Annex 4 - Autopsia 'Sasikala'
Post-mortem report of Mr Ajeesh and Mr Valentine, 16 February 2012
Con l'uscita dei documenti indiani dalla cassaforte in cui erano stati tenuti fin dall'inizio quello che sicuramente ha ricevuto maggior risalto sulla stampa italiana sono state le autopsie, per l'ovvio motivo che indicavano un dato oggettivo e facilmente comprensibile: le misure di un proiettile.
In questa analisi mancando ovviamente le competenze per entrare nel merito dell'aspetto medico-legale (nessuno dei professionisti del settore che sono stati interpellati ha voluto finora commentare i documenti) ci limitiamo all'analisi delle misure dei due proiettili repertati, il primo nella salma del pescatore più anziano Valentine e il secondo nel giovane Pinku.
Valentine Jalestine
ANNEX 4: Le misure del proiettile #1
Le misure del proiettile repertato sono indiscutibili, calibro 7,62mm lunghezza 31 mm.
Le misure del proiettile refertato (sopra) - (immagini esemplificative NON raffigurano il reperto originale)
Non è un proiettile in dotazione al team italiano, non ha nulla a che fare con le armi sequestrate sulla Lexie, non è neanche di standard occidentale.
Tavola comparativa: La lunghezza di alcuni tipi di proiettili. A destra quelli in uso sulla Lexie (cal. 5.56)
Si tratta di un proiettile di fabbricazione russa progettato addirittura a fine '800 e passato per successive evoluzioni, e può essere assimilato alla cartuccia 7,62x54R, che a sua volta può essere sparata da armi diffusissime e che troviamo in mano sia a forze armate regolari sia a irregolari o pirati. Esiste documentazione in immagini e video che lo confermano.
Ad esempio in India le armi camerate per questa cartuccia risultanto prodotte dalla fabbrica statale "Ordnance Factory Tiruchirappalli".
Non si vuole indicare che questo proiettile provenga da un'arma delle FF.AA. indiane, o dello Sri Lanka, o da chiunque. Si vuole indicare che non può provenire dalle armi in dotazione del team militare italiano di scorta e protezione della Enrica Lexie che sono tutte in calibro 5.56 mm.
Ajees Pinku
In questo caso le misure del proiettile repertato sono diverse:
ANNEX 4: Le misure del proiettile #2
Un proiettile metallico di lunghezza 2,4cm (24mm) e massima circonferenza 1,9cm (diametro 6,05mm) con una rastrematura a punta è stato trovato nella milza coperto da coagulo di sangue. Il proiettile è stato trovato compresso alla base e la base misura 0,7x0,4cm.
Ci troviamo di fronte a un proiettile compresso e deformato dall'urto evidentemente contro ossa molto resistenti, come conferma il passo seguente:
ANNEX 4: Ajees Pinku Post-Mortem brano #1
La cartilagine della costola è stata trovata fratturata e frammentata e i seguenti organi trafitti in questo ordine..."
Anche le dimensioni della lacerazione dovuta all'ingresso del proiettile sono incompatibili col foro di ingresso lasciato da un proiettile calibro 5.56mm
Ferita lacerata penetrante di entrata 2,7x1,6 cm (27x16mm)
ANNEX 4 Conclusioni
Entrambe i proiettili hanno misure diverse da quelli che possono essere sparati dalle armi in dotazione ai militari italiani.
Nel primo caso (Jalestine) la cosa è di macroscopica evidenza.
Questo comporta che i due militari italiani non dovevano neanche essere arrestati, perchè le autopsie sono del giorno 16 febbraio successivo ai fatti, e bastava un semplice esame del calibro delle armi in dotazione fatto sulla nave per scagionarli.
Ma le autopsie restano nel cassetto e il 17/2/2012 il Dr. Nisha dell'FSL (Forensic Science Laboratoy) esegue un sopralluogo sul peschereccio St.Antony e recuperando i frammenti di due proiettili decide a occhio nudo (apprezzando i centesimi di millimetro) che questi frammenti sono calibro 5.56 mm (in ANNEX 8).
Il sopralluogo a bordo del St.Antony (video Venad News)
E in base a questo il giorno 19/2/2012 i due militari italiani sono arrestati anzichè scagionati.
