domenica 30 giugno 2013

BLITZ ESTIVO SULLA COSTITUZIONE



Prove tecniche di colpo di mano, sulla Costituzione. Da piazzare nel cuore dell’estate, quando le spiagge sono piene e l’attenzione sul Palazzo crolla. La strana maggioranza del governo Letta ha fretta, tanta fretta di approvare il disegno di legge che prevede una deroga all’articolo 138 della Carta: la norma che pone precisi paletti temporali e di metodo alle leggi di revisione costituzionale. E allora, l’obiettivo è quello di approvare entro la prima settimana di agosto il ddl che abbatte i tempi del 138. “Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi” recita l’articolo. Il disegno di legge vuole ridurre l’intervallo a un mese, ma solo per questa volta, senza modificare l’articolo.

Pesce contraffatto, il business col tranello

Saraghi spacciati per orate. Pesci cani venduti come palombo. E prodotti trattati con additivi. L'allarme dell'Università Biccoca di Milano che svela i trucchi del business ittico.

Nel 2012, l'Asl ha chiuso 23 ristoranti cinesi per scarsa igiene.













Decine di squali a Milano a 1.200 chilometri dall’Oceano Atlantico. E venduti illegalmente sui banchi di pescherie e mercati rionali. Per un giro d'affari milionario.
A svelarlo è stato uno studio realizzato dal dipartimento di Biotecnologie e bioscienze dell’Università Bicocca di Milano.
La ricerca, durata anni e finita nel 2011, ha infatti analizzato campioni di palombo, una particolare specie di squalo, provenienti da 45 esercizi commerciali milanesi. I risultati sono stati eloquenti: nell'85% dei casi si trattava di altre 15 specie non inserite nelle tabelle commerciali.

IL PESCE ARRIVA GIÀ IN FILETTI. Il palombo si presta alle frodi perché arriva all’ingrosso già in filetti e può essere facilmente sostituito da tranci dall’aspetto simile. I consumatori pagavano quindi 15 euro al chilo filetti che in realtà valevano al massimo cinque euro: una truffa a diversi zeri se si considera che dal mercato ittico milanese ogni mese vengono smistate 20 tonnellate di palombo.

Boss in missione a Luanda

Finmeccanica: Palazzolo, cassiere di Cosa nostra per l'antimafia, a un incontro con le imprese italiane in Angola.

Responsabile di Finmeccanica per l'Africa subsahariana è stato Francescomaria Tuccillo fino al 2011.













Vito Roberto Palazzolo, considerato dall'antimafia palermitana il cassiere di Cosa nostra, condannato a nove anni in via definitiva per associazione mafiosa, partecipò al forum Italia-Angola, organizzato il 7 e l'8 settembre 2009 all'hotel Tropico di Luanda.

Nel corso degli incontri, il boss fu introdotto da alcuni manager italiani presenti al meeting come «uomo d'affari attivo in Angola e in altri Paesi africani, che aveva anche già collaborato con alcune aziende italiane tra le quali Agusta Westland», società controllata da Finmeccanica.

SPUNTA IL SECONDO TESTIMONE. A parlare per la prima volta della presenza di Robert von Palace Kolbatschenko - questa l'identità che Palazzolo aveva acquisito da latitante in Sud Africa - alla kermesse angolana, era stato qualche mese fa Francescomaria Tuccillo, all'epoca dei fatti responsabile di Finmeccanica per l'Africa subsahariana, incarico che gli è stato tolto poi nel 2011 per essere affidato a Patrick Chabrat.
Ma ora sul tavolo del procuratore aggiunto Antonio Ingroia e del sostituto Giovanni Paci, i magistrati palermitani che indagano su Palazzolo, è arrivata anche una seconda conferma della presenza del boss al forum di Luanda.

Datagate, spiate rappresentanze Ue negli Usa. Ex militare al Guardian: "Anche l'Italia collabora"

Rivelazioni sui rapporti fra la Nsa e sette paesi europei. Spiegel online: intercettate le sedi diplomatiche, infiltrata anche la rete dei computer per avere accesso a documenti. Il presidente del Parlamento europeo Schulz: "Subito spiegazioni". Biden chiede all'Ecuador di respingere la richiesta di asilo di Snowden



 AGGIORNAMENTO DEL 30/06/2013 - Le rivelazioni del Guardian pubblicate in quest'articolo sono state messe in dubbio e lo stesso Guardian ha cancellato l'articolo dal web. Le informazioni dello Spiegel invece non sono state smentite

 WASHINGTON - Almeno sette Paesi della Ue, tra cui l'Italia, collaborano con gli Usa nella raccolta di dati personali in virtù di accordi internazionali di intelligence. Lo rivela il Guardian citando una nuova "talpa", un ex militare Usa che ha lavorato per la National Security Agency americana, Wayne Madsen. Non basta: sulla base di documenti in possesso di Edward Snowden, la fonte che ha fatto scoppiare lo scandalo, Spiegel on line rivela che anche le sedi delle missioni diplomatiche europee a Washington e all'Onu a New York sono state intercettate telefonicamente dalla National Security Agency.

L'INCHIESTA DI REPUBBLICA: CHI CI SPIA

Il ruolo dell'Italia. Madsen - per 12 anni alla Nsa - cita la Gran Bretagna (la cui collaborazione era già emersa) e aggiunge i nomi di Italia, Danimarca, Olanda, Francia, Germania e Spagna.

Api a rischio estinzione: in gioco il 90% del nostro cibo

Ape

Ora sappiamo esattamente cosa uccide le api: l’estinzione delle colonie di api in tutto il mondo non è un grande mistero come vorrebbero farci credere le aziende chimiche. Gli scienziati conoscono il problema: sanno che le api da miele stanno morendo per via dei pesticidi in agricoltura, della siccità, della distruzione del loro habitat naturale, del riscaldamento. I biologi, spiega Rex Weyler di “Greenpeace”, hanno trovato tracce di 150 diversi pesticidi chimici nel polline delle api, un cocktail mortale secondo Eric Mussen, apicoltore della University of California. Le aziende chimiche Bayer, Syngenta, Basf, Dow, DuPont e Monsanto hanno scrollato le spalle, come se il “mistero” fosse troppo complesso per essere decifrato. E comunque, «non hanno messo in atto alcun cambiamento in merito alle politiche sui pesticidi: dopotutto, la vendita di veleni a coltivatori in tutto il mondo è vantaggiosa». Come se non bastasse, l’habitat delle api selvatiche si riduce di anno in anno a causa dell’attività agroindustriale che distrugge praterie e foreste per lasciar spazio alle monocolture, contaminate dai veleni.

sabato 29 giugno 2013

L'IMPERO DEI MONOPOLI FARMACEUTICI

L'attuale crisi strutturale nella quale è immerso il sistema capitalista ribadisce, ancora una volta, l'analisi di Lenin sul carattere imperialista di questo sistema nell'attualità. E come ben disse Lenin "il capitalismo tende al monopolio" e in ciò ci andremo a concentrare in questo articolo, in particolare sui monopoli farmaceutici.




