Con il referendum di domenica scorsa i greci hanno detto NO all'ultima proposta dei creditori e all'austerità, ma Tsipras si avvia a stringere un accordo che prevede riforme simili a quelle rifiutate in precedenza. Cosa è successo nel frattempo? Secondo il giornalista Marcello Foa gli Stati Uniti avrebbero esercitato pressioni su Atene e l'Europa affinché si giungesse ad un'intesa. Riportiamo di seguito il suo post:
"GRECIA-UE:L'ACCORDO CHE SPAZZA OGNI ILLUSIONE
AVETE CAPITO CHE L'EUROPA NON E' RIFORMABILE?
(E CHE A COMANDARE E' SEMPRE L'AMERICA?)
Che cosa resterà della crisi greca, considerato che l'epilogo sembra ormai segnato, salvo sorprese dell'ultimo minuto ? Di positivo la capacità di reazione di un popolo. Il no degli elettori, lo scorso week-end, è stato un no a un'idea di Europa basata sull'austerity, sui vincoli assurdi della moneta unica, su un concetto non democratico e verticistico dell'Unione. Il fatto che oltre il 60% di un popolo si sia espresso con tanta convinzione rappresenta un segnale di malcontento profondo e non eludibile ; significa che la coscienza critica dei popoli europei non è sopita e che il Dna democratico è ancora vigoroso e può essere contagioso. Da oggi, come già osservato, la Lega, il Movimento 5 Stelle, Podemos, la Le Pen e, fuori dalla zona euro, lo Ukip di Farage e altri movimenti poco noti, ricevono una spinta propulsiva e vitalizzante i cui effetti si manifesteranno nei mesi a venire.
Purtroppo l'epilogo della splendida rivolta greca non è all'altezza delle aspettative. L'accordo che si sta perfezionando non è molto diverso da quello che è stato respinto alle urne. Tsipras può vantare nuovi aiuti e la verosimile ristrutturazione di una parte del debito, ma i nodi restano intatti e, come ha giustamente osservato Alberto Bagnai, riesploderanno nei prossimi mesi.Atene ha preso soltanto tempo. E allora perché quest'esito gattopardesco ? Le ragioni sono due. La prima : a imporre la « pax greca » sono stati gli Stati Uniti, che dapprima hanno manovrato sotto traccia poi hanno fatto sentire la propria voce tramite il segretario al Tesoro. Gli Usa non possono permettere il grexit per le sue implicazioni strategiche ; spingere la Grecia fuori dall'euro avrebbe significato consegnarla nelle braccia di Putin, un'eventualità catastrofica per Washington tanto più in un periodo di forti tensioni in Ucraina. Ma Obama non può permettere il grexit perché il progetto dell'euro è fondamentale per la Casa Bianca, che lo ha sempre sostenuto dietro le quinte. Anzi, come è emerso dalla pubblicazione di alcuni documenti desecretati della Cia e del Dipartimento di Stato lo ha ispirato e guidato sin dall'inizio per il tramite dei padri fondatori del progetto europeo.
L'America ha picchiato i pugni sul tavolo sia con il governo greco che con gli europei. E le tensioni si sono sciolte nell'arco di poche ore. La seconda ragione riguarda le illusioni di Tsipras, che è uno splendido capopopolo, un emozionante condottiero delle piazze e ha dato prova di notevole coraggio, ma non è uno statista. Si illudeva, Tsipras, di poter costringere l'Unione europea a rinnegare se stessa ovvero a gettare a mare 15 anni di politica economica repressiva e ad ascoltare improvvisamente le istanze di un popolo su base autenticamente democratica, come dovrebbe essere, ma come non è quasi mai stato in un'Unione Europea costruita dall'alto verso il basso e terrorizzata dal suffragio universale espresso tramite referendum.
Ora c'è la prova oltre ogni ragionevole dubbio : chi resta nell'euro deve continuare a prendere ordini dall'Unione europea e dalla Banca Centrale ; deve sottomettersi all'austerity predicata dal Fondo monetario internazionale ; dunque deve continuare a indebitarsi e a sprofondare nel circolo vizioso di una recessione senza fine e senza speranza.
Tsipras non aveva un piano B e non ha mai contemplato l'uscita dall'euro. L'esperienza dimostra, invece, che chi vuole davvero far ripartire l'economia del proprio Paese e sottrarsi al giogo della Troika non può illudersi e deve prepararsi, per tempo, all'unica soluzione realistica : l'uscita programmata - e non imposta - dalla moneta unica. Altre soluzioni non ce ne sono".
Mi sembra interessante il commento all'articolo di un lettore che riporto sotto
Dopo aver letto la versione romanzata della situazione greca, per bilanciare forse è meglio esporre i fatti nudi e crudi per come sono.
