Chi sia Corrado Passera è già stato scritto in questo articolo . Ora vediamo di
aggiungere qualche altra informazione.
Passera, Banca Intesa e gli affari di famiglia
Il 2 settembre 2010 su il Fatto
Quotidiano appare un articolo di Vittorio Malagutti su Passera
banchiere e albergatore in Como e riprende lo scoop del Corriere, del quale
Dagospia aveva colto l'importanza fin dalle prime ore, nel consueto e
assordante silenzio dei grandi mezzi d'informazione su certe questioni che
riguardano i potenti veri.
Il Fatto va oltre e aggiunge del suo: si parla di verbali di Consiglio di
Banca Intesa dai quali emergerebbe che Passera non si astenne nel deliberare un
finanziamento a favore di un imprenditore (Fontana, di Brescia) che si
accingeva così finanziato a rilevare quote importanti del Villa d'Este.
Hotel famosissimo e prestigioso del quale i Passera sono storicamente
piccoli azionisti. Non si astenne e non dichiarò in Consiglio che l'affare in
qualche modo rigurardava anche interessi della sua famiglia. Non è
elegantissimo, lasciamo ad altri valutazioni legali o morali. Gustatevi il
pezzo di Malagutti.
Nel nome di Passera
Oggi [28 febbraio 2012] sulla
scacchiera italiana gli eredi di don Luigi Giussani (che festeggiano i
trent'anni del riconoscimento vaticano della loro Fraternità e vorrebbero la
beatificazione del fondatore) contano sui pezzi più prestigiosi, in una manovra
che assomiglia sempre più a uno scacco matto che potrebbe consegnare loro il
potere spirituale e quello temporale. Come premier, puntano apertamente su
Corrado Passera: persino Formigoni, nel tentativo di garantirsi una ritirata
onorevole, ha tributato omaggio alla leadership del superministro. E nel segno
della trasversalità, il legame con l'ex banchiere di Intesa è diventato
politico dopo essere stato imprenditoriale, con il ruolo della banca in diverse
operazioni della Cdo, nonché familiare visto che la sorella e la prima moglie
del ministro sono operosamente inserite nel network di Cl.
La storia l'hanno raccontata loro stesse a
"Famiglia Cristiana". Tutto parte nel 2003, quando Bianca Passera e
Cecilia Canepa si rivolgono a Mario Ciaccia, oggi vice di Passera al ministero
delle Infrastrutture, per scrivere il testo della cosiddetta "legge del
buon samaritano". All'epoca dare in carità i pasti non utilizzati nelle
mense aziendali, nelle scuole o negli ospedali non era possibile per questioni
igieniche. In pochi mesi Berlusconi fa propria la legge compilata da Ciaccia e
le due cognate battezzano Siticibo, una fondazione che ogni giorno spedisce i
propri furgoni in giro per Milano e Como a raccogliere le eccedenze di cibo
nelle mense di aziende e enti pubblici, refettori scolastici e alberghi, per
poi donarlo ai poveri. Fin dall'inizio, il partner dell'intera operazione per
far approvare la legge in Parlamento, fornire personale e mezzi è il Banco
Alimentare, un'istituzione di Cl che molti conoscono per le collette di cibo
nei supermercati.
Al di là di Passera, però, il movimento conta su altri
candidati ben piazzati: a sinistra hanno un feeling antico e profondo con Pier
Luigi Bersani, il segretario del Pd che al Meeting di Rimini trattano come
"uno di loro", affidandogli il commento delle opere di don Giussani.
In più sono riusciti a diventare uno dei pilastri della Firenze di Matteo
Renzi, che hanno sostenuto fin dalle primarie con migliaia di voti. Il
vicesindaco Dario Nardella è ciellino; l'assessore alla mobilità Massimo Mattei
era a capo di una società della Cdo, dove tra l'altro lavoravano l'ex
segretario cittadino dei Ds, Michele Morrocchi, e il coordinatore locale del
Pdl, l'onorevole Gabriele Toccafondi. Ma la figura determinante della liaison è
il braccio destro del sindaco: Marco Carrai, costruttore cattolico suo coetaneo
e cugino dell'imprenditore che ha creato la Cdo in Toscana. Come spiegava al
telefono un manager intercettato: "Quello che dice Carrai è quello che
dice Renzi, e viceversa". A chiusura del cerchio, l'amico di Matteo il
Magnifico è entrato nel consiglio dell'Ente Cassa di Risparmio, azionista di
Intesa e grande finanziatore delle attività culturali, sociali e politiche
fiorentine. (tratto da: Fonte)
IL BUCO NERO DI PASSERA
Bellissimo pezzo di Mario Gerevini oggi sul Corriere delle banche, dove si
apprende - per chi lo vuole apprendere - di danari scudati dalla famiglia
Passera nel 2009, danari che prima di essere scudati erano stati esportati...lo
dice il ragionamento stesso.
