Ma chi è Corrado Passera?
Banchiere. Amministratore delegato di
Intesa-Sanpaolo (istituto nato nel 2007 dalla fusione di Banca Intesa e
Sanpaolo Imi). Laurea alla Bocconi nel 1977 (bocconiano dell’anno nel 2000),
dal 1980 al 1985 fu nella società di consulenza McKinsey. Già direttore
generale della Mondadori (1990-1991), amministratore delegato del gruppo
Espresso (1991-1992), della Olivetti (1992-1996), del Banco Ambrosiano Veneto
(1996-1998), direttore generale delle Poste (1998-2002), ad di Banca Intesa
(2002-2006).
Sposato in seconde nozze (rito civile, il 28 maggio 2011 sul lago di Como, nella loggia di Villa Balbianello di Lenno) con Giovanna Salza, esperta di comunicazione d’impresa (ex Poste e Air One), sua compagna dal 2008. Tre figli: Luigi e Sofia, nati dal primo matrimonio con Cecilia Canepa, e Luce, nata nel 2010. Ospiti del secondo matrimonio (alcuni arrivati in elicottero): Luca Cordero di Montezemolo, Alessandro Profumo,Umberto Eco, Andrée Ruth Shammah, Bruno Ermolli, Mario Monti, Giovanni Bazoli, Miuccia Prada, Elsa Fornero, Giovanni Perissinotto, Francesco Micheli, Lorenzo Bini Smaghi, il vescovo Vincenzo Paglia, Vittorio Colao, Domenico Siniscalco, Gaetano Miccichè ecc.
• Amministratore delegato di Banca Intesa
dal 2002, incarico che ha assunto dopo aver lasciato le Poste Spa, di cui
è stato il numero uno operativo per quattro anni. In precedenza aveva lavorato
nel settore del credito come amministratore delegato del Banco Ambroveneto (che
si è poi fuso con la Cariplo dando vita a Banca Intesa) e prima ancora come
vicepresidente del Credito Romagnolo. Si è formato nella società di consulenza
McKinsey, dove è stato per cinque anni, dall’80 all’85, per poi passare al
gruppo De Benedetti, prima come direttore generale della Cir, e poi, dal ’92 al
’96, come amministratore delegato della Olivetti. Si è occupato anche di editoria come direttore
generale della Mondadori (1990-’91) e amministratore delegato del gruppo
Espresso (1991-’92). Bocconiano dell’anno 2000 (si laureò nel ’77).
• «È stato spesso dipinto con il cuore al
centro che guarda a sinistra, (ha votato per le primarie del Pd), è da decenni
in sodalizio con il professor Bazoli, vicinissimo a Prodi. Negli ultimi anni
però si è sempre più smarcato da questa etichetta occupandosi, tra l’altro, e
in prima persona, del risanamento di Alitalia, caro all’ex premier Berlusconi».
[ansa.it] Dal 2008 anche al fianco di Luca Cordero di Montezemolo, con un forte investimento di Intesa in Ntv, Nuovo
trasporto viaggiatori: la banca possiede il 20 per cento del capitale azionario
della compagnia ferroviaria privata dell’alta velocità in procinto di competere
con Trenitalia.
• «Il Financial Times ha paragonato
Corrado Passera al personaggio di Harvey Keitel di Pulp Fiction: il
pulitore. Dopo il regolamento di conti, arrivava lui a togliere i cadaveri e
rimettere tutto in ordine. Dicendo: “Sono Winston, risolvo problemi. A patto
che facciate esattamente quello che dico”. Forse non era proprio il ruolo a cui
pensava Giovanni Bazoli quando l’ha chiamato, nella primavera 2002, a
prendersi cura di Intesa-Bci (come ancora si chiamava la banca risultante dalla
fusione tra Ambroveneto, Cariplo e Banca Commerciale), ma gli calza a pennello»
(L’Espresso). [L’Espresso]
• Alto 1.90, fisico asciutto, «viene da
una famiglia cattolica comasca ed è un prete, professore di seminario,
l’educatore da lui più interrogato e ammirato nell’adolescenza. Poi c’è la
famiglia. Suo nonno, preso ad esempio, era medico e non si faceva pagare dai
clienti poveri. “Se non fossi diventato dirigente d’azienda, avrei voluto fare
il medico”» (Gianluigi Melega).