1 )Varoufakis si è dimesso ed ha preso le distanze da Tsipras, altro che libro dei sogni da stilare con il suo staff che ricorda molto la Corte dei Miracoli nostrana.
2 ) Il parlamento greco ha approvato la proposta avanzata alla Troika con i voti determinati dei socialisti, centristi e dei conservatori, con Varoufakis in vacanza al mare, tanto per sottolineare quanto abbia preso le distanze da questo Mattero Tsipras.
32 tra i nazionalisti di Anel e Syrizei non hanno votato.
17 deputati Syriza si sono astenuti e non uomini di poco conto ma proprio i fedelissimi, tra cui il Capo della corrente Iskra, il Ministro dell'Energia e il presidente della Camera.
Queste le dichiarazioni di Lafazanis (Iskra):
“Ho espresso la mia opposizione profonda e inequivocabile a una proposta che minaccia di estendere la custodia esterna del mio Paese. Io sostengo il governo, ma sostenere un programma di austerità, neoliberale e deregolamentato non farà altro che aggravare il circolo vizioso di recessione, povertà e miseria”
3 ) In sostanza Syriza ha bocciato il piano di Tsipras che è passato grazie ai voti delle opposizioni.
Tradotto significa che Tsipras non ha più la maggioranza al Parlamento se l'astensione sul piano si tramuterà in dimissioni, quindi si prevede tanto per usare un termine caro a noi: Un Ribaltone o Rimpasto di governo come si suol chiamare.
4 ) Entro domenica sera, il parlamento tedesco dovrà approvare a sua volta il piano proposto da Tsipras, anche in questo caso per ribadire chi comanda in europa e quale sia il vero parlamento europeo, caso mai ancora qualcuno non lo avesse capito, e già solo questo dovrebbe far sobbalzare tutti i governi europei, ponendo fine una volta per tutte a questa farsa europopulista dei popoli e altre amenità che si trovano solo nelle versione romanzate della UE.
Ciò non è dato per scontato come lasciano intendere la dichiarazione Schauble:
« I negoziati saranno "incredibilmente difficili" perché le cifre delle proposte greche "non sono credibili": lo ha detto il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble a margine dell'Eurogruppo, ribadendo che un alleggerimento del debito "non è previsto dai Trattati"»
Il che tradotto, è un'umiliazione per la Grecia, per il suo popolo e nel baratro che l'ha portata Tsipras inseguendo le sue chimere.
5 ) Le condizioni avanzate da Tsipras sono di fatto una resa incondizionata, ben superiori a quelle richieste dalla Troika oggetto del referendum della scorsa settimana, che vanno dall'aumento dell'Iva, all'estensione della stessa alle isole salvo quelle più remote che usufruivano di una riduzione del 30%, aumento iva sui prodotti alimentari, aumento al 6% dell'iva sui farmaci, libri, aumento della Tassa sulla casa, eliminazione dei sussidi sui carburanti e degli sgravi alle imprese agricole, innalzamento delle pensioni a 67 anni, riduzione degli stipendi del pubblico impiego, alcuni porti e scali importanti come il Pireo di Atene e il porto di Salonicco verranno privatizzati e saranno venduti anche gli aeroporti locali e la società pubblica per l’elettricità.
Aumenteranno pure le tasse sulle imprese che passeranno dal 26 al 28%.
Nulla di nulla che colpisca il settore finanziario, solo simbolicamente verrà estesa la tassazione dei prodotti di lusso, alle navi da diporto più lunghe di 5 metri che passerà dal 10 ad un modesto 13 per cento.
Nessun reddito di cittadinanza, nessun sussidio è previsto per i più poveri, anzi, saranno invece incentivati gli investimenti nelle banche greche, altro che nazionalizzazione come ci si aspetterebbe da un governo di sinistra che pure si spaccia di sinistra radicale.
Senza contare poi la follia che ricalca fedelmente le richieste della Troika e dei governi precedenti che affossarono il paese in poco meno di tre anni, proponendo l'impegno di rispettare gli obiettivi sull’avanzo primario, il che significa che il governo s’impegna a spendere meno di quanto raccoglie con le tasse !!
L’1 per cento di meno nel 2015, il 2 per cento nel 2016, il 3 per cento nel 2017 e il 3,5 per cento addirittura nel 2018 !!
6 ) Leggo di debito odioso e altre chiacchiere... ciò serve solo per salvare un poco la faccia all'ormai compromesso Tsipras, a meno che non sia la Merkel a salvarlo con il voto di domani.