Esportati a Madera nel 1999, in lirette da miliardi 15 circa, girati subito
così come ottenuti da un corrispondente finanziamento del Sanpaolo di Torino.
Sarebbe divertente leggere le motivazioni della delibera creditizia del
Sanpaolo di allora. L'avrà vista l'Amico Salza? Quello che pochi anni dopo di
fatto spiano' la strada a Intesa nel Sanpaolo garantendosi in cambio una pingue
poltrone.
Sappiate e ricordate, cari lettori di Bankomat, che quando un'impresa
qualunque chiede un finanziamento a medio-lungo termine (e di importo ben
minore), ti chiedono di tutto e di più e si leggono nelle delibere credItizie
struggenti analisi di settore e business plan dell'impresa. Sarà stato così
anche per i soldi destinati a Madeira? Di solito uno si fa finanziare per
investire o per ripagare debiti. Curioso che uno si faccia finanziare per
portarli tout court nel paradiso fiscale di Madeira. A far cosa non si sa.
Il Corriere delle Banche abilmente diretto da chi lo dirige mostra come al
solito britannico stile nel pubblicare le cose, e difficilmente i pezzi di
Gerevini si possono censurare. Dati, cifre, fatti. Impeccabile. Ma a dirla
tutta il titolo del pezzo di Gerevini è un po' briccone: "da Madeira a
Villa D'Este, così gli investimenti della società di Passera". Uno pensa
di leggere un normale pezzo sulle strategie industriali del gruppo Alberghiero
Passera. Per la verità il pezzo dellottimo Gerevini dice ben altro e lo dice
bene.
Se analoghe operazioni le avesse fatte il Cavaliere altri titoli sarebbero
stati fatti.
Vedremo se la stampa illuminata e progressista riprenderà lo scoop di
Gerevini.
O - come ha fatto di recente con altrettanti bei pezzi scritti sempre dal
giornalista del Corriere sul crac Burani e sui suoi contorni - li ignoreranno
tutti bellamente.
I contorni del crac Burani toccano ambienti simili a Passera, sui quali
indagare non è chic. E si sa: Passera, non è mica un Berlusconi o un Fini
qualunque sul quale - giustamente! - chiunque indaga e articolegga a gogò. Qui
parliamo di potenti veri.
Si apprende pure, per chi lo vuole apprendere, che tutti gli anni da
qualche anno il fratello Passera del più noto Passera fa il consigliere di
amministrazione della partecipata (da Intesa) NH hotels ma senza emolumento.
Divertente nonché elegante questo fatto. I Passera sono buoni albergatori
comaschi, di sicuro il fratello Passera ne capisce del business e ben farà
l'amministratore di NH, ma perché senza emolumento? Forse perché è un
concorrente di NH o perché è fratello dell'Amministratore Delegato di Intesa
che di NH è socia per oltre il 44%.
Quando si parla di strategia futura di NH il Passera albergatore esce dal
consiglio per non svelare in famiglia i piani dei concorrenti? Ma allora come
fa a riferirli al fratello che lo ha mandato lì a presidiare i soldi di Intesa?
Allora era meglio prendere e pagare altro professionista del settore. Anche su
questo, attendiamo inchieste e domande di "Repubblica",
"Stampa", "Corriere", "Sole 24 Ore", etc...
DA MADEIRA A VILLA D'ESTE, COSÌ GLI INVESTIMENTI DELLA SOCIETÀ DEI PASSERA
- IL RIENTRO DALL'ISOLA ATLANTICA DI 10 MILIONI DI EURO E DI UNA QUOTA DA UN
MILIONE NELL'HOTEL DEI VIP
La famiglia Passera ha una piccola quota di Villa d'Este, la società
proprietaria di un lussuosissimo hotel a Cernobbio, sul lago di Como e di un
cinque stelle in Toscana. L'acquisizione, del valore di circa un milione di
euro, è avvenuta in concomitanza con il rientro da Madeira di una consistente
liquidità (oltre 10 milioni) che la società di famiglia aveva parcheggiato dal
‘99 nella zona franca al largo del Portogallo.