 Prima di entrare nel tema vorrei definire il concetto di scienza e per questo, vorrei citare il filosofo e psicologo sovietico A. Spirkin: "La scienza è la forma superiore della conoscenza umana; è un sistema di conoscenze in sviluppo, le quali si ottengono mediante i relativi metodi cognitivi e si riflettono in concetti esatti, la cui veridicità è dimostrata attraverso la pratica sociale". Vediamo che la veridicità della scienza è testimoniata dalla pratica sociale per poi trasformare la realtà in beneficio della società. Vedremo in seguito quale dei seguenti modi di produzione è più vicino a questa definizione.

venerdì 28 giugno 2013

QUANDO SI DICE "SPAZZATURA"

Factchecking bufale e altre storie della stampa italiana






 Un pessimo giovedì per la stampa italiana, in un paio di giorni le principali testate, sia cartacee che digitali, sono scivolate in 3 differenti bufale. Ma qui vi parliamo di quella più eclatante, quella che ha destato più scalpore :  la finta lettera del professore che diceva di dover bocciare un suo alunno per permettergli di essere assunto. Questa bufala è diventata occasione di confronto ed ha riaperto la delicata questione dei limiti della stampa italiana . Ecco la versione integrale della ” confessione”  che gli autori della discussa lettera falsa hanno resto a IlPost sulle ragioni del loro inganno ai giornali:

Rivoluzione democratica: potere al Parlamento Europeo



Un’Europa “normale”, cioè finalmente democratica, al posto del Palazzo degli Orrori che ci sta torturando in base ad un piano eversivo, golpista: costringerci alla resa fino a svendere i nostri beni ai padroni della Terra dopo aver demolito gli Stati sovrani, la loro economia e il sistema dei diritti a garanzia dei cittadini. Tutto questo, grazie alla complicità di partiti-canaglia ridotti a “maggiordomi” dell’élite mondiale, quella dei “proprietari universali” che – come in un nuovo medioevo feudale – pretendono per sé tutto il potere, grazie al micidiale ricatto della finanza e al ferreo controllo su una moneta non più nostra. Per cancellare l’incubo c’è una sola via: il recupero politico della piena sovranità democratica. Punto numero uno: costruire una grande coalizione che pretenda un’Europa non più nemica. Un’Europa solidale, che lavori per il bene del 99% anziché per la sua rovina, a esclusivo beneficio – come avviene oggi – della super-casta planetaria, quella delle lobby onnipotenti che dettano, letteralmente, le direttive della nostra condanna. La Commissione Europea? Va semplicemente abolita. Gli europei meritano un governo democratico, emanato dal loro Parlamento regolarmente eletto.

giovedì 27 giugno 2013

C'è chi non haun lavoro e chi ne ha troppi

Così Zingaretti strapaga i suoi consulenti. Una stessa persona nominata due volte per lo stesso incarico 

Regione Lazio - Presentazione della giunta Zingaretti

Prendi uno e paghi due! Un Paese di creativi, non c’è dubbio. Il più grande pregio, però, si trasforma spesso nel nostro più grande difetto. Dalla pratica del doppio incarico a quella dell’incarico doppio, non c’è limite alla fantasia italica nel raggiro delle leggi. Il 10 giugno scorso il Segretariato generale della Regione Lazio ha emanato due disposizioni diverse con le quali nominava Gianluca Giansante “responsabile della comunicazione e relazione digitale con i cittadini”, una posizione dirigenziale creata ad hoc all’interno della struttura “Comunicazione e relazioni esterne e istituzionali”. In pratica, nello stesso giorno, per la stessa poltrona è stata nominata per due volte la stessa persona. Una svista? Difficile crederlo. Sembra piuttosto un artificio per “spacchettare” l’incarico e conferire una retribuzione doppia al suo dirigente, senza dare troppo nell’occhio.

mercoledì 26 giugno 2013

Hanno già calato il prezzo dell'energia (5€/anno a famiglia) ... e continuano a pigliarci per il fondoschiena

Dl Lavoro, ci sono i bonus per le imprese: "650 euro al mese per assunzioni stabili"

Nel pacchetto da 1,5 miliardi varato dal Consiglio dei ministri 10 articoli con gli incentivi per chi assume giovani fra i 18 e i 29 anni. Fondo di 2 milioni per la formazione dei disoccupati over 50. Deciso anche il rinvio di tre mesi dell'aumento Iva. Pdl all'attacco: "Troppo poco, è aspirina per malato grave".




Il Consiglio dei ministri ha licenziato il decreto legge che contiene le misure a favore del lavoro con uno stanziamento complessivo di 1,5 miliardi. Palazzo Chigi ha poi dato il via libera al rinvio di tre mesi dell'aumento dell'Iva che sarebbe dovuto scattare dal 1 di luglio. Il vicepremier Angelino Alfano li ha definiti "altri due "gol del governo su tasse e lavoro", aggiungendo che sul rinvio di tre mesi il Parlamento "potrà allungare il termine".

La difficile copertura dei costi. "Ho avuto il compito non facile di trovare le coperture per queste misure importanti, che mobilitano risorse per 1,5 e mezzo sul lavoro oltre al rinvio dell'Iva: ci siamo dati come impegno trovare coperture senza creare nuovo debito e rispettando le direttive comunitarie, credo che abbiamo fatto un grosso lavoro di coperture certe che nel breve periodo non comportano aggravi per i cittadini", afferma il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni. "L'obiettivo delle misure del governo - ha aggiunto - è quello di creare un ponte per la ripresa dell'attività economica, dobbiamo ripensare gli strumenti della tassazione  in modo da sostituirli con forme meno gravose su lavoro e imprese".

L'Italia non ha bisogno di aerei F35 ma di lavoro e pane per il popolo

F35: tutta la verità

Quanto ci costano, a cosa servirebbero, che ricadute economiche avrebbero, come sono fatti, chi ci guadagna, chi li vuole etc: ecco le domande e le risposte sul programma militare su cui si vota oggi alla Camera




Cosa è l'F-35?
L'F-35 Lighting (fulmine) è un caccia di quinta generazione, l'unico concepito dopo la fine della Guerra Fredda. E' stato disegnato per essere invisibile ai radar e operare in rete con altri sistemi d'arma. La velocità massima sarà di circa 1,6 volte quella del suono e potrà manovrare con carichi di gravità pari a 9,9 volte la gravità terrestre. I comandi sono tutti su schermi digitali con comandi touch.

A cosa serve?
E' un aereo d'attacco al suolo, con un sistema di sensori avanzatissimo che dovrebbe permettergli di compiere qualunque missione. E' armato con un cannone da 25 millimetri e due stive ventrali per trasportare bombe o missili. Può inoltre essere dotato di cinque piloni per armi e altri due per missili alle estremità delle ali. Il tutto per un carico bellico di 8100 chili di bombe e missili. La versione F-35 B sarà in grado di decollare verticalmente dalle navi: sarà l'unico aereo disponibile con questa caratteristica.

martedì 25 giugno 2013

Antonio Guglielmi, Mediobanca : Per l’Italia il tempo sta per scadere

Mediobanca, la seconda banca italiana, riferisce che “l’indice del rischio di insolvenza” dell’Italia sta lanciando segnali di allarme.



