mercoledì 18 dicembre 2013

LA BOMBA STA PER ESPLODERE - INVIATA DENUNCIA CON RELATIVA DOCUMENTAZIONE



Riceviamo da parte della Sig.ra (OMISSIS - per la sua tutela) fatto degno di nota e pubblichiamo integralmente.


Fano 16 dicembre 2013
Al Procuratore Regionale
della Corte dei Conti
Procura Regionale delle Marche
Via Matteotti, 2
60121    ANCONA


Oggetto: denuncia per occultamento atti pubblici e truffa ai danni dello Stato riguardante Il Bando di gara a procedura aperta per la realizzazione del Polo archivistico di Urbino reso noto dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche – Ancona.

Io sottoscritta M. A. (omissis) nata a (Omiss) il (omissis) e residente a (omissis) , inoltro questa denuncia per occultamento atti pubblici e per truffa ai danni dello Stato da parte del Direttore dell’Archivio di Stato di Pesaro e Sezioni di Fano e Urbino, Dott. Antonello de Berardinis, Responsabile del Procedimento del Bando di cui sopra, in accordo con il Direttore Generale degli Archivi di Stato, Dott. Luciano Scala e con l’Amministrazione comunale di Urbino, rappresentata dal Sindaco, Dott. Franco Corbucci, e per le quali affermazioni, ho documentazione che allego in copia alla presente, spiegando i fatti come di seguito:

1)In data 1 dicembre 2008, via Fax, - Doc. 1 - trasmetto al Direttore Generale per gli Archivi Dott. Luciano Scala, esposto – Doc. 2 – del 29 marzo 2008, inoltrato al Prof. Paolo Carini, Direttore Regionale Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche – Ancona -, perché rimasto lettera morta non avendo prodotto alcun intervento istituzionale da parte della competente Direzione Regionale.


2) L’esposto inviato attesta:
·   a)la motivazione della mia legittima richiesta: visionare i propri documenti personali per esercitare il diritto alla salute. I suddetti documenti coprono un arco cronologico dal 1918 al 1940 e fanno parte degli archivi storici del Novecento del Comune di Urbino, prodotti dalle istituzioni pubbliche soppresse negli anni Ottanta e Novanta, vigilati e tutelati dall’Amministrazione archivistica.
Preciso che ad Urbino non ci sono stati né bombardamenti né incendi.
·  b)la condotta non trasparente del funzionario ministeriale Otello Pedini, collaboratore del Dott. Scala, in quanto mi ha richiesto, per le vie brevi, di inviare mio copioso carteggio documentale presso il proprio recapito romano. Il 20 novembre 2006, spedivo – posta celere, via Di Villa Certosa , 17 interno 1 Roma -, il carteggio amministrativo datato dal 1998 al 2006.
·      c)il paradossale comportamento delle autorità preposte alla tutela e vigilanza degli archivi storici , in partico lare della Dott.ssa  Maria Palma, Soprintendente archivistico per le Marche – Ancona -che di fatto non solo hanno impedito il reperimento dei documenti , ma anche di verificare l’esistenza degli stessi archivi entro i quali c’erano gli stessi documenti richiesti.

Per quanto suesposto schematicamente, chiedevo al Prof. Carini, ai sensi dei propri compiti istituzionali, di verificare l’esistenza degli archivi elencati nell’esposto, al fine di reperire i miei documenti.
Neppure dal Direttore Generale Dott. Scala ho avuto risposta ufficiale.

Stando all’iter procedurale, posso legittimamente dichiarare, che il Direttore Generale ha insabbiato Il mio esposto , e conseguentemente anche l’insabbiamento del Prof Carini nei miei confronti.

Detto questo, mette conto precisare, che il Dott. Scala conosceva istituzionalmente l’esistenza o non degli archivi in questione, per il semplice motivo che erano il “contenuto storico” del progetto del Polo archivistico di Urbino .
Fin dal suo insediamento alla Direzione Generale, ha seguito in stretta collaborazione con il Sindaco di Urbino, Dott. Franco Corbucci, sindaco attuale, e con il Direttore dell’Archivio di Stato di Pesaro e Sezioni di Fano e Urbino Dott. Antonello de Berardinis, il percorso amministrativo-scientifico-organizzativo del progetto culturale.

