La Commissione europea boccia il regolamento sul “made in”. Dopo
sette anni di attività volta a sostenere la proposta 611/2005, l’Europa
dice no ed è un no definitivo. Il motivo pare stia nell’obsolescenza del
regolamento che, a distanza di anni, non sarebbe più idoneo all’attuale
situazione di mercato nazionale e mondiale e all’interpretazione
dell’Organizzazione mondiale del commercio. Immediate le reazioni e le
critiche, tra queste spicca il commento di Giansecondo Bossi, direttore
Confartigianato Asti.“Questa - sottolinea Bossi -
è l’Europa che non vogliamo, quella rinunciataria e passiva, quella che
non sceglie mai, quella che si piega agli interessi di pochi provocando
danni a tanti. Noi siamo per una chiara e inequivoca identificazione
dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca il
made in Italy e i consumatori sono disposti a pagare un premium price
pur di avere un prodotto fatto in Italia, a regola d’arte. L’Ue non
intende valorizzare il proprio patrimonio di impresa diffusa.
Con questa decisione l’Europa rimane l’unico continente che non
prevede alcuna tutela per l’origine delle proprie merci. Chiediamo ai
parlamentari europei italiani di schierarsi senza equivoci a difesa dei
produttori italiani e al vice presidente della Commissione Europea di
assumere iniziative in questa direzione. Sollecitiamo altresì un
intervento del Governo italiano per stigmatizzare la decisione
dell’Unione Europea.
La globalizzazione non si può scambiare per invasione univoca da fuori a dentro l’Europa. Conoscere l’origine dei prodotti - conclude Bossi -
è fondamentale per i consumatori italiani ed europei, al fine di
tutelare il loro diritto alla corretta informazione su ciò che
acquistano. Del resto più informazione e maggiore trasparenza significa
rilancio dei consumi”.
Bossi cita i risultati di una ricerca dell’Ufficio studi di
Confartigianato condotta su dati Eurobarometro e dalla quale risulta che
1 cittadino europeo su 3, vale a dire 129 milioni di persone, sceglie
cosa acquistare sulla base dell’origine dei prodotti riportati in
etichetta. In Italia l’attenzione all’origine dei prodotti riguarda 25
milioni di persone.
(Fonte)
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