Silvio Berlusconi ha eliminato
dalle proprie liste i più impresentabili e in particolar modo Cosentino e
Dell’Utri. Eppure, insieme al Pdl, nella coalizione che sostiene il
ticket Berlusconi-Alfano, ci sono anche la Lega Nord di Roberto Maroni
(l’unico partito con più storia del Pdl), Fratelli d’Italia del trio
Meloni-Crosetto.La Russa, Grande Sud-;Mpa di Gianfranco Miccichè, la
lista Pensionati, Intesa Popolare di Vittorio Sgarbi, la Destra di
Francesco Storace ed infine il Mir dell’avvocato modenese Gianpiero
Samorì. Ecco, a ben guardare tra le liste civetta, idea del Cav. per
“scompattare” il Pdl e raggranellare più voti possibile, viene fuori una
lunga lista di impresentabili, incoerenti, fascisti più o meno
dichiarati, democristiani folgorati sulla via della destra estrema e via
dicendo.
GRANDE SUD E
GLI IMPRESENTABILI
Scandagliando
bene le liste di Grande Sud si possono trovare parecchi trombati del
Popolo della Libertà.
Per capire però quale
sia il tenore della lista basta esaminare quello che è accaduto in
Sicilia, regione d’origine non soltanto del capo supremo Gianfranco
Miccichè,
che in alcune regioni come ad esempio il Molise non ha presentato
liste aderendo al patto di desistenza con il Pdl, ma anche del
candidato al Senato che forse nessuno si aspettava: si
tratta dell’ex governatore della Sicilia Raffaele Lombardo leader
dell’ex movimento Mpa federato ora proprio con Grande Sud ,ma
dimessosi dalla più alta carica dell’Assemblea Regionale Siciliana
per problemi con la giustizia che andremo subito a vedere.
Partiamo però
dal dato politico. Che Grande Sud fosse una costola del Pdl era
possibile vederlo già nella scorsa legislatura. Infatti
sette tra i
tredici deputati
ascrivibili al partito di Miccichè erano stati eletti nel 2008 col
Pdl. Si tratta di Giuseppe
Fallica, Ugo Grimaldi, Maurizio Iapicca, lo stesso Gianfranco
Miccichè, Marco Pugliese, Francesco Stagno D’Alcontres e Giacomo
Terranova.
Ufficialmente facevano parte del gruppo misto ma erano tutti vicini
alle politiche federali del Sud. Al
Senato anche l’ex An Adriana Poli Bortone eletta anch’essa nel
2008 nelle file del Pdl perché fu proprio allora che avvenne la
fusione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale.
Sia Miccichè che la
Poli Bortone sono candidati nelle liste di Grande Sud. Il primo
correrà in Sicilia e la seconda capolista al Senato in Puglia.
Un partito che racchiude in se stesso anche la candidatura di
Vittorio Centrella, fratello del segretario generale dell’Ugl
Giovanni Centrella. Una sorta di Renata Polverini bis che al posto di
entrare nel Pdl viene catapultato nelle liste di Grande Sud.
Chi sono però i
personaggi principali legati a Grande Sud? Il legame con Berlusconi è
molto ma molto stretto. Partendo dallo stesso Gianfranco
Miccichè
che nel 1984, proprio grazie all’amicizia che lo legava a Marcello
Dell’Utri
(fonte wikipedia) è diventato dirigente di Publitalia 80 azienda del
Cavaliere. Divenne in quegli anni direttore prima della sede di
Palermo e poi di quella di Brescia.
Passano dodici
anni e arriviamo al 1996 quando al coordinatore regionale di Forza
Italia Gianfranco Miccichè arriva una informazione di garanzia
datata 23 luglio firmata dal procuratore aggiunto di Palermo Guido Lo
Forte.
L’archivio storico del Corriere
della Sera
ci ricorda che fu indagato per favoreggiamento aggravato e
continuato, violazione del segreto d’ufficio riguardante persone
indagate per associazione per delinquere di stampo mafioso. Si tratta
dell’inchiesta sulla talpa che avrebbe soffiato ai giornali la
notizia di un’indagine guarda caso su Marcello Dell’Utri e Silvio
Berlusconi indagati anch’essi per concorso in associazione mafiosa.