Di entrambe le operazioni dà conto il bilancio 2009 della Lariohotels la
società proprietaria a Como dei quattro stelle Terminus e Villa Flori e
posseduta pariteticamente dai fratelli Bianca (50 anni), Antonello (53) e
Corrado Passera (55), amministratore delegato di Intesa Sanpaolo.
«In data 18-11-2009 la nostra società - si legge - ha acquistato a mezzo di
società fiduciaria 55.000 azioni di Villa d'Este spa al prezzo di euro 18
ciascuna». Ma è un passaggio interno perché quella partecipazione, sebbene formalmente
acquistata, era detenuta dalla finanziaria di Madeira dei Passera.
Villa d'Este è il miglior hotel al mondo secondo la rivista Forbes. Tre
anni fa la Finanziaria Lago ne rilevò il 65% per 260 milioni (76 euro ad
azione). Dietro la Finanziaria Lago ci sono Loris Fontana (il «re» dei bulloni)
con il 47%, Unione Fiduciaria 40,5% e I ntesa Sanpaolo 12,5%. In base a un
patto parasociale Intesa designa un consigliere e un sindaco di Villa d'Este.
Tra la famiglia del banchiere e l'hotel dei vip (Robert De Niro è un
cliente affezionato) c'è un antico rapporto: il padre, Gianni Passera , morto
nel 2002, era uno dei 700 azionisti. Oggi a gestire Lariohotels è Antonello, il
fratello minore che Corrado ha voluto (senza stipendio) nel consiglio della Nh
Italia, la filiale italiana (Intesa ha il 44,5%) della catena alberghiera
spagnola Nh Hoteles.
E l'operazione di Madeira? Il 20 novembre 2009 i Passera hanno liquidato la
controllata «Seahorse Servicos e Marketing», con un incasso di 7,8 milioni per
«rimborso versamento in conto capitale - è detto nel bilancio Lariohotels
--effettuato dalla nostra società in data 4-10-1999 e 13-12-1999».
Dieci anni prima, infatti, furono «spediti» nell'isola atlantica
15.024.522.025 lire, dichiarati a bilancio. E 15 miliardi esatti è anche la
cifra che compare nel rendiconto '99 alla voce mutuo con il San Paolo Imi che
aveva ipotecato Villa Flori. All'epoca Corrado Passera era amministratore
delegato di Poste Italiane.
Quei soldi parcheggiati a Madeira dovevano servire per un «programma di
investimenti nei settori in cui opera la società». Ma non si è fatto nulla. Nel
frattempo sono stati investiti in titoli a reddito fisso. E ora la società dei
Passera oltre ai 7,8 milioni ha incassato 1,2 milioni pescati dalle riserve
utili e 2,5 milioni di dividendo. Tutto è tornato in Italia, anche la quota in
Villa d'Este. (Fonte)
Nell'agosto del 2008 ritroviamo Passera nell'affare Alitalia
"Il sorriso stampato sulle labbra
dell'a.d. di Intesa SanPaolo, Corrado Passera al termine del lungo
incontro che si è tenuto lunedi' 25 agosto nella sede milanese dell'istituto
(advisor del Governo) non è solo l'effetto benefico della pausa estiva ma anche
il segnale che ormai il più sembra fatto: il piano è pronto, ed è stato
presentato alla cordata composta da una decina di imprenditori
disposti a investire in una newco che acquisisca le attività più redditizie di
Alitalia. Costituiranno il "nocciolino duro" della nuova compagnia ma
le adesioni restano aperte anche ad altri, magari quando scatterà la
"fase2" che non potrà prescindere da una solida alleanza con
un partner internazionale". (tratto da: Fonte)
Poi, come riporta il FattoQuotiano del 10 agosto 2012 con
titolo "Ilva, gli affari di Passera con Riva: il legame tra Banca Intesa e
la società" dove tra le altre si legge:
Sarà un caso, ma giusto poche settimane prima che venisse siglato l’affare
(si fa per dire) Alitalia, la banca all’epoca guidata da Passera finanziò
un’operazione molto importante dei Riva. Con un prestito di 100 milioni di
dollari (circa 80 milioni di euro) il gruppo che controlla Ilva siglò un
contratto con un cantiere cinese per la costruzione di due enormi navi tipo
bulk carrier (più di 100 mila tonnellate di stazza) che servono a trasportare
minerali di ferro, la materia prima delle acciaierie. Va detto che i rapporti
tra il patron Emilio Riva, ancora agli arresti domiciliari dal 26 luglio, e la
banca milanese datano da gran tempo, molto prima che Passera si insediasse al
vertice.