Ritroveremo questi due frammenti di proiettile nella analisi balistica (ANNEX 7) firmata dallo stesso Dr. Nisha, dove è scritto che "non si può dire" se questi frammenti provengono dai fucili sequestrati, e quindi che sono calibro 5,56 mm.
da ANNEX 7: le incerte conclusioni dell'esame balistico
Non è possibile una valutazione compiuta se i pezzi del rivestimento (ndr: il mantello del proiettile) frammentati viene sparato attraverso una qualsiasi delle armi da fuoco o canne di riserva coinvolte in questo caso o no
E infatti, come vedremo nell'analisi balistica, si tratta di frammenti un un caso del peso di 0,8 grammi, nell'altro caso del peso da 0,4 a 0,1 grammi.
Non si capisce come il Dr. Nisha il 17/2/2012 abbia potuto concludere che erano calibro 5.56mm, per giunta misurandoli col metro a nastro come si vede nei filmati.
Ancora una volta si deve rilevare che le indagini fin dal principio furono finalizzate a incolpare i militari italiani creando documenti apparentemente tecnici con le conclusioni campate in aria.
Il documento che scagionava da subito i militari italiani, le autopsie, è rimasto nel cassetto fino al 4 agosto 2015, e lo abbiamo solo per la correttezza giuridica del Tribunale del Mare di Amburgo.
ANNEX 48: Scena del Crimine: direzioni, velocità e distanze
In questo allegato chiamato "Position of the St.Antony and the MV Enrica Lexie at the moment of shooting" (Posizione del St.Antony e della MV Enrica Lexie al momento degli spari) con un disegno si indicano le posizioni dei due natanti al momento degli spari, quindi "fotografa" questa posizione al momento del fatto.
Il disegno appare come realizzato in CAD 2d (ma stampato su carta e poi riportato in copia cartacea).
(*) CAD - Computer Aided Design, disegno elettronico vettoriale assistito da computer.
La tavola contenuta nell'Allegato nr. 48
Come si vede il disegno viene titolato "SCENA DEL CRIMINE" e riporta la Rosa dei Venti che permette di stimare le rispettive direzioni.
- Il St.Antony verso SUD
- La Enrica Lexie verso Nord-Ovest (NW)
Si indica inoltre un raggio di 120 metri rispetto al punto di sparo (ala di plancia di dritta (destra) della Enrica Lexie).
Dichiarazioni sulle rispettive direzioni
Enrica Lexie
- Rapporto SSAS (in ANNEX A3). L'Allarme, lanciato al momento del fatto che indica una direzione "verso 331°" (nella presente trattazione la direzione verrà considerata a 330° per poter utilizzare disegni CAD precedentemente elaborati, la differenza è comunque ininfluente)
ANNEX A3: Il messaggio automatico generato dal SSAS della Lexie
St.Antony
- Dichiarazione di Mr. Freddy Bosco alla Polizia il giorno dei fatto 15/2/2012 (vedi ANNEX 2) "Hence, we switched to the southern direction..."
- Dichiarazione dei pescatori durante una intervista a The Hindu del 17/2/2012 "Then they decided to go to another place some 40 nautical miles south".
Come si vede grazie alla Rosa dei Venti è possibile stimare con ottima approssimazione la direzione del St.Antony in 186° (dritto a sud sarebbe 180°, il St.Antony in questo disegno dirige appunto leggermente a Sud-Ovest (SW))
ANNEX 48: Elaborato 1
E' anche possibile grazie alla presenza del settore di cerchio con la misura della distanza rispetto al punto di fuoco (120 metri) stimare con buona approssimazione la distanza del St.Antony rispetto al punto di fuoco: 100 metri.
Interessante anche la stima della misura dell'angolo di impatto delle pallottole rispetto all'asse longitudinale del St.Antony: 30°, 37° circa.
Nel disegno le pallottole colpiscono il St.Antony sulla dritta (a destra) dove è possibile vedere questi danni in video e foto.
Nessun dubbio quindi che il St.Antony sia stato colpito sulla fiancata destra, come indica anche il disegno della "Scena del crimine"
Discussione
Lo scopo di questa trattazione è la verifica della compatibilità delle dichiarazioni di Bosco e successivamente dei pescatori superstiti con questo disegno in ANNEX 48 "Scena del crimine". E la verifica che la "direzione a SUD" dichiarata sia compatibile con i danni oggettivamente riscontrabili sul St.Antony.
Le testimonianze italiane (Latorre, Vitelli) sono univoche nel dichiarare che il natante poi oggetto dell'incidente fu avvistato dal radar "a proradritta" rispetto alla Lexie (Latorre) e diretto verso lo "starboard beam", il centro del lato destro della nave (Vitelli).
