Mentre tutti i maggiori media nazionali sono intenti a divulgare quanto comunicato dalla Questura di Torino (smentita da UGL e SIULP) trovo sul web quanto sotto riportato:
I poliziotti impegnati oggi a Torino nei servizi di ordine
pubblico si sono tolti il casco perché "erano venute meno le esigenze
operative che ne avevano imposto l'utilizzo". Lo precisa una nota della
Questura di Torino, escludendo che il gesto - come ipotizzato da alcuni - fosse
riconducibile a forme di condivisione della protesta. I video però che arrivano
da Torino, Rho e soprattutto Genova, mostrerebbero un altro copione.
"Buonasera Sig. Mavilla.
Ho Visto che nella sua pagina ha condiviso il comunicato
rilasciato dalla Questura di Torino nel quale si legge che "gli agenti
presenti a Torino si sono tolti il casco perché erano venute meno le esigenze
operative che ne avevano imposto l'utilizzo. Nessuna solidarietà da parte
nostra".
Sig. Mavilla quello che ha diffuso la Questura di Torino é
falso, io e molti miei colleghi ci siamo tolti i caschi, subito dopo abbiamo
abbassato gli scudi. Questa azione é non solo sconsigliata, ma viene proibita a
chi, come me, deve garantire e gestire l'ordine pubblico.
NON É ASSOLUTAMENTE VERO QUELLO CHE HA SCRITTO LA QUESTURA DI TORINO.
Abbiamo deciso di nostra iniziativa dopo che intere famiglie
ci urlavano "unitevi a noi". Può leggere i comunicati dei vari
Sindacati della Polizia che hanno condiviso ed appoggiato la nostra iniziativa.
Deve sapere che la Questura di Torino ha chiesto l'identificazione
di tutti quelli che, come me, hanno tolto i caschi e si sono uniti ai
manifestanti. Sicuramente saremo severamente puniti con gravi sanzioni
disciplinari, ma in quel momento abbiamo sentito il dovere di proteggere il
popolo e non lo Stato, quello stesso Stato che ha portato tutti noi alla
deriva.
Lei é una persona intelligente, non si faccia influenzare da
quello che scrive la stampa.
Se vuole pubblicare questo messaggio deve garantirmi
l'anonimato, potrei rischiare il posto di lavoro per aver rivelato l'azione
intrapresa della Questura di Torino.
Un servitore del popolo."
(Fonte)
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