"Sentieri",
il progetto governativo di mappatura dello stato di salute dei residenti nei
"buchi neri" italiani, è sparito nel nulla: "Dati troppo allarmistici,
il ministero li tiene nel cassetto". Intanto, i bambini muoiono d'inquinamento“
ROMA -
Da Mantova a Napoli. Da Casale Monferrato a Taranto. Da Marghera a Gela. Un
viaggio su e giù per l'Italia: nel Bel Paese dell'inquinamento, dei paesaggi
"violentati" dai rifiuti, dei terreni spopolati dalle morti senza
giustizia. Una passeggiata, senza respirare, nella Nazione in cui si
contano quarantaquattro "buchi neri" che "ingoiano" uomini,
donne e bambini senza alcuna distinzione né rispetto.
Il
tutto mentre chi dovrebbe fare qualcosa, fa finta di farlo. O, quanto meno,
questa è la sensazione che resta. "Sentieri" è un progetto
governativo nato nel 2002 con lo scopo di mappare lo stato di salute, o meglio
di non salute, dei residenti nei quarantaquattro Sin, siti di interesse
nazionale, individuati in Italia. Ottenuti i dati poi, si sarebbe dovuto
procedere con interventi ad hoc di bonifica. Si sarebbe, appunto. Perché in
undici anni, ed è una realtà storica inconfutabile, nessuno è riuscito ad
avere lo stracco di un dato. Zero numeri, zero statistiche: zero
interventi. Solo con Taranto si è proceduto fino al 2009, ma anche qui
nulla è diventato pubblico.
Un
anno fa, più o meno di questi periodi, viene indetta una conferenza stampa per
presentare finalmente i dati raccolti nei quarantaquattro siti inquinati
oggetto di studio. A un giorno dall'appuntamento, però, tutto salta: la
conferenza non si fa. Il perché ufficialmente non è mai stato reso noto.
Ufficiosamente, forse, si. Dopo la marcia indietro, infatti, la scrittrice
Stefania Divertito, da sempre attentissima al progetto "Sentieri",
non si arrende.
"Spulciando
l'elenco degli autori del progetto - racconta - scopro che c'è un ricercatore
di cui ho il cellulare. E lui mi dice che i dati ci sono ma che il
ministero li tiene nel cassetto perché sono troppo allarmistici". E'
evidente che non sia la migliore delle soluzioni. Anzi.
Mentre
i dati restano chiusi nel cassetto di Orlando, infatti, le persone continuano a
morire con una frequenza spaventosa. E, dramma nel dramma, a morire più di
tutti sono i bambini. Ad evidenziarlo è "Sentieri Kids", la costola
del progetto "Sentieri" aggiornata più di recente, fino al 2009
circa.
"Un
milione di bambini e adolescenti, di età fra zero e diciannove anni, vive nei
Sin, i siti più inquinati d'Italia, che rappresentano il 3% del territorio
italiano - anticipa Stefania Divertito sul suo blog "Toghe Verdi" -
E qui si registra circa il 5% di mortalità infantile in più rispetto alle
aree non Sin".
Il
dato più preoccupante riguarda i bambini da zero a un anno: nei Sin muoiono più
che altrove. Ci sono 3328 casi osservati su 3200 attesi. Significa un
indice di 104: cioè 128 bambini morti in più rispetto al resto del territorio
italiano negli anni dal 1995 al 2009.
"Sono
comunque quasi nove bambini l'anno che potrebbero essere salvati con la riduzione
dell’inquinamento, lo stop alle fonti emissive e le bonifiche". Le
stesse bonifiche che, come denunciato dall'epidemiologo del Cnr Fabrizio
Bianchi, "non sono mai partite. Solo sbandierate, nessuno se ne
cura". Le stesse bonifiche che, fino a quando i dati resteranno nei
cassetti del ministero, non partiranno mai. E nove bambini all'anno continueranno a morire d'inquinamento. Insieme ai loro genitori.
(Fonte)
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