venerdì 23 dicembre 2011

Regalo di Monti a Merkel: l'Europa potrà tassarci

Il premier, senza discussioni preventive, ha deciso che l'Italia aderirà al nuovo grande fratello fiscale europeo. Ridono solo Angela e Sarkò.


Non se ne è discusso nemmeno un minuto prima. Ne ha fatto appena qualche cenno il presidente del Consiglio Mario Monti il 14 dicembre scorso, in una delle più turbolente sedute del Senato della Repubblica. Eppure fra poco più di tre mesi un gruppo di alti euroburocrati, guidato dall’immancabile belga Herman Achille Van Rompuy (attuale presidente del Consiglio europeo), presenterà le linee guida del piano con cui l’Unione europea renderà di fatto prive di senso tutte le prossime campagne elettorali italiane, rendendo definitivo l’attuale commissariamento in corso. Qualche titolo di giornale ha spiegato per sommi capi che 26 Paesi su 27, con la sola eccezione della Gran Bretagna, si preparano a modificare i trattati europei stabilendo il percorso con cui ognuno cederà alla Ue la sovranità fiscale attualmente posseduta, creando quella che è stata chiamata Unione fiscale europea.

Portogallo: "Il debito è l'unica arma che abbiamo"

Pedro Nuno Santos, vice presidente del partito socialista del Parlamento portoghese.

I sacrifici che l'Europa, capitanata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, sta chiedendo ai singoli paesi, stanno scatenando la frustrazione di diversi popoli. Cittadini normali, che sono stanchi delle spese dei governi, delle tasse che devono pagare, delle misure di austerity che sono state loro imposte, iniziano a ribellarsi, a vedersi rappresentati da correnti politiche altrettanto agguerrite. E non parliamo solo della Francia, vista la chiara "minaccia" portoghese, ben descritta in un editoriale di Ambrose Evans-Pritchard, pubblicato nel The Telegraph.

domenica 18 dicembre 2011

Le nuove regole dell’Eurozona: una scommessa persa in partenza

Brutte notizie per i disfattisti. Brutte notizie anche per chi pensava ad un fallimento del progetto Euro e del suo accantonamento, con un ritorno alle vecchie valute. Brutte notizie a chi vedeva ormai prossima la fine dell’Unione Europea. I paesi che alla fine hanno deciso di continuare il Progetto Euro sono 26. Manca come ben sappiamo la Gran Bretagna di Cameron. E tra questi 26 paesi arriverà, se tutto va bene, la firma degli accordi entro marzo del 2012. Accordi che saranno molto duri, molto forti. Almeno questo è quanto garantisce Bruxelles negli ultimi comunicati stampa.E il documento che dovrebbe diventare la base di tutto è quello che viene definito il SIX PACK. Sei nuove regole molto stringenti che dovrebbero essere la base per la ripartenza del progetto Euro, che dovrebbero renderlo più credibile e rigido. Morale: non si scherza. Arriva l’irrigidimento delle regole. Ora chi sgarra paga. E come se paga!
SIX PACK: una nuova era per l’Euro

Il progetto dovrebbe già essere operativo da martedì 13 dicembre. Quali sono queste regole? Eccovi l’elenco:

giovedì 15 dicembre 2011

Lettera aperta dalla rete a tutti i sindaci italiani


Una grande iniziativa proposta da uno dei gruppi più attivi del veb la “rete di cittadini liberi “ informare tutti i sindaci e tutti i cittadini italiani ,che esiste una legge che prevede la partecipazione attiva delle associazioni e dei cittadini e che nel caso non venga applicata un qualsiasi cittadino può far decadere il sindaco. Ora immaginiamo settori strategici della vita di una comunità ,scelte energetiche,rifiuti,scelte ambientali ,cementificazioni, speculazioni… settori dove il solito gruppetto di predatori affaristi ,si muove nell’ombra e in maniera sotterranea ,cosa farebbero questi signori se dei cittadini puntualmente stanno a verificare e a controllare gli atti? E continuamente chiedono spiegazioni sulle scelte amministrative strane?
E nel caso qualcuno faccia il furbo pronti a chiedere petizioni e referendum? Sicuramente gli illeciti e gli abusi si limiterebbero e si avrebbe una maggiore trasparenza.

venerdì 9 dicembre 2011

Sono loro i terroristi, i ladri i golpisti!


