mercoledì 30 aprile 2014

CLAMOROSO: SI DEVE TORNARE A VOTARE




La Cassazione a Napolitano: tornare subito al voto. Notizia esclusiva pubblicata da Affaritaliani.it, dove viene riportata nero su bianco la lettera scritta a quattro dagli avvocati Aldo Bozzi e Claudio Tani, ed indirizzata al Presidente Napolitano. Leggiamo: 

"Vorremmo attirare la Sua attenzione sulla importantissima recente sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione, n. 8878/14 del 4 aprile 2014, nella quale, con l'efficacia del "giudicato erga omnes " è stato accertato e dichiarato che "...i cittadini elettori non hanno potuto esercitare il diritto di voto personale, eguale, libero e diretto secondo il paradigma costituzionale, per la oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica, a causa del meccanismo di traduzione dei voti in seggi, intrinsecamente alterato dal premio di maggioranza disegnato dal legislatore del 2005, e a causa della impossibilità per i cittadini elettori di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento...". 

Questa la premessa, seguita poi dalla parte più importante. Riporta Affaritaliani.it

"Il principio di continuità dello Stato non può legittimare fino alla fine della legislatura le Camere elette in violazione della libertà di voto e che sono il frutto della grave ferita inferta "alla logica della rappresentanza consegnata dalla Costituzione"

L'attuale Parlamento, in conclusione, 

"non ha alcuna legittimazione democratica per apportare modifiche alla vigente Costituzione, né per modificare la legge elettorale risultante dalla sentenza n. 1/2014 della Corte Costituzionale. Auspichiamo, pertanto, che Lei, preso atto dell'ineludibile giudicato e dell'obbligo giuridico di darvi pronta attuazione, promuova gli atti necessari affinché il Popolo Italiano sia finalmente messo in grado di "esercitare il diritto di voto personale, eguale, libero e diretto secondo il paradigma costituzionale".



martedì 22 aprile 2014

CANDIDATI ALLE ELEZIONI EUROPEE “IL NUOVO CHE AVANZA”

“Una ventata di freschezza aleggia nell’aria dopo la prima visione delle liste dei candidati alle prossime elezioni europee”



Infatti tutti i grandi partiti hanno deciso di proseguire, anche in questa occasione, la linea della conservazione, chiudersi nella fortezza, pronti alla difesa ad oltranza. Cosa sia passato per la testa dei redattori delle liste davvero non è chiaro, vista l’ondata montante del M5S, laureati, impiegati e ricercatori che si andranno a scontrare in larga parte con eurodeputati alla seconda tornata nel parcheggio di Strasburgo, o peggio con vecchie volpi degli emicicli nazionali ormai vantanti il titolo di “suppellettile” in vece del più istituzionale “onorevole”. A partiti unificati, solo una peculiarità salta all’occhio: alla domanda “cosa hanno fatto nei precedenti cinque anni?” risponde solo una eco assordante. Ma del resto, visto chi rimane e chi arriva, gli impresentabili davvero non mancano. Nelle fila di Forza Italia, campeggia il nome di Gianfranco Micciché, un nome una garanzia, Alessandro Cecchi Paone, la tronista Ylenia Citino, oltre a Iva Zanicchi, il cui contributo risulta forse fermo al karaoke post seduta e permane il bonaccione di Ceppaloni Clemente Mastella, a cui il padrone ha, dicono i maligni, concesso il secondo obolo concordato per la caduta del governo Prodi nel 2008; inoltre visti i suoi più recenti guai giudiziari del seggio europeo davvero non ne può fare a meno. Guai giudiziari accompagnano anche Raffaele Fitto, forte di una condanna a 4 anni per corruzione, e Giampiero Samorì, accusato di associazione a delinquere. Stessa solfa per gli altri partiti di area destrorsa, Fratelli d’Italia non ha trovato collocazione migliore per l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, noto per le difficoltà con le unità di misura dell’acqua nei suoi diversi stati fisici, anche se con l’attuale primo cittadino pare che non si siano fatti grossi passi in avanti.
Dal lato UDC-NCD troviamo l’onnipresente Lorenzo Cesa, colui che batté Giovanardi, e meno male, nella corsa alla presidenza del partito di centro per antonomasia. Tra i “diversamente berlusconiani” spicca invece il ciellino Maurizio Lupi, sotto processo per abuso d’ufficio. Anche il PD vanta tra le sue fila una serie di inquisiti più noti però, a livello regionale: Andrea Cozzolino su cui grava il sospetto di brogli elettorali, Nicola Caputo coinvolto in un recente scandalo per il rimborso di una fattura, Anna Petrone indagata per peculato, mentre Giosi Ferrandino, sindaco di Ischia è stato raggiunto da un rinvio a giudizio.

