Venti milioni per far giocare Pannella alla radio
È fatta. Anche questa volta, come per le decine di volte precedenti. Da più di vent’anni. Fate i conti e vedete quanto fa 2 per 10 (milioni) di euro all’anno. Un botto!
La Radio di Marco Pannella e di Emma Bonino - pardon, il loro servizio d’interesse generale, come lo definiscono - ha incassato anche questa volta, attraverso la Legge di Stabilità, approvata al Senato con il voto di fiducia, il denaro ritenuto necessario dallo Stato (perché il denaro è dello Stato, cioè di tutti) per trasmettere, nell’ambito e in una quota parte del suo palinsesto, le sedute di Camera e Senato, per gli anni 2014 e 2015: 10 milioni di euro per ciascuno di questi anni.
Può farlo gratis la Rai-Tv, con Gr-Parlamento? Lo fanno tutti i siti d’informazione per le sedute più importanti? Lo fanno i canali satellitari di Camera e Senato? Non importa. Deve farlo Radio Radicale e devono pagarlo tutti! E’ un diktat dal quale non si può prescindere. Nessuno si azzardi a dire nulla! Se si alzasse una flebile voce, non per dissentire - è chiedere troppo a quest’Italia cialtrona e ipocrita! - ma per domandare spiegazioni, verrebbe zittita, come nelle dittature comuniste e fasciste. Il “regime partitocratico” - così lo chiama Pannella - paga una tassa annuale da decenni a questi astuti personaggi, chiunque sia il premier: Berlusconi o D’Alema, Prodi o Monti, Letta o chicchessia. Poco importa. Si deve obbedire e basta. Tutti si genuflettono. “Pannella non conta nulla” - mi disse tempo fa un autorevole Ministro dell’attuale Governo – “lo facciamo per farlo divertire”. Aveva ragione lui.
Sulla pelle di chi, fanno divertire Pannella? 20 milioni di euro in 2 anni, sono 10 volte l’importo deciso dal Governo per il primo intervento nella Sardegna devastata dall’alluvione. Con la stessa cifra, si potrebbe porre un argine allo scandalo delle pensioni minime o rendere sicure e frequentabili le scuole pubbliche o investire nella ricerca o fare mille altre cose. Invece facciamo divertire Pannella e questa volta, per farlo divertire, non è neanche stata necessaria la solita messa in scena. Scioperi della fame e della sete - tranne quelli ad intermittenza per i diritti dei detenuti - e appelli a gogò sono stati accantonati e messi in soffitta. Anche i parlamentari cosiddetti cattolici hanno potuto fare a meno di apporre la loro firma per la salvezza di Radio Radicale, come hanno fatto in passato, senza avere il coraggio di spiegare perchè.
Questa volta, nel Governo Letta c’è Emma Bonino - la Ministra degli Esteri che sul suo profilo facebook dice che sarà il processo a stabilire l’innocenza o la colpevolezza di coloro che sono stati comandati dal nostro Stato a compiere il proprio dovere e che sono sequestrati in India da due anni e che li equipara ai 10mila casi che segue di italiani in difficoltà nel mondo - scelta per le sue competenze e i suoi meriti, che nessuno sa quali siano, ma che è ben voluta e amata da tutti, nonostante il suo passato di abortista, che rivendica ancora oggi. Forte del consenso alla sua lista di riferimento - che alle ultime elezioni ha colto, udite, udite, il risultato dello 0,19% - la Bonino è lì, a rappresentare l’Italia nelle sedi internazionali e in quelle europee, a lei omogenee, in base alla cultura anti-umana che esprimono ed è anche lì per garantire gli introiti di Radio Radicale.
L’ultimo rinnovo temporale della convezione - quello deciso da Monti - era stato di un anno. Ora - nonostante l’enorme calo degli ascolti dell’emittente, nel primo semestre di quest’anno, una media di 288mila ascoltatori nel giorno medio, il 40% in meno della media del 2003, come ha documentato un articolo di “Italia Oggi”, del luglio scorso - si raddoppia. Per garantire la certezza degli investimenti del Centro di Produzione S.p.A., la società editrice di Radio Radicale, direbbe il furbo Pannella. E’ danaro - pubblico - che si aggiunge ai fondi per l’editoria - pubblici - di cui Radio Radicale gode in quanto organo della Lista Marco Pannella (4,5 milioni di euro per l’anno 2012), che fino a quando aveva suoi rappresentanti in Parlamento, ha sempre incassato l’altro denaro - pubblico - derivante dalla legge sul finanziamento dei partiti politici, così come gli ex parlamentari radicali che hanno raggiunto l’età prevista, incassano gli emolumenti - pubblici - pensionistici. Un’orgia di denaro e di potere. Lo stesso potere che da decenni imperversa nella società italiana.
(Fonte)
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