Annuncio dell’Authority sui futures: colpito un mercato da 150 miliardi di dollari S&P: a rischio anche il rating del Fondo salva-stati, dura reazione dell’Europa
Divieto assoluto e immediato alle società degli Stati uniti di comprare
titoli del debito pubblico europeo. «La Cftc (l’autorità che vigila sui
Futures e Derivati Americani) ha deciso di vietare alle 125 Società
registrate in America che operano sui Futures, l’acquisto di Titoli di
Stato Europei con somme e per conto dei propri clienti. Al contrario, i
big dei futures potranno acquistare per i clienti soltanto titoli di
stato americani », ha annunciato ieri sera a “Radio 24”, il
vicedirettore del Sole 24 ore Alessandro Plateroti. E’ una montagna che
crolla sui governi europei, dato che si tratta di un mercato di 150
miliardi di dollari, una decisione presa per difendere i risparmiatori
statunitensi, poche settimane dopo il fallimento di MF Global, una
compagnia che si era troppo esposta sui titoli europei. Un’ennesima
bomba che esplode proprio nel giorno in cui Standard & Poor’s, dopo
aver messo sotto osservazione tutti i paesi dell’euro, ha minacciato
anche, di conseguenza, la “Tripla A” del Fondo salva- stati. Perderla
vorrebbe dire mettere a rischio serissimo la possibilità di aiutare le economie in difficoltà. La reazione nell’Unione europea è stata durissima. Crhristian Noyer, governatore della Banca di Francia, ha affermato che “la metodologia di S&P è diventata più politica che economica, l’economia dell’area dell’euro ha la capacità di riprendersi molto in fretta, è solo un problema di fiducia”. A tre giorni da un vertice dei capi di governo annunciato come “decisivo” questa scommessa sul fallimento non è piaciuta. La Commissione non commenta, ma ricorda questo appuntamento e ammonisce che “gli europei devono esercitare la sorveglianza attraverso procedure democratiche altrimenti saranno i mercati ad effettuare tale sorveglianza”. Con questo fardello che viene da oltreoceano i Ventisette si incontreranno giovedì a cena (con il presidente della Bce Mario Draghi) e poi venerdì a Bruxelles per dare le risposte attese sulla governance economica. Lunedì i mercati erano ottimisti; ieri, dopo il comunicato di S&P, ha regnato l’incertezza: Piazza Affari ha perso lo 0,49%. Parigi e Francoforte hanno ceduto lo 0,44% e l’1,03%, Londrahaguadagnato 0,21%. I leader politici continuano a lavorare e ieri il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy, ha presentato la sua proposta. Sembra una gara a chi immagina le regole più severe per le norme di bilancio. Molte norme oramai ci sono, entreranno in vigore il 15 dicembre, enon sono leggere: le leggi finanziarie dovranno essere presentate all’ esame di Bruxelles prima della loro approvazione, saranno valutate sul rispetto dei parametri di spesa e anche sulle misure per la crescita, e chi andrà fuori dal seminato potrà essere punito con multe pesantissimeche potranno esser tolte solo con un voto a maggioranza dei governi. Jose Manuel Barroso, nell’intento di salvaguardare il ruolo della Commissione, che presiede, ha proposto la possibilità di proporre emendamenti alle leggi di bilancio, anche durante la loro vigenza. Francia e Germania chiedono che le sanzioni diventino “automatiche”, e ieri vanRompuyè andato oltre, suggerendo la sospensione del diritto di voto per chi sgarra. Venerdì si dovrà uscire con una decisione credibile, pena un crollo difficile darecuperare.
vorrebbe dire mettere a rischio serissimo la possibilità di aiutare le economie in difficoltà. La reazione nell’Unione europea è stata durissima. Crhristian Noyer, governatore della Banca di Francia, ha affermato che “la metodologia di S&P è diventata più politica che economica, l’economia dell’area dell’euro ha la capacità di riprendersi molto in fretta, è solo un problema di fiducia”. A tre giorni da un vertice dei capi di governo annunciato come “decisivo” questa scommessa sul fallimento non è piaciuta. La Commissione non commenta, ma ricorda questo appuntamento e ammonisce che “gli europei devono esercitare la sorveglianza attraverso procedure democratiche altrimenti saranno i mercati ad effettuare tale sorveglianza”. Con questo fardello che viene da oltreoceano i Ventisette si incontreranno giovedì a cena (con il presidente della Bce Mario Draghi) e poi venerdì a Bruxelles per dare le risposte attese sulla governance economica. Lunedì i mercati erano ottimisti; ieri, dopo il comunicato di S&P, ha regnato l’incertezza: Piazza Affari ha perso lo 0,49%. Parigi e Francoforte hanno ceduto lo 0,44% e l’1,03%, Londrahaguadagnato 0,21%. I leader politici continuano a lavorare e ieri il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy, ha presentato la sua proposta. Sembra una gara a chi immagina le regole più severe per le norme di bilancio. Molte norme oramai ci sono, entreranno in vigore il 15 dicembre, enon sono leggere: le leggi finanziarie dovranno essere presentate all’ esame di Bruxelles prima della loro approvazione, saranno valutate sul rispetto dei parametri di spesa e anche sulle misure per la crescita, e chi andrà fuori dal seminato potrà essere punito con multe pesantissimeche potranno esser tolte solo con un voto a maggioranza dei governi. Jose Manuel Barroso, nell’intento di salvaguardare il ruolo della Commissione, che presiede, ha proposto la possibilità di proporre emendamenti alle leggi di bilancio, anche durante la loro vigenza. Francia e Germania chiedono che le sanzioni diventino “automatiche”, e ieri vanRompuyè andato oltre, suggerendo la sospensione del diritto di voto per chi sgarra. Venerdì si dovrà uscire con una decisione credibile, pena un crollo difficile darecuperare.
(da: www.quotidianamente.net)
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