Siria, al Ginevra2 scambio di accuse tra regime e oppositori
Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon apre
la conferenza internazionale di pace e lancia un appello: "Accesso
umanitario urgente". Duri interventi da parte dei due rappresentanti delle
opposte fazioni
MONTREUX - La conferenza
internazionale di pace sulla Siria a Montreux, definita Ginevra 2, si è aperta fra le scintille
delle due parti in causa. Interventi "pesanti" da parte del ministro
degli Esteri di Assad Walid Muallem e del presidente della Coalizione nazionale
siriana, Amhad Jarba - che si sono lanciati a distanza pesanti accuse di connivenza
con il terrorismo e di massacro del popolo siriano.
In apertura dei lavori, l'appello conciliante
di Ban Ki-moon è sembrato ancora molto lontano dai toni violenti del dibattito.
La conferenza, ha ricordato il segretario generale dell'Onu, rappresenta
"l'opportunità di mostrare unità per una soluzione politica" del
conflitto siriano. Rivolgendosi alle delegazioni siriane, quella del
governo e dell'opposizione, il leader dell'Onu ha sottolineato l'importanza di
"negoziare in buona fede": "Fatelo per il vostro futuro",
ha precisato, dicendosi "contento che le delegazioni siano qui" e
ringraziandole "per avere accettato l'invito".
Emergenza accesso umanitario. "Faccio appello
per un accesso umanitario urgente, ci sono migliaia di persone stremate e senza
assistenza da mesi", ha aggiunto Ban Ki-Moon. "Alcuni villaggi sono
invivibili per le bombe", ha spiegato Ban, che ha ringraziato l'emiro del
Kuwait, poresente in Svizzera, "per il supporto umanitario" e la
comunità internazionale "per la distruzione delle armi chimiche dopo
agosto". "Ma riconosco che la maggior parte dei morti è conseguenza
di armi convenzionali", ha sottolineato. "Chiedo alle delegazioni
siriane di impegnarsi seriamente per una Siria pacifica e democratica", ha
insistito Ban Ki-Moon.
Kerry: "Assad fuori
dalla transizione". "Dobbiamo affrontare la realtà:
Assad non farà parte di questa transizione" politica in Siria, "un
uomo non può tenere un Paese e l'intera regione in ostaggio", ha ribadito
il segretario di Stato Usa John Kerry che, parlando a Ginevra 2, ha ribadito che il regime
ha fatto uso di armi chimiche. "L'uomo che guiderà la Siria ", ha aggiunto,
"non verrà dalle torture", quelle subite in questi mesi dalla popolazione
siriana, "ma dal consenso delle persone". Kerry ha anche sottolineato
che la conferenza è un test importante sulla risolutezza del mondo e apre
difficili negoziati.
Lavrov: "Anche Iran
partecipi a colloqui". Le delegazioni siriane che partecipano alla
conferenza hanno "una responsabilità storica". Lo ha sottolineato il
ministro degli esteri russo Sergey Lavrov durante il suo intervento, nel quale
ha anche detto che alcuni gruppi "patriottici" di opposizione siriana
e l'Iran dovrebbero agganciarsi ai colloqui di Ginevra 2. Secondo le parole di
Lavrov, la Siria
si sta trasformando in un centro del terrorismo internazionale con estremisti
destinati a seminare caos nel mondo e a creare un'atmosfera aliena di
intolleranza nel Paese. Secondo il ministro russo a Ginevra dovrebbero
partecipare "anche se non dal primo giorno" anche altri gruppi di
opposizione. C'è, ha insistito, "la necessità di coinvolgere l'Iran nei
nostri sforzi comuni per attuare il comunicato di Ginevra, senza cercare di
interpretarlo in un modo o nell'altro".
L'attacco di Muallem:
"Sangue siriano su mani dei partecipanti". "Mi dispiace
che i rappresentanti di alcuni Stati seduti in questa stanza abbiano il sangue
dei siriani sulle mani". È duro l'attacco che il ministro degli Esteri
siriano Walid Muallem rivolge ai partecipanti alla conferenza, puntando il dito
contro quei Paesi che vogliono "esportare il terrorismo, usare i loro
petroldollari per comprare armi e riempire i media internazionali di
bugie". "Ora la maschera è caduta e vediamo la vera faccia di coloro
che vogliono distruggere la
Siria ", ha aggiunto. Richiamato più volte perché ha
sforato il tempo massimo per gli interventi di apertura, Muallem ha lamentato
''che tutto ciò non ha nulla a che vedere con l'Islam''. ''Terroristi ceceni,
francesi, sauditi, britannici vogliono imporre in Siria uno Stato islamista che
riporti indietro il Paese di mille anni'', ha affermato il capo della
diplomazia del regime di Bashar al-Assad. Il ministro ha poi replicato alle
parole di Kerry: "Signor Kerry, nessuno, ad eccezione del popolo siriano,
può decidere chi è presidente. Nessuno ha il potere di conferire o revocare la
legittimità di un presidente, di una costituzione o di una legge, ad eccezione
del popolo stesso", ha detto Muallem.