“CARA EQUITALIA, TI COMUNICO CHE MI CANDIDO ALLE EUROPEE”: LINO RICCHIUTI IN LISTA CON “IO CAMBIO”, LISTA CIVICA NAZIONALE PER RIPRISTINARE LA NOSTRA SOVRANITA’ MONETARIA E BLOCCARE LO STRAPOTERE DELLE BANCHE



Cara Equitalia ,
oggi ho deciso di scriverti. Ricordi quando nel dicembre 2010 mi mandasti una tua lettera comunicandomi che avevi intenzione di vendermi la casa ipotecandola , solo perché non ero riuscito a pagare tutto ciò che lo Stato mi chiedeva? Tu forse non lo ricordi , ma io si. Ricordo la botta che sentì nello stomaco, ricordo le lacrime versate , ed era tanto che non lo facevo, dalla dipartita di mio nonno 14 anni prima. Certo non lo nascondo avevo un debito con lo Stato di quasi 20mila euro, ma per lo più erano miei contributi , dichiarati e non versati..sai cosa significa dichiarati mia cara Equitalia? Che non sono un evasore , altrimenti non li avrei dichiarati , quindi significa che in 20 anni da quando ho partita iva tutto il resto lo avevo sempre pagato , ma quando arrivi a un certo punto che devi decidere se pagare il fitto, il mutuo di casa , i contributi dei dipendenti e la corrente di casa e dell’attività e non hai tutte queste entrate che fai? Devi fare delle scelte e lo sai bene che sono 8 anni che non vado in ferie che ho un auto da 15 anni , un cellulare da 5 anni e questo notebook comprato usato e l’unico vizio sono le sigarette. Ma a te nulla è fregato , anzi quei 20.000 tra interessi e sanzioni me li hai portati a 39.500, tu mi dirai che non è colpa tua che osservi la legge.

sabato 19 aprile 2014

Facebook rivela quali sono i governi che censurano di più i post



Quando si tratta di richiedere informazioni riservate sugli utenti a Facebook e Google, gli Stati Uniti sono i primi della lista in tutto il mondo, anche se gli USA non chiedono mai ai social media di cancellare i contenuti (in parte per via del Primo Emendamento sulla libertà di espressione). Tuttavia, nel resto del mondo non è sempre così. India, Pakistan, Turchia, Israele, Germania e Francia hanno costretto Facebook a rimuovere più contenuti che in qualsiasi altra parte del mondo. Lo si legge nel nuovo report Global Government Requests pubblicato dall'azienda di Zuckerberg.

Elezioni europee, Italia pronta a farsi colonizzare

Le elezioni europee incombono, ma in Italia pare che ad andare al voto sia il nostro Parlamento. Qualcuno si è preso la briga di guardare i siti dei maggiori partiti italiani? Tranne qualche sporadico accenno, non vi è alcuna sezione dedicata alle elezioni europee, né ai programmi che le formazioni politiche applicheranno durante il loro mandato.



Una scelta quantomeno discutibile, visto che proprio in seno all’Europa si giocherà la partita fondamentale dei prossimi mesi per il futuro dell’Italia. Una nazione che più di altre, seguendo pedestremente e maldestramente le idee di austerityimposte dai burocrati di Strasburgo, ha aggravato la sua situazione economica e che ormai risulta essere sull’orlo di una vera e propria “crisi di nervi” sociale.
Negli ultimi due anni, tutti i partiti italiani si sono riempiti la bocca d’Europa per giustificare misure da lacrime e sangue: ora, arrivati al dunque, non esprimono una sola parola sulle azioni che porteranno avanti qualora eletti nell’assise comunitaria. Uno spettacolo desolante, figlio di una politica provinciale che misura le sue fortune in base alla cura del piccolo orticello, invece di occuparsi di quella grande idrovora che si chiama Unione Europea. Si noti, l’utilizzo del termine “idrovora” non è buttato lì a caso; infatti, per stare nel club europeo l’Italia versa ogni anno tra i 22 e i 24 miliardi di euro. E ora calcoliamo i benefici che ne ricava: il saldo tra i fondi versati a Bruxelles e quelli ricevuti è negativo a ammonta a 22 miliardi di euro, che dal 2007 al 2011 l’Italia ha lasciato nelle casse dell'Unione Europea. Un bel salasso che i cittadini italiani ripianano con generosità grazie alle tasse.

giovedì 17 aprile 2014

Renzi si porta "i comunali" di Firenze a Roma

Gelo a Palazzo Chigi tra i fedelissimi di Renzi e Delrio. E Matteo non vuole rinunciare alla sua "vigilessa"



I rapporti tra il premier Matteo Renzi e il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio non sembrano di essere dei migliori. Renzi è un fagocitatore, un accentratore, un tuttofare e non lascia molto spazio agli altri. Delrio, tuttavia, è stato sindaco di Reggio Emilia e chi ha fatto il sindaco è un numero uno, abituato alla proiezione esterna e non è abituato a lavorare nell’oscurità. 
Non è un caso che Delrio è quasi tutti i giorni in tv. Ma la freddezza tra i due capi del governo si rifilette sui rispettivi bracci destri: Luca Lotti, sottosegretario all’Editoria, è di fatto il capo segreteria di Renzi; Mauro Bonaretti, segretario generale di Palazzo Chigi, legato al sottosegretario. 
I due ormai non si parlano più. Tanto che da una decina di giorni di parla di un totale isolamento di Bonaretti e la sua uscita di scena appare sempre più vicina. Anche perché Renzi non lascia a Delrio nemmeno quello a cui sono preposti, ovvero la gestione del palazzo. Per questo il presidente del Consiglio, con una evidente forzatura, ha voluto Antonella Manzione alla guida del Dagl, dipartimento affari giuridici e legali della presidenza, sebbene la stessa non abbia i requisiti. E’ infatti un dirigente degli enti locali e non dello Stato come vorrebbe la legge che fissa i criteri per nominare il capo di un ufficio più delicato che ha il compito di coordinare gli altri ministeri nei provvedimenti, di raccordo con il Quirinale e segue l’attività in Parlamento. 
Alla Manzione, detta anche la “vigilessa” (perché è comandante dei vigili urbani del comune di Firenze), Matteo non vuole rinunciare e quindi si apre la strada che tenti una forzatura andando allo scontro con la Corte dei Conti, chiamata a controllare sulla legittimità degli atti del governo. Oppure potrebbe decidere di piazzarla alla segreteria generale, mandando via Bonaretti. 
Sarebbe un affronto a Delrio. Ma Renzi è capace di tutto.
(Fonte)


