Sulle pensioni ci sarebbe da scrivere libri assai ponderosi
anche perchè sono pochi a conoscerne la storia nel nostro Paese.
Ero ragazzino ma ricordo bene le discussioni a tavola fra
mio nonno e mio papà, entrambi dirigenti, erano stranamente accalorati per un
provvedimento preso dal governo di allora in materia pensionistica; le cose
funzionavano così, i lavoratori di ogni ordine e grado ( quelli normali e non
statali ovviamente) dovevano accantonare parte delle loro retribuzioni,
accantonare...se avete dubbi andatevi a consultare il vocabolario, nelle casse
dell'INPS la quale doveva gestire le somme così raccolte con l'oculatezza del
"buon padre di famiglia" per poi pagare, dopo 35 anni di
accantonamenti effettuati, le meritate pensioni; in altri termini su ogni
banconota versata era come se ci fosse scritto il tuo nome e cognome.
C'erano però alcuni problemini, non è che si poteva
pretendere che un pubblico dipendente stesse lì ad annoiarsi per 35 anni, c'è
un limite alla crudeltà mentale no? 19 sei mesi e un giorno bastavano e
avanzavano, mai capito le menti dei burocrati incapaci di dire vent'anni o
comunque cifre tonde.
Questi, chiaramente, non avevano accantonato abbastanza per
una pensione decente, ma che problema c'è, le casseforti dell'INPS scoppiavano
di denaro, di altri ma scoppiavano, si pesca da lì no, tanto chi se ne accorge.
Per di più quel denaro o non veniva gestito affatto o veniva
gestito malissimo quindi a che pro tenerlo li a fare nanna.
E iniziò la predazione, risultato? Si dovettero inventare il
"tetto contributivo", sino ad un certo importo che adesso non ricordo
seguitavi ad accantonare, dopo ciò che versavi diventava un contributo
nell'interesse generale, vagli a spiegare che in questo modo il
"contributo" di fatto era una imposta in violazione dell'Art.53 della
Costituzione.
La deriva era inesorabilmente iniziata e quando un politico
scopre una piatto ricco è incapace di frenarsi. Alla perenne caccia di voti
eccoli venirsene fuori che le pensioni vanno date a cani e porci, con rispetto
parlando, compresi quelli che non avevano mai ne accantonato ne contribuito, il
che portò a cancellare del tutto gli accantonamenti, solo contributi per poter
poi dire che tu paghi la pensione a chi ti ha preceduto, chiaro il trucco? Non
che non fosse giusto garantire una pensione a tutti, intendiamoci, ma doveva
essere fatto a carico della fiscalità generale e non a carico dell'INPS.
Per di più c'erano questi Agnelli che facevano molte belle
cose ma anche parecchie schifezze, i guadagni relativi alle prime se li
mettevano in tasca i costi delle seconde...li caricavano sullo Stato, e chi
paga la cassa integrazione? L'INPS, lo Stato non può perchè già spende un sacco
di soldi a comprare "fiattate" che neppure il Burundi di allora
avrebbe comprato.
A questo punto tutto era diventato possibile, sorsero come i
funghi gli imprenditori stile Agnelli, l'INPS è un bancomat, fai il deputato
per un giorno? Pensionciona garantita a...spese altrui, che poi altrui è sempre
il solito quello che lavora, tira la carretta e paga.
Insomma dai, sono tutte cose che abbiamo sotto agli occhi.
Adesso ci vengono a dire che siamo dei privilegiati, che le
pensioni ce le pagano i poveri precari e i "migranti", che quelli più
vecchi fanno schifo perchè la pensione è parametrata allo stipendio, e qui due
cosine due le vorrei aggiungere...siccome noi non si lavorava per lo Stato, non
è che lo stipendio ce lo regalassero, se avevi un buon stipendio era perchè te
lo eri meritato lavorando, parola strana per statali e politici, adesso spiegami
per quale stravagante motivo se io con il mio impegno mi sono guadagnato un
certo livello di vita dovrei avere un peggioramento nel momento in cui dovrei,
invece, raccogliere i frutti di una vita, le ho pagate le imposte? Sì! Le ho
pagate le tasse? Sì! Ho effettuato gli accantonamenti pensionistici che tu
chiami impropriamente contributi? Sì! Pagami, maledetta carogna, che io ti ho
pagato per tutta la vita e seguiterò a pagarti finchè campo.
(di Giuseppe Salomone)
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