 
In una nota pubblicata sul quotidiano inglese The Telegraph, Antonio Guglielmi, analista di Mediobanca, ha detto che per l’Italia il tempo sta per scadere : “La situazione macro italiana non è migliorata nel corso dell’ultimo trimestre, piuttosto il contrario.”

Secondo Guglielmi, presto, entro sei mesi, l’Italia presenterà una richiesta di aiuti all’Unione europea. L’analista economico fa notare che 160 grandi società italiane sono state costrette a ricorrere a una gestione speciale della crisi che le ha colpite.

Bce pubblica, liberare l’Europa dai boss della finanza


Mario Draghi


I maggiordomi europei dei “proprietari universali” hanno inventato e messo in atto di una vera e propria “repressione finanziaria” contro i popoli europei. Essa – dicono e ripetono da cinque anni – ha lo scopo di ridurre il debito, tanto pubblico quanto privato. Ma questo debito è in gran parte il frutto di una truffa ben congegnata. E dunque va respinto come tale a coloro che hanno, per questa via, accumulato immensa ricchezza. In secondo luogo, la riduzione del debito non può essere realizzata con l’ossessiva imposizione di tagli alla spesa pubblica, e con la parallela creazione di maggiori entrate fiscali. Questa linea di presunta austerity è fallita e sta producendo aumento del debito e recessione dovunque si è tentato di imporla. Il taglio del valore reale del debito avviene solo trasferendo risorse dai creditori ai debitori. L’alternativa è tra immolare la vita di centinaia di milioni di persone o sacrificare una categoria di redditieri: il discrimine passa attraverso le regole che prevarranno in questa fase di transizione.

Muos di Niscemi: il mistero dei 200 watt…

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 (foto di Daniela Giuffrida)

Non è servito a placare le polemiche il ‘Muos Media day’ organizzato dal Consolato Usa che ha fatto arrivare a Sigonella, e poi a Niscemi, una quarantina di giornalisti “per mostrarvi come stiamo lavorando, in totale trasparenza e collaborazione per la salute di tutti i cittadini” ha detto Luca Goretti, vice capo di gabinetto del ministero della Difesa italiano.  Insieme con lui, ad accogliere la stampa il colonnello Mauro Becherelli, il Console generale, Donald Moore, e 5 funzionari dell’Ambasciata americana.

Dopo un giro alla base militare Usa di Sigonella (una vera e propria città dove accanto ai mezzi militari c’è di tutto), un pulmino ha portato la stampa  alla base NRTF-8 di contrada da Ulmo a Niscemi. base che sorge all’interno di una Sughereta, Sito di interesse comunitario (in teoria, a totale inedificabilità) “base italiana data in concessione agli americani” ha ribadito Goretti.  Base che già ospita 44 antenne e il costruendo Muos. 

lunedì 24 giugno 2013

F35, Pd a rischio spaccatura. Poi la mediazione: "Stiamo lavorando a soluzione condivisa"

Nuova grana per il governo dopo le rassicurazioni del ministro della difesa Mario Mauro. Nel partito democratico ha la meglio l'ala dei favorevoli alla sospensione del programma di acquisto




 Pd spaccato sulla mozione per gli F35, ma i 'pacifisti' sono la maggioranza nel gruppo. La partecipazione italiana al programma Join Strike Fighter diventa un banco di prova per il governo e per il partito. La posta in gioco è altissima: 14 miliardi di euro (nel periodo 2009-2026 con pagamenti a rate di circa un miliardo l'anno), che basterebbero per coprire gli aumenti Imu e Iva e finanziare la cassa integrazione. Giampiero Scanu, capogruppo Pd in Commissione Difesa rassicura: "Ma Stiamo lavorando per trovare una soluzione ampiamente condivisa e al momento non esiste alcuna spaccatura nel partito".

NON LASCIAMOCI PRENDERE DA ECCESSIVI ENTUSIASMI

 Ddl 20-21, le leggi che possono salvare Berlusconi anche in caso di condanna definitiva 


Luglio 2014, scatta la prescrizione del processo Mediaset. A meno che la Cassazione non decida di tirarla per le lunghe, sarà 'costretta' ad esprimersi sulla legittimità della condanna inflitta a Berlusconi dalla Corte d'Appello di Milano per il reato di frode fiscale (quattro anni di reclusione e interdizione per cinque anni dai pubblici uffici).



Una Conferma della pena accessoria dell'interdizione comporterebbe la scomparsa del Cavaliere dal Parlamento: inaccettabile per l'ex premier. Oltre a muovere le diplomazie, mettendo pressione sul governo e sul Quirinale, Berlusconi ha un asso nella manica: un disegno di legge depositato al Senato (il numero 21), il cui iter di approvazione non è ancora iniziato (ma risulta assegnato lo scorso 9 maggio).

Presentato dal Pd Luigi Manconi e dall'ex Pdl (ora Gruppo Misto) Luigi Compagna. Quest'ultimo si è fatto conoscere in passato per aver sostenuto Corrado Carnevale (il giudice 'ammazza-sentenze', Compagna lo voleva primo presidente della Cassazione), per aver presentato un ddl per la reintroduzione dell'immunità parlamentare (nel 2009) e, dulcis in fundo, la legge per dimezzare le pene del reato di concorso esterno in associazione mafiosa (poche settimane fa).

Non sorprende dunque che sia il co-firmatario di una proposta di legge su amnistia e indulto, provvedimenti di clemenza rilanciati appena 48 ore fa dal ministro della Giustizia Cancellieri, presentati come "unica soluzione" al problema del sovraffollamento nelle carceri italiane.

Cosa c'è scritto nel ddl 21?

venerdì 21 giugno 2013

Tra un po’ ci diranno che non occorre che i poveri mangino



Finalmente ci sono delle notizie allegre a proposito dell’economia. Un settore sta esplodendo, ed è la fiorente attività dei banchi alimentari. Il numero delle persone che li utilizza, perché troppo povere per permettersi il cibo, si è triplicato l’anno scorso, arrivando a 500.000. Quando Fred Goodwin [ex direttore generale della Royal Bank of Scotland – n.d.t.] verrà a sapere che ci sono banche che aumentano così tanto il loro giro d’affari, lancerà un’offerta di acquisto, sperando di raddoppiare il prezzo delle azioni prima di farle crollare per poi assegnarsi un premio di cinque milioni di confezioni di salsa all’aglio. 

L’Oxfam afferma “le modifiche al sistema dei sussidi sono la ragione più comune del fatto che la gente si rivolge ai banchi alimentari”, ma il Dipartimento del Lavoro e della Previdenza non è d’accordo e afferma che il sistema dei sussidi fa sì che “nessuno debba lottare per soddisfare i propri bisogni fondamentali”. E deve essere vero, fintanto che non si include il cibo tra i bisogni fondamentali.