Ma non solo



Gli uomini di Renzi - Prima di lei, la stessa "fortunata" promozione era toccata Luca Lotti (ex capo di gabinetto a Palazzo Vecchio e ora sottosegretario alla presidenza del Consiglio), Simona Bonafè (ex assessore a Scandicci e oggi membro della dirigenza Pd),Maria Elena Boschi (ex consigliere giuridico del sindaco di Firenze, adesso ministro per le Riforme) e Dario Nardella (ex vicesindaco, deputato e futuro primo cittadino di Firenze).

Una questione di famiglia - Prima di lei, a occupare l'incarico di capo del dipartimento legislativo, c'era Carlo Deodato: un dirigente dello Stato che aveva lavorato come capo di gabinetto e capo ufficio legislativo in una dozzina di ministeri. Un curriculum innegabilmente diverso da quello della vigilessa Manzione che, pur apprezzatissima dai suoi concittadini, prima d'ora non aveva mai ricoperto un incarico di levatura nazionale. Va ricordato, infine che Domenico Manzione, fratello di Antonella, è stato sottosegretario agli Interni nel governo di Letta. In quell'occasione, il magistrato toscano non si era fatto troppi problemi a spiegare le ragioni della sua nomina: "Amicizia, stima e affetto personale". Quello della sorella con Letta, molto probabilmente. 
(tratto da: Fonte)

L'ISTAT frena gli 80 euro di Renzi: "Impatto medio massimo di 66 euro". Bankitalia e Corte dei Conti affondano le coperture



Si complica la strada verso i famosi 80 euro. Venerdì prossimo il governo Renzi effettuerà il tanto atteso taglio dell'IRPEF, che permetterà ai dipendenti (pubblici e privati) di trovare, da maggio, circa 80 euro in più in busta paga. Una promessa impegnativa che necessita di quasi 7 miliardi subito e di 10 miliardi annui dal 2015. Infatti, è soltanto attraverso questo cifre che sarà possibile garantire a 10 milioni di italiani di poter beneficiare mensilmente di quella che Renzi ha soprannominato "una vera e propria quattordicesima". Ricordiamo che i beneficiari saranno i dipendenti con uno stipendio inferiore ai 25mila euro lordi, mentre risulteranno esclusi (almeno per ora) pensionati e incapienti (chi guadagna meno di 8mila euro all'anno). Ma il percorso non sarà così lineare.

Prima di tutto, Renzi dovrà rispondere in merito all'audizione del presidente ISTAT Antonio Golini che, commentando il DEF (Documento di Economia e Finanza) davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha dichiarato che i famosi 80 euro porteranno un beneficio medio di al massimo 66 euro. In pratica meno di quanto promesso. Questo perché l'ISTAT non ha preso in considerazione gli 80 euro in sé per sé, ma ha voluto studiare l'impatto che questi soldi porteranno concretamente alla famiglie, a seconda delle loro diverse fasce di reddito e delle loro particolari caratteristiche. Ecco perché l'Istituto ha diviso in cinque parti uguali le famiglie italiane, così da valutarne al meglio l'impatto reale.

mercoledì 16 aprile 2014

I Marò sequestrati, il gioco di Monti, Di Paola, Orsi e le tangenti Finmeccanica all' India



11 Aprile 2014, ventiseiesimo mese di sequestro indiano...

Apprendiamo oggi una notizia che i media si son guardati bene dal dare riguardo al processo in corso a Busto Arsizio ai vertici Finmeccanica per le tangenti pagate al partito del congresso di Sonia Gandhi, lo stesso che tiene come ostaggi i Fucilieri di Marina dal febbraio 2012 e che il professore Monti ritenne opportuno restituire all' india stessa dopo la decisione dell' allora MAE Giulio Terzi di trattenerli in Italia dopo un anno di buio totale, continuiamo a chiederci perchè i media non danno rilievo a questa notizia ? 

Eccola la notizia che apprendiamo da agenzie, il Gup di Busto Arsizio, Alessandro Chionna ha ratificato il patteggiamento di Guido Haschke il faccendiere Italoamericano a un anno e dieci mesi di reclusione per il reato di corruzione internazionale legato al contratto degli elicotteri AgustaWestland  ( gruppo Finmeccanica ) con l' India, Haschke, una delle figure chiave che secondo l' accusa avrebbe versato circa 50 milioni di euro in tangenti a politici indiani, esce cosi' di scena dal processo in corso ( potrà solo essere ascoltato come testimone se richiamato ), resta in corso il processo con rito immediato agli AD di finmeccanica Giuseppe Orsi e all' AD di Agusta Westland, imputati di corruzione internazionale e false fatture, mentre il procedimento principale è ancora nella fase di indagini preliminari.

lunedì 14 aprile 2014

#MARO': TERZO ANNO, TRADITI TRE VOLTE.