Non so se sia certa la relazione del club Bilderberg con i tre fiammanti presidenti europei: Mario Monti in Italia, Lucas Papademos in Grecia e Mario Draghi alla Banca Centrale Europea, però è certo che i tre sono membri di spicco della Commissione Trilaterale e della banca Goldman Sachs. Questo grande organismo mondiale, collegato con agenzie di rating come Moody’s, è uno dei maggiori responsabili della crisi attuale.
Chi non è esperto di politica internazionale, lobbies, mercati, non deve fare altro che affidarsi a “san Google” o a “santa Wikipedia” – oltre a mettere a confronto l’una o l’altra informazione alternativa – per intuire che paragonato a questi nuovi “terroristi finanziari” che ci governano, Macchiavelli era un bambino cattivo.

mercoledì 7 dicembre 2011

Bloccati da 125 società Usa gli acquisti di titoli Ue

Annuncio dell’Authority sui futures: colpito un mercato da 150 miliardi di dollari S&P: a rischio anche il rating del Fondo salva-stati, dura reazione dell’Europa
Divieto assoluto e immediato alle società degli Stati uniti di comprare titoli del debito pubblico europeo. «La Cftc (l’autorità che vigila sui Futures e Derivati Americani) ha deciso di vietare alle 125 Società registrate in America che operano sui Futures, l’acquisto di Titoli di Stato Europei con somme e per conto dei propri clienti. Al contrario, i big dei futures potranno acquistare per i clienti soltanto titoli di stato americani », ha annunciato ieri sera a “Radio 24”, il vicedirettore del Sole 24 ore Alessandro Plateroti. E’ una montagna che crolla sui governi europei, dato che si tratta di un mercato di 150 miliardi di dollari, una decisione presa per difendere i risparmiatori statunitensi, poche settimane dopo il fallimento di MF Global, una compagnia che si era troppo esposta sui titoli europei. Un’ennesima bomba che esplode proprio nel giorno in cui Standard & Poor’s, dopo aver messo sotto osservazione tutti i paesi dell’euro, ha minacciato anche, di conseguenza, la “Tripla A” del Fondo salva- stati. Perderla

lunedì 5 dicembre 2011

LA FACCIA NUOVA CHE RISPECCHIA IL VECCHIO. PRATICAMENTE UNO DI LORO.


Caro Prof. Monti questa manovra e il peso dei prelievi fiscali in generale voluta dal Suo Governo, a mio modo di vedere, colpisce in modo devastante i soliti ceti medi (pensionati e lavoratori), quelli che da sempre pagano le tasse bloccando pure la rivalutazione delle già misere pensioni e innescando ancora una volta un pericoloso effetto depressivo. Non parliamo poi dei lavoratori ai quali non basteranno più neppure 40 anni di attività per meritarsi l'ambita aquisizione di un po' di giusto e meritato riposo con una pensione che si aggirerà più o meno attorno ai 1.000,00 € mese. Non si è neppure pensato che le tipologie di lavoro sono molto diversificate e, come sempre, si è proceduto linearmente. Io, a esempio, non mi sentirei sicuro ad essere operato da un chirurgo 70enne con mani tremolanti o, se proprietario di una ditta, mandare un muratore a riparare il tetto di una casa alla stessa venerabile età.
Sostenere con superficialità che tale manovra è priva di tagli strutturali alla spesa pubblica è falso e grave perché incide sulle aspettative che riguardano il titolo Italia e, di riflesso, incide sul risparmio e il lavoro di tutto il popolo italiano.
Non vedo nessun intervento sulle aliquote Irpef che avrebbe colpito i redditi superiori a 55000 e 75000 € ma solo l’intervento sui capitali scudati tassandoli con un misero prelievo del 1,5% sui capitali rientrati. Non si è tagliato neppure sulle esorbitanti spese militari che ammontano a 20.494,6 milioni di euro per il 2011, giustificandole come necessarie per “missioni di pace”, termine coniato appositamente perchè la nostra Costituzione altrimenti non permetterebbe tali interventi riportando nell'art. 11 “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali......” in Libia i nostri aerei hanno sparato rose?.
Dentro i confini dell'Italia poi abbiamo pure la sfortuna di avere “la Chiesa” la cui parola dovrebbe significare comunità di fedeli e non semplici strutture in cemento e mattoni dove turlupinati i poveri “credenti” e neppure dovrebbe aquisire richezza se non per donarle ai poveri e non ai “furbetti” di turno ai quali neppure lei, Professore, ha osato minimamente colpire. Forse gli hanno promesso un posto nel regno dei cieli? No, non credo sia tanto ingenuo, e allora mi può spiegare il perchè?
Caro Professore, molto altro si potrebbe dire ma mi fermo qui consigliandola perlomeno di non prenderci in giro dicendo di aver prodotto una manovra equa, io non riesco a vederla. Penso invece che Lei sia stato insediato non per risolvere i veri problemi dei cittadini ma solo per togliere le castagne dal fuoco a quanti, per il timore di perdere consensi e favori, non lo potevano fare. Lei probabilmente non rimarrà al Governo fino a fine legislatura (2013), se ne andrà prima, dopo aver spianato la strada a quelli che, già in campagna elettorale, ritorneranno candidamente e ne addosseranno a Lei le resposabilità.
Capisco pure che c'è stata fretta per evadere questa manovra richiestaLe, UE in primis, ma voglio anche ricordarLe che la fretta è sempre stata cattiva consigliera.
Chiudo augurandoLe il buon Natale, Lei certamente lo può fare (coscienza permettendo), molti di noi no.
(Maurizio Tentor - 05.12.2011) 


