Ho voluto scrivere personalmente a Roberto Fico in questa maniera: "Buona giornata. Credo che in
qualità di presidente della Commissione di Vigilanza Rai abbia il dovere di
chiedere cosa è andata a fare Monica Maggioni (personaggio di un ente pubblico)
al Bildeberg e magari renderne pubblico il risultato a tutti i cittadini che
pagano il servizio pubblico RAI. Grazie per l'attenzione".
Avrò qualche risposta? Oggi dopo diversi giorni posso affermare che risposta non c'è stata. Ma d'altronde chi sono io per pretendere una risposta in questo Paese?
Maurizio
Maurizio
Cominardi (M5S) : “Maggioni a Club Bilderberg, quanto le costava uscire dal palazzo?”
Monica Maggioni, da INVIATA SPECIALE a INVITATA SPECIALE: Quello che volevamo chiederle erano essenzialmente 3 cose:
- a quale titolo una dipendente del servizio pubblico di informazione italiana partecipa ad una riunione dai contenuti segreti con i potenti della terra?
- che senso ha la presenza di una giornalista (del settore pubblico), visto e considerato che il Club vieta espressamente la divulgazione delle discussioni che si svolgono all’interno della riunione?
- Ed infine, le avremmo consegnato questo documento per chiedere trasparenza e per contrastare il conflitto di interessi tra le Lobby e gli uomini delle istituzioni.
(Vedi Documento: LINK )Quello che vedete alle mie spalle è l’Hotel Marriott dove ha avuto luogo la 62esima riunione del Club Bilderberg.
Quanto le costava uscire dal palazzo per incontrarci anche solo per 5 minuti?
Cos’aveva da nascondere?
Dopo aver sentito squillare a vuoto il cellulare della direttrice di RaiNews24 e dopo averle mandato un sms di sollecito ( Leggi qui: LINK ), l’ho chiamata per l’ultima volta.
ECCO COM’È ANDATA A FINIRE (Video)
È come una partita a scacchi: si appronta una strategia, si posizionano i pezzi, si concerta una «grande manovra» per raggiungere l’obiettivo finale. Non è facile delineare il perimetro della Rai del futuro, quella voluta dal presidente del Consiglio Matteo Renzi... certo è molto differente dal «carrozzone» allergico a profonde riforme di oggi. In quella Rai del futuro, secondo indiscrezioni raccolte a Viale Mazzini e dintorni, c’è chi sale e chi scende. Certo è che il premier appare in grande sintonia con Enrico Mentana, anzi, qualcuno ha detto «pappa e ciccia», e appare molto molto probabile un trionfale ritorno a viale Mazzini dell’attuale direttore del Tg La7.
Mentana potrebbe diventare direttore del Tg1, incarico attualmente ricoperto da Mario Orfeo che molti indicano, in tempi brevi, come nuovo direttore della Gazzetta dello Sport. Ma la riforma radicale di un settore strategico della Rai, come quello della comunicazione, ha bisogno di un «regista». E questo ruolo potrebbe essere ricoperto da Monica Maggioni, direttore di Rainews24, renziana di sicura fede e fresca ammessa nell’esclusivo club dei potenti del mondo, il Gruppo Bilderberg. A lei potrebbe toccare la riorganizzazione generale delle testate, una delle «imprese» necessarie in Rai. Da tempo infatti si progetta una razionalizzazione delle varie testate giornalistiche affidando il coordinamento alla direzione del canale all news. In programma anche una radicale riduzione delle sedi regionali tutta da attuare. Una «soluzione interna», come quella della Maggioni, per riorganizzare il comparto informazione Rai, potrebbe non dispiacere al sindacato, l’UsigRai, e al suo presidente Vittorio Di Trapani. La componente sindacale dei giornalisti Rai si è sempre detta disponibile al dialogo, le riforme comunque vanno fatte, e Di Trapani di certo non ha pregiudiziali nei confronti della Maggioni. Sul suo nome potrebbe essere invece molto, ma molto più critica Bianca Berlinguer, direttore del TG3, la quale da una ristrutturazione delle testate avrebbe solo da perdere. E per questo potrebbe trovarsi in forte disaccordo con Di Trapani. Al piano più alto la poltrona di direttore generale, attualmente occupata da Luigi Gubitosi, che non ha manifestato entusiasmo per i piani di Renzi, potrebbe essere occupata invece dal «renzianissimo» Antonio Campo Dall’Orto, ex dirigente di Mtv e La7 e potrebbe esserci una sostituzione «in corsa». Comunque per Gubitosi, primo dg Rai con contratto a tempo determinato, la scadenza è nel non lontanissimo luglio 2015. Il nome del suo successore (in tempi naturali o meno) non è difficile da indovinare, visto che Campo Dall’Orto ha accompagnato Renzi nella serata di Porta a Porta, nel salotto di Bruno Vespa. E qualche «rimaneggiamento» ci sarà anche con i conduttori storici di Mamma Rai: appunto Vespa non dovrebbe avere problemi, visto che è sempre stato in linea (anche un po’ sopra) con le aspettative. Per altri invece potrebbero arrivare robuste sforbiciate. Come a Giovanni Floris e al suo talk show Ballarò al quale potrebbero toccare diversi tagli (a cominciare dal compenso del conduttore). Indiscrezioni a parte una cosa appare certa: Mamma Rai non può continuare ad andare avanti così e serve un generale ridimensionamento di stipendi, reti, frequenze, uffici, immobili, produzioni... Si parla di un riordino di canali i cui costi non appaiono più sostenibili, sia in rapporto agli ascolti che agli introiti. Il numero dovrebbe essere ridotto, in base agli standard europei, dagli attuali 17 a 5; c’è poi la conseguente diminuzione di utilizzo di frequenze, da 5 a 2, per attuare un forte risparmio di costi tecnici e di manutenzione. Si aggiunge l’accorpamento delle redazioni giornalistiche che, se sarà basato sempre sugli sugli standard europei di servizio pubblico, ne porterà il numero da 13 ad un massimo di tre. Infine accorpamento delle sedi regionali in uffici centralizzati rapportati a nuclei di popolazione da 5 milioni di abitanti di copertura, con massimo 200 dipendenti cadauna. Tutto anche in vista del fatidico 2016, quando scadrà la convenzione ventennale Stato-Rai. Un appuntamento pieno di punti interrogativi.
(Di Antonio Angeli per Il Tempo)
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