Notare la felicità sul volto del presidente del Consiglio Matteo Renzi
Questo 2 giugno sarà comunque la conclusione di un percorso di 70 anni, il prossimo sarà in ogni caso diverso.
Se dovesse sciaguratamente vincere il SI alla controriforma costituzionale di Renzi, l'Italia sarà ancora formalmente una repubblica, ma somiglierà di fatto ad una monarchia autoritaria elettiva, dove una persona sola sarà al comando. Anche l'istituzione di un senato di nominati, che oggi è il vanto principale di Renzi, somiglia sinistramente a ciò che stabiliva lo Statuto Albertino del 1848. Se dovesse vincere il SI sarebbe la sanzione di un regime.
Se invece, come ci auguriamo, vincessero i NO, il prossimo 2 giugno si festeggerà senza Renzi, Padoan Schioppa, Verdini e la loro corte al governo. Sarebbe allora un grande occasione positiva per la Repubblica italiana, perché con la sconfitta del renzismo verrebbe anche respinta dal popolo la scalata alla nostra democrazia lanciata da Marchionne e dalla Banca Morgan, dalle multinazionali del TTIP e dal sistema di potere finanziario europeo.
Il referendum del prossimo ottobre è il più importante appuntamento politico del nostro paese dopo il 2 giugno 1946. Come allora si deciderà tutto con una scelta semplice e netta. O cancellare la Costituzione Repubblicana del 1948, o dare ad essa nuova vita e un nuovo inizio.
Diamoci da fare affinché la vittoria del NO ad ottobre faccia del 2 giugno 2017 la più bella e la più piena di speranze delle feste della Repubblica.
(di Giorgio Cremaschi - Fonte)
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