Questo il mio discorso di ieri [11.04.2014] alla Sala del Cenacolo della *Camera dei Deputati: "Siamo entrati nel terzo anno della questione Marò. Una vicenda vergognosa e incredibile; un'ombra nera sulla politica estera del nostro Paese; un vulnus alla capacità dell'Italia di affermare la propria Sovranità nazionale e di rispettare e tutelare le proprie Forze Armate tenendo sempre alto - bene al di sopra di interessi e profitti commerciali - il valore della sicurezza e della vita dei nostri concittadini.

I più elementari principi di dignità nazionale sono stati sfregiati dall'incapacità manifesta, o meglio dalla volontà, di non voler gestire e risolvere una crisi che si è prodotta essenzialmente perché alcuni poteri forti dell'economia e dell'informazione del nostro Paese hanno stabilito che la libertà di due uomini con le stellette non valesse alcun rischio - neppure il più piccolo - di tensione con un Paese come l'India dove si possono fare "ottimi affari", e dove certi interessi si dovrebbero coltivare meglio se ci mostriamo remissivi e accondiscendenti. 

PALAZZO QUIRINALE E LA CORTE DEL PRESIDENTE

Ma quanto ci costa il Quirinale! la reggia senza re

Napolitano ha iniziato a tagliare le spese ma i costi standard di altri paesi sono molto più bassi 



22/04/2013 - Totale della spesa annuale? 243,6 milioni di euro. L’Eliseo in Francia costa 112,5

«Al 31 agosto del 2000 il personale in servizio nella Presidenza della Repubblica era composto da un totale di 2.181 lavoratori fra dipendenti diretti e addetti. Tra i quali 274 corazzieri, 254 carabinieri di cui 109 in servizio nella residenza estiva di Castelporziano, 213 poliziotti, 77 finanzieri, 21 vigili urbani e 16 guardie forestali. Il solo gabinetto del segretario generale Gaetano Gifuni era costituito da 63 persone. Il servizio Tenute e Giardini da 115, fra cui 29 giardinieri e 46 addetti a varie mansioni. Il tutto per un costo complessivo annuo di 235 milioni di euro». Era il 2007 quando uno dei passaggi più emblematici de “La Casta” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo denunciava l’enorme ammontare di risorse pubbliche determinato dal funzionamento della macchina del Quirinale. Un quadro reso ancor più impietoso grazie ai raffronti con le istituzioni repubblicane e monarchiche delle democrazie politiche occidentali. E divenuto tanto più intollerabile a causa della segretezza con cui fino ad allora venivano preparati e redatti i bilanci della più alta magistratura del nostro paese.

martedì 8 aprile 2014

CLAMOROSO / DRAGHI SCRIVE: ''GLI EUROPEI SI DEVONO ADATTARE ALL'EURO!'' (E SE NON SI ''ADATTANO'' ARRIVA LA TROIKA NAZISTA)



Mario Draghi ha scritto nella prefazione al bilancio della BCE del 2013: "Le strategie di medio termine nel risanamento dei conti pubblici dei paesi dell'Unione Europea, e in particolare per quelli dell'Unione monetaria, anche in considerazione degli elevati rapporti debito/pil (dell'Italia, ad esempio - ndr)  'dovrebbero essere in linea con il patto di bilancio (fiscal compact)''.

Praticamente, Draghi sta indicando a Renzi l'obbligo di tagliare di 50 miliardi la spesa pubblica italiana già ad iniziare da quest'anno e per i prossimi venti.

"Le strategie di risanamento - prosegue a scrivere Draghi - dovrebbero assicurare un aggiustamento favorevole alla crescita che coniughi il miglioramento della qualita' e dell'efficienza dei servizi pubblici con la limitazione al minimo degli effetti distorsivi dell'imposizione fiscale''.

Come pensi, Draghi, sia possibile migliorare i servizi pubblci, il principale dei quali è la sanità, ovviamente, tagliando in modo mostruoso la spesa sanitaria dello Stato, non lo spiega e d'altra parte non riuscirebbe a farlo se non invocando il famigerato sistema sanitario americano, tutto privato, in base al quale se il cittadino non ha il denaro per pagarsi una onerosa assicurazione sanitaria personale, può tranquillamente morire sul marciapiede davanti all'ospedale. Se vi entrasse senza assicurazione, sarebbe accompagnato all'uscita.

lunedì 7 aprile 2014

PENSIONI DI PLATINO PER GLI AMBASCIATORI! ALTRO CHE TAGLI!- RENZI ORAMAI HA SUPERATO IL MAESTRO BERLUSCONI NEL RACCONTAR PANZANE AGLI ITALIANI

Casta diplomatica, niente paura per i tagli: pensione di platino al posto dell’indennità
Guadagnano fino a 600mila euro l’anno e costano 108 milioni di euro. Il ministro Mogherini annuncia un ddl per ridurre gli stipendi d’oro della diplomazia. Ma la riforma, a conti fatti, potrebbe portare ulteriori vantaggi alla categoria e maggiori costi per lo Stato grazie a pensioni ancora più alte



