mercoledì 30 novembre 2011
domenica 27 novembre 2011
La battaglia dell’Europa
Da
qualche tempo a questa parte su giornali e blog vari si discute molto
dell’Europa dei banchieri. Visti come i veri padroni del vapore, costoro
imporrebbero agli stati misure restrittive secondo uno schema
ideologico di ferro che farebbe il gioco di pochi eletti a svantaggio
della gente comune.
Le critiche vanno dalle denunce alle politiche liberiste,
a confusionarie teorie complottistiche sul signoraggio, per arrivare
alla perdita di sovranità degli stati europei nei confronti di non ben
specificati centri di potere sovranazionale. Sebbene contengano molte
cose giuste, questo genere di critiche sono troppo generiche per
cogliere nel segno ma soprattutto non sciolgono un’ambiguità di fondo:
che genere di entità è l’Europa oggi? Per capirci qualche cosa di più,
proverò a chiarire a me stesso, e spero anche a chi legge, il campo di
gioco. Innanzi tutto va detto che oggi l’Europa non è un’entità
politica, quello è rimasto un progetto sulla carta ancora molto distante
dall’essere realizzato, ma monetaria. Il simbolo e il valore che la
definisce si chiama Euro, una moneta, non una politica, nemmeno una
visione politica ne tantomeno un’identità culturale.
venerdì 25 novembre 2011
Il Trattato di Lisbona. Altro che Cavaliere.
E così, mentre tutti guardano da quella parte,
da quell’altra accade il nostro destino, ma non c’è nessuno a
osservare. Accade per esempio il Trattato di Lisbona, il quale, come
tutte le cose che ridisegnano la Storia, che decidono della nostra
esistenza, che consegnano a poteri immensi immense fette del nostro
futuro, non è al centro di nulla, passa nel silenzio, non trova prime
pagine o clamori di alcun tipo, nel Sistema come nell’Antisistema.
Pensate: stiamo tutti per diventare cittadini di
un enorme Paese che non è l’Italia, governati da gente non direttamente
eletta da noi, sotto leggi pensate da misteriosi burocrati a noi
sconosciuti, secondo principi sociali, politici ed economici che non
abbiamo scelto, e veniamo privati nella sostanza di tutto ciò che
conoscevamo come patria, parlamento, nazionalità, autodeterminazione, e
molto altro ancora. E’ il Trattato di Lisbona, vi sta accadendo sotto al
naso, qualcuno vi ha detto nulla? Ribadisco: fra poco Montecitorio
potrebbe essere un palazzo dove qualche centinaio di burocrati
dimenticati si aggirano fingendo di contare ancora qualcosina; fra poco
la Costituzione italiana potrebbe essere un poemetto che viene ricordato
agli alunni delle scuole come un pezzo di una vecchia storia; fra poco
una maggioranza politica che non sa neppure cosa significa la parola
calzino potrebbe trovarsi a decidere come noi italiani ci curiamo, se
avremo le pensioni, cosa insegneremo a scuola, come invecchieremo, o se
dobbiamo entrare in guerra, e così per tutto il resto della nostra vita.
Altro che Cavaliere, altro che Brunetta o Emilio Fede.
Bene, vado per gradi.
Nel primo, vi fornisco un breve riassunto delle puntate precedenti; nel
secondo vi spiego il Trattato di Lisbona in sintesi; nel terzo
l’approfondimento per chi lo desidera.
giovedì 24 novembre 2011
Governo: CGIL, il presidente Monti sappia che l'illegalità ci costa 330 miliardi l'anno
Solo
nel Sud si perdono 180 mila posti di lavoro a causa della Mafia, 500
mila commercianti sottoposti al pizzo, redditi evasi per 270 miliardi.
Per la Confederazione è necessario “invertire la rotta”, il governo dia
vita ad un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e le
Associazioni di Impres.
“Mi auguro che quanto è stato detto dal neo Presidente del Consiglio
Mario Monti nel suo discorso programmatico sul tema della Legalità
diventi rapidamente azione concreta di governo”. Lo sostiene Luciano
Silvestri, responsabile Legalità e Sicurezza della CGIL nazionale, che
oggi ha partecipato all'appuntamento annuale della Fondazione Caponnetto
contro le Mafie. Tema di quest'anno: La mafia colonizza l'Europa?