Il nemico parla chiaro

Le Costituzioni nate dalla sconfitta delle dittature in Europa sono ormai considerate una palla al piede dai poteri forti. Loro parlano chiaro mentre l'ipocrisia è il linguaggio della sconfitta.



La brutta sensazione era nell'aria da un po' di tempo. Poi, come spesso accade, il messaggio arriva brutale ma netto. Un documento della banca d'affari JP Morgan dice chiaro e tondo quello che la classe dominante europea e il suo ceto politico-tecnocratico stanno facendo senza dirlo.

Le Costituzioni approvate in Italia, Spagna, Grecia, Portogallo dopo la caduta delle dittature militari e fasciste sono ormai un intralcio insopportabile per la tabella di marcia del capitale finanziario nei paesi europei Pigs. Nel linguaggio crudo dei banchieri “l'eccesso di democrazia” rende debole la governabilità e non predispone i sudditi al piegarsi ad una esistenza che non prevede diritti o garanzie. Non solo. Siccome l'austerità farà parte del panorama europeo ancora per un lungo periodo, i paesi aderenti all'Eurozona dovranno anche predisporsi affinchè non sia prevista la “licenza di protestare quando vengono proposte modifiche sgradite allo status quo”.

giovedì 20 giugno 2013

Finmeccanica usava la mafia

Per vendere i suoi elicotteri in Africa, il colosso statale italiano si rivolgeva a un potente tesoriere di Cosa Nostra, Vito Roberto Palazzolo, che faceva da 'mediatore' con i governi locali. E' la nuova pista dei pm


 
 Mafia, armi, tangenti, faccendieri italiani e politici africani. C'è una nuova istruttoria che scotta sugli affari internazionali di Finmeccanica e che potrebbe creare presto problemi per la vecchia gestione del colosso degli armamenti. La procura di Palermo infatti ha trasmesso altri atti ai pm di Napoli ed insieme stanno indagando sui contratti ottenuti dal colosso statale dell'aeronautica nel Continente nero. Ora nell'occhio del ciclone c'è un manager che fino a pochi mesi fa rappresentava Finmeccanica in tutta l'Africa sub-sahariana. Ed è pure sospettato di essersi fatto sponsorizzare da uno dei più ricchi e potenti riciclatori di Cosa nostra: Vito Roberto Palazzolo, grande tesoriere della mafia siciliana diventato un magnate in Sud Africa nonostante le condanne.

IL “PIANO C” PER OTTENERE IL NO ALL’INTERDIZIONE: “NIENTE CRISI MA CHIEDO UN PATTO AL PD”

Silvio Berlusconi 



«Questa è una sentenza schifosa, ma è chiaro che io non mi farò sbattere in galera tanto facilmente». L’allarme rosso è scattato, la trincea si è alzata. Il no pronunciato a piena voce dalla Corte costituzionale contro il ricorso di Silvio Berlusconi e contro il legittimo impedimento reclamato per il processo Mediaset, ha spinto il centrodestra sul piede di guerra. Come nelle giornate di massima allerta, l’intero stato maggiore del Pdl si schiera al fianco del suo leader. I ministri corrono a via del Plebiscito, i colonnelli fanno sentire la loro voce e invocano una reazione. Immediata. La crisi di governo. Per l’ex premier è una sconfitta pesante. Prevista, ma comunque dolorosa. Promette battaglia, ma evita lo show down. Vuole trattare, restando nella posizione di socio di maggioranza della coalizione governativa.

Pignoramento si, pignoramento no - LETTA_MAIO ITALIA!

Prima casa: lo Stato non la può pignorare, le banche sì


Siamo sicuri che cambi davvero qualcosa con il “decreto del fare”? Quali gli effetti sul mercato?

Stone house

Dopo una riunione fiume, lo scorso 15 giugno, il governo Letta ha licenziato il “decreto del fare” ( ☞ tutte le misure previste): tra gli ottanta punti previsti dal decreto, quello che ha riscosso l’immediato interesse dei media e dell’opinione pubblica è stato l’impignorabilità della prima casa. Come riporta il comunicato stampa pubblicato dal sito del Governo, alla voce “semplificazione fiscale - Pignorabilità delle proprietà immobiliari”:
Se l’unico immobile di proprietà del debitore è adibito ad abitazione principale, non può essere pignorato, ad eccezione dei casi in cui l’immobile sia di lusso o comunque classificato nelle categorie catastali A/8 e A/9 (ville e castelli).
Per tutti gli altri immobili, il valore minimo del debito che autorizza il riscossore a procedere con l’esproprio dell’immobile, è stato innalzato da 20mila a 120mila euro.
L’esecuzione dell’esproprio può essere resa effettiva non prima di 6 mesi dall’iscrizione dell’ipoteca, mentre in passato erano sufficienti 4 mesi.
Per quanto riguarda le imprese, i limiti alla pignorabilità già presenti nel codice di procedura civile per le ditte individuali sono estesi alle società di capitale e più in generale alle società dove il capitale prevalga sul lavoro.

BANCHE CHE PRESTANO A SE STESSE



I sempre più numerosi italiani che, in quanto capifamiglia o imprenditori, si sono visti recentemente negare un prestito dalla loro banca, speriamo saltino a piè pari in questi giorni le pagine di economia dei giornali
.
A leggerle con cura rischierebbero un travaso di bile. Gli articoli che costeggiano le quotazioni di Borsa narrano tre vicende apparentemente slegate tra di loro, ma che hanno un comune denominatore: in barba al conclamato merito di credito e al forte incremento delle sofferenze bancarie, le nostre maggiori banche continuano a finanziare chi ha ampiamente dimostrato di saper unicamente accumulare debiti su debiti non mettendoci nulla o quasi di tasca sua. E se trascuriamo l’incompetenza dei nostri banchieri e le loro ambizioni politiche, l’unica spiegazione che è possibile dare per questo comportamento è che le nostre banche prestano solo alle società di cui sono azioniste.

mercoledì 19 giugno 2013

NON SE NE PUÒ PIÙ DELLA PREPOTENZA DI QUESTI ... ORA ANCHE INTIMIDAZIONE AI GIUDICI

ESSERE GASPARRI

 L’esistenza durissima dell’uomo scelto oggi per ricattare la Consulta.


Ma più famose delle insinuazioni, sono le gaffe di Gasparri. La più recente si è consumata a palazzo Madama durante la votazione della mozione di fiducia al governo. «Voi dell'opposizione dovete leggere di più», sbeffeggiava Gasparri in aula: «Vi consiglio 'L'oro di 

Mosca' di Gianni Cerqueti». Peccato Gianni Cerqueti sia un telecronista, e che l'autore del libro in questione fosse Gianni Cervetti. Risate dai banchi dell'opposizione. E un refrain, pronunciato della senatrice Pd Finocchiaro sempre negli studi di Ballarò: «Studia, Gasparri. Studia!».

