venerdì 31 gennaio 2014

Ecco chi governa davvero l’Italia



Povero Renzi, non ha ancora capito che, se mai andrà al governo, non potrà comandare. Povero Berlusconi, che,a fasi alterne, nell’arco di una ventina d’anni ha cercato inutilmente di cambiare la politica.
Di chi la colpa? Dei politici? In parte sì. La Seconda Repubblica ha portato governi più longevi eppure non sempre stabili, come ben sanno oltre a Berlusconi, Prodi e i “tecnici” Monti e Letta. Male endemico che però non spiega la cronica inefficienza dei governi.
E allora per capire devi scavare un po’ di più. Devi capire chi ha in mano l’apparato del governo, chi pubblica sulla Gazzetta Ufficiale disposizioni di legge illogiche, incongruenti, contraddittorie al punto da vanificare, casualmente, la riforma generando sconcerto nell’opinione pubblica, che naturalmente se la prende con i soliti partiti. Chi ha la facoltà di velocizzare o di rallentare l’immenso apparato dello Stato.
Le persone che hanno questa facoltà esistono e possiedono le chiavi del potere. Questo post nasce da due ritagli di giornale, risalenti al maggio scorso, che ho ritrovato mettendo ordine nel mio armadio. Uno di Italia Oggi, a firma di Roberto Narduzzi, intitolato “Draghi ha già piazzato i suoi uomini in tutti i posti chiave dell’economia“.

Ciao Bankitalia: guai se ridiventiamo un paese sovrano

Guerra alla sovranità italiana











«Si vuole evitare che, anche in caso di uscita dell’Italia dall’euro, il paese possa tornare ad esercitare in futuro la piena sovranità monetaria con una banca nazionale attiva». Per l’economista Nino Galloni, già docente alla Cattolica di Milano, all’università di Modena e alla Luiss, il vero obiettivo della manovra che ha fatto indignare i grillini – la “ghigliottina” di Laura Boldrini che taglia il dibattito in aula per impedire di discutere un decreto-truffa, truccato da provvedimento anti-Imu – è l’amputazione (anche per il futuro) della sovranità monetaria nazionale, cioè la capacità teorica di Bankitalia di tornare un giorno ad essere il “bancomat del Tesoro”, permettendo al governo di fare spesa pubblica per investire in occupazione e risollevare l’economia nazionale, finanziando investimenti con sano debito pubblico sovrano. In altre parole: chi “consegna” definitivamente la banca centrale al credito privato vuole mettere una pietra tombale sulla libertà democratica del paese.
Il decreto-vergogna, dice Galloni ad Alessandro Bianchi in un’intervista su “L’antidiplomatico”, è stato approvato grazie all’inaudita “tagliola” della Boldrini, per imporre una rivalutazione delle quote di Bankitalia, ferme ai 156.000 euro di valore del 1936. Così, il capitale di riserva passerà a 7,5 miliardi di euro. E agli azionisti – principalmente banche private – sarà garantito un dividendo del 6%, quindi fino a 450 milioni di euro di profitti l’anno. Infine, le quote della Banca d’Italia potranno essere vendute a soggetti stranieri, purché comunitari. Ma l’ennesimo regalo alle banche disposto dal governo Letta nasconde un disegno ancora più pericoloso: la vera posta in gioco, sottolinea Galloni, è la fine (definitiva) della sovraniotà italiana. «Mentre oggi con un capitale di 156.000 euro sarebbe piuttosto agevole rendere nuovamente pubblica la banca centrale e salvare anche le nostre lire, con il decreto deciso dal governo Letta diventa praticamente impossibile».

