Così il fango della camorra avvelena la terra
Un sequestro per traffico illecito di rifiuti e il clan dei Casalesi: tutta la storia
La Squadra Mobile della Questura di Caserta ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Napoli per attività di gestione di rifiuti non autorizzata e attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, disastro ambientale, aggravati dal fine di agevolare il clan dei Casalesi-gruppo Bidognetti, che ha per oggetto un terreno agricolo a Trentoda Ducenta, nel casertano, nella disponibilità dell’imprenditore Elio Roma, indagato in concorso con Nicola Mariniello.
IL PENTITO VASSALLO – Il provvedimento si inserisce nelle indagini nate dalla collaborazione dell’imprenditore Gaetano Vassallo, a cui sono seguite le dichiarazioni di altri pentiti quali Emilio Di Caterino e, piu’ di recente, Tammaro Diana e Pasquale Di Giovanni. Elio Roma, con aziende nel settore dei rifiuti, ha organizzato una attivita’ di smaltimento illecito di rifiuti attraverso la societa’ RFG, formalmente intestata a un figlio, e l’impianto di compostaggio a questa facente capo. In particolare, l’imprenditore, ottenuta la commessa per lo smaltimento, prevalentemente di fanghi di origine industriale, in parte conferiti da aziende del centro e nord Italia, o provenienti dai depuratori della provincia, anziche’ procedere attraverso l’impianto di compostaggio della sua azienda ai trattamenti imposti per legge, per trasformarli in compost e ammendante (fertilizzanti), sversava i rifiuti tal quale nei terreni di contadini, compiacenti in cambio di denaro, oppure ignari, convinti che si trattasse di concimi e fertilizzanti.
SIMULAZIONE DI LAVORAZIONE – L’impianto di compostaggio
veniva utilizzato solo per simulare la lavorazione dei rifiuti
pericolosi, formalmente ricevuti, stoccati e sottoposti a trattamento,
ma in realtà smaltiti abusivamente in fondi agricoli, individuati con la
collaborazione del clan. Il provvedimento di sequestro emesso dal gip
del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA – ed eseguito dalla
squadra mobile della questura di Caserta – si inserisce nelle indagini
sul traffico illecito di rifiuti avviate e coordinate dalla Procura
Antimafia di Napoli (sostituti procuratori Alessandro Milita e Giovanni
Conzo) in base alle dichiarazioni rese dall’imprenditore Gaetano
Vassallo, a cui sono aggiunte le dichiarazioni di altri collaboratori di
giustizia come Emilio Di Caterino, Tammaro Diana, e Pasquale Di
Giovanni. L’area sequestrata oggi si aggiunge al terreno di circa 20
mila metri quadrati sequestrato dalla Squadra Mobile su delega della DDA
il 19 maggio scorso a Lusciano (Caserta), di proprieta’ di Nicola
Mariniello. Numerosi sono siti gia’ individuati e sequestrati – sia nel
casertano che nel giuglianese – dove sono stati smaltiti illecitamente
ingenti quantitativi di rifiuti nocivi e pericolosi provenienti
dall’impianto di compostaggio RFG gestito da Elio Roma.
A PREZZI BASSI – Evitando di trattare i rifiuti
nell’impianto intestato al figlio di Roma riusciva a offrire il servizio
di smaltimento a prezzi estremamente bassi. Questo gli consentiva di
accaparrarsi commesse ovunque, a discapito di chi invece operava secondo
la legge. Il sistema di smaltimento illecito dei rifiuti tossici nei
terreni agricoli del Casertano, quindi, ruotava intorno a Elio Roma e
alle imprese riconducibili alla sua famiglia. In cambio di cospicue
tangenti la fazione ‘Bidognetti’ del clan del Casalesi faceva da garante
e collaborava all’individuazione dei fondi da trasformare in discariche
illegali. Perno principale del sistema era l’impianto di compostaggio
gestito dalla societa’ RFG, formalmente intestata ad un figlio. Alla RFG
era stata affidata una commessa per lo smaltimento, prevalentemente di fanghi di origine industriale, in parte conferiti da aziende del centro e nord Italia, o provenienti dai depuratori della provincia.
IL CARTELLO DI AZIENDE – Le indagini hanno confermato
l’esistenza di un ‘cartello’ di aziende del settore smaltimento rifiuti
che tra gli anni ’90 e sino ai primi anni del 2000 si erano imposte sul
mercato proprio grazie alle modalità illecite di smaltimento in grado di
garantire l’abbattimento dei costi di esercizio e, quindi, di praticare
prezzi decisamente concorrenziali rispetto a quelli praticati da
imprenditori che agivano nel rispetto della legge.
L’area sottoposta a sequestro questa mattina è un fondo agricolo a Trentola Ducenta che si aggiunge a un terreno di circa 20mila metri quadrati sequestrato, a Lusciano, il 19 maggio scorso a Nicola Mariniello. L’area sarebbe uno dei siti dove sono stati smaltiti, illecitamente, ingenti quantitativi di rifiuti nocivi e pericolosi provenienti dall’impianto di compostaggio RFG gestito dalla famiglia Roma. Gli accertamenti tecnici predisposti dalla Procura Antimafia di Napoli hanno permesso di rilevare nel terreno preoccupanti livelli di contaminazione da arsenico, cadmio, idrocarburi pesanti, stagno e altre sostanze altamente nocive. Secondo le stime dei periti nominati dalla Dda, nel terreno sequestrato, sono state conferite almeno 3.550 tonnellate di rifiuti industriali fangosi, in un periodo compreso tra marzo e maggio 2003.
L’area sottoposta a sequestro questa mattina è un fondo agricolo a Trentola Ducenta che si aggiunge a un terreno di circa 20mila metri quadrati sequestrato, a Lusciano, il 19 maggio scorso a Nicola Mariniello. L’area sarebbe uno dei siti dove sono stati smaltiti, illecitamente, ingenti quantitativi di rifiuti nocivi e pericolosi provenienti dall’impianto di compostaggio RFG gestito dalla famiglia Roma. Gli accertamenti tecnici predisposti dalla Procura Antimafia di Napoli hanno permesso di rilevare nel terreno preoccupanti livelli di contaminazione da arsenico, cadmio, idrocarburi pesanti, stagno e altre sostanze altamente nocive. Secondo le stime dei periti nominati dalla Dda, nel terreno sequestrato, sono state conferite almeno 3.550 tonnellate di rifiuti industriali fangosi, in un periodo compreso tra marzo e maggio 2003.
RIFIUTI NOCIVI – Il terreno agricolo sequestrato
costituisce uno dei numerosi siti, gia’ individuati e sequestrati sia
nel casertano sia nel giuglianese, dove sono stati smaltiti
illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti nocivi e pericolosi
provenienti dall’impianto di compostaggio RFG, e le analisi hanno
permesso di rilevare preoccupanti livelli di contaminazione da arsenico,
cadmio, idrocarburi pesanti, stagno e altre sostanze altamente nocive.
Secondo le stime dei periti vi sono stati conferiti almeno 3.550
tonnellate di rifiuti industriali fangosi, in un periodo compreso tra
marzo e maggio 2003.
Nessun commento:
Posta un commento