Cassa depositi e prestiti, ecco il Renzi pensiero (vero o verosimile?)
“Gli attuali vertici hanno fatto
un buon lavoro, ma dobbiamo per forza nominare cinque persone nuove, per motivi
tecnici, e questo fa decadere consiglio di amministrazione. pensiamo a
interventi per fare Cdp più forte nelle partite del Paese”.
Con questa dichiarazione, ieri
sera a Porta a Porta, e non ovviamente in Parlamento o dopo
un consiglio dei ministri, il premier Matteo Renzi ha
certificato che, sì, il governo vuole rottamare con un anno di anticipo
rispetto alla scadenza naturale i vertici della Cassa depositi e prestiti,
controllata con l’80% dal ministero dell’Economia, principale istituzione
finanziaria italiana, come ha scritto
l’economista Francesco Giavazzi.
Dunque, via il presidente Franco
Bassanini e via soprattutto l’ad, Giovanni Gorno Tempini.
Perché? Il presidente del
Consiglio ha asserito che il governo lo deve fare “per forza”, “per motivi
tecnici”. Quali sono questi “motivi tecnici”? In attesa di un tweet
chiarificatore di Renzi o del ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan,
si possono avanzare alcune ipotesi sotto forma di Renzi-pensiero.
Eh sì, perché se il premier giochicchia
con le parole, dice e non dice, ipotizza improbabili “motivi tecnici”, allora a
un giornalista sarà pure consentito di giochicchiare rielaborando peraltro
quantodagiorni Formiche.net sta scrivendo seriamente, per
cercare di approfondire i veri motivi del cambio al vertice voluto da Renzi e
da amici e consiglieri ultra renziani come Andrea Guerra eMarco
Carrai.
Ecco, dunque, il Renzi-pensiero.
Vero o verosimile?
“Bassanini molto bravo, preparato
e appassionato, ed è pure ganzo e renziano su Twitter ma è un esponente delle
fondazioni, quindi di quel capitalismo di relazione che va rottamato, con buona
pace di quell’arzillo vecchietto di Giovanni Bazoli, che mi sembra
sia pure in buoni e antichi rapporti con Gorno Tempini. E l’ad mi sembra poco
reattivo, un po’ troppo schivo, o forse non capisco quello che pensa, o forse
lui pensa che io non capisca. Boh. E comunque, pure ilCorriere della Sera hafatto capire che qualcosa bisogna fare vista la dinamica dei conti e dei tassi”.
“Sul progetto Export Banca i
signori della Cassa stanno traccheggiando da tempo, eppure le aziende italiane
bisogna finanziarle e sostenerLe davvero. Prima mettono i bastoni tra le ruote
in Parlamento, grazie ai loro amici deputati e senatori, alla loro controllata
Sace che voleva prendere in mano e realizzare il progetto Export Banca. Poi
dicono che per fare davvero una Export Banca si avrebbe come effetto indiretto
una vigilanza occhiutissima di Banca d’Italia o della Bce, facendo sballare
tutti i parametri patrimoniali con il rischio che la Cassa faccia addirittura
meno prestiti. I miei consiglieri dicono che sono solo scuse. Il problema che
loro sono legati a una concezione troppo prudenziale della loro attività”.
“Su Ilva e su altri interventi
possibili sull’industria, la Cassa ci sbatte in faccia lo statuto secondo cui
loro non possono investire in società che non fanno utili da almeno due anni.
Ma così che senso ha avere una florida Cassa se non si rischia un po’ per il
bene del Paese?”.
“Pure sulla banda larga la Cassa
non mi convince più di tanto. Parliamoci chiaro, qui a Palazzo Chigi è caos
assoluto. Ci sono settori della presidenza del Consiglio, come ad esempio il
dirigente Tiscar, che giudica Telecom troppo pavida negli investimenti sia
sulla rete fissa per manutenzioni e altro, sia nella realizzazione della fibra.
E ci sono i miei consiglieri come Guerra che questa guerra pure di Bassanini a
Telecom non la condividono affatto. Piuttosto siamo preoccupati che su Telecom
ci possano mettere mani i francesi alla Bollorè, una eventualità che a
Bassanini non dispiacerebbe viste le sue buone relazioni con la Francia. Ma si
può dare una infrastruttura strategica come la rete fissa e pure i cavi
sottomarini di Telecom Sparkle, su cui i Servizi da
tempo ci richiamano l’attenzione, agli stranieri? E siamo davvero sicuri
che la fissazione di Cdp per dare una espansione nazionale a Metroweb sia
nell’interesse nazionale e non soprattutto un interesse per i conti di
Metroweb?”.
“Ecco, per tutte queste ragioni
dobbiamo per forza intervenire. I motivi tecnici poi li troviamo. Magari più
tardi faccio un tweet per chiarirmi meglio le idee”.
(Fonte)
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