Quando si tratta di richiedere
informazioni riservate sugli utenti a Facebook e Google,
gli Stati Uniti sono i primi della lista in tutto il mondo, anche se gli
USA non chiedono mai ai social media di cancellare i contenuti (in parte per
via del Primo Emendamento sulla libertà di espressione). Tuttavia, nel resto
del mondo non è sempre così. India, Pakistan, Turchia, Israele, Germania e
Francia hanno costretto Facebook a rimuovere più contenuti che in
qualsiasi altra parte del mondo. Lo si legge nel nuovo report Global Government Requests pubblicato
dall'azienda di Zuckerberg.
Visto che Google ha iniziato a farlo un paio di
anni fa, adesso anche Facebook, in nome della trasparenza, consente agli utenti
di sapere quali sono i paesi che cercano di interferire più
spesso con il social network. A volte, si tratta semplicemente di un caso
in cui un paese chiede a Facebook di avere accesso a messaggi e indirizzi IP
nel corso di un'indagine governativa. Su questo fronte, i capofila
sono sempre gli Stati Uniti, che hanno presentato ben 12.598 richieste del
genere nella seconda metà del 2013. Più o meno lo stesso numero delle richieste
pervenute nella prima metà dell'anno.
Ora che sappiamo quasi tutto quello che c'è
da sapere su PRISM e l'ossessione delle autorità per la raccolta di dati massiccia
sui cittadini, questa storia delle interferenze governative non dovrebbe essere
una sorpresa (non che la cosa vada ignorata). Insomma, se le cose stanno così,
tanto vale concentrarsi su una nuova serie di dati: la censura dei contenuti.
Facebook dice che la sua
"missione è quella di dare alla gente il potere di condividere, e rendere
il mondo più aperto e connesso. A volte, le leggi di un paese interferiscono
con questa missione, limitando ciò che può essere condiviso in quel
luogo."
Nel frattempo, la Germania e la Francia hanno chiesto
Facebook di rimuovere, rispettivamente, 84 e 80 post sulla negazione
dell'Olocausto. L'Australia ha chiesto a Facebook di rimuovere 48 contenuti,
ritenuti illegali secondo le leggi anti-discriminazione locali. Nel Regno Unito
sono stati rimossi tre contenuti, su disposizione di una ingiunzione del
tribunale. In Italia, i contenuti censurati ammontano invece a
cinque, soprattutto sulla base delle leggi contro la discriminazione razziale e
l'istigazione all'odio. Ma gli account richiesti ammontano a ben oltre 2.000
unità.
(Fonte)
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