Palazzo Gherardi, edificio monumentale di proprietà dell’amministrazione comunale di Urbino era la futura sede del Polo archivistico, ed in sintesi doveva essere un grande deposito di archivi a disposizione dei cittadini.
Evidenzio che il progetto citato, a cura della amministrazione archivistica centrale - essendo partito,
come attestato dagli atti pubblici , nel 2005, con la collaborazione del Comune di Urbino- era ragionevolmente costituito da elenco di fondi archivistici, redatto dal Comune di Urbino, dalla competente Soprintendenza archivistica delle Marche, organo statale preposto alla tutela e vigilanza sull’ente pubblico, nello specifico sul Comune, Asur e  dal competente Archivio di stato di Pesaro sulle amministrazioni pubbliche statali.
Sostanzialmente il progetto si basava sul numero e quantità dei fondi archivistici che andavano poi ad occupare gli spazi all’interno di Palazzo Gherardi in termini di scaffalature compatt e rafforzamento dei solai come prevede la normativa archivistica, organizzazione dei servizi a favore dei cittadini e i costi finanziari.

3) In data 11 novembre 2009, si rende noto il Bando di gara a procedura aperta per la realizzazione del Polo archivistico di Urbino – Doc. 3 – redatto dal Dott. Antonello de Berardinis, Direttore dell’Archivio di Stato di Pesaro e Sez. di Fano e Urbino, Responsabile del Procedimento, (bando e progetto erano in www,marche.beniculturali,it) importo complessivo netto dell’appalto Euro 450.000,26, che descrive in dettaglio le attività previste in base al finanziamento:
1)schedatura, riordinamento inventariazione documentale degli archivi storici del COMUNE DI URBINO, ASUR DI URBINO (gli archivi dell’Università di Urbino, Cappella SS. Sacramento  di Urbino non fanno parte della questione);
2) trasferimento nelle nuovi sedi;
3) spolveratura e disinfestazione;
4) digitalizzazione e regestazione;
5) portale del Polo archivistico di Urbino-centro multimediale;6)attrezzature.

Sottolineo due aspetti:
-il primo è che Palazzo Gherardi al 2009 e ancora attualmente , è da ristrutturare.
Sono stati spesi finanziamenti pubblici per le attività di cui sopra , senza avere a disposizione la sede. Ne consegue che il punto 2 è falso.
-il secondo aspetto  è che nell’elenco degli archivi appartenenti al Comune di Urino e all’Asur di Urbino, non sono specificati i seguenti “ fondi archivistici “in questione , che in questa sede elencherò:
-archivio dell’ex ufficiale sanitario- registri dei parti.
-archivio di igiene e sanità pubblica.
-archivi ospedalieri prima della riforma del sistema sanitario Legge n.833/1978 – archivio cartelle cliniche relative ai ricoveri risalenti al 1927, cartelle dei deceduti, registri di pronto soccorso, registri di ricovero dal 1950.
-archivio del Servizio degli Esposti ( illegittimi) formato e detenuto per legge dal Sindaco del Comune di Urbino fin dal 1916, costituito dai fascicoli per sonali dei cittadini.
-archivi degli enti assistenziali, Irab, Ipab , Eca con relativi inventari dei beni mobili ed immobili.
Negli anni 1993-1994 il Direttore dell’archivio di Stato di Pesaro precedente a quello attuale ha recuperato archivio parziale del pregiatissimo fondo delle Irab, trasferendolo alla Sezione di Urbino.
-i fascicoli degli allegati ai registri di nascita e di morte del Comune di Urbino dal 1908 al 1960.

Il Dott. Scala, essendo a conoscenza della sparizione del patrimonio storico del Novecento del Comune di Urbino, patrimonio dell’Unesco e che la sede – Palazzo Gherardi- a quell’anno era fatiscente , ed è ancora da restaurare – al fine di coprire questo scandalo, autorizza il bando per dire ai cittadini che tutto va bene.

