Alfano e i manifesti sul "coraggio" stampati tre giorni prima delle "rivelazioni" del pentito
Quando qualche giorno fa Angelino ha svelato lo slogan elettorale del
Nuovo centrodestra per le Europee, "Insieme al nostro coraggio",
tutti hanno pensato subito a uno sbocco di sincerità del leader siciliano. In
effetti ci vuole coraggio, tanto coraggio a rimorchiarsi relitti come Casini e
derelitti come i montiani sul barcone elettorale che tenta di superare lo
sbarramento europeo in un mare popolato di grillini e berluschini. Qualcuno,
maliziosamente, aveva fatto notare che forse lo slogan più adatto sarebbe stato
"Insieme alla nostra faccia tosta", ma poi s' è capito che Alfano non
si riferiva agli alleati. Ma allora,
la domanda sorge spontanea, coraggio de chè, Angelino? Forse si riferiva allo
sprezzo del ridicolo di un partito che sta al governo ma nessuno lo sa? O
l'ardore della Lorenzin e di Lupi nel difendere con la macchinetta tra i denti
le poltrone di governo? O magari alla forza bruta di Quagliariello nel duellare
con la terribile Pascale? O forse allo spirito guerriero che esibisce Cicchitto
quando si tira i gessetti con Bondi? Boh. Però poi, tre giorni dopo la
presentazione dei manifesti sul "coraggio" di Alfano, spunta fuori
una strana notizia, quello che appare a tutti come il più clamoroso colpo di
culo pre-elettorale mai capitato a un leader politico nella storia mondiale: un
pentito racconta ai magistrati di Reggio Calabria, che Cosa Nostra stava
pensando di organizzare un attentato contro l’allora Ministro della Giustizia,
Angelino Alfano, ritenuto dalla mafia il responsabile dell’inasprimento del
regime carcerario del 41 bis. Roba da non credere, diciamoci la verità. Pare
che lo stesso diretto interessato, dopo una rapida ricerca su internet, si sia
ricordato di essere stato effettivamente ministro della Giustizia, solo 4 anni
fa, in un governo Berlusconi: "google" ha cantato. Certo, deve essere
stato ancora più bello scoprire che tre giorni prima erano stati presentati i
manifesti, già affissi sugli autobus di tutta Italia, con quel riferimento al
"coraggio" e il volto di un Alfano sorridente e impavido che sfida i
suoi nemici, un messaggio che ai più era apparso incomprensibile soprattutto
alla voce "nemici". Che grande coincidenza, che grande culo,
Angelino...
(Fonte)
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