Mario Monti e Wikipedia Parte II: a proposito del think tank Bruegel e della svendita dell’Italia
Il 28 dicembre 2012 su questo sito è apparsa una nota che denunciava la clamorosa censura wikipediana pro Mario Monti. La denuncia è stata ripresa in prima pagina da Il Giornale del 31 dicembre (cfr. qui) ed ha avuto così più ampia diffusione. Che tempi curiosi, si direbbe! Come è stato osservato altrove
in rete: “Anche questo ha un suo deprimente significato: che nel coro
dei media addomesticati si debbano cercare le informazioni sull’house organ del Cavaliere, è davvero il colmo del grottesco in cui è finito questo Paese”.
La notizia ovviamente è rimbalzata anche su Wikipedia in italiano, generando – pur tra nuove, parziali censure di interventi scomodi – un ampio dibattito sulla pagina di discussione della voce Mario Monti e su quella della voce Governo Monti. Malgrado le proteste, la voce Mario Monti nella Wikipedia italiana, al contrario di quella
nella Wikipedia francese, risulta ancora priva dei dati economici del
suo anno di governo e di ogni riferimento alle critiche sul suo operato,
che pur ci sono state da varie parti (Confindustria e sindacati in primis).
Resta da chiedersi veramente che Paese
sia questo in cui la stampa cosiddetta di sinistra con tutti i suoi
pennivendoli resta muta nei confronti di un governo che fa palesemente
gli interessi del grande capitalismo internazionale ai danni dei ceti di
cui quella stessa sinistra si proclama tuttora protettrice. Ed ai danni
della Nazione stessa, dato che il centro di questi interessi è al di
fuori dell’Italia!
E non è un caso, allora, che la censura
wikipediana più pesante l’abbia subita la voce Bruegel (questo illustre
sconosciuto). Il contenuto della vecchia voce è stato svuotato, con la
scusa di trasformarla in un redirect alla omonima dinastia di artisti fiamminghi, e la ricreazione della voce come gruppo o think tank è stata impedita da filtri automatici: la censura, opera del diligentissimo amministratore wikipediano M7, è stata anche preventiva dunque, avvalendosi delle più moderne tecniche informatiche.
Per fortuna, il 2 gennaio 2013, la voce
(censurata il 21 dicembre 2012, come si era denunciato) è stata
ripristinata da un altro utente come Bruegel (organizzazione),
con tanto di rimprovero all’onnipotente amministratore-censore:
“Organizzazione internazionale rilevante. Per cancellare passare da una PdC non da un redirect” (cfr. qui).
Finalmente un sussulto di libertà wikipediano? In ogni caso auguriamo
alla voce di avere lunga vita, più lunga almeno dell’esistenza
wikipediana dell’utenza che l’ha originalmente redatta (bannata ad infinitum) e in barba al nostro pessimismo!
Come si era ricordato, Bruegel fu
fondato nel gennaio 2005 proprio da Mario Monti (che conserva la
carica di presidente onorario; l’attuale presidente è l’ex presidente
della BCE, Jean Claude Trichet, che è succeduto a Monti anche nella
presidenza europea della Trilaterale). All’origine del Bruegel ci furono
incontri privati tra politici, industriali ed economisti ed un’idea
degli allora presidenti di Francia e Germania, il gollista Chirac e il
socialdemocratico Schröder, desiderosi di creare un “European Centre for
International Economy” (cfr. qui).
Al Bruegel hanno aderito diversi stati europei sovrani, compresa
l’Italia, diverse multinazionali, di cui attualmente nessuna italiana, e
diversi istituti bancari centrali, tra i quali non è rappresentata la
Banca d’Italia: dunque se il padre fondatore è italiano, gli interessi
italiani sembrano abbastanza marginali all’interno dell’organizzazione.
Nel novembre 2010 il Bruegel lanciò una proposta per un default controllato dei Paesi dell’Eurozona: European Mechanism for Sovereign Debt Crisis Resolution: A proposal.