“Del resto – spiega Silvestri - Monti che è un economista sa perfettamente quanto sia grande il peso che hanno la Corruzione, gli Affari della Mafia e quelli della Criminalità Organizzata sulla vita economica del nostro Paese”.
Ma ecco alcuni dati che rendono chiara l'urgenza di invertire la rotta. Ecco il peso reale della criminalità organizzata sull'economia del nostro Paese.
“Del resto – spiega Silvestri - Monti che è un economista sa perfettamente quanto sia grande il peso che hanno la Corruzione, gli Affari della Mafia e quelli della Criminalità Organizzata sulla vita economica del nostro Paese”.
Ma ecco alcuni dati che rendono chiara l'urgenza di invertire la rotta. Ecco il peso reale della criminalità organizzata sull'economia del nostro Paese.
mercoledì 23 novembre 2011
Teramo, nuovo attacco al giudice Tommolini Sit-in dei magistrati sotto la casa del gip
Dopo l'attentato incendiario, due uomini scavalcano la recinzione di
casa. sotto accusa la mancata protezione. I magistrati del tribunale
accorrono per darle solidarietà. Lei dice: "Sono scossa".
TERAMO. Nuovo attacco al gip Marina Tommolini. In mattinata il comitato
per l'ordine e la sicurezza decide che il giudice dell'attentato
incendiario deve essere protetto, ma in serata due persone tornano a
scavalcare il cancello dell'abitazione del magistrato. Nonostante
l'annuncio di qualche ora prima, alle 19 davanti alla casa non c'era
nessuna pattuglia di carabinieri o della polizia. Chi è tornato per
spaventare ha agito indisturbato. E per questo in serata in via Colombo
sono arrivati i colleghi del gip Marina Tommolini: con il presidente del
tribunale di Teramo Giovanni Spinosa, tanti giudici tra cui i
magistrati di corte d'Appello Armanda Servino e Aldo Manfredi, Giovanni
Cirillo, Domenico Canosa. Con loro il primo cittadino di Martinsicuro
Abramo Di Salvatore e il maresciallo Spartaco De Cicco, il carabiniere a
cui sabato notte hanno dato fuoco alla macchina dopo aver fatto la
stessa cosa con quella del giudice. Una silenziosa protesta per una
denuncia forte: magistrati in strada per proteggere una collega.
martedì 22 novembre 2011
L'EURO È UNO STRUMENTO PER SCHIACCIARE LA CLASSE OPERAIA
L'economista Pedro Montes inaugura il seminario dell'Accademia del Pensiero Critico di Socialismo21
La
maggior parte delle analisi della
redditività della zona euro e i benefici (o meno) di rimanere nella
moneta unica sono inseriti, con poche eccezioni, nel quadro
dell'ortodossia neoliberista e incorrono in un'inflazione di cifre e
tecnicismi. Ma al di là di queste analisi funzionali al sistema, cosa è
l'euro? “Uno strumento nelle mani dei poteri economici per schiacciare la classe operaia”, risponde l'economista Pedro Montes dopo trentasei anni di lavoro nel Dipartimento Studi del Banco di Spagna.
lunedì 21 novembre 2011
Mario Monti e il grande bluff
Il nuovo governo si appresta a colpire i soliti noti con Ici, Iva e quant’altro. E non si riesce a sentire neppure un sospiro di progressismo.
La settimana scorsa il presidente della Commissione europea Barroso
aveva detto: “Stiamo attraversando una crisi profondamente sistemica”,
dimostrando come il fatto sia diventato chiaro anche ai narcotizzati di
Bruxelles.
Il Parlamento italiani intanto ha votato nel tripudio generale la
fiducia al professor Monti. Una maggioranza schiacciante, che in altri
tempi si sarebbe definita bulgara, ha lanciato il nuovo esecutivo
nell’iperspazio.
venerdì 18 novembre 2011
Farage a Van Rompi: “In nome di Dio”, chi diamine le da il diritto di fare lezioni al popolo italiano?
Eccoci qui, sull'orlo del
disastro economico e sociale, e in questa stanza oggi abbiamo
quattro uomini che dovrebbero essere responsabili. Eppure abbiamo
ascoltato i discorsi più insipidi e tecnocratici di sempre: state
tutti negando.
