62.000 internauti impegnati giorno dopo giorno a rompere il muro di silenzio
Dall’inizio di questa vicenda, il 12 febbraio 2012, un muro di silenzio ha sempre coperto lo svolgersi degli eventi: scarni ed enigmatici i comunicati dei vari ministri, latitanti gli organi di stampa supini a riproporre solo le informazioni pervenute dalla stampa indiana, timidi o assolutamente inesistenti gli approfondimenti gestiti dalle emittenti televisive.
A fronte di questa assurdo atteggiamento, singoli cittadini con storie e provenienze completamente diverse, hanno cominciato ad utilizzare la rete come canale di raccolta informazioni e di sostegno a due militari italiani in missione che sempre più risultavano abbandonati da una politica inerme e incapace.
E più la politica italiana dimostrava la sua incapacità a reagire alla tracotanza indiana più cresceva, fra i cittadini la volontà di dare concretezza alla loro indignazione e solidarietà con Girone, Latorre e le loro famiglie non, come molti strumentalmente sostengono, per sfuggire alle responsabilità degli eventi ma per garantire il rispetto dei diritti ai nostri connazionali e mettere a disposizione di tutti il massimo delle informazioni.
Dalle singole azioni siamo passati, nel tempo, a forme organizzative sempre più complesse che hanno dato origine a vari gruppi di opinione e azione su Facebook e che raccolgono, nel complesso, più di 62.000 adesioni.
Le modalità di lavoro dei gruppi sono diverse ma complessivamente la strategia di solidarietà con i due marò si articola nelle seguenti azioni:
• Organizzazione di eventi virtuali sul web che attraverso Facebook e Twitter lanciano campagne di informazione in occasione delle scadenze del tormentato percorso personale, politico e giuridico della vicenda
• Organizzazione di invio di massa di email e tweet a rappresentanti politici nazionali ed europei per sollecitare l’intervento della politica
• Ricerca di informazioni dirette sulla vicenda attraverso i siti delle testate giornalistiche nazionali, indiane ed internazionale, traduzione dei testi e divulgazione delle informazioni
• Controinformazione sull’incidente avvenuto in India mettendo a confronto la versione indiana con quella, in mancanza di qualsiasi posizione governativa in merito, elaborata da Luigi Di Stefano
• Organizzazione e divulgazione delle manifestazioni che, spontaneamente, sono promosse sul territorio nazionale e nelle città a sostegno dei marò
• Informazione sulle azioni di solidarietà avviate da Amministrazioni locali a sostegno della campagna di sensibilizzazione.
Anche se l’impegno di tanti cittadini ha trovato, anche se tardivamente, una prima risposta nella decisione presa dal governo di percorrere la strada dell’Arbitrato Internazionale non riteniamo certo soddisfacente, come sostenuto dal Ministro Gentiloni e da molti altri politici, la sentenza ottenuta dal Tribunale Internazionale del Mare il 24 agosto scorso.
Non è, infatti, più accettabile che la libertà e il diritto di godere dei rapporti famigliari per Girone e Latorre, sia ancora negato in una situazione giuridica anomala e assurda: non c’è imputazione, non c’è più, a seguito della sentenza del 24 agosto scorso, procedimento penale contro i due marò ma, comunque, loro continuano a pagare una pena senza fine certa.
Ma quale diritto medioevale può permettere questo? E non è neppure questione di colpevolezza od innocenza ma solo di diritto di certezza sui diritti fondamentali delle persone che, teoricamente, dovrebbero essere sanciti dagli organismi internazionali, a partire dall’ONU attraverso la Corte di Giustizia Europea fino ai nostri politici sempre più sordi alla tutela dei cittadini italiani.
E proprio in nome di questi diritti da troppo tempo calpestati, chiediamo la massima adesione al nuovo evento “#iostoconimarò - Arbitrato internazionale RIMPATRIO IMMEDIATO!!!” per non fare cadere il silenzio sulla vicenda e chiedere il rimpatrio di Salvatore Girone per la mancanza di motivazioni giuridiche alla sua privazione di libertà.
Non faremo di nuovo cadere il velo di silenzio, come auspicato da governo, ministri e politici nazionali, ma continueremo a raccogliere adesioni, fare informazione, sollecitare le istituzioni e, soprattutto fare sentire ogni giorno la nostra vicinanza a Salvatore a Massimiliano e alle loro famiglie.
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