La gaffe più clamorosa è però quella a elezione del presidente statunitense Barack Obama appena avvenuta. Non bastava quell'aggettivo, «abbronzato», da parte del presidente del Consiglio. Mancava Gasparri. Che invece di mordersi la lingua tuonò: «Con Obama alla Casa Bianca Al Qaeda forse è più contenta». Il Pd reagì inondando Roma di manifesti col volto sornione di Gasparri e la scritta «Vergogna». Il Nostro non la prese bene. «E' uno stile più da Brigate Rosse che da partito democratico. Indicare un obiettivo con una foto in un momento in cui nelle piazze ci sono tensioni è irresponsabile. Sono più stupito che preoccupato da questi allievi di Goebbels e Stalin». Non risultano simili prese di posizione dopo la copertina di Libero che ritraeva i «traditori» di Futuro e Libertà con tanto di nome, cognome e indirizzo mail. Altra dimenticanza? Probabile. O forse Gasparri era rimasto al motto dell'amato Totò, che campeggiava fino a qualche tempo fa anche sul suo sito personale: «Per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare?». Seguiva foto di Gasparri abbracciato a Giulio Tremonti, in piazza a Napoli.

Il generale Mini: “Il governo trasforma la Difesa in un trafficante di armi”

Il secondo decreto semplificazioni, che approda in cdm il 19 giugno, contiene una norma che mette i nostri alti ufficiali "al servizio di Finmeccanica, come piazzisti", denuncia l'ex comandante della missione Nato in Kosovo. Verrebbe così "istituzionalizzata" una pratica che già coinvolge i nostri generali in un groviglio di conflitti d'interesse. Anche con paesi "instabili"



 
“Vogliono istituzionalizzare il ruolo della Difesa come trafficante di armi e piazzista estero al servizio di Finmeccanica, sdoganando il gigantesco conflitto di interessi tra apparato militare e industria bellica”.

E’ durissimo il giudizio del generale Fabio Mini, ex comandante della missione Nato in Kosovo, sul provvedimento inserito nel secondo pacchetto di norme per la semplificazione che verrà discusso mercoledì in Consiglio dei ministri. Una modifica al Codice dell’ordinamento militare che prevede che la Difesa possa “svolgere per conto di Stati esteri attività di supporto tecnico-amministrativo ovvero contrattuale per l’acquisizione di materiali di armamento prodotti dall’industria nazionale”.

martedì 18 giugno 2013

Il fisco ci spreme e poi spende 13 milioni per farsi la reggia

Polemiche, in era di austerity, per la nuova sede dell'Agenzia delle entrate di Ferrara realizzata all'interno di un ex convento




A Ferrara il fisco si fa la reggia. Ci sono voluti cinque anni, ma alla fine il progetto è pronto a partire: quasi 14 milioni di euro per ristrutturare l’ex convento di San Benedetto di via Porta Po, un palazzo quattrocentesco che l’Agenzia delle Entrate si vuole ritagliare su misura dopo averlo acquisito dal Demanio nel 2008. Settemila e trecento metri quadrati - le dimensioni di un centro commerciale - che verranno interamente restaurati a spese dei contribuenti, con tanto di conferenza stampa dedicata e annuncio in pompa magna di sindaco (Tiziano Tagliani) e assessore (Roberta Fusari). Nel cuore della città estense l’agenzia tributaria insedierà - termine lavori previsto per il 2016 - «un centro di formazione per le attività di incontro con le istituzioni nazionali e internazionali» e, ovviamente, per «attività interne di particolare rilievo». Insomma: una sede sontuosa per vedere gente e fare cose. 

Il governo si fa bello e non conosce crisi!

Mentre in Italia molte persone non se la passano certamente bene e il nostro beneamato governo non fa nulla per alleviare le sofferenze di molti sfortunati, anzi sembra paradossalmente molto impegnato a far si che il disagio aumenti, tartassandoci con tasse e aumenti di ogni genere che molti non riescono più a pagarsi, non l'affitto ma neppure il cibo per soppravivere, anche a causa del lavoro che non c'è più, guardate bene cosa ti combina, ... e non chiamatemi razzista, non lo sono!


Pazzesco! L’Italia dona all’Etiopia 99 milioni di euro

  “In tempi di crisi e tagli siamo riusciti a raddoppiare l’aiuto all’Etiopia dai 48 milioni di euro del periodo 2009-2011 ai 98,9 milioni di euro per gli anni 2013-2015. Un contributo importante mirato allo sviluppo del territorio, con un focus particolare sulla tutela della salute materno-infantile, che è anche un riconoscimento del ruolo di Addis Abeba come nostro partner per la stabilizzazione regionale”. Lo ha reso noto il Vice Ministro degli Esteri, Lapo Pistelli, dopo aver firmato nella capitale etiopica il nuovo accordo quadro per la cooperazione tra Italia ed Etiopia nel prossimo triennio.
 
Italia in primo piano nel modello integrato di sviluppo
“Sono molto soddisfatto – ha spiegato Pistelli subito dopo la firma con il ministro delle Finanze e dello Sviluppo Economico Ato Ahmed Shide – perché a poche settimane dall’insediamento del nuovo governo abbiamo già formalizzato atti importanti come questo” che pone l’Italia in primo piano nel modello integrato di sviluppo che intende perseguire l’Unione europea nell’ambito dei “nuovi obiettivi del millennio” e che sarà portato alla prossima Assemblea generale dell’Onu. In particolare – ha sottolineato il Vice Ministro – l’accordo è il frutto di un ruolo attivo dell’Italia nella promozione della Strategia di cooperazione congiunta per l’Etiopia dei Ventisette. I settori prioritari sui quali si concentrerà l’azione della cooperazione italiana – attraverso una serie di progetti che tengono in attenta considerazione le realtà di base – sono l’agricoltura e lo sviluppo rurale sostenibile con la fornitura di servizi mirati: acqua, istruzione, sanità.

La morte della biodiversità nella "sfida" allo Stato e all'Europa di un agricoltore friulano

Mais OGM piantato in Friuli ed è legale (per ora)

Come promesso e anticipato da Ecoblog.it, Giorgio Fidenato ha piantato il mais OGM nei campi in Friuli e il tutto è perfettamente legale




Lo aveva annunciato anche con tono di sfida e lo ha messo in pratica, Giorgio Fidenato leader degli Agricoltori Federati ha piantato mais MON810 nei campi in Friuli e nessuno lo ha potuto fermare perché del tutto legale. Prima di procedere alla semina ha informato tutti, dalla Digos al ministero per le Politiche agricole, ma nessuno ha potuto fare niente contro i suoi semi, che ora sono stati piantati in un campo ben evidenziato. Il punto è che secondo i principi emanati dalla sentenza della Corte di giustizia europea, non è la biodiversità a costituire il fattore discriminante tra la scelta di colture Ogm e non, bensì che un divieto può sussistere solo se viene dimostrato che vi è pericolo per la salute e per l’ambiente.

lunedì 17 giugno 2013

'Datagate, spiato Palazzo Chigi'

Secondo uno dei due giornalisti che ha fatto scoppiare il caso, la Nsa americana intercettava anche le comunicazioni dei governi europei, incluso quello italiano



In che misura il Datagate coinvolge anche l'Italia?

