mercoledì 16 ottobre 2013

Polonia come Cipro: il governo “rapina” i fondi pensione



Ora che il “bail-in” è diventato una prassi accettata in tutto il pianeta, nessun conto in banca sarà più sicuro al 100 %. In realtà, la confisca delle ricchezze “alla cipriota” è ormai prassi in tutto il mondo, avverte Michael Snyder: in Polonia i fondi pensione privati sono stati appena alleggeriti da parte del governo, mentre in Italia è nel mirino il Montepaschi. Ed è solo l’inizio: il precedente di Cipro «viene utilizzato come modello» anche in Nuova Zelanda, in Canada e in tutta Europa. «E’ solo una questione di tempo, prima di vedere accadere questa cosa negli Stati Uniti: d’ora in poi, chiunque mantenga una grande quantità di denaro in un singolo conto bancario o fondo pensione si dimostrerà incredibilmente stupido». Se ne sono accorti a Varsavia, dove ora il governo “tosa” i fondi pensione privati per «ridurre le dimensioni del debito pubblico». Molte delle attività detenute dai fondi saranno trasferite allo Stato, «mettendo in dubbio il futuro di fondi da molti miliardi di euro, molti dei quali di proprietà straniera».

Il governo polacco, scrive Snyder in un intervento ripreso da “Come Don Chisciotte”, sta facendo del suo meglio per farlo sembrare una sorta di complicata manovra legale, «ma la verità è che ciò che hanno fatto è stato rubare un patrimonio privato senza dare in cambio alcun compenso». Per l’organizzazione polacca dei fondi pensione, le modifiche sono incostituzionali. Secondo il premier Donald Tusk, ciò che rimane dei versamenti dei cittadini nei fondi privati sarà progressivamente trasferito nel sistema statale nel corso dei prossimi 10 anni, prima che i risparmiatori arrivino all’età età pensionabile. Analogo allarme in Islanda, dove – dopo l’iniziale rivolta contro i banchieri-truffa e i politici loro complici – ora si ventila l’adozione di garanzie vere e proprie, come da modello Ue, solo per i conti correnti fino ai 100.000 euro. E gli altri? Per i ministri delle finanze europei, in futuro il prelievo forzoso sarà la procedura standard per salvare le banche “troppo grandi per fallire”.  Obbligazionisti, azionisti e grandi risparmiatori, con conti superiori ai 100.000 euro, saranno i primi a subire perdite nel caso le banche fallissero, mentre solo i titolari di conti inferiori a quella cifra saranno relativamente al sicuro.

In Italia, parla da solo il caso Mps: la banca è senza soldi, dovrebbe essere nazionalizzata e ricapitalizzata dallo Stato, ma è praticamente impossibile che accada. La banca si prepara a non remunerare gli obbligazionisti, dopo aver dichiarato la sospensione dei pagamenti residui su tre titoli “ibridi”, «a seguito delle richieste da parte delle autorità europee che gli obbligazionisti contribuiscano alla ristrutturazione del debito della banca». Secondo “Bloomberg”, Siena «non pagherà nessun residuo su circa 481 milioni di euro (650 milioni di dollari) di titoli ibridi in circolazione, emessi attraverso Mps Capital Trust II e Antonveneta Capital Trust I e II». Perché questi titoli? «Perché gli obbligazionisti ibridi hanno protezione zero e zero possibilità di fare ricorso», spiega Snyder. «In base ai termini dei titoli senza scadenza, la banca senese è autorizzata a sospendere il pagamento degli interessi senza essere dichiarata inadempiente», e senza risarcire i titolari delle obbligazioni, “rapinati” per ripianare i conti. Tutto questo avviene solo adesso, cioè dopo le elezioni tedesche: con la Merkel ancora al potere, si è certi che la Germania non permetterà alla Bce di Draghi di varare un altro programma “Ltro” per immettere nuova liquidità salva-banche.

Ma se l’Europa piange, il mondo anglosassone non ride: in Nuova Zelanda, i Verdi di Russel Norman accusano il governo di meditare una soluzione “alla Cipro”: i piccoli risparmiatori sarebbero “rapinati” dal programma Obr, “Open Bank Resolution”, messo a punto dal ministro delle finanze Bill English per affrontare un grande fallimento bancario. E persino il Canada si sta muovendo in questa direzione: lo conferma il “Piano d’azione economica 2013” già presentato al Parlamento dal governo di Stephen Harper. «Ciò significa che questo regime di “bail-in” è stato probabilmente progettato molto prima che scoppiasse la crisi di Cipro», annota Snyder. «Ciò significa che i governi del mondo stanno tenendo d’occhio i nostri soldi come parte della soluzione di eventuali futuri fallimenti delle grandi banche: di conseguenza, non vi è più alcun posto veramente “sicuro” per mettere il vostro denaro». L’unico modo per tentare di proteggersi è dislocare i depositi in banche diverse. «Ma se non dai retta agli avvertimenti e continui a mantenere tutte le tue sostanze in un unico grande mucchio, non sorprenderti se un giorno tutto sarà spazzato via in un attimo».
(Fonte)
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