Ho avuto occasione di incontrare il candidato di Renzi al Quirinale, Sergio Mattarella, quando questi era ministro della Difesa del governo Amato. Chiedo scusa per la lunghezza del post, ma lo devo a tanti ragazzi che non potranno mai leggerlo. Lavoravo da qualche mese sulla vicenda dell'Uranio Impoverito e sull'impressionante numero di leucemie linfoblastiche acute e linfomi tra i nostri militari che erano o erano stati in missione nei Balcani, soprattutto in Bosnia, ma non solo.
Sergio Mattarella negò a più riprese il possibile nesso tra l'insorgere delle patologie e il servizio. Negò che la Nato avesse mai utilizzato proiettili all'uranio impoverito (DU, Depleted Uranium), tantomeno che questo fosse contenuto nei Tomahawk (missili) sparati in zona di guerra dalle navi Usa in Adriatico. Insomma, Mattarella, candidato di Renzi al Quirinale, negò su tutta la linea.
Negò pure ciò che era possibile reperire nei primi giorni di internet sugli stessi siti della Difesa Usa, che magnificava l'efficacia degli armamenti al DU e dettava, contestualmente, le precauzioni sanitarie da adottare in caso di bonifica: protocolli di sicurezza molto rigidi, che prevedevano l'utilizzo di tute, guanti e maschere protettive, per svolgere il lavoro che invece a mani nude e senza protezioni facevano i nostri soldiati. I quali, nel frattempo, continuavano ad ammalarsi e morire. Ero a Nuxis, in Sardegna, al funerale di caporal maggiore della Brigata Sassari Salvatore Vacca, riconosciuto poi come il primo morto di Uranio Impoverito, che aveva prestato servizio alla caserma Tito Barak di Sarajevo.