domenica 9 agosto 2015

LETTERA DI UN PARA’ AD UN PACIFISTA



Ciao, pacifista che ami scendere in piazza mi permetto di notare la tua disinformazione, ho fatto il militare nella Folgore, e non ho trovato nessuno che volesse la Guerra, ho parlato con reduci, e nessuno di questi avrebbe mai voluto puntare una arma verso un suo simile. Tu non comprendi il mondo militare e vivi di utopie, pensi che l’essere umano sia perfetto, ma la storia insegna che purtroppo ci sono stati Olocausti, Bombe Atomiche dove anche la più fine diplomazia non poté nulla.

Tu vuoi sciogliere la Folgore, ritirare le truppe dalle Missioni Umanitarie e magari non vai a trovare tua nonna all’ospizio e non saluti quelli che tifano una squadra diversa dalla tua, eri obbiettore di coscienza e ti sentivi tanto buono.

Noi abbiamo fatto il militare, oddio..se potevamo scansarlo, ma dato che lo dovevamo fare, abbiamo cercato di farlo bene, Volontari nella Folgore, Parà!!!, ed i più fortunati, pure Assaltatori.

Abbiamo imparato tante cose: che l’Italia e Bella, come sono belli gli Italiani, come si può essere fratelli di un Siciliano e di un Bresciano allo stesso tempo, essere veri uomini non lo fa la condizione economica o il posizionamento geografico, ma il senso del dovere, il rispetto dei ruoli, l’amore per l’ordine, lo spirito di sacrificio e l’altruismo.

Noi che già che c’eravamo ci siamo anche buttati col Paracadute, che per te appare il fine di tutto, per noi era solo l’inizio, perché un Parà diventa Parà, quando è atterrato non mentre è in volo.

I Duri addestramenti, che anche a noi sembravano “troppo” duri, ci hanno insegnato a trovare dentro di noi la forza per andare avanti sempre e comunque.

Una volta congedati, questa forza è rimasta con noi, quando la vita ci ha messo davanti le sue difficoltà, noi avevamo la nostra riserva, il nostro metodo, la consapevolezza che dentro di noi c’è sempre una riserva di forze che ci permette di lottare oltre l’immaginabile.

Tu ci prendi in Giro perché festeggiamo una sconfitta, El Alamein, noi non festeggiamo il “sistema guerra” o l’alleanza con la Germania, noi ricordiamo degli uomini che non erano nati per fare i Soldati, ma che hanno saputo trovare dentro se stessi una forza inimmaginabile.

Quella Forza che se gli Italiani con ancora un minimo di senso Etico, riuscissero a trovare dentro di se, permetterebbe di avere un Italia migliore, una classe politica meno corrotta, la cosidetta società civile dovrebbe prendere tanti esempi dal mondo militare, dove inevitabilmente ci sono inquinamenti politici, ma quando dalle parole si passa ai fatti, allora il criteri meritocratici, il valore del singolo, emergono per forza di cose.

Caro Pacifista con la Bandiera colorata, io per la pace ho donato i miei vent’anni alla bandiera tricolore, tu dedica 2 ore a capire che gli Italiani sono soldati di pace, le tangenti per gli acquisti bellici, o le spese in armamenti stupidi, fanno arrabbiare per primi chi per lavoro ha scelta la carriera militare con stipendi modesti.

Non fare di tutta l’erba un Fascio, anzi non fare l’equazione Folgore uguale Fascismo, siamo nel 2012 ci interessa il futuro dei nostri figli ed il recupero dei valori e degli ideali.

Butta quel megafono, e vieni a terra con noi, il ritto lo dai tu.
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