Battibecco tra Ban e ministro
siriano. l
segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha interrotto l'intervento fiume del
ministro siriano Walid Muallem, perché andato ben oltre i 7 minuti dati a
ciascun partecipante alla conferenza Ginevra 2, sforando i 25. Ma l'inviato di
Assad non ha voluto terminare: "Devo continuare il mio discorso", ha
detto. Ban gli ha quindi dato altri 2-3 minuti per finire l'intervento, ma
Muallem in un botta e risposta ha rilanciato: "Ne voglio altri 20".
"Lei vive a New York, io in Siria". Il battibecco ha suscitato le
risate della sala stampa.
Capo
opposizione: "Tutti vittime di Assad". "I siriani sono
tutti vittime di un uomo che vuole solo rimare sul trono", ha detto il
presidente della coalizione nazionale siriana, Amhad Jarba, prendendo la parola
alla conferenza. La tv del regime ha trasmesso il suo intervento a Montreux
accompagnando l'immagine a una scritta in sovraimpressione: "Atti di
terrorismo". Nel suo appassionato discorso, Jarba ha anche mostrato
immagini di presunte torture a cittadini siriani.
''C'è un partner nella
delegazione siriana per creare un nuovo governo?'' ha chiesto il presidente
della Coalizione Nazionale Siriana, lanciando un appello alla diserzione nelle
file del regime di Damasco. "In Siria combattiamo mercenari
internazionali, che sono l'altra faccia di Assad", ha detto ancora Jarba.
"Combattiamo seriamente il terrorismo portato dall'Iraq alla Siria con
l'Isis. L'Esercito siriano libero ha avuto molti successi contro i mercenari,
specialmente gli Hezbollah" che compiono "atti terroristici ovunque
nel mondo", e "le forze iraniane".
Ministro Informazione
siriano: "Assad non se ne andrà". "Assad non se
ne andrà". Lo ha ribadito il ministro dell'Informazione siriano Omran
al-Zohbi, presente nella delegazione del governo a Montreux. "Se volete
aiutare Al Qaeda, andate pure avanti", ha aggiunto il ministro.
Fabius: "Nodo è
transizione, non terrorismo". Prendendo la parola al summit, il
ministro degli esteri francese Fabius si è rivolto al governo di Damasco
sottolineando che scopo della conferenza è affrontare il problema di una
transizione politica mentre non ha senso parlare (come fanno gli esponenti del
regime) di "terrorismo". La conferenza, ha detto Fabius, deve
occuparsi del tema della transizione e non è il caso di fare "infondate
accuse" di terrorismo. "Il tema è trovare un accordo politico per
avere in Siria un'autorità di transizione che abbia tutti i poteri
positivi" mentre c'è chi, ha aggiunto riferendosi al regime di Damasco,
prova "a prendere tempo con accuse senza prove e infondate". Il
collega britannico William Hague ha poi sottolineato che "se questo
processo di pace fallisce, migliaia di siriani innocenti ne pagheranno il
pezzo".
Ashton: "Eventi in Siria
spaventosamente unici". "Ciò che sta accadendo in Siria non
ha precedenti storici, è spaventosamente unico": così l'Alto rappresentante
per la politica estera dell'Unione europea, Catherine Ashton ha commentato la
situazione siriana.
