Le tasse che ricadono su milioni
di italiani sono oramai un cavallo di battaglia dei cinque principali
candidati premier, all'alba della Terza Repubblica. Ed è proprio dalla
questione fisco, forse la più delicata, sicuramente quella che interessa
più da vicino e in maniera più diretta le tasche degli italiani, che
decidiamo di partire nel nostro viaggio di confronto tra i cinque: per
ogni tematica sviluppata andremo a spulciare, da vicino e in profondità,
quello che Berlusconi, Bersani, Grillo, Ingroia e Monti - in rigoroso
ordine alfabetico - propongono agli elettori.
A sentirli parlare sembrano tutti d’accordo sulla riduzione della tassa e sull’eliminazione su quella sulla prima abitazione. Salvo poi dimenticarsi (il riferimento è a Berlusconi, Bersani e Monti)
che sono stati proprio loro durante il governo tecnico, a introdurre la
tassa e applicarla anche su chi ha un’abitazione sola. Magari
ereditandola dai genitori e non avendo uno stipendio utile per poter
pagare la tassa.
Le
elezioni sono alle porte e tutti e cinque i candidati premier, nei loro
programmi, hanno inserito questa voce e come fare per renderla
accessibile ai cittadini. Peccato che in alcuni casi si potrebbe
trattare di pura e semplice campagna elettorale.
MONTI E LA MANOVRA DA 130 MILIONI DI EURO
Partiamo
da chi ne ha nei fatti garantito l’entrata in vigore sperando di
recuperare denaro utile all’estinzione del debito pubblico. Sulle
tasse parte dall’Imu e ora, a un mese dalle elezioni, non parla di
eliminare la tassa dalla prima casa e ci mancherebbe. Farlo
significherebbe disorientare i cittadini che, nonostante le lacrime e il
sangue, hanno creduto nelle sue riforme.
Monti però, tornando lo stesso sui suoi passi, parla di aumentare
la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro per arrivare a un
raddoppio delle detrazioni per i figli a carico da 100 a 200 euro. Il
costo dell’operazione è stimato in 2,5 miliardi di euro da coprire con
il contenimento della spesa corrente primaria.
Sull’Irap
si parla invece di eliminare il calcolo dalla base imponibile del costo
del lavoro. È una manovra da 11,5 miliardi di euro. Monti stesso vuole
ridurre anche le aliquote Irpef sui redditi medio bassi aumentando le
detrazioni sui carichi familiari e riducendo quelle sui redditi più
bassi. Con un costo 15 miliardi e mezzo di euro. Dove trovare i soldi? Il professore dice di voler congelare la spesa corrente al netto degli interessi.
Non si sa se si potranno recuperare trenta miliardi. Per quanto
riguarda il redditometro così come applicato Monti è convinto che vadano
applicati dei correttivi soprattutto sui parametri applicati. Una
specie di riparazione di quanto messo in campo nei mesi scorsi che
convince davvero poco gli elettori.
E
allora a cosa serve? Ad attrarre elettori sul suo cammino per
accontentare il Bilderberg e riuscire a garantire al congresso dei 130
potenti al mondo il sostegno dell’Italia alle banche come hanno chiesto
nella riunione di Roma del novembre 2012.
BERLUSCONI E LA TASSAZIONE DI GIOCHI E TABACCHI
Silvio Berlusconi, memore della campagna elettorale del 2006, risponde da par suo e annuncia tagli alle tasse a più non posso.
Partendo dall’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Per farlo però deve
reperire immediatamente quattro miliardi di euro altrove. L’idea
del Cavaliere è quella di tassare gli immobili di lusso e di aumentare
tasse sui cosiddetti vizi: sigarette, alcol e giochi. Cose di cui una
persona indigente potrebbe fare anche a meno secondo la sua teoria. Più
care anche le tasse di imbarco aeroportuale.
L’obiettivo del Pdl è quello di ridurre la pressione fiscale dal 44% al 40%.
