martedì 29 ottobre 2013

LO SAI CHE SE NON SEI UN ESPERTA PUOI ANCHE DIMETTERTI?

Rosy Bindi, il video della polemica "Non sono un'esperta di antimafia"


In un incontro elettorale del gennaio scorso, l'attuale presidente della Commissione Antimafia ammetteva di non conoscere il problema della criminalità organizzata. Ma il Pd ha comunque deciso di darle la poltrona



Quella dell'Antimafia è stata l'ultima commissione parlamentare ad essere stata formata in questa legislatura, dopo tanti litigi e divisioni di poltrone fra senatori e deputati. E proprio in questa bicamerale che ha poteri d'inchiesta, che ha importanza vitale per la democrazia del Paese, perché deve analizzare la politica al suo interno e sviscerarne le collusioni con le mafie, è arrivato il segnale più sgradevole che la stessa politica poteva dare.


Un segnale non solo per tutti gli italiani - ormai pochi - che credono ancora nella bontà di chi fa politica, ma soprattutto per i collusi e per i mafiosi che si infiltrano nei consigli comunali, in quelli regionali e pure in Parlamento. Il segnale di quanto ai partiti interessi poco il vero ruolo e le importanti funzioni di questa Commissione. Un disinteresse che si registra soprattutto nei partiti di sinistra, più degli altri colpiti da quella criminalità organizzata che ha ucciso i loro uomini migliori (tanto per citarne uno, Pio La Torre).

L'esempio è dato dalla nomina di Rosy Bindi. Nel video, pubblicato da l'Espresso, si comprende come il Pd non abbia preso in considerazione alcuna eventuale formazione politica per trattare un argomento come le mafie. La nomina della Bindi ha, non a caso, alimentato critiche negli ambienti dell'antimafia, che restano però lontane dal polverone politico che ha voluto sollevare il Pdl.

In un incontro elettorale nel gennaio scorso, ripreso dalle telecamere di MNews.it, l'ttuale presidente della Commisione Parlamentare Antimafia ammetteva di non conoscere a fondo l'argomento. "Lo dicevo ieri a Cosenza, non mi ritengo un esperto di questa materia, lo sa Marco (Minniti), abbiamo qui il prefetto, ritengo che i più grandi esperti siano coloro che hanno dato un contributo di sangue con la propria vita e con la vita dei propri cari nei confronti di questo drammatico problema. Non sono un'esperta. Non mi ritengo una professionista dell'antimafia, non ne ho mai fatta"

Ebbene, quando si ascolta Rosi Bindi in campagna elettorale in Calabria, dove è stata candidata dal suo partito, ci si accorge di come oggi il Pd, erede di quel Pci che ha avuto morti e feriti in passato nella guerra che la mafia ha tentato di fare allo Stato, non tiene conto di nulla nel piazzare su una poltrona o su un'altra i propri uomini o le proprie donne.

Nel video Rosy Bindi si presenta il 20 gennaio 2013 agli elettori di Reggio Calabria. La introduce un calabrese doc del partito, Marco Minniti. E lei, molto candidamente, forse perché non si aspettava che dopo quasi dieci mesi le sarebbe toccato in dono la poltrona di presidente della Commissione antimafia, che fa? Dice per ben due volte, parlando della 'ndrangheta, ma indicandola solo come «criminalità» o «illegalità» e senza citarla per nome, confessa sostenendo: «Non mi ritengo un esperto di questa materia». E a testimonianza del fatto che di mafia non sa nulla, indica in «Marco» (Minniti ndr), che «lo sa».

Rosy Bindi è costernata, e ritornando ancora su «questo drammatico problema» (non sia mai lo chiami 'ndrangheta) ripete ancora una volta: «Non sono un'esperta. Non mi ritengo una professionista dell'antimafia. Non ne ho mai fatta!».
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