• «Studia a Como al liceo Volta. Diventa
presidente del consiglio studentesco. È un’esperienza che non dura a lungo, il
prevalere degli estremismi di destra e di sinistra non sono adatti al suo
carattere. Mentre studia alla Bocconi fa il militare e, prima di laurearsi,
comincia a lavorare alla Olivetti, prima dell’arrivo di Carlo De Benedetti. Qui resta un anno e mezzo circa, lavorando ai
programmi di formazione e presso la direzione finanziaria e amministrativa. Nel
1978 decide di andare negli Stati Uniti dove ottiene il master in business
administration alla Warthon University di Filadelfia. Nel frattempo lavora a
Boston, consulente di una società svedese. Al ritorno in Italia lo aspetta
un’esperienza di prim’ordine alla McKinsey, la grande società di consulenza. Si
occupa in particolare di progetti di riorganizzazione della Banca Nazionale del
Lavoro. Poi si dedica, sempre per la McKinsey, ai problemi dell’Ibi, del Cis
(Credito Industriale Sardo), delle Generali. Nel 1985 c’è la consacrazione del
suo successo: la McKinsey gli propone di diventare partner della società. Ma
ecco la sorpresa: Guido Roberto Vitale, amministratore delegato dell’Euromobiliare, prende
contatto con lui e gli dice che “De Benedetti avrebbe piacere di conoscerla e
certamente lei avrà piacere di conoscere l’Ingegnere”».
• «Passera entra in Cofide e si trova
subito alle prese con il primo affare, quello della Banca Agricola Milanese,
una piccola azienda di credito. Per il controllo di questo istituto si erano fronteggiati
per mesi molto aspramente la Cofide e la Banca Popolare di Milano. Alla fine
l’aveva spuntata la Popolare di Milano e a De Benedetti non era rimasto che
cercare un accordo con il nuovo azionista di maggioranza. A condurre il
negoziato per conto della Cofide era stato il giovane Passera che, una volta
firmata la pace, aveva ottenuto un posto nel consiglio della Bam, come
riconoscimento del lavoro svolto. Nella battaglia per il Rolo, Passera si è
impegnato fino in fondo, cosciente che si poteva trattare di una svolta nella
sua carriera e non se l’è fatta scappare» (Nino Sunseri).
• Al banco romagnolo riesce a
convincere gli azionisti e imporre la presidenza di Francesco Bignardi, il
candidato di De Benedetti. Da quel momento diventa il braccio destro
dell’Ingegnere, che gli affida la Mondadori prima della battaglia di Segrate,
quindi il gruppo Espresso, infine l’Olivetti, l’azienda più problematica tra le sue controllate.
Passera: «“Ricordo ancora quel periodo di grandi sogni, di grandi speranze di
creare qualcosa di nuovo: non soltanto ricchezza (e pensare che con Infostrada
e Omnitel creammo decine di migliaia di miliardi di valore ex novo!), ma un
nuovo modo di essere in azienda, nei rapporti tra azienda e società...”. Poi
deve essere successo qualcosa su cui Passera preferisce sorvolare. Il giovane
ottimista puritano comasco deve avere inghiottito qualche delusione. Dagli
uomini, dai comportamenti. “Sono stato vaccinato”, dice senza sorridere: “Avevo
accettato perché l’azienda stava per fallire: ma non mi aspettavo problemi
tanto gravi, addirittura con la giustizia. Ho lavorato giorno e notte. Mi
sentivo internamente diviso. Mia moglie mi disse che non poteva tollerare di
vedermi tanto angosciato e in conflitto con me stesso”» (Melega).
• Nel 1996 lascia il gruppo Olivetti (e si separa da De Benedetti dopo 11 anni di
lavoro fianco a fianco) per passare alla guida del Banco Ambrosiano Veneto,
chiamato dal presidente Giovanni Bazoli. L’esperienza da banchiere sembra destinata a durare
poco. Dopo solo un anno la banca si fonde con Cariplo per formare Banca Intesa.