L'euro è un fallimento sotto
tutti i punti di vista. Di chi è la colpa? Chi è che ha in mano il
vostro destino? Ovviamente la risposta è: nessuno di voi. Perché
nessuno di voi è stato eletto. Nessuno di voi ha avuto la
legittimazione democratica necessaria per arrivare ai ruoli che
state attualmente ricoprendo. E in questo vuoto è arrivata Angela
Merkel.
giovedì 17 novembre 2011
Al peggio non c'è mai fine.
Forse ci eravamo illusi che il peggio fosse alle spalle? e invece no.
Il giorno dopo l'entrata in carica del nuovo governo, è il momento di
andare a sbirciare fra le pedine schierate da Monti nella sua personale
formazione. Ieri abbiamo visto come le banche assumano un ruolo rilevante
nell'esecutivo, oggi vogliamo concentrarci su una figura
particolarmente importante per il futuro del paese: il ministro
dell'Ambiente.
Chi è dunque Corrado Clini, nuovo
ministro dell'Ambiente? A chi abbia seguito le vicende del gabinetto
negli ultimi vent'anni, il nome non suonerà affatto nuovo. Clini ha
avuto il ruolo di direttore generale del ministero dell'Ambiente fin dal
1990, e nel corso degli anni ha navigato nelle alterne fortune e nelle
varie vicende che hanno coinvolto il dicastero.
martedì 15 novembre 2011
Da Tre-Monti ad un Monti: il Calvario
Il 12 novembre 2011 si
è dimesso il Premier Silvio Berlusconi!
Casualmente, lo stesso giorno di 215 anni fa, Napoleone si arrese
agli austriaci nella battaglia di Caldiero! Certamente il parallelo tra
il condottiero francese e l'omino di Arcore è una bestemmia, ma la
coincidenza della data è veramente interessante...
“Tutta colpa di Silvio
Berlusconi.
Se l’Italia è in rovina è colpa
sua. Non ha fatto nulla per questo paese, se non leggi ad personam”.
La colpa è di una persona e adesso che si è dimesso, avremo risolto tutti i
problemi nazionali.
Tale è il messaggio che
sta passando, e anche i mercati internazionali danno segnali di questo
tipo.
lunedì 14 novembre 2011
Tutto tranne democrazia
Sta succedendo qualcosa. Qualcosa che va oltre la crisi economica: sembra più che altro una crisi di sovranità.
E non è la questione di lana caprina che tanto sembra preoccupare i
nostri editorialisti di punta, ovvero se sia giusto o meno farsi
commissariare dalla UE e dall'FMI rinunciando così - formalmente e
pro-tempore - al possesso delle nostre stesse chiavi di casa. E'
qualcosa di più profondo, una trama nella trama che si può provare a
spiegare in molti modi diversi, ma che non è prudente lasciare che si
dipani mentre l'attenzione generale si concentra su alcuni personaggi e
non su altri.
giovedì 10 novembre 2011
Breve storiella del debito pubblico
Il nuovo capo del governo greco è un certo Lucas Papademos che ha cominciato la sua carriera presso la Banca Centrale di Grecia e nel 2002 è diventato vicepresidente della Banca Centrale Europea. Dal 2010 è stato consigliere del primo ministro socialista Georges Papandreou e recentemente proprio in
questa veste ha partecipato ai negoziati fra Atene e la «Troika» (Fmi,
Commissione europea e Bce) per salvare il Paese dal default.
In Italia sembra che la persona che andrà a sostituire Berlusconi sia tal Mario Monti che nel 1985 diventa professore di economia politica presso l'Università Bocconi di Milano, dove diventa direttore dell'Istituto di Economia Politica. Commissario Europeo (1994-2004).
Praticamente la scelta dei nuovi capi di governo di Grecia e Italia (sotto dittatura UE e per interesse della BCE??) sono economisti ma questo sarà forse solo un caso e un mio pensiero. Maurizio.
Come sappiamo già da mesi, alcuni paesi europei sono stati privati
del loro potere politico di indirizzo economico, e sostituiti da
strutture europee economico-finanziarie quali la Banca Centrale Europea,
il famigerato Fondo Salva Stati (variante europea del Fondo Monetario
Internazionale), nonché dalla stessa Unione Europea e dalla Banca
Centrale Tedesca. Di fatto, parlare di commissariamento è fin troppo
poco: quello che stanno vivendo i paesi più indebitati dell’eurozona
ricalca alla perfezione ciò che hanno vissuto, nel corso dell’ottocento e
del novecento, decine di paesi del secondo e terzo mondo, con l’FMI al
posto del Fondo Salva Stati, la Banca mondiale al posto di quella
europea e il governo statunitense al posto dell’Unione Europea.