"L'Espresso" è riuscito a raggiungere Glenn Greenwald, uno dei due giornalisti che Edward Snowden, il ventinovenne ex assistente tecnico della Cia poi passato a lavorare per l'agenzia americana Nsa, ha contattato per far scoppiare il caso. Lo scandalo ha preso il via nel momento in cui Snowden ha dato accesso a informazioni e documenti top secret della Nsa a Glenn Greenwald e Laura Poitras, che li hanno pubblicati sul quotidiano inglese "Guardian", insieme a Ewen MacAskill, capo della redazione del Guardian a Washington.

Alla richiesta de l'Espresso di sapere in che misura le azienda di telefonia e internet italiane siano coinvolte nello scandalo e se esistano accordi tra la Nsa e il governo italiano, Greenwald ha risposto: «Non credo che loro (la Nsa, ndr) ottengano il consenso degli altri governi nel fare queste cose. In realtà, portano avanti molte attività spionistiche anche sui governi europei, incluso quello italiano. Alcuni governi cooperano con alcune attività che la Nsa svolge nei loro paesi, ma nessuna nazione coopera con tutto quello che loro fanno». Dunque la Nsa spierebbe anche sull'Italia, quali dati vengono raccolti esattamente? E come vengono utilizzati? Il governo italiano è informato di questa pratica e in che misura collabora, visto che Greenwald ha dichiarato che alcuni governi cooperano con certe attività della Nsa?

Parma, vietato protestare. La ditta licenzia gli operai e ingaggia vigilantes anti-sciopero

Licenziati, ma senza neanche il diritto di protestare.



Gli operai della Cft Rossi e Catelli di Parma, hanno subito una doppia ingiustizia. Da una parte il fulmine al ciel sereno della messa in mobilità, decisa dai vertici dell'azienda per sessantaquattro dipendenti, dall'altra l'impossibilità di lamentarsi e far sentire la propria voce.

Sono ormai cinque anni che l'azienda chiude in passivo: per ragioni di bilancio, già tre anni fa, era stato deciso di mettere in mobilità una parte dei lavoratori. Fu una rivolta: i dipendenti occuparono l'azienda e bloccarono l'attività, fintanto che il provvedimento non venne ritirato e le persone poterono tornare al lavoro. Lo sciopero aveva risolto la questione.  E così contavano di fare anche anche stavolta, ma è stato impossibile.

Dopo infatti che è stato dato l'annuncio della ristrutturazione dell'azienda, fatta di tagli che peseranno sui lavoratori, i sindacati hanno convocato un'assemblea straordinaria, per discutere sul da farsi. Ed ecco la sorpresa: uscendo dal posto di lavoro, gli operai si sono trovati la ditta circondata da transenne, attorno alle quali si muove una decina di vigilantes il cui impegno è evitare proteste all'interno della proprietà. Subito chiamata dai sindacati la Digos, i lavoratori hanno così che quegli addetti alla sicurezza sono stati ingaggiati dai dirigenti dell'azienda e che monitoreranno giorno e notte l'area onde evitare manifestazioni. Ovviamente, sono pagati dalla ditta per il servizio offerto.

Pur non potendo dimostrare e protestare, i licenziati sono furiosi e promettono battaglia. Si son visti strappare via in un solo giorno due dei propri diritti, quello del lavoro e quello dello sciopero, e a nulla valgono le rassicurazioni dei dirigenti della Cft Rossi e Catelli secondo cui le manifestazioni possono essere fatte, basta che non siano nel perimetro della ditta.
(Fonte)

Il decreto svuota giustizia



 Il governo sta per varare il cosiddetto “Decreto svuota carceri”. I punti fondamentali del provvedimento sono semplici: arresti domiciliari per chi ha pene fino a 4 ( e forse addirittura 6) anni di reclusione e ultimo periodo di detenzione da passare a casa aumentato da 12 a 18 mesi. Inoltre verrà incoraggiato il lavoro all’interno degli istituti di pena, misura commendevole ma che viene da tempo promessa da tutti.

La situazione del nostro sistema penitenziario, come si sa, è gravissima: 66mila detenuti a fronte di una capienza di 45mila. Tra coloro i quali sono in prigione ben 26.000 sono in attesa di sentenza definitiva, più di 40% del totale.

La situazione non è recente: il sovraffollamento persiste da decenni e l’ultimo provvedimento tampone fu l’indulto del 2006 del ministro Mastella che rimise in circolazione migliaia e migliaia di detenuti, molti più del previsto.

Il bavaglio si allarga: "azzerare il dissenso per legge"

Pdl, pronta la norma “anti contestazioni”. Carcere per chi turba le manifestazioni

Il testo del deputato Ignazio Abrignani ha già avuto l'ok dei vertici di via dell'Umiltà dopo la manifestazione del Popolo delle Libertà a Brescia quando un gruppo dei centri sociali contestò Berlusconi. Il provvedimento prevede la reclusione da uno a 3 anni e multe fino a 2500 euro


Il testo sembra tagliato su misura dopo la manifestazione di maggio del Pdl a Brescia quando un gruppo dei centri sociali contestò Silvio Berlusconi. E’ in quella stessa occasione, per esempio, che Renato Brunetta arrivò al presidio scortato dagli agenti del reparto mobile. E così la bozza di proposta di legge preparata dal deputato berlusconiano Ignazio Abrignani è stata già ribattezzata norma anti-contestazioni: prevede il carcere da uno a 3 anni e multe da mille a 2500 euro per chi disturba le manifestazioni dei partiti in piazza, non solo durante le campagne elettorali, ma in tutte le iniziative politiche, sia pubbliche che private.  L’impianto sostanziale della proposta di legge ha avuto l’ok politico dello stato maggiore di via dell’Umiltà e attualmente è in corso un lavoro di rifinitura del testo. 

I comuni sono a secco ma la holding dei sindaci pensa agli affari




Proprio nel momento in cui i comuni sono con l’acqua alla gola, alla disperata ricerca di risorse, c’è la loro associazione che si riscopre come un’autentica holding d’affari. Già, perché l’Anci è ormai un gruppo a dir poco eterogeneo, con 12 società controllate e un fatturato complessivo di 33 milioni di euro. Davvero niente male. Ma cosa c’entra tutto questo con l’attività di rappresentanza dei comuni davanti alle istituzioni? La risposta è difficile, e diventa ancor più complicata se si considera che buona parte dei clienti del sistema Anci è rappresentata proprio da ministeri, authority ed enti previdenziali. Nel perimetro del business dell’Anci, guidata oggi dal primo cittadino di Pavia Alessandro Cattaneo, è ormai rientrato di tutto: comunicazione, eventi, energia, ambiente, consulenza e soprattutto tanta informatica. Senza contare il fatto che l’associazione, da qualche tempo, è diventata un vero e proprio trampolino di lancio per carriere politiche dei suoi vertici. Qualche esempio? L’ex presidente, Graziano Delrio, è diventato ministro per gli affari regionali nel governo di Enrico Letta, mentre l’ex segretario generale, Angelo Rughetti, è stato eletto alla camera dei deputati nelle file del Pd.

