Con
Renzi ci vuole prudenza. Tra qualche mesi i gli fatti assegneranno un potere
costituente – se manterrà le promesse – oppure il titolo di ciarlatano e golpista – sempre che non gli
donino una scappatoia democristiana per evitare questo aut aut.
Renzi
ha ottenuto un ampio consenso popolare alle elezioni europee e un ampio consenso
parlamentare (piegando persino Grillo) grazie non solo allo sfacciato appoggio
mass-mediatico ma pure a una serie di promesse tanto convincenti quanto sinora
non mantenute, ossia il calendario riformatore di marzo e il garantito rilancio
della domanda interna attraverso il bonus degli 80 euro.
Ultimamente
ha rilanciato alla grande le sue promesse grazie ai risultati delle elezioni
europee e dichiarando di aver ottenuto da Bruxelles il via libera alla sua
linea di investimenti e allentamenti finanziari.
Egli
è forte del suddetto consenso, comunque lo abbia ottenuto, nonché di una ampia
ma artificiale maggioranza alla Camera, dovuta a frazioni percentuali e al
superpremio di maggioranza (200 seggi) costituzionalmente dichiarato
illegittimo dalla sentenza n. 1/2014. Ora vuole riformare tutto, dalla
Costituzione alle leggi elettorali, alla pubblica amministrazione, alla
giustizia, senza passare per la legittimazione di un voto politico né per i
referendum. Dice che bisogna fare di corsa queste riforme perché l’UE avrebbe
detto che, se le facciamo, ci consentirà di fare gli investimenti e di
rilanciare l’economia.
Ma
è vero che l’UE lo ha detto? E’ vero che esiste un patto in tal senso? Oppure è
falso, è una millanteria con cui Renzi ci vuole indurre ad accettare le riforme
che vuole fare lui o chi gli sta dietro, per i loro interessi?
Bisogna
vederci chiaro, è indispensabile che quel patto venga dichiarato in modo
vincolante, ufficialmente, dalla UE, e non solo da Renzi o solo informalmente
da qualche altro politico.
Se
la UE non lo farà, ciò sarà un indizio che le affermazioni di Renzi sono
millanterie.
Se
per contro è vero che ha ottenuto dalla UE ciò che afferma; se, come promette e
assicura, riuscirà a riformare l’Europa e i suoi meccanismi finanziari errati e
distruttivi, nonché a rilanciare l’economia europea e quella italiana in
particolare; se riuscirà a invertire la recessione, a riassorbire la disastrosa
disoccupazione, a rilanciare investimenti e consumi, a fermare l’emigrazione di
capitali e cervelli; allora avrà un legittimo potere costituente per fare ciò
che vuole fare, cioè rifondare o riorganizzare il Paese.
Se
al contrario il suo si rivelerà un bluff, se sono veri i documenti pubblicati
dalla stampa non governativa ed esibiti da alcuni esponenti politici
indipendenti, cioè se è vero che Renzi, contrariamente a ciò che afferma, non
ha ottenuto margini per investimenti come assicurato, e che anzi deve applicare
più rigore di bilancio e nuove tasse per rientrare nei vincoli di Maastricht e
nelle imposizioni della Commissione, allora egli si rivelerà un millantatore e
un criminale sociale.
Finché
questo dubbio non sarà chiarito oggettivamente, è pericoloso e irrazionale
dargli il potere che pretende e consentirgli di togliere ulteriore
rappresentanza all’elettorato abolendo l’elettività del Senato.
Quindi
aspettate prima di permettergli di fare un Senato a nomina essenzialmente
partitocratica e non eletto dai cittadini. Aspettate a consentirgli di fare
anche, con l’Italicum, una Camera nominata dai segretari dei partiti politici e
dominata in base a una piccola maggioranza moltiplicata incostituzionalmente dal
premio di maggioranza. Aspettate prima di lasciargli immettere nel parlamento
decine di deputati nominati mediante meccanismi accidentali e senza
collegamento con la volontà espressa dai cittadini nel voto. Aspettata prima di
lasciargli escludere dalla rappresentanza nell’unica camera elettiva milioni e
milioni di elettori che sarebbero esclusi dallo sbarramento. Aspettate prima di
essere associati a lui in imprese che potrebbero essere tra le più infamanti
della storia. Ricordate che il consenso e la legittimazione di cui ora gode li
ha ottenuti a credito e che finora non ha mantenuto un solo punto delle sue
promesse.
E ricordategli la seguente,
semplicissima ricetta:
1: per la Camera, che vota
la fiducia al governo e le leggi proposte: sistema elettorale
maggioritario con premio di
maggioranza assegnato attraverso il ballottaggio.
2: per il Senato, che non
vota leggi ordinarie né fiducie, ma vota sulle riforme costituzionali ed elegge
i poteri neutri e di garanzia quali il capo dello Stato, i giudici costituzionali,
e componenti laici del CSM, le autorità di garanzia e le commissioni di
controllo: sistema proporzionale senza sbarramento, in modo di includere e
rappresentare fedelmente tutto l’elettorato.
(Di Marco Della Luna)
Fuori Onda a Radio 105
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