Tutti paesi che, di fronte ad un debito pubblico sempre più grande e
col rischio dell’insolvenza, si affidavano a strutture finanziarie
sovranazionali che ne determinavano le riforme, ne garantivano la
solvibilità e ne indirizzavano le politiche economico-sociali. La
storiella del debito, dunque, è abbastanza vecchia da poter essere presa
a modello per capire cosa accadrà in Italia, ricordando anche cosa
successe a qualche paese invaso dalle stesse cure che toccheranno a noi.
martedì 8 novembre 2011
Il debito pubblico in 12 domande e risposte
12 RISPOSTE SUL DEBITO E COME USCIRNE CON EQUITA'
1. Cos’è il debito pubblico?
Il debito pubblico si forma quando le strutture dello stato (governo,
regioni, province, comuni) spendono più di quanto incassano attraverso
imposte, tributi, tariffe, oneri sociali. Lo scarto che si crea nel
corso di un anno si definisce deficit. La somma di tutti i deficit
accumulati ad una certa data forma il debito. In altre parole il deficit
esprime la sfasatura relativa ai singoli anni; il debito la situazione
debitoria complessiva accumulata negli anni. Uno stato con potere di
battere moneta, può finanziare il proprio debito con l’emissione di
nuova moneta. Il che corrisponde ad una tassazione generalizzata di
tutti i cittadini, perché l’emissione di nuova moneta, a parità di
produzione, provoca inflazione, ossia aumento generale dei prezzi che
decurta il potere d’acquisto di tutti.
L’Italia ha utilizzato questa via prevalentemente negli anni
settanta, facendovi ricorso più limitato negli anni successivi. Ma da
quando è entrata nell’euro, nel 2001, questa possibilità le è preclusa
del tutto perché il potere di emissione è assegnato alla Banca Centrale
Europea, espressione delle banche centrali della zona euro, a loro volta
espressione delle banche private dei singoli stati. La Banca Centrale
Europea non ha fra i propri compiti quello di soccorrere i paesi
debitori e gli unici modi che questi hanno per fare fronte alle proprie
difficoltà finanziarie sono il dilazionamento dei pagamenti nei
confronti dei propri fornitori e l’accensione di prestiti presso banche e
qualsiasi altro soggetto (assicurazioni, fondi, famiglie) disposto a
fornire denaro in cambio di un tasso di interesse. Generalmente il
prestito è ufficializzato da un certificato emesso dal Ministero del
Tesoro, che certifica l’ammontare ricevuto, la data di restituzione e il
tasso di interesse riconosciuto. Tali certificati sono genericamente
definiti titoli di stato o titoli di debito pubblico, ulteriormente
suddivisi in Bot (Buoni ordinari del tesoro), Cct (Certificati di
credito del tesoro), o altro, in base alle condizioni specifiche del
prestito.
lunedì 7 novembre 2011
Topi e rattoni di fine regime
“Ci
sono topi tutto in giro, topi tutto in giorno” diceva il Principe De
Gregori in una canzone cosiddetta minore del 1989. E di topi se ne
vedono in abbondanza ai nostri giorni. Si sa, quando le navi affondano,
anche i bastimenti, anche i grandi transatlantici di gran lusso pieni di
signorine discinte e lacchè, i topi lasciano la nave prima ancora che i
ballerini della sala grande si accorgano che il party è finito. In
questo caso noi, sui nostri piccoli infimi natanti, chi col moscone, chi
col pedalò, qualcuno più fortunato col suo motoscafetto con motore
fuoribordo, ce n’eravamo accorti da tempo che il transatlantico aveva
una grossa falla. Una,
venerdì 4 novembre 2011
Ci sono pantegane e ...... pantegane che non arrivano al processo
Le pantegane (ratti) si sono mangiate il fascicolo e il giudice è stato
costretto a rimandare l'udienza di due mesi. E' successo l'altro
giorno a Venezia. «E non è la prima volta», dicono gli avvocati: «A
volte gli atti finiscono pure nel canale».