L’inchiesta fu successivamente archiviata ma i rapporti con
Dell’Utri e Berlusconi rimasero saldi negli anni.
Candidato al Senato è
anche l’ex governatore della Sicilia Raffaele
Lombardo.
Anche per lui però ci sono una sfilza di riferimenti giudiziari che
di fatto lo rendono impresentabile agli occhi degli elettori. E’
del 2010 la prima notizia che riguarda Lombardo indagato per concorso
esterno in associazione mafiosa assieme al fratello Angelo dalla
procura della Repubblica di Catania. Ad accusare i due fratelli un
pentito e ad avvalorare le accuse alcune intercettazioni telefoniche
che documentavano contatti con il boss di Cosa Nostra Vincenzo
Aiello.
La conferma dell’indagine della Procura si ebbe il 3 novembre 2010.
Nei suoi confronti non fu preso alcun provvedimento di natura
giudiziaria.
Il 13 gennaio 2011 viene data notizia di un nuovo coinvolgimento di
Lombardo in una vicenda giudiziaria indagato per voto di scambio
insieme ad alcuni amministratori locali di Catania.
Fu però il 9
aprile 2011 quando la procura di Catania comunica l’avviso di
chiusura delle indagini per concorso esterno in associazione di tipo
mafioso nell’inchiesta Ibis che Raffaele Lombardo viene tirato
dentro insieme ad altre 56 persone. Il 13 giugno la procura vorrebbe
archiviare la posizione dell’ex governatore della Sicilia ma il 29
marzo 2012 il gip ha disposto l’imputazione coatta per il
governatore siciliano che si dimette il 28 luglio scorso.
Un
curriculum di tutto rispetto quello di Lombardo. Anche per lo stesso
Dell’Utri infatti si sarebbe potuta profilare una
candidatura con Grande Sud puntualmente rifiutata.
C’è poi anche il
caso del deputato Gerardo
Soglia candidato per il Senato in Campania e condannato a 3 anni e 3
mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta in relazione al crac
della società Buon Viaggio fallita nel marzo 2010.
Secondo l’accusa che
aveva chiesto quattro anni e sei mesi, Soglia, parlamentare ex Pdl
– assieme a un ex consigliere della società (il deputato era
amministratore delegato) avrebbe distratto e dissipato il patrimonio
della società in particolare con un’operazione che risale al 6
novembre 2007: lo scorporo di un ramo d’azienda, Cafe Voyage, al
quale era annesso un immobile in viale Misurata, a Milano, del valore
di 4.182.800 euro.
FRATELLI
D’ITALIA: CONTENITORE POLITICO PER GLI SCONTENTI CHE SI RIFUGIANO
IN UN PARTITO ALL’1%.
Un altro
partito dedicato agli scontenti del Pdl si chiama Fratelli d’Italia.
È
ufficialmente guidato dagli ex pidiellini ma ancor prima ex missini
Ignazio
La Russa e Giorgia Meloni oltre che dal democristiano di vecchio pelo
Guido Crosetto.
In finto dissenso con Berlusconi
hanno
deciso di fondare un loro movimento.
Che in alcune regioni
altro non è stato però che il contenitore di candidature degli
scontenti. Ossia di persone che miravano ad essere scelte per le
liste del Pdl e che, deluse, hanno deciso di migrare verso il partito
“Fratelli
d’Italia”.
Le prime proteste che
hanno portato acqua al mulino di La Russa si sono verificate in
Abruzzo dove i pidiellini si sono rivoltati contro la scelta di
mettere in lista il forestiero Antonio
Razzi
a scapito degli esponenti locali che hanno trovato posto nelle liste
dell’ultimo nato. In Liguria, regione di origine di Guido
Crosetto,
si ribellano invece alla scelta di Berlusconi di mettere in lista
Daniele
Capezzone.
