredi, Giovanni Cirillo, Domenico Canosa. Con loro il primo cittadino di Martinsicuro Abramo Di Salvatore e il maresciallo Spartaco De Cicco, il carabiniere a cui sabato notte hanno dato fuoco alla macchina dopo aver fatto la stessa cosa con quella del giudice. Una silenziosa protesta per una denuncia forte: magistrati in strada per proteggere una collega.

martedì 22 novembre 2011

L'EURO È UNO STRUMENTO PER SCHIACCIARE LA CLASSE OPERAIA

L'economista Pedro Montes inaugura il seminario dell'Accademia del Pensiero Critico di Socialismo21


La maggior parte delle analisi della redditività della zona euro e i benefici (o meno) di rimanere nella moneta unica sono inseriti, con poche eccezioni, nel quadro dell'ortodossia neoliberista e incorrono in un'inflazione di cifre e tecnicismi. Ma al di là di queste analisi funzionali al sistema, cosa è l'euro? “Uno strumento nelle mani dei poteri economici per schiacciare la classe operaia”, risponde l'economista Pedro Montes dopo trentasei anni di lavoro nel Dipartimento Studi del Banco di Spagna.

lunedì 21 novembre 2011

Mario Monti e il grande bluff


Il nuovo governo si appresta a colpire i soliti noti con Ici, Iva e quant’altro. E non si riesce a sentire neppure un sospiro di progressismo.
La settimana scorsa il presidente della Commissione europea Barroso aveva detto: “Stiamo attraversando una crisi profondamente sistemica”, dimostrando come il fatto sia diventato chiaro anche ai narcotizzati di Bruxelles.
Il Parlamento italiani intanto ha votato nel tripudio generale la fiducia al professor Monti. Una maggioranza schiacciante, che in altri tempi si sarebbe definita bulgara, ha lanciato il nuovo esecutivo nell’iperspazio.

venerdì 18 novembre 2011

Farage a Van Rompi: “In nome di Dio”, chi diamine le da il diritto di fare lezioni al popolo italiano?


Eccoci qui, sull'orlo del disastro economico e sociale, e in questa stanza oggi abbiamo quattro uomini che dovrebbero essere responsabili. Eppure abbiamo ascoltato i discorsi più insipidi e tecnocratici di sempre: state tutti negando.

L'euro è un fallimento sotto tutti i punti di vista. Di chi è la colpa? Chi è che ha in mano il vostro destino? Ovviamente la risposta è: nessuno di voi. Perché nessuno di voi è stato eletto. Nessuno di voi ha avuto la legittimazione democratica necessaria per arrivare ai ruoli che state attualmente ricoprendo. E in questo vuoto è arrivata Angela Merkel.


giovedì 17 novembre 2011

Al peggio non c'è mai fine.


Forse ci eravamo illusi che il peggio fosse alle spalle? e invece no.

Il giorno dopo l'entrata in carica del nuovo governo, è il momento di andare a sbirciare fra le pedine schierate da Monti nella sua personale formazione. Ieri abbiamo visto come le banche assumano un ruolo rilevante nell'esecutivo, oggi vogliamo concentrarci su una figura particolarmente importante per il futuro del paese: il ministro dell'Ambiente.
Chi è dunque Corrado Clini, nuovo ministro dell'Ambiente? A chi abbia seguito le vicende del gabinetto negli ultimi vent'anni, il nome non suonerà affatto nuovo. Clini ha avuto il ruolo di direttore generale del ministero dell'Ambiente fin dal 1990, e nel corso degli anni ha navigato nelle alterne fortune e nelle varie vicende che hanno coinvolto il dicastero.

martedì 15 novembre 2011

Da Tre-Monti ad un Monti: il Calvario

Il 12 novembre 2011 si è dimesso il Premier Silvio Berlusconi! 
Casualmente, lo stesso giorno di 215 anni fa, Napoleone si arrese agli austriaci nella battaglia di Caldiero! Certamente il parallelo tra il condottiero francese e l'omino di Arcore è una bestemmia, ma la coincidenza della data è veramente interessante...
Tutta colpa di Silvio Berlusconi. Se l’Italia è in rovina è colpa sua. Non ha fatto nulla per questo paese, se non leggi ad personam”.
La colpa è di una persona e adesso che si è dimesso, avremo risolto tutti i problemi nazionali.
Tale è il messaggio che sta passando, e anche i mercati internazionali danno segnali di questo tipo.