Bonino: "Lotta a terrorismo non è giustificazione". "Tutti qui condividiamo la preoccupazione che l'attuale situazione porti al radicalismo e al terrorismo. Ma voglio dire chiaramente che la lotta al terrorismo non può giustificare la violazione dei diritti umani e della dignità": così il ministro degli Esteri Emma Bonino è intervenuto alla conferenza. ''I negoziati politici tra le parti siriane devono comportare il cessate il fuoco. Fine al radicalismo e all'estremismo che colpisce non soltantola Siria , ma tutta la regione''. "L'Italia - ha
aggiunto - è impegnata allo sforzo di pace nella regione. Serve la nascita di
un governo transitorio con pieni poteri, formato con accordo consensuale, sarà
la base del nostro sforzo e la chiave del successo". Poi Bonino, senza
fare citazioni, ha detto che nei negoziati "le parti siriane devono essere
sostenute da tutti, anche da chi non è presente oggi. Dobbiamo riuscire a
coinvolgere tutti gli attori" che hanno un ruolo per la Siria , senza citare
esplicitamente l'Iran. Bonino ha però sottolineato che "l'unica via di
uscita è l'applicazione del comunicato di Ginevra 1", che Teheran non ha
voluto riconoscere, facendo
ritirare il suo invito alla conferenza. Il ministro italiano, in merito alla
questione di Gioia Tauro, ha detto ai giornalisti italiani a margine della
conferenza sulla Siria: "Mi sembra che dalle riunioni di ieri (tra il
premier Enrico Letta e le amministrazioni locali,
ndr) siano state superate una serie di preoccupazioni" sul porto di Gioia Tauro, "a cominciare dal fatto che non si tratta di armi chimiche ma di prodotti tossici. Non è il ministro degli Esteri che ha rapporti con le autorità locali", ha poi spiegato riferendosi alle proteste per la mancata comunicazione dell'operazione.
Bonino: "Lotta a terrorismo non è giustificazione". "Tutti qui condividiamo la preoccupazione che l'attuale situazione porti al radicalismo e al terrorismo. Ma voglio dire chiaramente che la lotta al terrorismo non può giustificare la violazione dei diritti umani e della dignità": così il ministro degli Esteri Emma Bonino è intervenuto alla conferenza. ''I negoziati politici tra le parti siriane devono comportare il cessate il fuoco. Fine al radicalismo e all'estremismo che colpisce non soltanto
ndr) siano state superate una serie di preoccupazioni" sul porto di Gioia Tauro, "a cominciare dal fatto che non si tratta di armi chimiche ma di prodotti tossici. Non è il ministro degli Esteri che ha rapporti con le autorità locali", ha poi spiegato riferendosi alle proteste per la mancata comunicazione dell'operazione.
Turchia: "Regime
mente". Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha
accusato di mentire il regime di Damasco alla conferenza di Ginevra 2, dicendo
che ha commesso odiosi crimini contro il suo popolo e aggiungendo che chi ha
commesso crimini di guerra dovrà risponderne. Parlando a Montreaux ha detto,
secondo quanto riporta l'agenzia turca Anadolu: "Come può il regime siriano ingannare la
comunità internazionale con le sue bugie?". Il Consiglio nazionale
siriano, ha detto, è il vero rappresentante del popolo siriano e la pace in
Siria garantirà la sicurezza dei Paesi vicini.
Regime di Damasco: "Falso
rapporto su carceri". ''Un rapporto politicizzato'': il ministero
della Giustizia di Damasco, nel giorno di Ginevra 2, ha respinto il dossier
finanziato dal Qatar e da alcuni oppositori di Assad che documenta la morte di
11 mila detenuti nelle carceri siriane fra il 2011 e il 2013. ''Il ministero
della Giustizia nega completamente la veridicità del rapporto'', si legge in
una nota del dicastero, diffusa dall'agenzia ufficiale Sana. ''È
politicizzato e manca di obiettività e professionalità''.
Manifestanti pro-Assad
davanti a palazzo conferenza. Decine di dimostranti pro-Assad, secondo
quanto riporta al
Jazeera, stanno protestando all'esterno del Montreux palace. I
manifestanti sventolano bandiere siriane e innalzano foto del presidente Bashar
al Assad.
L'augurio del Papa. "Prego il
Signore che tocchi i cuori di tutti perché, cercando unicamente il maggiore
bene del popolo siriano, tanto provato, non risparmino alcuno sforzo per
giungere con urgenza alla cessazione della violenza e alla fine del conflitto,
che ha causato già troppe sofferenze". Così il Papa a conclusione
dell'udienza generale in piazza San Pietro. "Auspico alla cara nazione
siriana un cammino deciso di riconciliazione, di concordia e di ricostruzione
con la partecipazione di tutti i cittadini, dove ognuno possa trovare
nell'altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere ed
abbracciare". Il Vaticano è stato invitato a partecipare alla conferenza
di Ginevra 2. Della delegazione fanno parte: monsignor Silvano Tomasi, rappresentante
della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e Istituzioni
Specializzate a Ginevra, e monsignor Alberto Ortega Martín, Officiale della
Segreteria di Stato.
(Fonte)
Nessun commento:
Posta un commento