Il documento ebbe larga circolazione, fu commentato dai principali
media economici, ed è tuttora disponibile sul sito ufficiale
dell’organizzazione. Guardacaso a partire dall’estate successiva le
borse europee precipitavano, il famigerato spread raggiungeva
livelli spaventosi, e poco dopo (novembre 2011), i “tecnici” Monti e
Papademos (anch’egli legato al Bilderberg e alla Trilaterale, nonché ex
vicepresidente della BCE), si installavano a capo dei governi italiano e
greco, con le conseguenze e gli sviluppi che tutti conosciamo. In
Spagna Zapatero veniva sostituito da Rajoy, quest’ultimo almeno eletto
(per così dire) dal popolo, ma non per questo non meno sottomesso agli
stessi interessi e poteri forti palesemente serviti dal grigio
tecnocrate nostrano.
La storia di tutto quanto è raccontata in un libro recentemente uscito per i tipi di una piccola casa editrice, Il Grigiocrate Mario Monti. Nell’era dei mediocri (Fuorionda edizioni, 2012) , opera dello stimato giornalista de Il Sole 24 Ore
Augusto Grandi in collaborazione con Daniele Lazzeri e Andrea
Marcigliano. Libro che, pur elogiato in riviste specialistiche
straniere, è stato ignorato dalla grande stampa nostrana: la più
interessante ed accessibile recensione in italiano si trova sul sito di
Tiscali (cfr. qui), e lo stesso pezzo è consultabile sul sito di un quotidiano telematico di Imola (cfr. qui; ma cfr. anche un interessante servizio disponibile qui).
E con una citazione delle illuminanti
frasi di Grandi possiamo concludere, augurandoci che la catastrofe
predetta, se proprio deve avvenire, avvenga con moderazione e frugalità,
nello stile del Grigiocrate: “Quando noi parliamo di era dei mediocri
non ci riferiamo alla Banda Monti e alla Fornero, che sono sicuramente
mediocri, ma sopratutto a questa classe politica che va a suicidarsi.
Abbiamo dei politici che dopo Berlusconi non hanno saputo reagire, che
ancora oggi vanno a dire alla gente quanto sia bravo Mario Monti e che
ripetono che non lo vogliono ma sono pronti a seguire tutti i punti
della sua agenda. Questo è il suicidio della politica (…) La
dimostrazione di quanto noi sosteniamo è sotto gli occhi di tutti.
Quando Mario Monti dice che a questo punto l’Italia è in saldo ed è ora
che qualcuno la compri e oggi Goldman Sachs dice che noi siamo una
sorpresa positiva e meritiamo maggiori investimenti capisci che la
svendita è iniziata”.
Amen.
Link utili:
POST SCRIPTUM
Nonostante clamore e dibattiti,
purtroppo la censura wikipediana non si è fermata, e mentre si accingeva
a pubblicare questo testo, lo scrivente è stato testimone di un altro
episodio tra il grave e il grottesco.
In data 6 gennaio un utente aveva creato la voce Lista dei membri del gruppo Bilderberg, già presente sulle wikipedie inglese, tedesca, francese, spagnola, finlandese etc. etc.
La voce era strettamente compilativa (se ne può consultare una bozza “sopravvissuta” qui) e non faceva altro che riportare la lista dei nomi dei vari membri dei Direttivi del gruppo, in primis
quelli di David Rockefeller e dell’attuale presidente del gruppo Henri
de Castries, amministratore delegato di AXA, presente alla riunione
straordinaria del Bilderberg a Roma del 13 e 14 novembre 2012 (invitati
d’onori Mario Monti ed alcuni suoi ministri, tra i quali la Fornero),
documentata da Servizio Pubblico (vedi anche qui) ma anche dal Corriere della Sera.
Sparsi tra i vari membri elencati, si potevano ritrovare anche i nomi
di Franco Bernabè, Mario Monti, Romano Prodi, Tommaso Padoa Schioppa,
Gianni e Umberto Agnelli, e dei pochi altri italiani (una dozzina in
tutto) che hanno avuto l’onore di far parte del comitato-guida del
Bilderberg dal 1954 ad oggi (i nomi sono reperibili sul sito ufficiale stesso).
Ma la lista è stata quasi immediatamente cancellata (insieme alla voce su Henri de Castries), stavolta dall’amministratore Vituzzu,
a testimonianza che la censura delle informazioni scomode sulla
Wikipedia italiana non si ferma mai: così, dopo la clamorosa censura di
Natale sui risultati economici del governo Monti, ecco la censura
dell’Epifania sui membri, italiani e non, del Bilderberg ! Quale sarà la
prossima puntata?
(Fonte)
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