martedì 27 settembre 2016

Referendum costituzionale, ecco perché voterò No

Una riforma costituzionale che sembra voler limitare la possibilità d’azione del popolo sovrano.


La Costituzione è la carta fondamentale di ogni paese civile e democratico del mondo. Non è immutabile, ma è giusto ponderare bene ogni  proposta di modifica prima di approvarla perché potrebbe incidere negativamente anche per decenni. Proprio per questo, dopo aver valutato attentamente le correzioni che si intendono apportare, ho deciso che voterò No al #referendum costituzionale.

Le modifiche proposte non migliorano la nostra Costituzione

Le modifiche sostenute in prima persona dal capo del governo, #MatteoRenzi, non mi sembrano affatto migliorative della Costituzione italiana, ma al contrario rappresentano un elemento capace di produrre una gran confusione. In via preliminare, comunque, mi sembra corretto sottolineare come questa riforma sia stata elaborata da un parlamento eletto con una legge elettorale, la famosa “porcata”, dichiarata illegittima. Già questo fatto è fonte, almeno per me, di grossi dubbi sulla validità stessa della proposta di modifica costituzionale approvata dai parlamentari eletti con una legge elettorale non legittima. Premesso questo, credo che le motivazioni del mio No siano da ricercare soprattutto nel merito della proposta.

lunedì 26 settembre 2016

Referendum costituzionale, se la riforma fa schifo perché votare Sì?


Secondo il sondaggio commissionato dal TgLa7 all’Emg di Fabrizio Masia in una settimana il Sì al referendum costituzionalesarebbe passato dal 28,5% al 30,1%, il No dal 30,8% al 34,1% e gli indecisi sarebbero calati al 35,8% e cioè sarebbero scesi di quasi 5 punti. Difficile individuare con certezza le ragioni di un andamento che andrebbe oltre le più rosee aspettative di quelli che, pur con un tasso di credibilità, di coerenza e di impegno non omologabile (vedi i “ravveduti” di FI), si stanno battendo perché, per dirla con la bella immagine di Paolo Prodi, “il bitorzolo” della riforma Boschi non deturpi la Costituzione.
Può aver contribuito a sollecitare per il No un bel numero di indecisi anche l’effetto boomerang dell’uscita dell’ambasciatore americano che deve aver fatto breccia sull’orgoglio nazionale e sulla volontà di sentirsi cittadini sovrani non condizionabili dai richiami indebiti dettati da “cattiva informazione, magari da una fonte italiana non del tutto disinteressata”, come ha osservato, tra gli altri, Ugo De Siervo, presidente emerito della Consulta.

Alfano ha finito i soldi per i migranti. ​Le coop vogliono 600 milioni

Ministero dell'Intero e governo alla ricerca di fondi per i migranti. Che tra poco rischiano di essere "sfrattati" dai centri di accoglienza.


Un duro colpo per i maestri dell'accoglienza. Non ci sono più soldi. Nisba. E i migranti ospitati nei centri profughi rischiano lo "sfratto".

Mancano i soldi per i migranti

Il ministro Alfano, già 15 giorni fa, ha inviato un sollecito al Tesoro: datemi 600 milioni subito, 1 miliardo fino alla fine dell'anno, oppure il sistema va a rotoli. Secondo quanto scrive il Corriere, infatti, da aprile scorso i conti sono in rosso e il ministero ha bloccato i pagamenti a chi gestisce direttamente o indirettamente il servizio. Sia le aziende che operano all'interno degli Sprar e centri di prima accoglienza, sia le Coop e Onlus attive in tutto il territorio nazionale.
Una debacle. Le varie associazioni hanno firmato un ultimatum: il 30 settembre, se mancheranno ancora i soldi, salterranno gli accordi stipulati con prefetture e Comuni. E addio beneficienza: i profughi rischiano di essere "sfrattati".

domenica 25 settembre 2016

Referendum, Brunetta: "Renzi imbroglione, usa la scheda elettorale come spot per il Sì"

Il presidente dei deputati di Forza Italia attacca il premier: "Siamo al paradosso, è una domanda confezionata ad arte". La Boschi ribatte: "Eʼ il titolo della legge, nessun imbroglio"