La società BIP MOBILE si rammarica e gli abbonati sono "zittiti"



Dopo un mese dall’interruzione dei servizi dell’operatore di telefonia mobile Bip Mobile, la situazione per gli utenti non risulta ancora molto chiara e di notizie sulla vicenda non ne girano molte. Fanno eccezione per sporadici articoli apparsi su quotidiani quali La Repubblica, Il sole 24 ore, alcuni giornali locali, la puntata dell’8 gennaio di Mi Manda Raitre e alcuni portali web che hanno seguito la vicenda fin dall’inizio. Da segnalare anche l’intervento in aula della senatrice Vilma Moronese (M5S) e la successiva interrogazione al Ministro competente.
Per il resto le novità girano tra gli utenti grazie a strumenti quali gruppi facebook (tra cui Disservizio Bip Mobile), twitter e forum, dove in questo mese di disservizi è stato possibile confrontarsi con altri utenti e apprendere alcune informazioni grazie anche alla presenza di chi lavora in store di telefonia o di qualche rappresentante di associazioni di consumatori.

Il 30/12/2013 gli utenti di Bip Mobile lamentano l’impossibilità di effettuare e ricevere chiamate e di inviare sms. Il sito internet risulta in manutenzione (v.  http://www.webnews.it/2013/12/30/blackout-bip-mobile, dove compare una cronaca piuttosto dettagliata delle prime giornate di blackout). Nelle ore seguenti sul sito MVNONEWS viene riportato un comunicato di Telogic, l’enabler che, appoggiandosi alla rete di H3G, forniva servizi di rete a Bip, dove si spiegano i motivi dell’interruzione:
Con dispiacere e dopo aver cercato qualsiasi soluzione, Telogic è costretta ad interrompere i servizi forniti a Bip Mobile. La società è rammaricata dalla decisione presa ma la situazione economica che si è venuta a creare non lascia altra scelta.

giovedì 30 gennaio 2014

CASO MARO' - PERCHE' ACCADE QUESTO?, ... CI SONO DEGLI INTERESSI IN BALLO?



Da qualche anno, praticamente dall’inizio, seguo la triste vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone i due fucilieri di marina del battaglione San Marco trattenuti in India e in alcuni di questi mi sono anche iscritto. Le pagine a disposizione sul più famoso social network, Facebook sono numerose e ne ho scelto alcune.
Da qualche tempo però, come succede spesso nel nostro Paese, arrivano personaggi “strani” con tanto di “soldatini” al seguito cercando di portare scompiglio in quelle pagine, dove io vedo, cosa strana di questi tempi, un grande senso di vera appartenenza al nostro Stato, che pure lo vediamo tutti, calpesta il suo popolo. Questi personaggi “strani” invece, almeno al mio punto di vista, sembrano appartenere a qualche stato diverso dal mio.
Quali sono le ragioni di ciò? cosa o chi si nasconde nell’ombra? io ho solo una certezza, c’è della puzza! Non si può sostenere, come dicono, che la loro teoria è l’unica maniera per salvare quei due ragazzi da una pena di morte e, sempre secondo loro, portare avanti una teoria(?) cercando di fare proseliti nei vari gruppi e omettendo dati di fatto già acclarati e rinvenibili sulla stampa e nel web (un esempio, ma molto altro si trova). No, io non ci sto! 
Sarei curioso di conoscere, visto che certo Abbo, lavora presso il Ministero della Difesa (così almeno si identifica) se i suoi superiori siano o meno a conoscenza di quanto sta divulgando ai quattro venti e che il suo "mestiere" sia solo quello di portare scompiglio nei gruppi. 

Credo sarebbe il caso di informare di ciò, chi ne ha possibilità, il Ministro Mauro e/o gli alti comandi della Marina perchè credo ne siano all’oscuro.

Qui sotto riporto un articolo che credo sia significativo per comprendere a cosa mirano questi “strani” personaggi.