Passera è uno dei candidati ad amministrare il nuovo istituto, ma lo
supera Carlo Salvatori, che viene dal gruppo lombardo e ha un curriculum con
sedici anni di esperienza al comando di una banca. Al governo c’è Romano Prodi, il ministro del Tesoro è Carlo Azeglio Ciampi. Passera è un manager brillante, ancora giovane, che
medita di mettersi in proprio. «“Prodi e Ciampi mi chiamarono per chiedermi un
impegno nella nuova gestione delle Poste. Chiesi ventiquattr’ore per parlarne
con mia moglie e poi dissi di sì. Mi sembrava una bella impresa provare a
rimettere in marcia quel colosso addormentato e rendere un servizio al Paese”.
Una scelta pazzesca, quella di Passera. Bisognava mettere le mani in un
un’azienda demotivata, pascolo riservato di corporazioni politiche e sindacali.
Poi c’era il deficit che appariva incomprimibile e fuori controllo (ben 2.649
miliardi di lire nel 99). Ma soprattutto le Poste non erano in grado di fare il
loro mestiere: consegnare in tempo la corrispondenza. “Per questo ho deciso che
fin dall’ inizio dovevamo confrontarci con la maggiore sfida possibile. Si
trattava dell’ introduzione della posta prioritaria, ossia di lettere che
devono arrivare a destinazione entro due giorni”. Il successo della prioritaria
(nel giro di un anno l’ 81 per cento delle missive venne consegnato dopo un
solo giorno) fu come una frustata capace di infondere orgoglio fra i 169 mila
dipendenti» (Giorgio Lonardi).
• In cinque anni Passera risana Poste
Italiane spa. Ci riesce con un grosso piano di riduzione dei costi (quello del
personale passa dal 91 per cento dei ricavi al 60) e di apertura dell’azienda
ai servizi bancari o para-bancari: gradualmente introduce il conto alle Poste,
il Postamat, la carta di credito delle Poste. Ogni anno le perdite si
dimezzano, nel 2003 l’azienda torna a chiudere un esercizio in utile. Ma già
non c’è più lui alla guida. Bazoli nel 2002 lo aveva infatti richiamato a Banca
Intesa, dove c’era da lavorare duramente per rimettere a posto i conti, messi
in subbuglio dai soldi prestati a società come la Enron travolte dalla crisi
della New Economy. Passera si è già fatto una fama di risanatore, e la pulizia
gli riesce anche stavolta: vara un piano di taglio dei costi e già dopo un anno
il miglioramento della situazione dell’istituto di Bazoli è cosa visibile. Una
Banca Intesa risanata diventa il primo istituto di credito italiano il 1°
dicembre 2006, grazie all’incorporazione di San Paolo. “Intesa Sanpaolo è la
grande banca di Prodi”, scrivono gli osservatori, considerata la vicinanza di
Bazoli e dello stesso amministratore delegato al Professore. Ma Passera rigetta
ogni madrinaggio politico sull’operazione: «Ci sentiamo di dire che è una fusione
molto equilibrata e più che chiara. Non accetto che qualcuno la voglia far
passare per una grande operazione politica.
• Nella trattativa Alitalia ha sempre
appoggiato la Air One di Carlo Toto, verso cui Intesa aveva un credito di 600 milioni.
Molta rabbia quando il governo dell’Unione, il 28 dicembre
2007, sceglie di trattare solo con i francesi.
