Il significato di Onorevole è: persona che è degna di onore, di stima, di rispetto
guardando questa tabella mi viene un dubbio e mi chiedo cosa ci stia a fare lì ... e non solo lui
Parlamento, i buoni e i cattivi
(di Mauro Munafò)
Niccolò Ghedini, l'avvocato di Silvio Berlusconi, e il coordinatore del
Pdl Denis Verdini quest'anno alla Camera si sono visti pochissimo e
non hanno combinato niente. Ma se sono loro i campioni di assenteismo e
improduttività, c'è chi invece ha lavorato sodo. Ecco i dati di
Openpolis sugli ultimi 12 mesi e l'intera legislatura di deputati e
senatori
Tra qualche giorno festeggerà un anno, e la ricorrenza potrebbe
davvero meritare una torta con tanto di candelina. Era il 12
gennaio 2012 e, alla Camera, si votava l'autorizzazione all'arresto
per il pidiellino Nicola Cosentino, respinta per un pugno di voti.
Purtroppo l'euforia del centrodestra per aver salvato uno dei suoi
esponenti ha messo in ombra un evento assai più significativo:
l'ultima volta che qualcuno ha visto Niccolò Ghedini partecipare a
una votazione importante in Parlamento. Da quel giorno infatti,
nonostante le sue apparizioni sui telegiornali non siano mancate,
Ghedini si è perso tutti i momenti chiave dell'attività
parlamentare: spending review, mille proroghe, salva Italia, leggi
di bilancio e stabilità. In nessuno di questi casi risulta
che Ghedini si sia fatto vedere a Montecitorio.
Le classifiche di fine anno su assenteismo e produttività dei parlamentari italiani, curata dalla associazione OpenPolis attraverso il sito OpenParlamento, parlano chiaro e "premiano" l'avvocato di Silvio Berlusconi come il deputato meno interessato a fare il suo lavoro in Parlamento. Di più, il veneto è riuscito nel 2012 a battere persino il fenomeno Antonio Gaglione, il "deputato fantasma", che nel corso dell'anno ha partecipato a quattro votazioni chiave. Un vero e proprio stakanovista in confronto al collega.
Se la mera conta delle assenze alle votazioni (circa l'80%) non bastasse, Ghedini si fa notare anche nell'indice di produttività stilato da OpenPolis. Questa cifra assegna un valore numerico ad ogni atto parlamentare prodotto dagli onorevoli: interrogazioni, disegni di legge ecc, cercando in questo modo di fornire una misura oggettiva per valutarne l'impegno. Nonostante sia la stessa associazione a specificare la perfettibilità del metodo, Ghedini si piazza saldamente in fondo alla graduatoria, totalizzando 14 punti totali e la bellezza di nessun atto come primo firmatario o relatore: quel poco che ha fatto è insomma mettere la firma (e raramente) su atti di compagni di partito. Tanto per avere un'idea dell'impegno, il pidiellino Bruno Donato si è piazzato primo nella graduatoria con oltre 1.230 punti, due disegni di legge da primo firmatario e 88 volte da relatore.
In attesa di conoscere nel dettaglio le ragioni di questo impegno così modesto da parte di Ghedini ("la ricontatteremo", ci fanno sapere dalla segreteria dell'onorevole), scorrendo nella graduatoria incrociamo subito un altro big del Pdl: il coordinatore Denis Verdini, terzo per numero di assenze e secondo per improduttività. Grazie al suo 75% di assenze e 23 punti si guadagna saldamente la zona Champions della nullafacenza, risultando assente nelle votazioni che contano dal marzo scorso, quando partecipò (bontà sua), all'approvazione del decreto sulle liberalizzazioni. Da quel momento in poi, il buio totale. Per capirne di più abbiamo provato a chiedere un commento proprio a Verdini, che ha preferito non parlare. Dal suo staff ci comunicano però che "essendo l'onorevole un coordinatore del Pdl, la sua attività politica non si svolge solo in Parlamento".
Verrebbe da chiedersi perché non può limitarsi ad essere retribuito dal suo partito allora, visto l'impegno esclusivo che questo riveste nella sua vita lavorativa.
Le classifiche di fine anno su assenteismo e produttività dei parlamentari italiani, curata dalla associazione OpenPolis attraverso il sito OpenParlamento, parlano chiaro e "premiano" l'avvocato di Silvio Berlusconi come il deputato meno interessato a fare il suo lavoro in Parlamento. Di più, il veneto è riuscito nel 2012 a battere persino il fenomeno Antonio Gaglione, il "deputato fantasma", che nel corso dell'anno ha partecipato a quattro votazioni chiave. Un vero e proprio stakanovista in confronto al collega.
Se la mera conta delle assenze alle votazioni (circa l'80%) non bastasse, Ghedini si fa notare anche nell'indice di produttività stilato da OpenPolis. Questa cifra assegna un valore numerico ad ogni atto parlamentare prodotto dagli onorevoli: interrogazioni, disegni di legge ecc, cercando in questo modo di fornire una misura oggettiva per valutarne l'impegno. Nonostante sia la stessa associazione a specificare la perfettibilità del metodo, Ghedini si piazza saldamente in fondo alla graduatoria, totalizzando 14 punti totali e la bellezza di nessun atto come primo firmatario o relatore: quel poco che ha fatto è insomma mettere la firma (e raramente) su atti di compagni di partito. Tanto per avere un'idea dell'impegno, il pidiellino Bruno Donato si è piazzato primo nella graduatoria con oltre 1.230 punti, due disegni di legge da primo firmatario e 88 volte da relatore.
In attesa di conoscere nel dettaglio le ragioni di questo impegno così modesto da parte di Ghedini ("la ricontatteremo", ci fanno sapere dalla segreteria dell'onorevole), scorrendo nella graduatoria incrociamo subito un altro big del Pdl: il coordinatore Denis Verdini, terzo per numero di assenze e secondo per improduttività. Grazie al suo 75% di assenze e 23 punti si guadagna saldamente la zona Champions della nullafacenza, risultando assente nelle votazioni che contano dal marzo scorso, quando partecipò (bontà sua), all'approvazione del decreto sulle liberalizzazioni. Da quel momento in poi, il buio totale. Per capirne di più abbiamo provato a chiedere un commento proprio a Verdini, che ha preferito non parlare. Dal suo staff ci comunicano però che "essendo l'onorevole un coordinatore del Pdl, la sua attività politica non si svolge solo in Parlamento".
Verrebbe da chiedersi perché non può limitarsi ad essere retribuito dal suo partito allora, visto l'impegno esclusivo che questo riveste nella sua vita lavorativa.
(Fonte)
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