Marò, disinformazione totale occhio ad Accame ed Abbo le new entry

E dopo la fonte che dall’India ha riempito di stronzate la rete italiana ed è stata presa in grande considerazione dai giornali,tutti di una certa area che ha grossi interessi in India,dove oltre a disinformare doveva impedire che venissero fuori i veri responsabili.
E nel momento decisivo ecco apparire altri disinformatori. Il primo punto è il non riconoscimento del diritto internazionale;il secondo punto è il non riconoscimento della giurisdizione e nonostante anche la Corte Suprema ha ammesso che l’incidente è avvenuto in acque internazionali loro continuano a negare questo fatto. A differenza di Miavaldi che l’ha buttata sul tossico, sul fascismo casa pound e rin tin tin ma non ha mai risposto a niente ,tra l’altro ignora anche l’idea del diritto m internazionale il buon Matteo,il duo Abbo Accame è invece una new entry proveniente dall’ambiente militare.
Anche per loro vale lo stesso discorso del Miavaldi, non entrano nel merito,ma prendono degli aspetti,l’aspetto fondamentale che giustifica il tutto e che i due marò sono colpevoli,e un cervello malato come quello di Abbo elabora una stana teoria sullo spiattellamento, ed ecco che Accame gli da corda,nel momento più delicato della gestione marò due disinfornatori vanno alla Carica,supportati da una serie di profili falsi Ciccio, Pierre, somaro, Kinda, indicizzano la notizia anzi si lamentano pure con la Bonino perché non ha onorato i due morti,non sapendo che tra le tante stronzate  dette dalla Bonino c’era anche quella che lei doveva pensare alle vedove e a chi non c’era più,denotando di essere in piena sintonia con Abbo e Accame. Sicuramente avranno promesso al comandante Abbo una bella promozione per il suo lavoro di disinformazione totale,insieme all’Amm. Accame

A proposito per chi avesse qualche dubbio sentite Accame
“VICENDA MARO’

DOVE SI TROVAVA LA LEXIE AL MOMENTO DELL’ AZIONE DISSUASIVA NEI RIGUARDI DEL PESCHERECCIO ST. ANTHONY

IN ACQUE INTERNAZIONALI, OPPURE NON IN ACQUE INTERNAZIONALI, MA IN ACQUE CONTIGUE (ENTRO LE 24 MIGLIA)? LA SENTENZA DELLA SUPREME COURT DI NEW DELHI (18/01/2013)

La risposta è stata fornita dalla Supreme Court di New Delhi nella sentenza del 18/01/2013, dove si afferma che il fatto avvenne a 20,5 miglia dalla linea costiera (acque contigue). Tale sentenza non è stata contestata e nessuno ne ha provato la possibile falsità. Dunque cade tutta la ricostruzione che è stata fatta della vicenda, ricostruzione basata sul falso presupposto che la Lexie si trovasse in acque internazionali e quindi l’Italia potesse accampare diritti di giurisdizione”.
Sanno tutti che le acque territoriali si estendono fino alle 12 miglia,che ancora non c’è un mandato d’accusa e che stanno cercando di estendere la sue act anche a questo caso e gli indiani non hanno dato ancora risposte   Accame e Miavaldi invece si le hanno date.
E chi avesse ancora dei dubbi sul loro ruolo di disinformatori si legga quello che propone Accame,ma prima di inserire volevo aggiungere un'altra riflessione,le loro idee non le pongono nei gruppi fb normali,in questi gruppi loro non esistono ma solo nei gruppi nati per sostenere i marò,chiaramente questi gruppi interessano al mandante e' la che questi devono agire

