Ormai
comunemente si osserva che l’arsenale della democrazia continua a intervenire
con le sue guerre, coinvolgendo i suoi alleati subalterni, per buttare giù
soggetti politici che esso stesso aveva messo su, armandoli e finanziandoli.
Pensiamo ai talebani, a Saddam Hussein, a Osama Bin Laden, ai miliziani
dell’Isis.
Queste
odierne operazioni in due fasi, costruzione e demolizione, sono la
continuazione di ciò che l’arsenale della democrazia aveva fatto col nazismo,
sostenendolo finanziariamente persino in tempo di guerra attraverso
partecipazioni societarie, e combattendolo nella seconda fase con grande
dispendio di mezzi, in larga parte addebitati agli alleati. È stato infatti
grazie all’indebitamento abissale degli alleati e poi delle potenze sconfitte
nella seconda guerra mondiale, che l’arsenale della democrazia ha assunto
l’egemonia di gran parte del pianeta, facendosi suo fornitore di credito e,
con Bretton Woods, di moneta di riserva.
In
Ukraina avviene oggi qualcosa di simile: l’arsenale della democrazia dapprima
sostiene una sorta di colpo di stato contro un regime eletto, poi incoraggia
una deriva anti-russi a Kiev, usa ogni mezzo per fare della Russia un nemico e
una minaccia militari per l’Europa occidentale, imponendoci di adottare contro
Mosca sanzioni autolesionistiche per noi, che però ci rendono più dipendenti
dall’arsenale della democrazia per le forniture energetiche, quindi
arricchiscono l’arsenale della democrazia in termini di profitti ed egemonia;
al contempo, annuncia che potrà in futuro contribuire alle spese della Nato in
misura ridotta, quindi gli alleati europei dovranno metterci più soldi, ossia
dovranno comprare più armamenti dall’arsenale della democrazia, il quale è di
gran lunga il principale produttore di armamenti, con una larga quota del pil e
dell’occupazione dipendente dalla produzione e… dal consumo di questi articoli;
così contribuiranno alla prosperità della sua industria bellica a spese dei
propri cittadini contribuenti.
L’arsenale
della democrazia ha una necessità oggettiva e strutturale di agire così per
rimanere egemone e per assicurare grandi profitti al suo complesso finanziario
e industriale militare e salario ai suoi addetti. E per continuare a imporre la
sua ultra- inflazionata valuta come valuta internazionale di riserva e
pagamenti soprattutto delle materie prime, con cui comperare tutto nel mondo,
continuando a stampare carta. Ha necessità di essere fabbrica di guerre,
tiranni e terrori. La sua fisiologia richiede una continua domanda di
armamenti, quindi continue guerre, tensioni, conflitti nel mondo. I suoi
governi assicurano e producono queste condizioni. Nel corso della sua storia,
l’arsenale della democrazia è quasi sempre stato impegnato in qualche guerra.
Il papa non parla mai di questa causa di guerre e violenza. È una necessità
oggettiva, che non ha implicazioni morali. Nessuno va condannato.
Finché
resterà l’arsenale della democrazia, avremo guerre senza fine. Dopo, chissà.
(Fonte)
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