Il merito della riforma, che vi anticipo già consegna semplicemente il paese alla sovranità dei mercati speculativi, sarà discusso in un apposito post. Qui voglio esaminare, con linguaggio semplice ed accessibile, le questioni di illegittimità di carattere “preliminare” a questa riforma che sono palesi e davvero clamorose. Non nascondo la speranza che il Presidente della Repubblica intervenga, sarebbe un suo preciso dovere.
In sostanza un gruppo di Parlamentari nominati dal PD, pur non avendo avuto la maggioranza alle ultime elezioni, ottenendola solo in forza di una legge elettorale dichiarata incostituzionale, ha modificato da solo la Costituzione cancellando in un colpo la democrazia.
Ricordiamo, in primo luogo, che avere un Parlamento di nominati, in violazione del voto personale e diretto che invece prevede la Costituzione, implica che nessun eletto è libero di decidere autonomamente durante le votazioni. Questo perché, se non si ubbidisce al partito, non si sarà più inseriti nelle liste elettorali. Se le preferenze personali non hanno alcun peso la linea del partito non dipenderà mai da scelte democratiche e rappresentative della sovranità popolare, ma sarà imposta dai vertici. Nel caso di specie la linea del PD è quella imposta dalla finanza che vuole smantellare la sovranità italiana. Si vuole un Parlamento che semplicemente ratifichi rapidamente le scelte del Governo, ovvero si vuole l’opposto di una Repubblica Parlamentare. Il dibattito è l’essenza di una democrazia, le decisioni unilaterali sono invece l’essenza di una dittatura.
Occorre poi rammentare a tutti i lettori “come” il PD detiene oggi la maggioranza. Alla camera, alle elezioni del 2013, il primo partito fu il Movimento 5 Stelle, non possiamo dimenticarlo.
Il PD dunque ha usurpato poltrone che non gli spettavano per riformare da solo la Costituzione in forza di un premio di maggioranza addirittura dichiarato costituzionalmente illegittimo in quanto non conforme al principio del voto eguale. Peraltro tale premio di maggioranza è stato ottenuto sulla base di coalizione, coalizione sciolta prima ancora dell’insediamento del nuovo Parlamento (Sel ed il PD non hanno governato un giorno insieme dopo il voto del 2013).
Questa situazione di palese illegittimità non è affatto cessata con la declaratoria di incostituzionalità della legge elettorale visto che questo Parlamento ha addirittura modificato le norme fondamentali del nostro ordinamento. Gli effetti dell’incostituzionalità si sono moltiplicati fino ad arrivare a determinare la modifica della Costituzione stessa in radicale violazione dell’art. 136 Cost. che dispone: “Quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione“.
Purtroppo la Corte Costituzionale ha una colpa immensa. Nel dichiarare incostituzionale la legge elettorale, con legge n. 1/2014, ha incomprensibilmente affermato, fuori dai suoi poteri (come avete letto gli effetti dell’incostituzionalità di una norma di legge sono determinati dalla Costituzione), che il Parlamento poteva continuare a legiferare. In realtà, è evidente per qualsiasi persona di buon senso, continuando a legiferare il Parlamento ha moltiplicato gli effetti della violazione Costituzionale censurata nel nostro ordinamento e ciò prosegue dal 2006.
Oggi dunque abbiamo una nuova Costituzione scritta da un Parlamento composto in violazione dei principi di rappresentanza democratica e dunque composto senza rispettare la sovranità popolare di cui all’art. 1 Cost. La stessa Cassazione con la sentenza n. 8878/14 ha evidenziato la grave lesione della rappresentatività democratica ma nonostante ciò Renzi è andato avanti.
Stiamo dunque assistendo alla fine della democrazia, con quello che non si deve aver timore di definire colpo di Stato, in Italia era dai tempi di Mussolini che non vedevamo qualcosa di simile.
Resta ancora una speranza, che il referendum a cui dovrà essere sottoposta questa oscena riforma, sia favorevole alla democrazia ed al paese ma sappiamo che sarà molto dura a causa delle forti pressioni mediatiche. Come avviene in ogni dittatura i media, purtroppo, appoggiano in gran parte il regime.
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