Altresì il Direttore Generale è informato istituzionalmente dei risultati di tutta una serie di errori e scelte inverosimili dell’amministrazione centrale che gestisce “la cultura nazionale”, prive di un percorso trasparente e di procedure corrette.

Si tratta di altre vicende che riguardano Urbino:
-gli appalti per Palazzo Chiocci, immobile di proprietà del Comune di Urbino, sede della Sezione Archivio di stato di Urbino, mai realizzata.
-gli appalti per i locali all’interno della Scuola elementare Pascoli, ove la Sezione di cui sopra si è stata trasferita nell’ottobre del 2007. Gli interventi strutturali eseguiti sono contrari ai più elementari principi di buona conservazione del patrimonio storico culturale, di proprietà statale.
La scuola di cui sopra è di proprietà dell’amministrazione comunale di Urbino.

Appalti per Palazzo Chiocci, ubicato in Piazza Gherardi:
-Dopo aver speso tra il 1998/2001: 415.625.260 milioni per le indagini diagnostiche strutturali per il Restauro effettuate dalle ditte S.A.PP. srl. Di Roma e I.C.O.R di Piobbico (PU); 213.298.700 milioni per la progettazione dello studio ARCOTECH di Roma ; 51.212.800 per le ritenute d’acconto; 22.710.152 per gli svincoli a garanzia Palazzo Chiocci risultava inadeguato come sede archivistica.

Appalti Scuola elementare” G. Pascoli “ in via Piano di S. Lucia:
- i lavori di adeguamento degli ambienti eseguiti  dall’amministrazione centrale, non dovevano essere realizzati perché non risolvevano le grandi problematiche delle infiltrazioni d’acqua , già note ai funzionari tecnici della Direzione Generale.
Non solo. Gli interventi effettuati hanno aggravato la situazione dei locali in termini di umidità e notevoli infiltrazioni d’acqua visibili sono sui muri della sede. Gli intonaci appaiono rigonfi e in procinto di sgretolarsi e ci sono significative presenze di muffe.
I locali , in particolare quelli di deposito ove è conservato il patrimonio storico di inestimabile valore, non solo non sono idonei per l’ottimale conservazione, ma corre il rischio di macerare in mezzo alla notevole infiltrazioni d’acqua ,se non si interviene.

In barba a quanto detto semplicemente, la Direzione Generale ha speso di soldi pubblici 690.844,87 euro, così ripartiti: impresa VIGNONE costruzione generali srl di Roma: adeguamento impianti, estintori, cartellonistica, modifiche impianto di sicurezza e impianto di deumidificazione; Wood srl 169.800,00;
forniture varie e trasferimento ad Ancona di 5 impianti compatt; arch. Valerio Cavalieri di Roma :24.804,79;
Arcobaleno 831,160: pulizia locali; Creditori vari4.958,14; IKNE Arte 26.784,00:inaugurazione sede;
CNT:15.200,00: trasloco materiale archivistico; Tesoro dello Stato 4.844,68; gara trasloco 51.00.

A questi appalti, che sono un’offesa al buon senso e all’efficienza di una corretta amministrazione pubblica, il Dott. Scala era informato istituzionalmente di altri vergognosi appalti riguardanti la nuova sede per l’Archivio di Stato di Pesaro individuata in Rocca Costanza di proprietà demaniale, mai realizzata e per la Sezione Archivio di Stato di Fano individuata in Palazzo Nolfi di proprietà del Comune di Fano , mai realizzata.

Spreco di miliardi di euro per lavori strutturali per delle sedi di Archivi di Stato, mai realizzate.
Nella Provincia di Pesaro e Urbino alla fine degli anni Novanta, la Direzione Generale per gli Archivi si è attivata al fine di creare le nuovi sede archivistiche per Urbino, Pesaro e Fano, spendendo miliardi di euro per niente.

Alla luce di quanto suesposto chiedo a Codesta Amministrazione Giudiziaria  di indagare sulla gestione oscura di una amministrazione pubblica che coordina la memoria storica dei cittadini italiani, “ la cultura italiana” spendendo inutilmente i soldi dei contribuenti.

In fede
M.A. (omissis)
(di Emanuela Rocca – Fonte)

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