Ma quando, il 2 aprile 2008, l’offerta di Air France viene ritirata per il
fallimento della trattativa con i sindacati e le elezioni, una settimana dopo, decretano la vittoria di Berlusconi, Passera torna in prima fila nella partita per il
vettore italiano. È a lui che l’esecutivo di centrodestra affida il
coordinamento della cordata italiana destinata a prendere il controllo di
Alitalia. Intesa Sanpaolo lavora al dossier: elabora il “Piano Fenice” per
rilanciare la compagnia di volo e mette assieme sedici imprenditori nella Cai,
la Compagnia aerea italiana, la società preparata per lanciare un’offerta sul
vettore nazionale. Il presidente è Roberto Colaninno, l’amministratore delegato Rocco Sabelli. La banca guidata da Passera partecipa direttamente
nell’operazione, con un investimento previsto di 100 milioni di euro. Dopo un
faticoso negoziato con i sindacati, quando Alitalia, già commissariata dal
governo, è a un passo dal fallimento, la Cai riesce a ottenere il via libera di
tutte le organizzazione dei dipendenti il 29 settembre
2008. L’avvio della nuova Alitalia, nelle
intenzioni del banchiere comasco, è previsto per il 1° novembre 2008. Passera
cerca anche stavolta di allontanare l’idea che si tratti di un’operazione poco
industriale e molto politica: «Noi finanziamo i progetti in cui crediamo, dove
necessario anche con capitale di rischio: Fiat, Piaggio, Prada, Nh e decine e
decine di casi meno conosciuti. Non c’è gioco di potere, è il mestiere della
banca da sempre. Quando non c’è più un ruolo finanziario da svolgere e ci siamo
ripagati il nostro investimento noi siamo sempre usciti. Il problema non è di
una banca che fa troppo, semmai di una politica che, a volte, fa troppo poco».
• I credit default swap (Cds), i derivati
che coprono gli investitori dal rischio di fallimento degli emittenti, per
Intesa Sanpaolo hanno, nel settembre del 2008, un costo di 70 punti base. In
pratica, mentre infuria anche in Europa la crisi finanziaria scatenata dai
mutui subprime, la banca guidata da Corrado Passera viene addirittura
considerata la più sicura del continente. D’altra parte lui stesso chiarisce
che quella dei derivati sui prestiti immobiliari americani «è un’attività che
non svolgiamo».
• Lavoratore infaticabile (anche 18 ore al
giorno se necessario, magari in piedi perché forti dolori alla schiena gli
rendono difficile stare a lungo seduto)
• Secondo la classifica pubblicata
sull’Atlante delle banche leader 2007 (in edicola con Mf/Milano Finanza e
Italia Oggi), nel 2006 fu il secondo banchiere più pagato d’Italia, 17,07
milioni contro i 20,19 di Alberto Nagel.
• Sia nel 2007 che nel 2008 è finito al
quarto posto nella classifica dei banchieri europei stilata dal gruppo
editoriale finanziario americano Istitutional Investors (al primo sempre Alessandro Profumo)
• Membro dell’Opus Dei, partecipa in Kenya
ai campi estivi di lavoro per la formazione dei giovani
(Tratto da: Fonte)
NON SOLO ROSE MA ANCHE SPINE ... E QUALCHE OMBRA
• Nel 1999 ha patteggiato una condanna per falso in bilancio qualitativo per i conti di Olivetti ai tempi in cui ne era amministratore delegato. Il giudice di Ivrea ha revocato il patteggiamento nel 2003, dato che il falso in bilancio qualitativo non era più considerato reato dalla legge.
• 30 giugno 2012 - Frode fiscale, il ministro Corrado Passera indagato dalla procura di Biella (archivato).
• 11/02/2014 - Così Passera si è venduto i marò
TROVO IN RETE UN ARTICOLO DEL 2013 (unico articolo rintracciato perchè la rete sembra sia stata ripulita) sulla costituzione di una fantomatica Fondazione Nuovo Milennio che dice: "Un vero e proprio tour nel territorio italiano quello che l’onorevole Marco Follini sta facendo in queste settimane per illustrare in anteprima gli obiettivi e le linee della Fondazione Nuovo Millennio – Per una Nuova Italia; ufficialmente la “fondazione di partecipazione” – così è scritto nella brochure informativa – sarà presentata, a livello nazionale il prossimo 10 ottobre a Roma, assieme al Presidente prof. Pellegrino Capaldo ed all’ex ministro Corrado Passera".
In realtà qualcosa ancora si trova ma solo in "copia cache" come a esempio questo.
Il 23 febbraio 2014, infine, Passera annuncia la nascita del suo nuovo partito, Italia Unica, che terrà la sua prima assemblea il 14 giugno a Roma
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