La scheda elettorale per il referendum costituzionale mostrata da Matteo Renzi in tv "è un vero e proprio spot per il Sì". E' quanto ha dichiarato il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, il quale ha attaccato il premier sulla scelta del quesito proposto agli italiani: "E' una domanda confezionata ad arte per invogliare a scrivere Sì, un imbroglio bello e buono". La risposta del ministroBoschi: "Il quesito è il titolo della legge, non c'è nessun imbroglio".
"Sul referendum per la schiforma costituzionale siamo al paradosso - ha proseguito Brunetta -.Nel 2006 noi, che eravamo un governo serio e per bene avevamo chiesto agli italiani se acconsentivano alla modifica della Parte II della Costituzione. Oggi questo governo di imbroglioni, vuole ingannare gli italiani con una scheda che altro non è che uno spot".

In 10 anni raddoppiate le famiglie in povertà assoluta


In 10 anni le famiglie italiane che vivono in povertà assoluta sono quasi raddoppiate (+93,2%), passando da 819.000 del 2005 a più di 1,5 milioni nel 2015. Gli individui in gravi difficoltà sono addirittura aumentati del 140,6%, passando da 1,9 milioni a 4,6 milioni. I dati forniti dall’Istat, ed elaborati dall’Adnkronos, mostrano l’enorme incremento del numero delle persone che versano in gravi difficoltà economiche, registrato in una sola decade.
Proprio per aiutare questi soggetti il governo ha annunciato l’intenzione di voler introdurre delle misure contro la povertà, nella prossima legge di bilancio.

La Costituzione come panacea per ogni male, tranne che per le facce di bronzo


Essendo immuni a qualsiasi senso della vergogna e sprezzanti del ridicolo qualcuno dovrà richiamarli ad atteggiamenti consoni al ruolo che ricoprono altrimenti continueranno con questo fare da magliaro. Ma chi stabilisce quando è il momento di dire basta? Qual è il limite massimo di indecenza istituzionale? È ammissibile che il primo ministro e i suoi accoliti continuino impuniti, tra l’indifferenza generale delle più alte cariche dello Stato, a spargere frottole? Prima o poi qualcuno dovrà pur dirgli “adesso basta con le cazzate!”. Difronte a siffatta sgramamticatura istituzionale in un Paese non dico serio ma almeno decente succederebbe qualcosa del genere: https://youtu.be/BqAe5Rzvq4Y

Se non attribuiscono alla Costituzione anche proprietà curative al sale non è per un limite che si sono posti alla menzogna e alla scorrettezza ma perché così rischiano di doversi far portare le arance. Nel confronto che si è tenuto giovedì con Marco Travaglio, l’acchiappagonzi, che non ci sarebbe nulla di male se non fosse anche il primo ministro, ha dichiarato: “La riforma costituzionale porta 500 milioni di euro di risparmi. Noi stiamo togliendo il giochino dei rimborsi ai partiti, dal Pd ai Cinquestelle. Chi vota sì toglie questo meccanismo, chi vota no, vota la casta”.

mercoledì 21 settembre 2016

Perché ho deciso di votare no al referendum costituzionale



18 SET - Gentile direttore,
I tormentati rapporti tra Stato e Regioni non trovano pace all’interno della Costituzione della Repubblica italiana e il dibattito tra centralismo e decentramento (se non federalismo) è diventato ormai una costante nel dibattito politico. Le Regioni sono gli unici enti politici che hanno il potere – oltre al Parlamento e, per la decretazione di urgenza o per gli atti aventi valore di legge, il Governo – di emanare atti legislativi relativi al territorio di competenza.
 
I rapporti tra legislazione statale e regionale sono regolamentati, da sempre e nelle varie formulazioni, dall’articolo 117 della Costituzione attraverso, inizialmente, la sola “legislazione concorrente” e, dopo la riforma del 2001, anche attraverso l’individuazione di materie di legislazione esclusiva di Stato e Regioni. Il legislatore costituzionale del 1948 attribuì allo Stato la competenza a legiferare in generale e attraverso l’articolo 117 individuò una serie di “materie” in cui le Regioni potevano emanare norme legislative “nei limiti dei principî fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, sempreché le norme stesse non siano in contrasto con l’interesse nazionale e con quello di altre Regioni”.