Guadagnano fino a 600mila euro l’anno e di retribuzioni ne hanno due, quella a Roma e quella all’estero. Ma ora la musica cambia per tutti. “Basta stipendi d’oro agli ambasciatori d’Italia”, ha promesso il ministro degli esteri, Federica Mogherini, annunciando giovedì 3 aprile un disegno di legge per modificare il trattamento economico del personale diplomatico all’estero. Dopo 48 ore si scopre però che anche invertendo l’ordine dei fattori il costo della Casta non cambia. E forse, se possibile, aumenta. Il ministro ha incontrato i sindacati della Farnesina per presentare le linee guida del piano che deve essere ancora formalizzato in un documento. Le prime reazioni sono di sconcerto. Alcuni delegati sono convinti sia  un’operazione di facciata, utile a dare un contentino al Mef, al Commissario Cottarelli e all’opinione pubblica, che non intaccherà le prebende della diplomazia più costosa al mondo. Al contrario, rimodulando le voci che compongono le loro retribuzioni – in media 15-20mila euro netti al mese – l’intervento potrebbe portare ulteriori vantaggi alla categoria e maggiori costi per lo Stato. Un passo indietro. Quanto guadagna un diplomatico italiano? Due anni fa ilfattoquotidiano.it ha fornito cifre e paragoni con altri Paesi che non si potevano credere e l’economista Roberto Perotti, docente alla Bocconi, le ha confermate un mese fa: l’ambasciatore a Tokyo 27mila euro netti al mese, a Mosca 26mila, a Parigi 21mila  fino a città del Messico, dove l’ambasciatore si “accontenta” di 18mila euro. Trattamenti economici superiori a molti capi di Stato derivanti dalla somma di diverse voci.

domenica 6 aprile 2014

SCANDALO COOP! Guardate da dove vengono i prodotti Coop. FATE GIRARE!! VIDEO

Guardate questo INTERESSANTISSIMO video di Max Bugani sui prodotti Coop,che dimostra la vera provenienza ed i produttori di tali prodotti.Ecco cosa portate a casa.



Lo shopping è all’ ordine del giorno,l’acquisto di prodotti alimentari lo è ancor di più,ma non ci poniamo mai domande sulla provenienza di un prodotto, perchè crediamo che se la marca è italiana allora il prodotto in questione è made in italy,completamente italiano composto da materie prime italiane.

Purtroppo non è cosi’, crediamo di aver acquistato un prodotto genuino italiano quando invece potrebbe essere “radioattivo” a causa della provenienza delle materie prime utilizzate per la sua creazione.



(Fonte)

NE PANE NE VINO, AHI AHI ANGELINO!

Alfano e i manifesti sul "coraggio" stampati tre giorni prima delle "rivelazioni" del pentito



Quando qualche giorno fa Angelino ha svelato lo slogan elettorale del Nuovo centrodestra per le Europee, "Insieme al nostro coraggio", tutti hanno pensato subito a uno sbocco di sincerità del leader siciliano. In effetti ci vuole coraggio, tanto coraggio a rimorchiarsi relitti come Casini e derelitti come i montiani sul barcone elettorale che tenta di superare lo sbarramento europeo in un mare popolato di grillini e berluschini. Qualcuno, maliziosamente, aveva fatto notare che forse lo slogan più adatto sarebbe stato "Insieme alla nostra faccia tosta", ma poi s' è capito che Alfano non si riferiva agli alleati. Ma allora, la domanda sorge spontanea, coraggio de chè, Angelino? Forse si riferiva allo sprezzo del ridicolo di un partito che sta al governo ma nessuno lo sa? O l'ardore della Lorenzin e di Lupi nel difendere con la macchinetta tra i denti le poltrone di governo? O magari alla forza bruta di Quagliariello nel duellare con la terribile Pascale? O forse allo spirito guerriero che esibisce Cicchitto quando si tira i gessetti con Bondi? Boh. Però poi, tre giorni dopo la presentazione dei manifesti sul "coraggio" di Alfano, spunta fuori una strana notizia, quello che appare a tutti come il più clamoroso colpo di culo pre-elettorale mai capitato a un leader politico nella storia mondiale: un pentito racconta ai magistrati di Reggio Calabria, che Cosa Nostra stava pensando di organizzare un attentato contro l’allora Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ritenuto dalla mafia il responsabile dell’inasprimento del regime carcerario del 41 bis. Roba da non credere, diciamoci la verità. Pare che lo stesso diretto interessato, dopo una rapida ricerca su internet, si sia ricordato di essere stato effettivamente ministro della Giustizia, solo 4 anni fa, in un governo Berlusconi: "google" ha cantato. Certo, deve essere stato ancora più bello scoprire che tre giorni prima erano stati presentati i manifesti, già affissi sugli autobus di tutta Italia, con quel riferimento al "coraggio" e il volto di un Alfano sorridente e impavido che sfida i suoi nemici, un messaggio che ai più era apparso incomprensibile soprattutto alla voce "nemici". Che grande coincidenza, che grande culo, Angelino...

Renzi lancia messaggi in codice: “L’Eni è roba dei nostri servizi segreti”. Follia o lucido “ricatto”?

Non era mai capitato nella nostra storia repubblicana che un premier - come riporta il Fatto Quotidiano - andasse in tv a spiattellare così, ai 4 venti, che una delle più importanti aziende di Stato, l’Eni appunto, è un “pezzo fondamentale dei nostri servizi segreti”. C’è la nomina del nuovo Presidente in ballo e quindi qualcosa bolle in pentola. Perché non si può certo credere che la volpe Renzi si sia lasciato scappare parole così pesanti per sbaglio, gaffe o casualità. A chi è rivolto quello che pare a tutti gli effetti un messaggio in codice?


