31 july 2013 - Il
premier Viktor Orban (nella foto)
difende i valori della nazione e della stirpe magiara dagli attacchi
dei Signori del danaro e del mondo unipolare a guida statunitense.Con un discorso tenuto ai suoi connazionali alla
24esima Balvanyos Hungarian Summer University a Baile Tusnad (Tusnádfürdő), in Romania, il premier ungherese
ha esaltato i valori
supremi della nazione contro quelli del danaro e del mondo unipolare
che punta a distruggere le differenze di natura culturale, politica e
linguistica. Lo stesso premier ha ricordato che questo
dominio unipolare è rappresentato fino alla Prima guerra mondiale
dalla Gran Bretagna e dalla fine del primo conflitto dagli Stati Uniti,
attraverso un passaggio di consegne.
Non
solo. L’attuale
unipolarismo di marca statunitense mira a distruggere ogni aspetto
dell’umana realtà favorendo la diffusione di Organismi geneticamente
modificati (Ogm), come il premier magiaro ha sottolineato
nel suo discorso in tv la battaglia del governo ungherese contro gli
Ogm e il divieto assoluto che vengano esportati nella patria magiara. E
ancora Orban ha condannato il progetto nel Nuovo
Ordine Mondiale proteso a distruggere non solo le nazioni e le
Costituzioni delle stesse, ma lo stesso principio che anima la famiglia,
di cui gli uomini sono insieme alle loro consorti e ai
figli nel contesto di una nazione la componente essenziale e
imprescindibile senza la quale non potrebbe esistere l’idea stessa di
patria e verrebbe meno la continuità della stirpe.
Il progetto
perseguito dai Signori del danaro, dalle lobby della finanza
internazionale, dai tecnocrati e dai poteri forti avverrebbe, secondo
Orban, modificando radicalmente le leggi della natura e della
stessa società in nome di un presunto “progresso” che rappresenta
invece un’involuzione palese dell’essere umano e della realtà
fenomenica. L’azione dell’usura internazionale allo stesso tempo si
estrinseca creando ulteriori debiti attraverso prestiti ad usura che
finiscono per convogliare le nazioni in un circolo vizioso da cui non
escono se non con un’economia distrutta e una povertà
endemica. Parlando di comunità ungheresi, il primo ministro ha detto
che “allo stato attuale delle cose” coesione tra di loro “non può
essere promosso su base territoriale, ma attraverso i legami
di cittadinanza”. Del resto Orban conosce bene gli attacchi dei
banksters nazionali ed internazionali: dalla Banca centrale magiara, ora
diretta da un uomo fidato del premier, e le banche
straniere coadiuvate da multinazionali e altri colossi dell’economia
che sperano di sottomettere l’Ungheria ai voleri dei Signori del danaro
pronti a lucrare su giovani e famiglie magiare.
Ma il primo ministro di Budapest nel suo discorso ha insistito sul fatto che una componente fondamentale della strategia economica del suo governo è quella di una politica che cerca di aiutare i genitori e i loro familiari a mantenere la loro identità etnica ungherese, e ancora a sostenerli nel raggiungere la prosperità nella loro patria e ad avere accesso all’istruzione del loro Paese.
In linea con la politica economica magiara il governo si è impegnato a perseguire una via autarchica che mira a mantenere in patria tutti i beni prodotti dal popolo ungherese e ad impedire loro di essere rimpatriati dal Paese in cui sono ospiti per motivi di studio, ha ribadito il premier nel suo intervento.
Purtroppo, ha proseguito con tono deciso Orban, nel corso degli ultimi due decenni, l’Ungheria ha rappresentato un Paese “vulnerabile e sfruttato” nonostante la libertà politica di cui disponeva, a questo però bisogna aggiungere in termini negativi che fondi e danaro sono stati “pompati” fuori dal Paese attraverso diversi canali. Come esempi, il primo ministro ha citato i profitti elargiti a banche straniere, i tassi della Banca centrale magiara che sono stati “mantenuti artificialmente alti” e i prestiti in valuta straniera.
Il primo ministro ha ricordato di aver incaricato il ministro dell'Economia Nazionale a ripagare il prestito negoziato dall’Ungheria nel 2008 con il Fondo monetario internazionale, prima della fine dell’estate. In più ha sottolineato che i fondi necessari sono disponibili poiché “gli ungheresi hanno prodotto quei soldi nel corso degli ultimi tre anni”.
Per quanto riguarda l’Unione europea, il primo ministro Orbán ha dichiarato che le istituzioni di Bruxelles e Strasburgo sarebbero in grado di rispondere alle sfide che la comunità d’Europa richiede, e ha espresso la convinzione che le risposte a questi problemi devono essere trovate “esclusivamente su base nazionale”. Un modo cortese e indiretto per far capire la sua contrarietà e quella del suo partito Fidesz a qualsiasi soluzione imposta dall’alto come la creazione di un Superstato Ue nelle mani dei tecnocrati di Bruxelles al servizio dei Signori del danaro e dell’unilateralismo americano.
(Fonte)
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