E’ quella che tecnicamente si chiama legislazione “concorrente”. Per legislazione concorrente si intende quel riparto di competenze tra Stato e Regioni nel quale, una stessa materia, necessita del duplice intervento tra legge statale e legge regionale. La prima è destinata e stabilire i “principi fondamentali della materia”, mentre la seconda è finalizzata a regolamentare la materia all’interno di quei principi.

Soros esce allo scoperto ed ammette di finanziare l’ondata migratoria


di L.Lago
Ci voleva il summit dell’ONU sulle migrazioni per ascoltare le dichiarazioni ufficiali del grande “sobillatore”, il finanziere ultra miliardario e speculatore George Soros, il quale, dopo aver riconosciuto di essere partecipe e sponsor dell’ondata di sollecitanti asilo che sono entrati in Europa nell’ultimo anno e mezzo, ha voluto presentarsi nelle vesti del “grande benefattore” ed ha assicurato che attualmente il suo obiettivo è quello di “creare imprese e prodotti” per migliorare le condizioni di vita dei migranti e rifugiati.
George Soros ha approfittato dell’occasione del primo vertice delle Nazioni Unite sulle migrazioni per annunciare un investimento di 500 milioni di dollari sulla “crisi dei rifugiati”. Il magnate, che in passato aveva finanziato anche il traffico degli aborti, ha riconosciuto già da alcuni mesi di essere lui dietro il finanziamento dei flussi migratori che nel corso dell’ultimo anno e mezzo hanno alterato il panorama dell’Europa.
L’ammissione di Soros d’altra parte conferma quanto era trapelato in precedenza già da oltre un anno grazie ad indagini svolte anche dai servizi di intelligence austriaci e da altri organismi che avevano trasmesso un rapporto informativo da cui si evince che i trasferimenti dei migranti, sia quelli dalla Turchia verso l’Europa, sia quelli dall’Africa sub Sahariana verso la Libia e poi in direzione dell’Italia, venivano cofinanziati dalle ONG, che in buona parte fanno capo al finanziere ebreo ungherese George Soros. Come pubblicato da controinformazione.info. (Vedi: Migrazioni di massa come arma geopolitica)

"Ti puoi salvare solo così". Feltri mette Renzi all'angolo: cosa fare per non "morire"


Matteo Renzi ha commesso molti errori. Il più grave dal punto di vista della politica interna è stato quello di attribuire al referendum confermativo una importanza vitale: se non lo vinco - disse - e non passano le riforme costituzionali mi dimetto. Cosicché il plebiscito non riguarda più i cambiamenti della Carta (discutibili almeno in parte) ma il premier in persona. In sostanza il popolo non voterà se sia o meno opportuno ridimensionare il Senato, abolendo il bicameralismo che rallenta la vita democratica, e togliere alle Regioni un potere che contrasta con quello centrale, bensì se confermare il premier oppure mandarlo a casa. Ma questo penso che ormai lo abbiano capito anche coloro che non capiscono nulla. In prospettiva, il problema è un altro: come si comporterà l’Italia in questa Europa illecitamente dominata dai tedeschi, dai banchieri e dagli speculatori che di tutto si preoccupano, specialmente delle loro tasche, e se ne infischiano dei popoli del continente? Renzi a Bratislava ha preso il cappello e se n’è andato via furibondo con la Merkel e con Hollande. Ma qualche giorno prima a Ventotene, dove nacque la idea sciagurata di costituire la Ue, egli si era dimostrato amico dei gestori del baraccone di Bruxelles.

Quando le organizzazioni ‘umanitarie’ diventano funzionali al potere


(di Mostafa El Ayoubi* – Nigrizia)
La guerra e l’umanitario idealmente sono due realtà che si contrappongono: la guerra provoca disastri umani e ambientali; l’umanitario, invece, soccorre le vittime e promuove i diritti. Ma nella prassi le due dottrine sono spesso interconnesse e convergono, delle volte, verso lo stesso obiettivo: quello di essere al servizio degli interessi delle grandi potenze mondiali. Si fa la guerra in nome dell’umanitario.
Il diritto all’ingerenza umanitaria è evocato quando è funzionale agli interessi dei Paesi dominanti del pianeta. In caso contrario è il diritto alla sovranità e, quindi, alla non ingerenza che viene sbandierato: ingerenza umanitaria in Libia nel 2011, non ingerenza nel caso della guerra condotta, a partire dall’aprile 2015, dall’Arabia Saudita contro lo Yemen.