Gaffe di Matteo Renzi sull‘Eni. Ieri sera il premier era ospite a Otto e mezzo, su La7. Si parlava di nomine ai vertici delle aziende pubbliche e, in particolare, dei requisiti di onorabilità che il ministro dell’Economia, Padoan, vuole imporre ai loro amministratori. Tentando di dribblare una domanda di Lilli Gruber sulla possibilità che Paolo Scaroni, ad del gruppo energetico, sia riconfermato nonostante la recente condanna in primo grado, il premier si è però fatto scappare una rivelazione ben più compromettente: ha rivelato, in pratica, che il gruppo energetico ha stretti legami con gli uomini dei servizi. Questa, testualmente, la frase incriminata: “L’Eni è oggi un pezzo fondamentale della nostra politica energetica, della nostra politica estera, della nostra politica di intelligence. Cosa vuol dire intelligence? I servizi, i servizi segreti“.
Apriti cielo: Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, ora grida allo scandalo e parla di “gaffe inqualificabile e pericolosa“. Che cosa c’è sotto è presto detto: a livello ufficioso è noto che le sedi estere del Cane a sei zampe spesso ospitano anche le nostre “barbe finte”, più o meno mascherate da dipendenti. Un segreto di Pulcinella, forse, ma custodirlo è buona norma e dichiararlo in prima serata non è certo consigliabile. In primo luogo per la sicurezza stessa di chi per l’Eni lavora, magari in Paesi politicamente turbolenti. Ma anche perché, come ha sottolineato Guido Crosetto, coordinatore di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, l’affermazione “potrebbe essere usata da qualunque concorrente, all’estero, per bloccare contratti o gare”. Per non dire del fatto che potrebbe addirittura configurarsi l’ipotesi di rivelazione di segreto di Stato
“Ma il presidente del Consiglio italiano, dottor Matteo Renzi, si rende conto di quello che ha detto?”, è la domanda retorica di Brunetta. ”Quella di Renzi è una frase sconcertante a livello nazionale e internazionale, fatta nei confronti di una grande multinazionale dell’energia, quotata in borsa. Siamo veramente senza parole”. E ancora: “Cosa voleva dire Renzi riferendosi a politica di intelligence e a servizi? E’ proprio di una società quotata in borsa fare intelligence e occuparsi dei servizi? E quando l’Eni partecipa ad una gara internazionale la vince per la sua capacità tecnologica, per la sua capacità di competere o per la sua intelligence? E’ assolutamente inaudito, aberrante”. In ogni caso, ha promesso Brunetta, “delle sue affermazioni gli chiederemo conto in Parlamento già dalla prossima settimana”. Mentre Crosetto ha rincarato invitando Renzi a ricordare “che non è più il sindaco di Firenze o il candidato di rottura alle primarie del Pd ma il presidente del Consiglio".
(Fonte)

UNA GABBIA ATTRAVERSERA' L'ITALIA PER TENERE ALTA L'ATTENZIONE SUI 2 "MARO'"

ITALIA MIA, STENDI IL TUO TRICOLORE SUI NOSTRI MARO', AFFERRALI E RIPORTALI DA NOI.




Cari Amici di Massimiliano e di Salvatore,

in questi ultimi due anni e passa ho letto continuamente le vostre suppliche, le vostre minacce, i vostri auguri e la vostra vicinanza continua, inamovibile, tenace e commossa per questi nostri due fratelli.
Il buongiorno tutte le mattine, la buonanotte tutte le sere, con una fede incrollabile che mi ha fatto versare qualche lacrima.

Lo slancio non si è esaurito, anzi, è andato avanti ancora ed ancora e sempre di più perchè non si sentissero soli, abbandonati e dimenticati come forse qualcuno, molto colpevole, sperava.  Una sequela di errori grossolani, conditi da incapacità e meschini sentimenti mercenari, hanno provocato ciò che, a tutt'oggi, è la tragica situazione.  

Attualmente, se il partito dell'opposizione, in India,  vincerà le elezioni, come è assai probabile, c'è anche il rischio del carcere, secondo le parole pronunciate dal nascente leader del suddetto.

E' inutile piangere sul latte versato, quel che è stato fatto non si può disfare.  Penseremo a tempo e luogo, quando i nostri ragazzi saranno in salvo in Italia, ad alzare le nostre voci.

Adesso dobbiamo pensare a come fare per accendere il fuoco sotto i piedi a chi conta da noi, anche se, purtroppo, il nostro peso politico, in campo internazionale,  si è più che dimezzato.  Siamo prossimi alle elezioni anche noi e dobbiamo battere il martello sul punto più sensibile che possiamo trovare poichè, da quel che vedo, mi sembra siamo in tanti.

mercoledì 2 aprile 2014

Napolitano: vigilerò che si rispettino i vincoli di bilancio imposti dalla UE



2 apr Il Presidente della Repubblica “non mancherà di vigilare sul rispetto delle regole che disciplinano gli equilibri di bilancio e dei vincoli derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea da un lato e agli organismi internazionali preposti a garantire l’equilibrio dei mercati dall’altro”. Lo ha assicurato il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, rispondendo alla lettera inviata al Capo dello Stato dal capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta, in merito all’annunciato taglio Irpef.
Lettera, quella di Brunetta, inviata lunedì 31 marzo e nella quale – spiega una nota di Forza Italia – “si esprimevano preoccupazioni circa le indiscrezioni sul possibile sgravio fiscale di 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti con reddito più basso e per le fantasiose formule di copertura, che lasciavano intravvedere il rischio di una manovra elettoralistica in deficit”. Oggi la risposta, a firma del segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, resa nota dallo stesso Brunetta. tmnews.
(Fonte)