Berlusconi ha promesso anche l’eliminazione dell’Irap alle imprese
prefiggendosi di approdare a due aliquote 23% con redditi fino a 43mila
euro e 33% per chi va oltre questo importo. I berlusconiani pensano che
sia possibile anche eliminare l’Iva dell’1%. Le favole di Pinocchio inapplicabili non finiscono qui perché Berlusconi parla di non applicare a nessuno la tassa patrimoniale.
Oltre all’applicazione della maggiorazione delle tasse sui beni di lusso Berlusconi
ha anche sottolineato che si potrebbe arginare il debito pubblico
creando una società avente come patrimonio beni dello Stato capaci di
emettere obbligazioni recuperando così 15 o 20 miliardi di euro.
E il redditometro?
I pidiellini ne danno una soluzione massimalista: Berlusconi l’ha
disconosciuto, Alfano ne chiede il ritiro e tutti e due si nascondono
dietro questa dichiarazione:”Il nuovo governo, munito di sovranità farà la sua scelta” .
Redditometro
a parte quasi tutto il programma faceva già parte dei piani di
Berlusconi nel 2006 e nel 2008 soprattutto l’abolizione dell’Ici (ora
ribattezzata come Imu).
A cosa ha portato? Nel
2008 il debito pubblico era di un miliardo e 665 milioni di euro mentre
nel 2011 ammontava a un miliardo e 897 milioni di euro. Con un aumento
di più di duecento milioni di euro.
BERSANI E LA SOVRAPPOSIZIONE IMU E PATRIMONIALE
Anche Pierluigi Bersani punta tutta la sua campagna elettorale sul sistema fiscale. Sull’Imu
ha specificato che la vorrebbe eliminare per chi paga fino a 400 – 500
euro. Il mancato gettito dovrebbe essere coperto con un’imposta sugli
immobili che valore catastale sopra gli 1,5 milioni di euro.
A
quanto ammonterebbe l’esenzione e chi riguarda? Si tratta di eliminare
l’Imu al 45% delle persone che ora pagano la tassa e comporterebbe un
introito diminuito di 2,8 miliardi di euro. Bersani ha anche
sottolineato di non voler essere “il Robespierre di turno” dicendo che l’aggravio
dell’Imu su questi “immobili di lusso” dovrebbe essere anche la
soluzione per evitare l’applicazione della cosiddetta “patrimoniale”.
L’operazione
però prevede una revisione totale degli estimi catastali che potrebbe
procurare non pochi problemi. Chi però possiede immobili per un valore
di più di 1,5 miliardi di euro? Stando ai numeri de lavoce.info
soltanto duecentomila famiglie su tutto lo stivale con una percentuale
dello 0,8%. Recuperare quindi tutto il gettito risparmiato con l’Imu
diventa una vera e propria impresa. mai più condoni agli evasori fiscali e l avvio di una Maastricht della fedeltà fiscale.
Per
quanto riguarda l’Irpef si parla esclusivamente di una rimodulazione
delle aliquote proponendo lo schema 20-20-20: 20 aliquota Irpef minima,
20 l’imposta sulla finanza e il capitale, 20 la tassazione del reddito
che rimane in azienda.
Posizione
simile al Pdl quella di Bersani sul redditometro che non ne riconosce
un’efficacia risolutiva per il recupero delle finanze.
Come recuperare sul debito pubblico? Una
visione ampia dell’argomento non c’è ma si parla anche della revisione
delle spese per le armi e gli F 35. Peccato però che quando era al
governo tecnico nulla ha fatto per evitare le spese pazze di Mario Monti.
GRILLO: NO ALL’IMU E NO AL FINANZIAMENTO ALLE ARMI
Beppe Grillo
e il suo movimento Cinque Stelle ha idee chiare almeno in apparenza.
Nei suoi comizi elettorali il leader di piazza ha sostenuto che “la casa è come il fegato e la prima casa è sacra”.
Altro
non è che una dichiarazione che si è trasformata in uno slogan
elettorale per dire sì all’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Alle
parole però spesso non seguono i fatti perché nemmeno il sindaco di
Parma Pizzarotti è riuscito ad eliminare l’odiosa tassa e non farla
pagare.