«Scusate, ma le pantegane si sono mangiate il fascicolo, dobbiamo
rinviare il processo». Il giudice della Corte d'appello di Venezia
ha spiegato agli sconcertati avvocati che l'udienza in corso doveva
saltare al 5 dicembre: chiedendo anche, per favore, se nel
frattempo potevano fare le fotocopie del loro fascicolo, poiché
gli originali erano stati completamente rosicchiati e, dunque,
inservibili.
Insomma: processo sospeso per pantegane, neanche fossimo nel Burkina Faso. «L'è propri bela», se la ride l'avvocato Massimo Veneri di Verona. «Ma guardi che non è stato l'unico caso di quella mattina di atti processuale distrutti dai topi, credo che sia successo in altri cinque o sei casi», aggiunge un collega, l'avvocato veneziano Giovanni Fabris.
Al processo in questione, di secondo grado, si doveva discutere di un contenzioso fra un'azienda di Verona e l'altra di Padova per concorrenza sleale, una vicenda che si trascina dal 2000, giunta a giudizio in primo grado nel 2005, mentre l'appello era cominciato nel 2006. A fine 2011, tutto rinviato per topi.
Insomma: processo sospeso per pantegane, neanche fossimo nel Burkina Faso. «L'è propri bela», se la ride l'avvocato Massimo Veneri di Verona. «Ma guardi che non è stato l'unico caso di quella mattina di atti processuale distrutti dai topi, credo che sia successo in altri cinque o sei casi», aggiunge un collega, l'avvocato veneziano Giovanni Fabris.
Al processo in questione, di secondo grado, si doveva discutere di un contenzioso fra un'azienda di Verona e l'altra di Padova per concorrenza sleale, una vicenda che si trascina dal 2000, giunta a giudizio in primo grado nel 2005, mentre l'appello era cominciato nel 2006. A fine 2011, tutto rinviato per topi.
L'avvocato Veneri e il suo collega Giovanni Fabris hanno
diligentemente fatto le fotocopie del loro fascicolo processuale e
le hanno depositate presso la cancelleria del tribunale d'appello,
con in omaggio una trappola per topi. E sui loro bigliettini da
visita hanno scritto: «Contributo personale per il buon andamento
della giustizia». In cancelleria si sono messi tutti a ridere,
dicono i due avvocati.
Ma Venezia non è nuova a episodi che hanno del grottesco. L'avvocato Veneri ricorda quella volta che i fascicoli finirono nel Canal Grande. Era un procedimento per reati penali di carattere patrimoniale contro un importante banchiere di Verona e potente uomo politico: «I fascicoli non si trovarono e quindi mandarono assolto l'imputato. I maligni dicono che abbiano fatto apposto a buttare i documenti nel canale».
Ma episodi analoghi succedono anche in tempi recenti. L'inviato dell'Espresso, Fabrizio Gatti, nel 2007 si è intrufolato nelle aule di giustizia di Venezia e ha trovato stanze incustodite, fascicoli abbandonati, rinvii sine die e in procura si poteva entrare con la pistola in borsa. E in laguna c'è un record poco invidiabile: per anni ai primi posti in Italia per lentezza dei processi.
La derattizzazione dovrebbe riportare tutto alla normalità, ma la giustizia è sempre in acque profonde al tribunale a Venezia.
Ma Venezia non è nuova a episodi che hanno del grottesco. L'avvocato Veneri ricorda quella volta che i fascicoli finirono nel Canal Grande. Era un procedimento per reati penali di carattere patrimoniale contro un importante banchiere di Verona e potente uomo politico: «I fascicoli non si trovarono e quindi mandarono assolto l'imputato. I maligni dicono che abbiano fatto apposto a buttare i documenti nel canale».
Ma episodi analoghi succedono anche in tempi recenti. L'inviato dell'Espresso, Fabrizio Gatti, nel 2007 si è intrufolato nelle aule di giustizia di Venezia e ha trovato stanze incustodite, fascicoli abbandonati, rinvii sine die e in procura si poteva entrare con la pistola in borsa. E in laguna c'è un record poco invidiabile: per anni ai primi posti in Italia per lentezza dei processi.
La derattizzazione dovrebbe riportare tutto alla normalità, ma la giustizia è sempre in acque profonde al tribunale a Venezia.
(da l'Espresso - di Paolo Tessadri del 02 novembre 2011)
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