Vedere il documento "Analisi Cinematica" disponibile all'indirizzo:
http://www.seeninside.net/piracy/esposto6.pdf
http://www.seeninside.net/piracy/esposto6.pdf
ANNEX 48: Ricostruzione cinematica
Dalla ricostruzione cinematica appare evidente che:
- Anche ponendo il natante in avvicinamento sul lato sinistro di quella che viene considerata la fascia di "proradritta" con una velocità di 8 nodi (kts) e una direzione verso 186° esso non può arrivare sottobordo alla Enrica Lexie.
- Le due imbarcazioni si incrocerebbero a una distanza minima di circa 900 metri, mentre le varie testimonianze e il disegno inANNEX 48 indicano 50 metri dalla fiancata destra della Enrica Lexie
- L'angolo fra le rotte dei due natanti è ovviamente di 36°
ANNEX 48: Ricostruzione cinematica animata
Ma ricavando altri dati dal disegno in ANNEX 48 appare evidente che:
- L'angolo fra le rotte viene considerato di circa 16°,completamente errato rispetto ai 36° che dovrebbero essere.
- L'angolo di rotta della Enrica Lexie rispetto al Nord vieneindicato in circa 10°, completamente diverso rispetto ai 30° che dovrebbero essere (ovvio, la Lexie va per 330°, a 360° (Nord) ci sono 30°).
ANNEX 48: Elaborato 2
Il disegno in ANNEX 48 è completamente sbagliato e non puòrappresentare la "Scena del crimine" come viene millantato per di indicare a sprovveduti e/o impreparati la "colpevolezza italiana".
Riscontri
ANNEX 48: Riscontro 1
Nel disegno CAD 3D il St.Antony è posto:
- A 100 metri dal punto di fuoco, come indicato nel disegno "Scena del crimine"
- A 50 metri dalla fiancata destra della Lexie come indicato dalle varie testimonianze e dal disegno "Scena del crimine"
- Con rotta di 186° come indicato nel disegno "Scena del crimine"
ANNEX 48: Ingrandimento di Riscontro 1
Dall'ingrandimento risulta evidente che con gli angoli giusti il St.Antony mostra il lato sinistro al punto di fuoco, mentre i colpi delle pallottole sono sul suo lato destro.
Guardando la scena dall'alto appare evidente che i colpi arriverebbero sul lato sinistro, dal lato opposto rispetto a dove sono indicati sul disegno "Scena del crimine" e dove sono visibili un video e fotografie.
ANNEX 48: Riscontro 2
Conclusioni
Il disegno "Scena del crimine" in ANNEX 48 intitolato:
Position of the St.Antony and the MV Enrica Lexie at the moment of shooting.
(Posizione del St.Antony e della MV Enrica Lexie al momento degli spari)
è palesemente errato e quindi fuorviante proprio rispetto a quanto afferma perentoriamente: la "Scena del crimine" Persone sprovvedute, o con diversa preparazione professionale (ad esempio giornalisti, avvocati o giudici) possono aver creduto che questa "Scena del crimine" possa essere realistica.
ANNEX 48: Riscontro 3: Sovrapponendo all'originale il suo riscontro l'artificio appare evidente
Il sottoscritto ritiene invece che l'estensore del disegno si sia limitato a mettere la direzione dei colpi rilevabili sul lato destro del peschereccio in coerenza con il punto di fuoco presunto senza minimamente cercare riscontri nelle testimonianze, nei dati ampiamente noti e nelle rotte conseguenti.
ANNEX 48: Riscontro 4
ANNEX 48: Particolare da Riscontro 4
ANNEX 48: Riscontro 1, evidenziata la 'linea di tiro'
Naturalmente sarà sempre possibile modificare il "Castello di carte" alimentando il turbinio di posizioni, orari, giravolte testimonianze, ipotesi e congetture per alimentare una posizione pregiudizievole verso i due accusati di cui abbiamo verificabili elementi fin dal giorno successivo ai fatti.
Comunque il sottoscritto già a Maggio 2013 facendo le "Analisi delle posizioni" in CAD-3d era giunto alle conclusioni che se il St.Antony faceva rotta a SUD non poteva altro che esporre il lato sinistro al punto di fuoco, mentre i colpi li ha ricevuti sul lato destro.
Il documento è all'indirizzo:
http://www.seeninside.net/piracy/esposto4.pdf
http://www.seeninside.net/piracy/esposto4.pdf
Esaminando la pretesa "Scena del crimine" prospettata dalle autorità indiane al Tribunale di Amburgo la conclusione è sempre la stessa:
- Al St.Antony non hanno sparato dalla Enrica Lexie.
è che la storia è andata talmente avanti che gli Indiani non vogliono rimetterci la faccia. E fanno, appunto, gli indiani.
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