lunedì 14 novembre 2011

Tutto tranne democrazia

Sta succedendo qualcosa. Qualcosa che va oltre la crisi economica: sembra più che altro una crisi di sovranità. E non è la questione di lana caprina che tanto sembra preoccupare i nostri editorialisti di punta, ovvero se sia giusto o meno farsi commissariare dalla UE e dall'FMI rinunciando così - formalmente e pro-tempore - al possesso delle nostre stesse chiavi di casa. E' qualcosa di più profondo, una trama nella trama che si può provare a spiegare in molti modi diversi, ma che non è prudente lasciare che si dipani mentre l'attenzione generale si concentra su alcuni personaggi e non su altri. 

giovedì 10 novembre 2011

Breve storiella del debito pubblico

Il nuovo capo del governo greco è un certo Lucas Papademos che ha cominciato la sua carriera presso la Banca Centrale di Grecia e nel 2002 è diventato vicepresidente della Banca Centrale Europea. Dal 2010 è stato consigliere del primo ministro socialista Georges Papandreou e recentemente proprio in questa veste ha partecipato ai negoziati fra Atene e la «Troika» (Fmi, Commissione europea e Bce) per salvare il Paese dal default.
In Italia sembra che la persona che andrà a sostituire Berlusconi sia tal Mario Monti che nel 1985 diventa professore di economia politica presso l'Università Bocconi di Milano, dove diventa direttore dell'Istituto di Economia Politica. Commissario Europeo (1994-2004). 
Praticamente la scelta dei nuovi capi di governo di Grecia e Italia (sotto dittatura UE e per interesse della BCE??) sono economisti ma questo sarà forse solo un caso e un mio pensiero. Maurizio.



Come sappiamo già da mesi, alcuni paesi europei sono stati privati del loro potere politico di indirizzo economico, e sostituiti da strutture europee economico-finanziarie quali la Banca Centrale Europea, il famigerato Fondo Salva Stati (variante europea del Fondo Monetario Internazionale), nonché dalla stessa Unione Europea e dalla Banca Centrale Tedesca. Di fatto, parlare di commissariamento è fin troppo poco: quello che stanno vivendo i paesi più indebitati dell’eurozona ricalca alla perfezione ciò che hanno vissuto, nel corso dell’ottocento e del novecento, decine di paesi del secondo e terzo mondo, con l’FMI al posto del Fondo Salva Stati, la Banca mondiale al posto di quella europea e il governo statunitense al posto dell’Unione Europea. Tutti paesi che, di fronte ad un debito pubblico sempre più grande e col rischio dell’insolvenza, si affidavano a strutture finanziarie sovranazionali che ne determinavano le riforme, ne garantivano la solvibilità e ne indirizzavano le politiche economico-sociali. La storiella del debito, dunque, è abbastanza vecchia da poter essere presa a modello per capire cosa accadrà  in Italia, ricordando anche cosa successe a qualche paese invaso dalle stesse cure che toccheranno a noi.

martedì 8 novembre 2011

Il debito pubblico in 12 domande e risposte

12 RISPOSTE SUL DEBITO E COME USCIRNE CON EQUITA'

1. Cos’è il debito pubblico?
Il debito pubblico si forma quando le strutture dello stato (governo, regioni, province, comuni) spendono più di quanto incassano attraverso imposte, tributi, tariffe, oneri sociali. Lo scarto che si crea nel corso di un anno si definisce deficit. La somma di tutti i deficit accumulati ad una certa data forma il debito. In altre parole il deficit esprime la sfasatura relativa ai singoli anni; il debito la situazione debitoria complessiva accumulata negli anni. Uno stato con potere di battere moneta, può finanziare il proprio debito con l’emissione di nuova moneta. Il che corrisponde ad una tassazione generalizzata di tutti i cittadini, perché l’emissione di nuova moneta, a parità di produzione, provoca inflazione, ossia aumento generale dei prezzi che decurta il potere d’acquisto di tutti.
L’Italia ha utilizzato questa via prevalentemente negli anni settanta, facendovi ricorso più limitato negli anni successivi. Ma da quando è entrata nell’euro, nel 2001, questa possibilità le è preclusa del tutto perché il potere di emissione è assegnato alla Banca Centrale Europea, espressione delle banche centrali della zona euro, a loro volta espressione delle banche private dei singoli stati. La Banca Centrale Europea non ha fra i propri compiti quello di soccorrere i paesi debitori e gli unici modi che questi hanno per fare fronte alle proprie difficoltà finanziarie sono il dilazionamento dei pagamenti nei confronti dei propri fornitori e l’accensione di prestiti presso banche e qualsiasi altro soggetto (assicurazioni, fondi, famiglie) disposto a fornire denaro in cambio di un tasso di interesse. Generalmente il prestito è ufficializzato da un certificato emesso dal Ministero del Tesoro, che certifica l’ammontare ricevuto, la data di restituzione e il tasso di interesse riconosciuto. Tali certificati sono genericamente definiti titoli di stato o titoli di debito pubblico, ulteriormente suddivisi in Bot (Buoni ordinari del tesoro), Cct (Certificati di credito del tesoro), o altro, in base alle condizioni specifiche del prestito.