domenica 4 dicembre 2011

L’ORTICARIA ALLA PATRIMONIALE


Mario ha frequentato buone letture e quindi questa la sa: “Quasi tutte le rivoluzioni che hanno mutato la fisionamia dei popoli sono state fatte per consacrare o per distruggere la disuguaglianza. Scartate le cause secondarie che hanno prodotto le grandi agitazioni, e arriverete sempre alla disuguaglianza”.  E quindi sa che se vuole onorare la sciabola che gli è stata appesa, che non è solo avviare il risanamento dei conti, non è solo avviare la crescita, ma iniziare la ricostruzione del Paese, questo deve fare: scrivere sulla cartellina che conterrà il documento con le misure da portare lunedì in Consiglio dei Ministri questa parola: PATRIMONIALE. Con caratteri grandi e pennarello rosso. Perché solo una robusta, equa, civile patrimoniale può muovere larga parte del Paese a rimboccarsi le maniche per tornare ad essere quella grande Nazione che eravamo. 

giovedì 1 dicembre 2011

Il debutto della "macchina del fango" ma il processo non svela i mandanti

Questo è il racconto di come una matassa fatta di faccendieri prezzolati, di agenti segreti deviati, di uomini della politica e dell'informazione compiacenti abbia messo in piedi la trappola che doveva decapitare l'opposizione di centro-sinistra in Italia. Di come un'inchiesta giornalistica abbia smontato la trappola e di come quella verità giornalistica si sia trasformata, otto anni dopo, in verità processuale. E del perché quella verità sia ancora incompleta.

  ROMA - Cosa è stata "l’operazione Telekom Serbia"? Perché, a otto anni di distanza dall’inchiesta con cui Repubblica svelò la macchinazione che doveva decapitare, screditandola, l’intera leadership del centro-sinistra e intimidire l’allora capo dello Stato (Carlo Azeglio Ciampi), è utile tornare a illuminare questa vicenda? Giuseppe D’Avanzo, che a quell’inchiesta lavorò, ancora nell’autunno dello scorso anno, scriveva: "Quella che si mosse nel 2003 fu la madre delle operazioni lavorate dalla macchina del fango". Un giudizio che aveva solide fondamenta in una "verità giornalistica" a tal punto insormontabile che, il 10 novembre scorso, è diventata anche una verità processuale. La quinta sezione del Tribunale di Roma ha infatti condannato quel giorno a dieci anni di reclusione per "associazione a delinquere finalizzata alla calunnia" l’uomo che dell’operazione Telekom è stato maschera e ventriloquo: Igor Marini, sedicente conte, già facchino al mercato ortofrutticolo di Brescia, improbabile brasseur d’affaires e altrettanto improbabile testimone di accusa di una Commissione parlamentare d’inchiesta utilizzata come strumento di intimidazione politica.