lunedì 19 settembre 2016

CARO, MI FAI RIMBORSARE LA MULTA? ECCO LA BRAGANTINI, RENZIANA DOC


CARO, MI FAI RIMBORSARE LA MULTA? ECCO LA BRAGANTINI, RENZIANA DOC

“Caro, ho preso questa multa. Vorrai mica che la paghi io? Mettila tu nelle spese del gruppo alla Regione Piemonte e me la fai rimborsare”. E così il compagno dell’epoca, Andrea Stara, consigliere della Regione Piemonte del gruppo Insieme per Bresso, fece rimborsare con un trucco la multa a Paola Bragantini, attuale deputata del Pd e renziana di complemento visto che faceva parte della corrente di Dario Franceschini. L’episodio è venuto fuori in tribunale a Torino questa settimana, durante un’udienza del processo sulla rimborsopoli della Regione Piemonte. La Bragantini non risulta indagata per questo falso rimborso.Da quindici giorni circa però la parlamentare del Pd è indagata per truffa in un altro procedimento piemontese. La procura ha infatti scoperto che da presidente della V Circoscrizione di Torino (incarico ricoperto fino al 2013, quando divenne imputata) la Bragantini insieme ad altri del Pd si segnavano presenti a riunioni di giunta o di consiglio anche quando erano a centinaia o migliaia di km di distanza (alcuni addirittura in viaggio a Cuba). I verbali risultavano quindi falsificati, talvolta per prendere gettoni di presenza aggiuntivi, in altri casi per evitare decurtazioni dal fisso mensile. Ma la Bragantini naturalmente può fare quello che vuole nel Pd di Matteo Renzi inflessibile con tutti gli altri, ma tenerissimo con i suoi cari

fonte: http://direttanfo.blogspot.it/2016/09/la-parassita-pd-da-20-mila-euro-prende.html

http://blogdieles2.altervista.org/la-parassita-pd-renziana-20-mila-euro-al-mese-prende-multa-va-dal-capo-gli-dice-caro-preso-questa-multa-vorrai-mica-la-paghi-mettila-tu-nelle-spese-del-gruppo-si-ca/


Referendum costituzionale 2016, ecco le ragioni per cui noi liberali voteremo No

«La riforma è una fetenzia, e su questo non ci sono dubbi»
Vincenzo D’Anna, senatore verdiniano e voto favorevole determinante per l’approvazione della riforma, La Stampa, 18 settembre 2015



Questa volta il quindicinale di Critica liberale scende in campo direttamente. Abbiamo dato la precedenza alla notizia della formazione del comitato dei liberali per il “No” alla riforma costituzionale BoschiRenziVerdiniCredo che solo una massiccia propaganda falsificatrice possa nascondere tre fatti incontestabili. Che questa è una controriforma varata dalla classe politica per rafforzarsi come Casta. Che, invece di sopprimere il Senato (come va dicendo Renzi mentendo sapendo di mentire), ci regala un neo-Senato composto da membri non scelti dai cittadini ma “nominati” all’interno della peggiore classe politica del paese, quella degli amministratori regionali e locali, a cui – grande novità – si garantisce l’immunità parlamentare. Che questa è una controriforma che accentra tutto il potere nelle mani di una sola persona.

Moltissimi, giustamente, stanno facendo notare che i danni che provocherà la riforma del Senato possono essere compiutamente calcolati solo se si considera il fatto che si sommeranno a quelli provocati dal nuovo sistema elettorale. L’Italicum realizza il fine di trasformare una minoranza in maggioranza assoluta di governo. Ciò che non osarono fare neppure la legge fascista Acerboné la democristiana legge truffaGli Italiani stanno cominciando a capire che hanno molte ragioni per votare “No” in autunno contro la riforma renziana; i liberali ne hanno qualcuna in più. Noi, prima di tutto, aggiungiamo un altro elemento di riflessione. La riforma della Rai-tv è riuscita ad aggravare il già pessimo sistema di lottizzazione tra i partiti, attribuendo tutto il potere sulla comunicazione televisiva al capo del governo.