Si, ce lo chiede l'Europa e perciò va fatto mentre quello che viene implorato dai tuoi cittadini, sempre più in miseria, non sembra interessarti!

martedì 1 aprile 2014

UNA STRANA STORIA, QUELLA DEI NOSTRI MARO', DI CUI SEMBRA NON INTERESSARE NE STAMPA NE ISTITUZIONI



C'è una domanda che vorrei fosse fatta al Presidente della Repubblica (che è anche colui che presiede il Consiglio supremo di difesa e detiene il comando delle forze armate italiane) da parte dei media nazionali e che mi tormenta da parecchio tempo.
La domanda è questa: "Signor Presidente Giorgio Napolitano come mai non si è opposto al ritorno in India dei nostri due fucilieri di marina (Latorre e Girone) in occasione del loro rientro in Italia per le votazioni del 24 e 25 febbraio 2013?". 

Ci sarà qualche giornalista in Italia che avrà il coraggio di porre questa domanda?




I due Marò, serve chiarezza ed incisività.

A livello istituzionale si continua a raccomandare di rimandare l’individuazione di eventuali errori commessi nella gestione della vicenda a dopo il rientro in Italia di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Sono, comunque,  già in corso  iniziative destinate a fare chiarezza sulla vicenda. Il partito politico Fratelli d’Italia ha depositato  la richiesta dell’istituzione di una Commissione di inchiestache chiarisca le responsabilità governative intorno al caso e l’iniziativa sembra che sarà reiterata anche dal MoVimento 5 Stelle,.

L’esortazione ad aspettare non è quindi più condivisibile. Troppo tempo è trascorso e fare chiarezza rappresenta un obbligo che qualsiasi democrazia non può negare ai propri cittadini e, nella fattispecie non si andrebbe nemmeno a coinvolgere la controparte indiana, che potrebbe sentirsi “infastidita” dall’azione italiana.

Fin dal primo momento l’intera vicenda è stata caratterizzata da scarsa trasparenza e dopo che il 22 marzo 2013 si è piombati nel peggiore oscurantismo dopo che i due Marò sono stati rimandati in India. Un esempio fra tutti gli  8 mesi trascorsi prima che, l’allora Ministro della Difesa ammettesse in Parlamento che la Difesa aveva dato l’assenso per un approdo dell’Enrica Lexie sul porto di Koci.

Perchè il tempo non cancelli la memoria è opportuno fissare i “paletti” intorno a cui è ruotata l’intera vicenda ed iniziare a capire chi è perché ha deciso determinate azioni. Solo così l’Italia potrà riconquistare rapidamente il consenso internazionale necessario per riappropriarsi del diritto di giudicare i propri militari riportandoli immediatamente a casa.

Ripercorriamo il diario a ritroso, partendo dai fatti recenti che spesso hanno confermato molti dei dubbi emersi in questi due anni.

