ERF: la nuova spada di Brenno
Non basta mai. I nostri aguzzini continuano a inventarsi nuovi metodi
di tortura. Continuano a stillarci il sangue e a trarre profitto dalle
nostre tragedie.
Non bastava dunque il MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, la cui
entrata in vigore è ora legata alle decisioni della Corte
Costituzionale tedesca, l’organo costituzionale tedesco. Non era
sufficiente neppure il fiscal compact, o meglio il pareggio di bilancio,
che trasforma un’entità illegittima – il debito – in una leva
costituzionale bastevole a giustificare qualunque tipo di provvedimento
che il governo di turno decida di calare sulle teste degli Italiani.
Ora l’Unione Europea sforna l’ERF, European Redemption Fund, o per
meglio dire il Fondo Europeo di Redenzione (o Riscatto). Il 13 giugno
scorso infatti il Parlamento europeo ha approvato, con il voto su due
risoluzioni, il regolamento per il rafforzamento della governance
dell’UE.
La prima risoluzione (clicca qui), denominata Gauzes, dal nome del relatore, è stata approvata con il 73% dei voti a favore (qui è possibile vedere il dettaglio)
e ha messo nero su bianco un principio da far accapponare la pelle:
l’assoggettamento a tutela giuridica di uno Stato membro (a decorrere
dal 2017). Ciò significa che ‘le autorità dello Stato membro interessato
attuano le misure raccomandate (dalle istituzioni
europee, NdA) relative all’assistenza tecnica (…) e presentano alla
Commissione un piano di ripresa e di liquidazione dei debiti per approvazione.
Cioè il Governo nazionale perde ogni tipo di potere decisionale e
operativo; in altre parole lo Stato è privato totalmente della propria
sovranità. In altri termini potremmo dire che è commissariato.
Formalmente occupato dall’esercito della grande finanza internazionale.
Nessun complottismo, dunque…è una vera e propria dittatura dell’euro e
dell’UE. Non a caso, l’ex presidente Cossiga si esprimeva in questi
termini: “l’organizzazione politica più antidemocratica che esiste oggi al mondo è l’Unione Europea.
(…) se uno stato sovrano si fosse dato un’organizzazione istituzionale
come quella dell’UE saremmo scesi tutti quanti in piazza. Armati.”
La risoluzione Ferreira (clicca qui), approvata con il 74% dei voti favorevoli (vedi qui),
stringe il cappio, introducendo appunto il nuovo fondo, l’ERF – il
Fondo Europeo di Redenzione (o Riscatto). Tecnicamente, è l’articolo 6
quinquies a definire il biblico provvedimento, ‘al fine di ridurre il
debito eccessivo nell’arco di un periodo di 25 anni’. Gli Stati membri
dovrebbero trasferire ‘gli importi debitori superiori al 60% del PIL all’ERF nell’arco di un periodo di avviamento di 5 anni’, attuare ‘una strategia di consolidamento di bilancio e un’agenda di riforme strutturali’, costituire ‘garanzie per coprire adeguatamente i prestiti concessi dall’ERF’,
ridurre ‘i rispettivi disavanzi strutturali durante il periodo di
avviamento per rispettare le norme di bilancio’. Il passaggio
sicuramente più insidioso è quello relativo alle garanzie: secondo gli
analisti tedeschi, l’Italia dovrebbe partecipare al fondo con la quota
più grande (40%), ovvero oltre 950 miliardi di euro.
Per coprire il prestito dell’ERF, l’Italia potrebbe essere costretta a
cedere (almeno per 25 anni) una frazione più o meno cospicua del gettito
delle imposte nazionali, a vendere una parte del patrimonio (asset)
pubblico, a dare in pegno le proprie riserve auree e di valuta estera.
Perdendo tutto, nel caso non riesca a onorare il prestito dell’ERF.
Siamo dunque in un nuovo circolo vizioso: riforme strutturali e
ripianamento di un debito illegittimo, attraverso un nuovo ricorso a
prestito (ovvio, no?! secondo la logica degli usurai è infatti normale
che una persona indebitata faccia ricorso a nuovi prestiti!). Ma questa
volta gli strozzini vogliono garanzie a copertura: ci penseranno le
nostre tasse e il patrimonio del nostro paese.
Il Parlamento Europeo (con poche lodevoli eccezioni) fiancheggia
dunque, più o meno ignaro, le istituzioni antidemocratiche europee, come
la Commissione e la BCE, e aiuta le banche e la finanza mondiale a
dissanguarci, attraverso il nuovo Fondo Europeo di Redenzione.
Fra l’altro, il nome attribuito a questo malefico meccanismo è
profetico: nell’Antico Testamento (Salmi) si legge che il denaro sarà
sempre insufficiente per il riscatto dell’anima. Da un punto di vista
meno spirituale, tutto quanto si possiede è dunque insufficiente per la
redenzione.
Non c’è più limite alle pretese di questa Europa: una nuova spada di
Brenno è stata messa sul piatto della bilancia e l’oro già versato non
basta più. Il percorso è obbligato e dobbiamo mandare a casa le
marionette che ci governano, spezzando al contempo i fili di chi le
dirige. Altrimenti non ci resterà che la seconda parte della tradizione
romana: "Non auro, sed ferro, recuperanda est Patria".
Parliamoci chiaro: se ci sembrava essere di aver raggiunto il fondo
con le ‘raccomandazioni’ poco amorevoli dell’UE, il pareggio di
bilancio, il meccanismo europeo di stabilità, dobbiamo cambiare idea:
l’ERF ci sta traghettando all’inferno. Non abbiamo scuse: solo noi
possiamo realmente ‘redimerci’, riscattarci come cittadini,
affrancandoci da questa Europa e dai partiti complici e conniventi con
banche e grande finanza. Solo poi possiamo liberarci dalla dittatura del
Dio denaro.
(di Monia Benini - http://testelibere.it)
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