Queste sono chiacchiere che impegnano in forma scritta a fare altre chiacchiere in un domani non meglio precisato che dureranno un tempo ancor di più imprecisato, quando sappiamo benissimo tutti quanti, che nessuno in europa -dato che serve il voto favorevole di tutti- lo avvallerebbe, poiché comporterebbe anche la riduzione del debito di altri paesi che non sono poi piazzati molto diversamente dalla Grecia, come ad esempio l'italia, la Spagna il Portagallo e per certi versi tutti i paesi, visto che NESSUN DEBITO È RIPAGABILE SE NON IN SECOLI, a meno che non si voglia affossare i paesi come sta' avvenendo in europa per altrettanti secoli, salvo poi fare default lo stesso.
Il debito si Ripudia come fece Morales !! Subito !! Ora !!
I problemi della Grecia sono oggi, al massimo rinviabili di una settimana, non tra qualche anno appellandosi al Debito Odioso, sancito da una Corte priva di alcuna giurisdizione su Istituzioni che non rispondono a nessuno per statuto, non elette, e come non bastasse con le banche chiuse dopo aver dato fondo a tutti i soldi cash per correre dietro ai Mulini a Vento di Matteo Tsipras.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, quello che si sta delineando come accordo, lo si poteva raggiungere fin dal primo giorno dei colloqui, sicuramente a condizioni più vantaggiose e con le banche aperte senza problemi di liquidità, se tanto alla fine il vero obbiettivo era quello di proseguire con il massacro sociale firmato Troika !
Ora io dico: Ma stiamo a prenderci in giro ??
Questa sarebbe la risposta al referendum che ha visto oltre il 60% della popolazione, quindi comprendente anche gli elettori che non votarono Tsipras solo sei mesi fa ?
Alla loro volontà di dire basta all'austerità costi quel che costi ?
Sarebbe questa una proposta di sinistra, quando la si vede votata da tutte le opposizioni senza il qual voto non sarebbe passata ?
Mi pare di vedere le famose riforme di sinistra nel nostro paese, votate entusiasticamente dalle destre più becere, corrotte e mafiose, con il Fuffolo su Tweeter a parlare di vittoria della sinistra !!
Ma dai.... ma ci rendiamo conto che Tsipras ha promesso la botte piena e la moglie ubriaca, così depistando i cittadini verso un obiettivo psicologicamente facile ma altrettanto inconsistente ?
Ma ci rendiamo conto del fallimento del progetto di Tsipras che aveva come obbiettivo finale non l’alternativa ad un sistema di governance, ma un impossibile accomodamento con esso ?
Ma se la sinistra non è alternativa, se non risponde alla volontà popolare che ha detto basta all'austerità, se non è alternativa alle politiche fallimentari della Troika e della UE che non sono casuali, ma politiche vere e proprie intese a demolire gli stati democratici di cui l'euro ne è lo strumento principe, se non si comprende ciò, contro chi sta' combattendo la sinistra ??
Ai Mulini a Vento ?? Se stessa forse, cosa molto più probabile ??
Concludo con un passaggio tratto da un'intervista rilasciata dall'economista greco Costas Lapavitsas in cui si parla di Syriza, di Tsipras, dell’Europa e dell’euro.
Passaggio illuminante che in poche righe centra appieno le contraddizioni di fondo della sinistra tutta, nessuna esclusa, e del perché ormai sia funzionale al sistema seppur non ritenendosi tale, del motivo perché sia inutile, persino controproducente come vediamo in Grecia oggi:
“A volte la sinistra ha bisogno dello stato nazione per proteggere i diritti dei lavoratori e la democrazia e non può rinunciare a questi strumenti. I governi della Grecia o del Portogallo non possono cambiare l’Europa, ma possono intervenire in Grecia e Portogallo. Questa non è una posizione nazionalista: è invece un’occasione di utilizzare i meccanismi dello stato nazionale per creare una corrente di internazionalismo."
Centrato in pieno !!
Ma se non riesci a casa tua a dare forma ad uno stato degno di questo nome, a politiche di sinistra benché tu abbia la maggioranza al governo, ma come pretendi di cambiare l'europa, se è la stessa europa che te lo impedisce con gli accordi che si sono sottoscritti e con l'euro che impedisce qualsiasi manovra economica ??
Ma quale esempio e quindi alternativa percorribile porti in dote, che possa essere additata come "We Can" ??
Io so soltanto che Tsipras ha distrutto qualsiasi speranza a sinistra, certo che nulla sarà come prima, la credibilità di Tsipras è andata perduta, nessuno si fiderà più di lui e della sinistra europea dopo questo ennesimo TRADIMENTO, di certo la credibilità europea ne esce rafforzata e decisamente più spendibile come monito verso tutti quei paesi e popoli che oseranno alzare la testa, vedendosi ora confermate ed accettate tutte le sue politiche, nulla le impedirà la prossima volta di affondare ancor di più il coltello.
(di Eugenio Bongiorno)
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