"Secondo quanto risulta al "Fatto
Quotidiano", tuttavia, sarebbe il pasticcio della Cai il tappeto più scivoloso
per Passera. La "nuova" compagnia di bandiera, inventata dal
banchiere comasco fondendo AirOne (discreto debitore di Intesa) con quel che
restava di Alitalia, non è mai davvero decollata. Parte dei sedicenti
Capitani coraggiosi che vi erano saliti a bordo per non dispiacere a
Berlusconi, o sono già scesi (Marcegaglia), o stanno per farlo. L'estate di Cai
è stata all'insegna dei disservizi, anche i risultati economici sono in pesante
ritardo rispetto ai piani presentati da Roberto Colaninno e il socio Air France
non fa mistero della propria preoccupazione. In particolare, a Parigi come
tra i grandi industriali coinvolti da Passera, monta l'insoddisfazione per
l'operato del capo azienda Rocco Sabelli, fortissimante voluto da Passera
nonostante le perplessità di Colaninno" (oggi sappiamo come è andata a
finire).
Passera dà l'addio a Intesa nel
2011 con 3,54 mln di stipendio
L'ad di Cà de Sass ha
incassato nel 2011 1,7 milioni di fisso (tra cui 379mila euro di ferie non
godute) e 1,1 milioni come Tfr. Il suo stipendio per l'ultimo esercizio non
comprendeva nessun bonus. Nel 2010 il ministro allo sviluppo economico si era
messo in tasca 3,8 milioni grazie anche a un premio di 1,5 milioni. (tratto
da: Fonte)
Secondo una ricostruzione di Alan
Friedman già prima di essersi insediato il governi Monti già nell'estate del
2011 fu presentato un vero e proprio programma di governo condiviso
da Napolitano con Corrado Passera e Mario Monti: " All'inizio
dell'estate 2011 Passera annunciò al presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, di voler preparare in 15 giorni "un piano di
rilancio del Paese, con riforme per rilanciare l'economia", dal
titolo "Appunti per un piano di crescita sostenibile per
l'Italia". Napolitano - secondo la ricostruzione del giornalista
statunitense -, avrebbe acconsentito al progetto di Passera e lo avrebbe
invitato a condividere il documento con il futuro presidente del
Consiglio. "Lo stesso Monti - ha detto il giornalista - mi ha confermato
di aver visto questo documento a pranzo. Ci sono state quattro
versioni, quattro bozze di documento da agosto a novembre". Insomma,
mentreBerlusconi era ancora al governo non solo si pensava già al suo
successore ma c'era già un programma di goveno." (tratto da Fonte)
Il 30/06/2012 -La Stampa riporta:
fascicolo aperto dopo una verifica della GDF di Milano - "Reati
fiscali" Passera indagato.
Corrado Passera è indagato dalla procura
di Biella per presunti reati fiscali che sarebbero stati commessi in quanto ex
amministratore delegato di Banca Intesa prima e consigliere delegato di Intesa
Sanpaolo dopo la fusione con l’istituto torinese.
I fatti sono relativi al periodo compreso
tra il 4 agosto del 2006 e il 27 giugno del 2007 e le contestazioni riguardano
un’operazione detta di arbitraggio fiscale internazionale transitata attraverso
Biverbanca, istituto biellese all’epoca controllato da Banca Intesa e poi
ceduto al Montepaschi. (tratto da: Fonte)
Nel novembre del 2012 a
Roma si svolge la 61.a sessione di lavori del gruppo Bilderberg.
Partecipano tra gli altri anche Mario Monti
assieme al sempre presente Corrado Passera, il ministro dell'istruzione
Francesco Profumo, l'immancabile duo femminile Paola Severino ed Elsa Fornero.
Anche se per la verità ai lavori non sono mai previsti per tradizione esponenti
di governo ma si sa che SuperMario non resiste quando si tratta di Aspen,
Bilderberg, Trilateral e consorterie varie...(tratto da: Fonte)
Il 7 novembre 2013 dal blog "ecoblog" si apprende: "Morti da
amianto all’Olivetti: indagati De Benedetti e Passera.
