domenica 1 settembre 2013

Il governo cambia nome all’IMU. Buio completo sulla Service Tax che partirà dal 2014



29-08-2013 - Il Consiglio dei ministri di ieri ha abrogato formalmente l’IMU sulla prima casa. La rata di giugno, sospesa dopo la formazione del governo Letta, non dovrà più essere pagata e anche a dicembre la rata salterà. Una buona notizia per gli italiani, proprietari di un immobile per oltre l’80% dei casi. Nessun dubbio per il 2013, ma da ieri sera si è aperto il giallo su quanto accadrà a partire dal 2014 e quali siano le coperture per l’abrogazione dell’imposta sugli immobili sulle prime case, il cui gettito ammonta a 3,9 miliardi di euro all’anno.

Abrogazione Imu, dal 2014 arriva la misteriosa Service Tax

Lo spiega in parte lo stesso premier Enrico Letta in conferenza stampa quel che potrebbe attendere gli italiani. L’IMU non ci sarà più; cambia pelle e si chiamerà “Service Tax”. Brutta espressione, perché quando in Italia si utilizzano nomi inglesi è solo per addolcirne la pillola amara del significato. La Tassa sui Servizi, impropriamente detta, comprenderà l’IMU attuale e la Tares. Quest’ultima da quest’anno già sostituisce la Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani, che ha subito un incremento per la riforma voluta dal governo Monti, il quale ha imposto a tutti i Comuni, anzitutto, di calibrare l’imposta sulla base dei metri quadrati dell’immobile, come da catasto, e di coprire il costo del servizio al 100%. Non solo. A questo si aggiunge un’addizionale di 30 centesimi al metro quadrato, incrementabile fino a 40 centesimi da parte del Comune, per finanziare i servizi indivisibili, come l’illuminazione pubblica.

Service Tax cosa è?
Insomma, il cambio di nome da Tarsu a Tares è servito a stato centrale ed enti locali per fare cassa. Il rischio è accada lo stesso anche con il passaggio dall’IMU alla Service Tax. Qui, sorgono vari problemi. Il premier ha affermato sempre in conferenza stampa che il principio su cui reggerà la nuova imposta federale sarà quello di “vedo, pago, voto”. Tradotto per i comuni mortali, significa che il sindaco sarà responsabile della tassazione e sarà giudicato dagli elettori sulla base delle scelte compiute. Verissimo. Ma se il governo taglia ogni anno i finanziamenti ai Comuni, non si vede da dove debbano essere attinte le risorse necessarie per evitare il fallimento degli enti locali. Insomma, Roma potrebbe scaricare sui sindaci la responsabilità di tassare gli immobili, forse anche sulle stesse prime case. E non si esclude che le seconde case, già oggi tartassate, subiscano un inasprimento della pressione fiscale. E c’è di più. Tra le ipotesi di queste settimane sulla “Service Tax”, una prevedeva che l’imposta fosse sostenuta da tutti coloro che usufruiscono di un immobile, quindi, anche dagli inquilini. Da tassa di proprietà si tramuterebbe in una tassa di possesso. Silenzio più assoluto, va bene ripeterlo, da parte del governo, se i Comuni potranno o meno imporre la tassa anche sulle prime abitazioni e sui terreni agricoli. Perché è evidente che se l’abrogazione non avrà contemplato un pari recupero di risorse altrove, si sarà trattato di un bluff mediatico. E l’esecutivo ha comunicato che intende presentare i provvedimenti nel dettaglio al 15 ottobre. Per quella data, sapremo se le coperture saranno state trovate con altri aumenti di tasse (escluso, in teoria, dall’esecutivo) o con adeguati tagli alla spesa pubblica. In ballo, oltre all’IMU, c’è, ad esempio, il destino dell’IVA, il cui aumento al 22% è stato bloccato fino al 30 settembre, ma che potrebbe ripartire dall’1 ottobre, se il governo non avrà trovato quel miliardo che manca per la copertura fino al 31 dicembre. Ci sono, poi, le questioni degli esodati e del finanziamento della cassa integrazione, oltre alla stabilizzazione dei precari della PA. Da qui, lo sgomento per un esecutivo che annuncia riforme fiscali senza numeri alla mano. Prepariamoci al solito balletto delle tasse sui giochi, sui superalcolici, sulle sigarette, di un’ennesima manovra sulle accise, sul bollo auto, etc. Ci andrà già bene, se la “Service Tax” non sarà superiore alla somma tra IMU e Tares. In fondo, cos’è stato ad oggi il federalismo all’italiana, se non una moltiplicazione delle tasse a carico dei contribuenti (Imu, aumento Iva ed esodati, ecco cosa ci attende in autunno)
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