Visto che si continua a 'straparlare' di arbitrato internazionale come 'nuova' strada da percorrere per la soluzione della vicenda dei marò, pubblico anche in questo evento il mio pensiero a riguardo.
11 Maggio 2015 - Gli articoli del Corriere della Sera della scorsa settimana che rilanciavano l'ipotesi 'arbitrato internazionale' per la soluzione della vicenda marò li ho già brevemente commentati e non meritano certo ulteriore attenzione.
Onestamente, avrei volentieri evitato di tornare a parlare di questa 'bufala' dell'arbitrato internazionale, cioè di quella che nei mesi scorsi ho definito l'arma di 'distrazione di massa' ripetutamente usata dalla politica e dai media in questi anni per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla sostanza della vicenda. Sostanza della vicenda che è solo rappresentata dalla completa innocenza ed estraneità ai fatti di Latorre e Girone, dalle manipolazioni delle indagini sulla vicenda e dai depistaggi vari operati da politica e mondo dell'informazione per nascondere la verità.
Se però il rilancio della 'bufala' viene affidato niente meno che al Corriere della Sera, ecco che allora in tantissimi in Italia si lanciano a riprendere ed a commentare l'ipotesi 'arbitrato internazionale' (in modo da poter dire in questo modo 'ci sono anch'io') senza curarsi che il diversivo sia ancora una volta funzionale solo a distogliere l'opinione pubblica dalla sostanza della vicenda richiamata sopra.
Non voglio qui ripetere concetti che dalla mia insignificante pagina facebook ho già provato a spiegare più e più volte. Mi limiterò quindi a segnalare che:
- Al punto in cui siamo arrivati, e dopo che l'Italia ha rinunciato ad avviare l'arbitrato internazionale quando avrebbe dovuto (prima cioè di ordinare ai due marò di scendere dalla Enrica Lexie per consegnarsi alla (mala)giustizia indiana), non vi è nessuna possibilità che la vicenda possa essere ora risolta da una pronuncia arbitrale;
- Se davvero l'Italia dopo oltre tre anni nelle prossime settimane dovesse avviare la procedura di arbitrato internazionale unilaterale (l'unica possibile sulla carta visto che l'India non è certo disponibile a sottoporsi consensualmente ad un giudizio arbitrale), questo lo farebbe solo come nuovo ennesimo 'inginocchiamento' nei confronti dell'India che in questo modo avrebbe una nuova scusa per prendersi dell'altro tempo prima di imboccare la strada di una soluzione della vicenda;
- Il ricorso all'arbitrato internazionale per l'India potrebbe infatti rappresentare la soluzione ideale per far trascorrere altri sei-sette mesi senza che nulla accada in attesa che giunga a conclusione la Presidenza della Corte Suprema di HL Dattu, il giudice ex-presidente dell'Alta Corte del Kerala. Ho già spiegato in passato come Dattu si ponga oggi in alleanza e continuità con la banda politico-criminale del Kerala autrice del sequestro dei marò e rappresenti quindi il vero ostacolo allo sblocco della situazione ed al rientro in Italia anche di Salvatore Girone.
Tutte cose già ampiamente dette e spiegate su questa pagina (mi scuso quindi con chi mi trovasse ripetitivo), ma che ovviamente non vengono riprese dalla stampa italiana la cui unica funzione è da tempo divenuta quella di essere al servizio dei 'manovratori' inconcludenti ed incapaci che costituiscono oggi i vertici della politica italiana tanto di maggioranza che di opposizione.
Nel frattempo chi ha veramente a cuore la sorte di Salvatore e Massimiliano non si lasci distogliere dalle 'bufale' e continui a fare ogni sforzo per diffondere le prove della loro innocenza utilizzando i link più volte forniti.
Sono solo queste prove che hanno evitato loro una condanna già scritta, il carcere in India e che li riporteranno entrambi in Italia con l'onore che meritano.
(di Stefano Tronconi)
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