La Procura di Ivrea ha aperto un’inchiesta in seguito
alle denunce presentate dai famigliari di 20 operai morti per mesotelioma
pleurico a causa dell’esposizione all’amianto. Le vittime
eporediesi furono, in passato, dipendenti dell’Olivetti e
lavorarono a stretto contatto conasbesto. Nel registro
degli indagati, sono iscritte due persone, ma i nomi che spiccano sono quelli
di Carlo De Benedetti, presidente dell’azienda dal 1978 al
1996 e dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, Corrado
Passera, amministratore delegato dal 1992 al 1996.
Il 18 Gennaio 2014 dal corrieredelmezzogiorno si scopre che
a Trani vengono indagati per truffa sui derivati Abete, Bazoli,
Passera e altri tredici
Truffa pluriaggravata e continuata. È l’accusa
contestata dalla procura di Trani a 15 tra ex manager e funzionari di Banca
Intesa-San Paolo, per aver venduto a un imprenditore di Barletta - tra il 2004
e il 2008 - prodotti derivati senza informarlo dei rischi cui sarebbe andato
incontro. In prima fila tra gli indagati ci sono l’ex ad della banca, Corrado
Passera, fino alla primavera scorsa ministro per l’Economia e le Infrastrutture
del governo Monti; Giovanni Bazoli, ex presidente del cda; Enrico Salza, ex
presidente del consiglio di gestione; Giampio Bracchi, ex vicepresidente, e
Giovanni Gorno Tempini, ex ad di Banca Caboto, la banca finanziaria del gruppo
che ha ingegnerizzato i prodotti derivati.
Dalle pagine de Il Tempo (11/02/2014) che
riporta un intervista di Giulio Terzi di Sant’Agata si apprendono le
motivazioni che hanno fatto rientrare in India i due Fucilieri del San
Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e, tra i
responsabili ci sono i nomi di Monti e Passera.
«Quella dell’arbitrato
internazionale. Non so perché fu abbandonata la strada dell’arbitrato. Posso
dire, però, che le motivazioni che mi vennero vibratamente rappresentate da
Monti e Passera per ribaltare la decisione di trattenere i marò in Italia,
erano fondate su motivazioni di natura economica, sui danni che avrebbero
subito le nostre imprese e sulle reazioni indiane. Non mi sembra comunque che
ora la situazione delle nostre imprese sia migliorata. La procedura di
arbitrato internazionale era stata annunciata l’11 marzo e avviata e io mi ero
ormai dimesso. Poi è stata inspiegabilmente lasciata cadere. Ci si è affidati
interamente agli indiani e questa decisione è stata confermata dal governo
Letta. Non vedo nessuna discontinuità nella linea adottata dall’attuale
esecutivo».
Ora questo
"signore" ha deciso di scendere in campo con un partito tutto suo
denominato "Italia Unica".
Non capisco, visti i precedenti, con quale coraggio. Già, mi sono scordato che
siamo in Italia dove ai “potenti” tutto è possibile, ..... che noia, che
tristezza!
Per finire questa
"saga" voglio riportare quanto scritto sul blog
"ilpunto-borsainvestimenti" nel dicembre 2011
Come ci si può fidare di un banchiere che ha permesso
prestiti miliardari a Zalesky che hanno causato miliardi di perdite a banca
intesa?
Come si fa a fidarsi di un banchiere che ha permesso a Intesa di pagare un dividendo pari a quasi il 10% del valore di borsa..prima di un crollo spettacolare delle quotazioni e un obbligato e doloroso aumento di capitale?
Come si fa a fidarsi di un banchiere che ha prestato soldi a go go a Tiscali oramai ridotta sempre peggio
Come si fa a fidarsi di un banchiere che ha prestato soldi ad Airone (dove lavorava la amante Giovanna Salza) (con Rynair che diceva che Air One era fallita) e poi l'ha fatta fondere con l'Alitalia di Colannino una volta ricevuto il regalone dal governo?
Come si fa a fidarsi di un banchiere che ha permesso a Intesa di pagare un dividendo pari a quasi il 10% del valore di borsa..prima di un crollo spettacolare delle quotazioni e un obbligato e doloroso aumento di capitale?
Come si fa a fidarsi di un banchiere che ha prestato soldi a go go a Tiscali oramai ridotta sempre peggio
Come si fa a fidarsi di un banchiere che ha prestato soldi ad Airone (dove lavorava la amante Giovanna Salza) (con Rynair che diceva che Air One era fallita) e poi l'ha fatta fondere con l'Alitalia di Colannino una volta ricevuto il regalone dal governo?
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