Carbone: in Europa uccide due persone l'ora



I fumi emessi dalle ciminiere delle centrali elettriche a carbone, in Europa, uccidono più di due persone l’ora. È questo il dato più allarmante del rapporto “Silent Killers" , presentato ieri da Greenpeace.

Lo studio, basato su una ricerca condotta dall’Università di Stoccarda, evidenzia gli impatti sanitari dell’inquinamento prodotto dalla combustione del carbone nei Paesi dell’UE: 22.300 morti premature – su base annua – equivalenti alla perdita di 240.000 anni di vita. I fumi delle centrali censite nella ricerca determinano inoltre la perdita annua di 5 milioni di giornate lavorative.

Secondo il rapporto, nel 2010 il carbone ha causato in Italia 521 morti premature, equivalenti a 5.560 anni di vita persi, e determinato la perdita di 117 mila giornate di lavoro. Enel, la grande multinazionale elettrica italiana, è la quinta peggior compagnia a livello europeo, in termini di impatti sulla salute, se si includono anche le emissioni delle centrali della Slovenské Elektrárne, controllata da Enel per il 66 per cento. Alla produzione di Enel, nel 2010, secondo la ricerca dell’Università di Stoccarda, è riferibile una stima, in tutta Europa, di 11.660 anni
di vita persi.

sabato 15 giugno 2013

L'evento politico più trascurato del Terzo millennio

Solo sei mesi fa l'Unione europea ha ricevuto la più prestigiosa delle onorificenze internazionali: il Premio Nobel per la Pace. Ma è come se non fosse mai accaduto.



Nell'angolo di una teca da spolverare nella Centrale dell'Unione Europea a Bruxelles, una donna delle polizie ha recentemente scovato una medaglietta d'oro coperta di ragnatele e, da persona onesta qual'era, l'ha consegnato al suo capo. Costui, dopo diverse ricerche, è riuscito a scoprire che si trattava della medaglia, ormai data per dispersa, che era stata conferita all'Unione Europea, insieme alla solita pergamena, in occasione del Premio Nobel per la Pace del 2012.

Mobbing sugli esodati: depositata la denuncia alla Fornero

L’Inps mette i numeri online: a un anno e mezzo dalla Riforma delle pensioni che ha prodotto 314.576 esodati (fonte: Ragioneria di Stato) solo l’8,7 per cento dei 130mila salvaguardati ha ottenuto la pensione. 11mila persone. Oggi alcuni comitati di esodati hanno depositato la denuncia all’ex ministro del lavoro Elsa Fornero per mobbing sociale, presentata lo scorso dicembre.


esodati_fornero_mobbing


Sugli esodati abbiamo fatto il punto più volte, da quando abbiamo pubblicato i numeri veri allo scorso marzo, in cui ancora le pratiche dei salvaguardati risultavano ferme. Dopo un anno di grande confusione il 5 ottobre 2012 la Ragioneria di Stato mette nero su bianco la cifra esatta degli esodati: 314.576. Di questi, ad oggi, sono salvaguardati in 130.130 persone, con i restanti 184.500 non salvaguardati. Sono ormai partite le prime pratiche di salvaguardia, sullo scaglione di 65.000 relativo al primo iter legislativo (in totale gli interventi sono stati tre), e ora l’Inps mette i numeri online: sono 11mila ad oggi ad aver ricevuto la pensione.

venerdì 14 giugno 2013

Così l'Italia uccide i malati

Nel nostro Paese i medicinali innovativi, che possono salvare migliaia di vite, arrivano con mesi o anni di ritardo. Una tragedia, per i pazienti. La colpa? E' di un mostro burocratico potentissimo, ricchissimo e malfunzionante. Che si chiama Aifa. E opera sotto la direzione del ministero della salute. «Opera»? Si fa per dire, purtroppo


 L'Agenzia è chiusa a riccio, come se non sentisse che infuria la tempesta fuori dal palazzo di via del Tritone a Roma dove ha sede. L'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), di fatto, pochi sanno cos'è. Ma è sulla vita di tutti che incidono i suoi sì o i suoi no, come anche le sue difficoltà e il suo essere, come dicono molti, ormai un gigante. Perché l'Agenzia, il cui direttore generale e presidente del consiglio di amministrazione sono nominati dal ministero della Salute, ha il compito di dare l'ok all'immissione in commercio dei nuovi farmaci, di definirne il prezzo, di sorvegliarne la sicurezza una volta che sono finiti in mano ai malati.


Insomma maneggia la nostra salute e circa 26 miliardi di euro l'anno, perché a tanto ammonta la spesa farmaceutica nel nostro Paese, i tre quarti della quale è a carico del Ssn. Dovrebbe funzionare come un orologio, ma soprattutto essere una casa di vetro dove tutto ciò che accade è ben visibile dai cittadini. E invece sembra oggi paralizzata, affaticata da elefantiasi burocratica e da scelte sulle quali infuriano polemiche, magari fatte a buon fine ma di certo risultate in ritardi e ulteriori aggravi burocratici. Così come sembra incapace di comunicare con i medici, le aziende e i malati. Insomma, con tutti gli stakeholder del sistema-farmaci italiano. Siamo andati a vedere cosa succede a via del Tritone.

giovedì 13 giugno 2013

Il Parlamento diventerà come un fortino, ora vogliono anche l'Eurogendfor a difesa

RIFORME! 35 saggi più 7 esperti possono bastare? NO, ora arrivano i “caschi blu del Parlamento” 



 

Pensavate che 35 saggi più 7 super esperti incaricati di scrivere quello che gli altri pensano potessero bastare? Sbagliato, e pure di grosso. Perché oltre a questo gruppone di professoroni e luminari, si aggiungono da oggi anche (citiamo testuale) “i caschi blu del Parlamento”. Sì, come quelli dell’Onu nelle missioni di pace (o di guerra). E’ talmente comico che può sembrare una barzelletta riuscita, detta bene.

Ma è la disarmante verità. Lo ha confermato solenne come fosse il cardinale che annuncia l’habemus papam, il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello: “Qualcuno ha ventilato il rischio di indebite ingerenze, per cui ho scritto ai presidenti delle commissioni Affari costituzionali per chiedere l’invio di osservatori”. Dalla Camera, a sovrintendere all’operazione dei 42 saggi, hanno mandato il presidente della Corte d’Appello di Bari. Una toga, dopotutto, ci sta sempre bene.

Infine, resi noti i dettagli delle riunioni: tempi stretti, strettissimi, si affannano a dire da Palazzo Chigi. Ci vuole serietà e sobrietà, non si può perdere neppure un minuto. Ecco perché i saggi si incontreranno solo il lunedì, da giugno a ottobre. Agosto escluso, naturalmente.
(Fonte)

“DECRETO DEL FARE” TRUCCATO: C’È UN ARTICOLO SALVA-ILVA

LA BOZZA DELLA LEGGE PREVEDE L’ALLENTAMENTO DEI VINCOLI SULLE BONIFICHE, MA ANCHE PER AUTORIZZAZIONI E RIFIUTI




In Italia la burocrazia è soffocante, lo dicono tutti, quindi bisogna semplificare. Roberto Calderoli bruciava le leggi, come si ricorderà, Corrado Passera sfornava un ddl a semestre, ora pure Enrico Letta sta preparando per il Consiglio dei ministri di questa settimana il suo testo per rendere più facile la vita a cittadini e imprese. Soprattutto ad una, per la verità, che sta a Taranto. D’altronde il nostro corpus giuridico è così vasto che era facilmente prevedibile: uno fa una legge ad aziendam e scopre che gliene serve un’altra e un’altra ancora e un’altra ancora. L’obiettivo è sempre lo stesso: tenere aperti gli impianti mentre si realizza – o quando e se – la messa in sicurezza ambientale.