lunedì 7 novembre 2011

Topi e rattoni di fine regime

“Ci sono topi tutto in giro, topi tutto in giorno” diceva il Principe De Gregori in una canzone cosiddetta minore del 1989. E di topi se ne vedono in abbondanza ai nostri giorni. Si sa, quando le navi affondano, anche i bastimenti, anche i grandi transatlantici di gran lusso pieni di signorine discinte e lacchè, i topi lasciano la nave prima ancora che i ballerini della sala grande si accorgano che il party è finito. In questo caso noi, sui nostri piccoli infimi natanti, chi col moscone, chi col pedalò, qualcuno più fortunato col suo motoscafetto con motore fuoribordo, ce n’eravamo accorti da tempo che il transatlantico aveva una grossa falla. Una,

venerdì 4 novembre 2011

Ci sono pantegane e ...... pantegane che non arrivano al processo

Le pantegane (ratti) si sono mangiate il fascicolo e il giudice è stato costretto a rimandare l'udienza di due mesi. E' successo l'altro giorno a Venezia. «E non è la prima volta», dicono gli avvocati: «A volte gli atti finiscono pure nel canale».

«Scusate, ma le pantegane si sono mangiate il fascicolo, dobbiamo rinviare il processo». Il giudice della Corte d'appello di Venezia ha spiegato agli sconcertati avvocati che l'udienza in corso doveva saltare al 5 dicembre: chiedendo anche, per favore, se nel frattempo potevano fare le fotocopie del loro fascicolo, poiché gli originali erano stati completamente rosicchiati e, dunque, inservibili.
Insomma: processo sospeso per pantegane, neanche fossimo nel Burkina Faso. «L'è propri bela», se la ride l'avvocato Massimo Veneri di Verona. «Ma guardi che non è stato l'unico caso di quella mattina di atti processuale distrutti dai topi, credo che sia successo in altri cinque o sei casi», aggiunge un collega, l'avvocato veneziano Giovanni Fabris.
Al processo in questione, di secondo grado, si doveva discutere di un contenzioso fra un'azienda di Verona e l'altra di Padova per concorrenza sleale, una vicenda che si trascina dal 2000, giunta a giudizio in primo grado nel 2005, mentre l'appello era cominciato nel 2006. A fine 2011, tutto rinviato per topi.
L'avvocato Veneri e il suo collega Giovanni Fabris hanno diligentemente fatto le fotocopie del loro fascicolo processuale e le hanno depositate presso la cancelleria del tribunale d'appello, con in omaggio una trappola per topi. E sui loro bigliettini da visita hanno scritto: «Contributo personale per il buon andamento della giustizia». In cancelleria si sono messi tutti a ridere, dicono i due avvocati.
Ma Venezia non è nuova a episodi che hanno del grottesco. L'avvocato Veneri ricorda quella volta che i fascicoli finirono nel Canal Grande. Era un procedimento per reati penali di carattere patrimoniale contro un importante banchiere di Verona e potente uomo politico: «I fascicoli non si trovarono e quindi mandarono assolto l'imputato. I maligni dicono che abbiano fatto apposto a buttare i documenti nel canale».
Ma episodi analoghi succedono anche in tempi recenti. L'inviato dell'Espresso, Fabrizio Gatti, nel 2007 si è intrufolato nelle aule di giustizia di Venezia e ha trovato stanze incustodite, fascicoli abbandonati, rinvii sine die e in procura si poteva entrare con la pistola in borsa. E in laguna c'è un record poco invidiabile: per anni ai primi posti in Italia per lentezza dei processi.
La derattizzazione dovrebbe riportare tutto alla normalità, ma la giustizia è sempre in acque profonde al tribunale a Venezia.
(da l'Espresso - di Paolo Tessadri del 02 novembre 2011)