E alla Camera Pietro
Polliucci
e Massimiliano
Iacobucci
fanno il trasloco.
Anche in Molise due ex
assessori regionali approdano dal Pdl a Fratelli d’Italia. Si
tratta dell’ex missino Filoteo
Di Sandro
e dell’esponente di origini democristiane Gianfranco
Vitagliano.
Quest’ultimo pur di spuntarla sulla candidata alla Camera del Pdl
Sabrina De Camillis rinnega il suo passato politico e sceglie di
scendere in campo con ex missini.
Trasloco anche in
Piemonte: questa volta a lasciare è il coordinatore provinciale Pdl
Franco
Mario Botta
mentre nelle Marche lascia il Pdl il deputato marchigiano Remigio
Ceroni.
Passaggi
però, lo ribadiamo che non avvengono per questioni politico-
ideologiche ma solo per una ricerca quanto mai fantomatica di una
riconferma della poltrona.
LE
CONTRADDIZIONI E LE CONFUSIONI DEL MIR DI GIAMPIERO SAMORÌ
Dei Moderati in
Rivoluzione di Giampiero
Samorì
si conosce ben poco. La sensazione però che sia un altro porto di
mare dove vengono accolti gli esodati degli altri partiti è forte e
concreta.
Quando il movimento
dell’avvocato modenese è nato si parlava ancora di primarie del
centrodestra. E fu allora che si presentò al pubblico durante la
telefonata di Maurizio Belpietro in onda a Canale 5. Disse di avere
102mila iscritti e sedi in tutta Italia. Le ultime nate in Liguria e
Basilicata.
Chi è Samorì? A
venti anni era consigliere provinciale a Modena per la Democrazia
Cristiana per poi fare altre esperienze politiche vicino a Donat
Cattin. Prima della discesa in campo del Cavaliere (che oggi appoggia
essendo entrato in coalizione) aveva sostenuto che il ritorno dell’ex
premier era “un’esperienza improponibile”.
A sentirlo parlare sembra il comunista del centrodestra. Il
suo programma infatti parla di vicinanza alle imprese private e ai
lavoratori. Però
si contraddice quando lo definisce “capitalistico”. Insomma la
novità del movimento lo porta anche a doversi contraddire spesso e
volentieri. Il primo convegno di partito è stato svolto a Chianciano
il 16 e 17 dicembre. In quella occasione però “da
comunista”
sostenne di voler pagare e pure salatamente la
tassa patrimoniale
e di voler
acquisire il patrimonio pubblico della Banca d’Italia. Idee
raffazzonate qua e la per giustificare la sua discesa politica.
Che il suo programma
sia una cosa dell’ultimo momento lo dimostra pure la composizione
delle liste. Il caso più eclatante è quello di Sara
Papinutto moglie dell’imprenditore Diego Volpe Pasini. Candidata
alla Camera in Emilia Romagna con la Lega Nord e al Senato in Friuli
Venezia Giulia con il Mir.
In caso dovesse essere eletta rischierebbe grosso perché nel
regolamento del Senato è scritto che “il
candidato che faccia parte di una lista non può accettare la
candidatura per liste aventi contrassegni diversi nella stessa o in
altra regione”.
Qualora dovesse vincere la sua elezione risulterebbe nulla.
Un
altro caso, risolto invece all’ultimo secondo con la rinuncia alla
candidatura, è quello del siciliano Fabrizio De Pasquale. Il
suo nome infatti compariva sia al secondo posto alla Camera nelle
liste del Mir che al 13 esimo in quelle del Pdl di Berlusconi. Nel
Pdl lo avevano sostituito direttamente con Federica Zanella ma gli
stessi dirigenti del Mir hanno comunicato che “ entrambi i
candidati hanno già rinunciato”.
Samorì lo conosciamo
anche per aver lanciato la sfida ad Alfano per le primarie. Tutto
finito in una bolla di sapone dopo la candidatura di Berlusconi.
Come, del resto, le
varie promesse di cambiamento pronunciate in primis dal duo
Berlusconi-Alfano.
(Fonte)
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