10 cose che il PD può fare per sminuire la vittoria alle elezioni



Allora ricapitoliamo.
Il PD ha vinto. Il PDL si è squagliato come un ghiacciolo al sole. Il M5S festeggia le futuri sorti e progressive del movimento che conquista due luoghi simbolici della storia italiana: Pomezia e Assemini. L’UDC… scusate che cazzo di fine ha fatto l’UDC?

Ora poiché sappiamo benissimo che nel PD il tafazzismo è l’unica religione praticata dal gruppo dirigente, perché, come dice Zuzzu Gioggia, nella sconfitta ci si compatta e nella vittoria si gioca al ‘tutti contro tutti’, è il caso sin da ora di suggerire le 10 cose che il PD deve evitare per sminuire la vittoria alle elezioni ed assicurarsi l’ultimo e definito fanculo da parte dei propri elettori.

1) Continuare ad attribuire i meriti della vittoria alle amministrative a Bersani: di questo passo anche Occhetto potrebbe risentirsi e le anime pie di Natta, Berlinguer e Togliatti appariranno in sonno ad Epifani pretendendo anche essi parte del risultato.

mercoledì 12 giugno 2013

Chi è Monsanto?



Monsanto è il principale produttore mondiale di Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) ed è una delle aziende più controverse della storia industriale. Dalla sua fondazione nel 1901, nel corso degli anni, la multinazionale di Saint Louis nata come industria chimica, è stata accusata di negligenza, frode, attentato a persone e cose, disastro ecologico e sanitario, utilizzo di false prove.

Eppure, oggi, questo pericoloso gigante della biotecnologia che si pubblicizza come azienda della “scienza della vita”, grazie ad una comunicazione ingannevole, a pressioni e corruzioni, a rapporti di collusione con i vertici politici e amministrativi USA, continua indisturbato ad esportare e imporre in tutto il mondo il pericoloso modello dell’agricoltura transgenica.

Lettera al Governo Italiano: silenzi e complicità sul Muos e non solo

Lettera aperta al Governo Italiano [della cittadina Roberta Barone].



Signore e signori, Ministri di questo Governo “fantasma”,
 
mi perdonerete forse per aver utilizzato questo termine, eppure i siciliani di fantasmi ne hanno visti fin troppi e, di certo,  non perdonano. A scrivere non è un politico, un presentatore televisivo o un calciatore a cui l’informazione si presta facilmente per diffondere al mondo notizie futili quanto lo scopo stesso per cui vengono compiute quelle azioni. Se c’è una cosa che lo studio della storia insegna è che “distrarre” è un metodo alquanto efficace per spianare le strade ad un progetto così lontano dalle più comuni prospettive umane.

A scrivere è una studentessa siciliana a cui, come molti altri giovani ma soprattutto bambini, è stato negato uno di quei tanti diritti che rappresentano una carta in meno nel grande gioco delle Vita. L’utilizzo della parola “fantasma” non è un risultato di un sentimento adolescenziale volto a sfociare nell’esagerazione o, come di consueto tra i giovani, a trasgredire le regole comuni. Non è nemmeno la risposta ad un sentimento interiore che oscilla tra la rabbia e l’angustia.

I signori della truffa




Tutti sanno cos’è la legge della domanda e dell’offerta. Tutti sanno che se una cosa la vogliono tutti, il suo prezzo sale. Se non la vuole nessuno… te la tirano dietro a quattro soldi. Un’altra cosa che tutti sanno è che, a meno di non fare i rapinatori di professione, per avere delle cose bisogna comprarle spendendo dei soldi. Che ti inventano allora economisti, banchieri e politici per far decollare l’economia? Stampano un mucchio di soldi nuovi di zecca e li danno, in primis, agli investitori istituzionali i quali si ritrovano valanghe di carta fresca di stampa praticamente gratis. 

Essendo investitori professionali fanno il loro mestiere e li investono, naturalmente. E dov’è che investe un investitore istituzionale se escludiamo droga, gioco d’azzardo, tratta delle femmine o commercio di organi? Nelle borse naturalmente. Cioè l’investitore professionista compra azioni, obbligazioni, tra cui quelle statali, fondi e strumenti finanziari assortiti.

martedì 11 giugno 2013

PRIGIONIERI DELL'EURO




Quello che più deve preoccupare dell’allarmante titolo di questo articolo è che non l’ho pensato io, ma l’ho copiato pari pari dal titolo che Ross Douthat, uno dei più seguiti articolisti del New York Times ha dato al suo articolo di sabato 1 giugno: “Prisoners of the Euro”. È allarmante perché, se scrive certe cose un noto articolista del Times, che sta negli Stati Uniti, dove il liberismo è talmente connaturato e consolidato nella società che il massimo di spinta a sinistra e di egualitarismo che potete trovare è quello che in Europa potrebbe tutt’al più essere riconosciuto come modesto approccio ad un vago tentativo di socialdemocrazia, allora vuol dire che siamo messi veramente male. Ma cosa scrive Douthat? Scrive esattamente questo: “Attualmente l’Unione Europea non sta promuovendo la democrazia, il liberalismo e il rispetto dei diritti umani, sta invece sottomettendo i suoi Stati più deboli ad uno straordinario test di resilienza, conducendo un sempre più perverso esperimento tendente a vedere fino a che punto le norme liberali possono essere sopportate”.

ECCO DA CHI E’ CONTROLLATA LA STAMPA ITALIANA



LA LISTA:

IL CORRIERE DELLA SERA:
appartiene al gruppo internazionale Mediagroup, è quotato in Borsa e controlla altri giornali e riviste popolari come “Il Mondo” “L’Europeo” “Oggi” “Visto” “Novella” “Max”. Nel suo Consiglio di Amministrazione ci sono personaggi indissolubilmente legati all’elite finanziaria internazionale e ai suoi circoli mondialisti come John Elkan (Gruppo Bilderberg), presidente di FIAT e di Exor (la holding finanziaria della famiglia Agnelli); Carlo Pesenti, consigliere di Italcementi, Unicredit, Italmobiliare e Mediobanca; Berardino Libonati, consigliere di Telecom Italia e Pirelli; Diego Della Valle, possessore del 4% di Banca Nazionale del Lavoro, consigliere di Tod’s e Generali Assicurazioni, ex dirigente della Fiorentina coinvolto nello scandalo di Calciopoli; Renato Pagliaro, consigliere di Telecom Italia, Pirelli e Mediobanca.