  1. La Corte Suprema indiana si è pronunciata su un ricorso di Latorre e Girone, avverso all’affidamento delle indagini alla NIA, presentato come singoli soggetti giuridici e non come Stato italiano. I due militari hanno esercitato un loro diritto che sicuramente non indebolisce la posizione italiana in materia di giurisdizione.  A tale riguardo , però, si deve chiarire chi in una precedente udienza abbia deciso di costituire in un giudizio indiano lo Stato italiano. Costui  ha gravi responsabilità perché l’atto potrebbe portare ad un indebolimento della posizione italiana sul piano della giurisdizione, anche per la visibilità data alla  decisione con la presenza in Aula di un rappresentante ufficiale del Governo,  il dott. Staffan de Mistura.
  2. Perché l’Italia ancora non abbia avviato l’arbitrato internazionale che l’India sicuramente non desidera sapendo bene quali sarebbero le conclusioni arbitrali dopo la sentenza  della Alta Corte indiana del 18 gennaio 2013.
  3. Perché è stato deciso di rimandare i due militari a Delhi nonostante che fossero a rischio di un giudizio che poteva prevedere la pena di morte e si è accettata una dichiarazione indiana di non applicabilità della stessa, assolutamente irrilevante sul piano giuridico italiano (Sentenza della Suprema Corte italiana n. 223 del 27giugno 1996). Tutto in assenza di una decisione di un Tribunale italiano (Sentenza n. 40283 del  10 ottobre 2008).
  4. Pur nel rispetto dell’assoluta libertà decisionale della Procura della Repubblica, come mai nonostante che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone fossero indagati per omicidio volontario non sia stato adottato nei loro confronti alcun provvedimento restrittivo, primo fra tutti la possibilità di espatrio, rinuncia che di fatto ha conferito prevalenza e precedenza all’indebita azione giudiziaria indiana.
  5. Chi ha deciso il “risarcimento ai fini umanitari” delle famiglie dei due poveri pescatori morti, elargendo 145.000 Euro ? Un riconoscimento di responsabilità e non un semplice “atto di generosità” come a suo tempo specificato dall’ex Ministro della Difesa Di Paola. Un accordo raggiunto nell’aprile del 2012  dal Capo di Gabinetto del ministero della Difesa italiano dopo averlo negoziato con gli avvocati di parte indiana. Le trattative erano in corso da diversi giorni con protagonisti negoziatori italiani coordinati dal ministro della Difesa, Giampaolo di Paola, e i legali dei familiari dei due pescatori uccisi. In quei giorni il Times of India parlava di una prima offerta di risarcimento di 7 milioni di rupie (all'incirca 102mila euro) subito rifiutata,  per poi arrivare ad un accordo di 10 milioni di rupie a ciascuna delle parti. Una elargizione definita atto di generosità, ma di fatto ricerca di una contropartita considerato che secondo il network televisivo Cnn-Ibn e il quotidiano on line The First Post, il governo italiano si è subito dopo rivolto alla Corte Suprema locale sollecitando la revoca della denuncia per omicidio a suo tempo formalizzata dalla polizia indiane nei confronti dei due fucilieri di Marina e chiedendo di aver riconosciuta l’immunità funzionale. Un tentativo andato a vuoto come i fatti hanno dimostrato e che suscita perplessità sui motivi che a suo tempo lo hanno consigliato.
  6. Non è chiaro chi abbia autorizzato il pagamento di quasi 150.000 Euro sicuramente non imputabili ai Capitoli della gestione corrente  dell’Amministrazione dello Stato né tantomeno della Difesa. Non risulta, infatti, che siano previste voci di spesa titolate “risarcimento ai fini umanitari” o “per atti umanitari” ? Non è ipotizzabile, nemmeno, che la cifra sia stata contabilizzata nella gestione corrente della Difesa, giustificata da un atto dispositivo che ne dichiarasse i reali  motivi. Non può, quindi, che essere stata eseguita una “gestione extra bilancio”, di cui il Presidente del Consiglio non poteva essere all’oscuro. Forse fondi “riservati” con una contabilizzazione a parte, di cui qualcuno dovrebbe rendere conto, considerando anche gli scarsi risultati ottenuti.
  7. Come mai per due anni ha continuato a gestire le trattative con l’india il  dott. de Mistura che da Sottosegretario agli Esteri ebbe a dichiarare il 18 maggio 2012 alla stampa indiana: “La morte dei due pescatori è stato un incidente fortuito, un omicidio colposo. I nostri marò non hanno mai voluto che ciò accadesse, ma purtroppo è successo”. Un’ammissione di colpa che coniugata con “L’atto di generosità” dell’ex Ministro Di Paola sicuramente non ha messo il Commissario di Governo nelle migliori condizioni nel mediare con la controparte indiana. Elementi che potrebbero emergere in occasione delle future udienze se l’Italia non otterrà rapidamente il dovuto sostegno internazionale per sottrarre alla giustizia indiana i due Fucilieri di Marina.
Punti da tenere ben presenti in un momento in cui, peraltro, giungono dall’India notizie poco rassicuranti per i nostri ragazzi. La prima  che il tribunale speciale indiano, dopo aver preso atto della sospensione del procedimento penale decisa tre giorni fa dalla Corte Suprema,  sembra abbia fissato  l'udienza al 31 luglio, dopo le elezioni locali.  
La seconda notizia sicuramente più preoccupante è quella riportata dall’ANSA di Delhi che riferisce che il premier del partito nazionalista indiano Narendra Modi attacca Sonia Gandhi sulla vicenda fucilieri e chiede perche' non sono in carcere. Modi ha ironizzato sulle origini italiane di Sonia , e come riporta l''Hindustan Times, ha detto: "Signora Sonia, dal momento che lei ha contestato il nostro patriottismo, vogliamo sapere in quale prigione vengono tenuti i due maro'' italiani".

La vicenda in India, contrariamente alle aspettative dei più ottimisti,  si complica. A questo punto sarebbe essenziale che il Capo dello Stato facesse sentire la Sua voce,  a dire il vero in questi 24 mesi molto esitante nello specifico.  

C’è delusione, infatti, fra molti cittadini italiani per il tono quasi distaccato con cui ha affrontato la vicenda il Presidente della Repubblica, voluto dalla Costituzione “Capo Supremo delle Forze Armate”.  A parte, infatti, particolari formali come i ricevimenti al Quirinale dei due Marò o parole di circostanza per le famiglie, null’altro di incisivo è emerso nell’azione del Capo dello Stato.

 Personalmente come uomo che crede nello Stato e negli obblighi indotti dall’essere un Comandante, avrei auspicato, invece,  una maggiore presenza del Presidente Napolitano, in particolare nel richiamare l’attenzione del mondo internazionale sulla vicenda.

Sicuramente, e non mi permetterei di mettere in dubbio quanto riferito dal Quirinale, l’attenzione del Capo dello Stato sarà stata ed è costante e continua, ma forse è mancata l’evidenza di un’azione che avesse ottenuto di riconsegnare all’Italia i diritti che Le spettano come Stato sovrano.  

Presidente, le notizie appena arrivate dall’India non rassicurano. I nostri militari potrebbero essere rinchiusi in carcere in attesa del processo se, dopo le parole di Modi,  venisse rispolverata ed accolta dal Giudice della Suprema Corte la richiesta della Pubblica accusa di togliere l’affidamento giudiziario all’Ambasciata italiana ed assegnarla al Tribunale.

Qualsiasi ritardo, dunque, potrebbe essere fatale per i nostri ragazzi.
(di Fernando Termentini - Fonte)