Cosa è successo nella cittadina emiliana? Pizzarotti
aveva promesso di ridurre l'aliquota dallo 0,6% (il massimo
consentito), a un tasso più ragionevole. L'attualità registra che 0,6%
era con la giunta precedente e 0,6% è con quella attuale. “Prima
di tutto dovevamo mettere in sicurezza i conti del Comune” ha spiegato
però il sindaco facendosi scudo con le parole dell’assessore al
welfare, Laura Rossi, la quale si è affrettata a tranquillizzare tutti
spiegando che verranno adottate nuove misure a sostegno delle fasce
deboli, aggiungendo comunque che la priorità è quella di abbassare
l'Imu.
Tornando dal particolare al generale Grillo pensa
di trovare il denaro che mancherà a causa del gettito mancato
rinunciando alla realizzazione della Tav, recuperando 2,2 miliardi di
euro e alle forniture militari del ministero della Difesa.
Parole
molto teoriche perché è noto che le due cose fanno parte di patti che
devono essere rispettate. Grillo vorrebbe recuperare tasse dall’evasione
fiscale ma non indica una strada da seguire per farlo. E sul redditometro ironizza : “In un paese incapace di far pagare le tasse agli evasori è iniziata l’era del terrore fiscale per le famiglie”.
INGROIA: LA CHIESA PAGHI L’IMU E RECUPERIAMO DENARO DAI CONTI SVIZZERI E DAI BENI CONFISCATI ALLE MAFIE
Rivoluzione
Civile, movimento nato dal dicembre scorso e forte di sondaggi che lo
vedono entrare in parlamento ha la sua ricetta di economia.
Il suo leader Antonio Ingroia ha sostenuto di voler eliminare l’Imu sulla prima casa. L’intenzione è uguale a quella del Pdl ma non il modo con il quale si devono recuperare i soldi persi. Innanzitutto parla di estendere l’Imu agli immobili commerciali della Chiesa che finora sono stati esentati. Si tratta quindi di eliminare un privilegio scomodo contro il quale i cittadini stanno combattendo. L’Imu
andrebbe introdotta anche per le fondazioni bancarie recuperando
immediatamente un patrimonio che va dai 5 ai 10 milioni di euro.
Ingroia
parla anche di colpire l’evasione fiscale e alleggerire la pressione
nei confronti dei redditi medio bassi cercando di permettere loro di
arrivare a fine mese. Il leader della nuova coalizione è
favorevole anche all’istituzione di una patrimoniale sulle grandi
ricchezze capace di far rientrare nelle casse dello Stato il denaro che
non viene più tassato alla povera gente. Una sorta di teoria di Robin
Hood che toglie ai ricchi per dare ai poveri.
Rivoluzione
Civile ha nel suo programma il punto del recupero del capitale frutto
di evasione fiscale che va a finire nelle casse delle banche svizzere.
Solo trovando un accordo con Berna si potrebbero recuperare 150 miliardi
di euro che ogni anno vanno a finire nei forzieri elvetici. Sul redditometro è aperto alle posizioni del Pd sostenendo che “il redditometro da solo non basta per recuperare sull’evasione fiscale”.
Bisognerebbe
mirare non a tutti e in maniera indiscriminata ma a quei 40 o 50 mila
italiani che vivono in una maniera palesemente incongrua. Si
può recuperare anche tagliando sulle spese militari e sui caccia
bombardieri F 35. Al contrario di Grillo però non si parla di abolizione
di queste ultime ma soltanto di una riduzione. Rivoluzione Civile dice
no anche al Fiscal compact che toglie 47 miliardi di euro dalle tasche
dei cittadini per i prossimi 20 anni.
Come recuperare quindi denaro? Semplice prenderlo dal costo della corruzione e delle mafie e riottenere subito 330 miliardi di euro.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare ma basterebbe un po’ di
cultura della legalità per sanare il debito pubblico e stare tutti
meglio. L’importante è crederci.
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