“Ritengo anche, per incidere sull’atmosfera processuale - scrive Accame al presidente Napolitano - potrebbe essere giovevole far pervenire al governo indiano il più sentito cordoglio per quanto accaduto, un cordoglio espresso al più alto livello politico possibile. Tenuto conto anche dell’umanità dimostrata dall’India nell’aver consentito per due volte l’invio in Italia dei marò, ed in considerazione dei forti vincoli che all’ India ci legano”.
L’ammiraglio Accame chiede espressamente al Capo dello Stato d’intervenire sul Consiglio Supremo di difesa: struttura che certo non brilla per attività. Sarà forse una coincidenza, ma del Consiglio di Sicurezza è parte integrante l’attuale Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Binelli, che all’epoca dei fatti autorizzò, tramite l’ammiraglio Marzano, l’ingresso della Enrica Lexie nel porto di Kochi. In sostanza Binelli autorizzò la consegna dei nostri soldati nelle mani indiane. La sciagurata autorizzazione godeva peraltro dell’ avvallo dell’ allora capo di stato maggiore della marina, l’ammiraglio Branciforte, che ordinò all’ addetto navale italiano (che risiede a Nuova Delhi) di presenziare alle operazioni d’arresto dei marò quando la Lexie fosse attraccata nel porto di Kochin. Con tale autorizzazione (di fatto un ordine di consegna per i nostri militari) si permetteva che una nave con due cittadini italiani (due militari,due padri di famiglia…) entrasse nelle acque territoriali di un paese, l’India,dove vige la pena di morte.
La lettera dell’ammiraglio Accame al Capo dello Stato si propone due obiettivi:ascoltare Abbo, onde impiegare il suo lavoro al meglio ed in modo corretto, e attivare finalmente un’indagine su tutta la gestione della vicenda. Definire le responsabilità, pur con qualche autocritica, potrebbe farci apprezzare come una nazione più seria. Approcciando l’India con nuove e determinanti frecce al nostro arco, e sempre col fine ultimo di riportare in Italia i due militari.
fonte: https://www.facebook.com/notes/elfrid-bianchi/mar%C3%B2disinformazione-totale-occhio-ad-accame-ed-abbo-le-new-entry/596407830438053
(tratto da: Fonte)

 Qualche "gentile" commento a tal proposito


martedì 28 gennaio 2014

MA COSA SIETE ANDATI A FARE IN INDIA? UN VIAGGIO DI PIACERE E QUALCHE FOTO?



Dopo due anni e in vista delle elezioni europee e, forse anche italiane, noto un gran fermento a mettervi in mostra, voi intrepidi e coraggiosi stipendiati avete deciso di recarvi in quel paese proprio durante una delle molteplici festività indiane per cui non avete potuto essere ricevuti da nessuna delle istituzioni, è solo un caso e non lo sapevate? no non ci credo e penso che l'abbiate fatto di proposito perchè coscienti che in quello Stato non siete nessuno e che  perciò nessuno vi avrebbe ricevuto. 
D'altronde di tempo, se volevate risolvere qualcosa, ne avevate visto che siete a occupare i santi scranni praticamente da quando avete dismesso il biberon o almeno dalla pubertà. Ora è arrivata l’età della vostra senilità con tutte le problematiche che può comportare ma noi siamo italiani e riusciamo a digerire tutto, vero?. 
No, io non ci sto a questa ennesima, come la vogliamo chiamare: pagliacciata?, io sono andato la?, ho rimpinguato il mio album fotografico facendo un istantanea con i due “trofei”?. 
Spiegatemi quali sono i risultati che avete portato a casa oltre alla utile visibilità sui media, avete una dignità? Mah! 
Io noto solo articoli sui maggiori media nazionali che fino a questa farsa poco e male hanno informato il popolo e seguito i fatti reali. Nel marzo del 2013 i due fucilieri di marina, Latorre e Girone, sono stati rimandati in India per la seconda volta contravvenendo a quanto recita la nostra “Carta” e le direttive dell’Unione Europea che contemplano che non è possibile estradare nessuno, neppure i criminali, in quegli stati dove è prevista la pena di morte, perché? interessi commerciali?. 
Cari “viaggiatori”e caro governo tutto io apprezzerei solo le vostre dimissioni, in toto, perché grazie a voi e solo a voi siamo ormai, noi, il terzo mondo (guardate le statistiche) e il popolo italiano non merita certo questo trattamento. Uscite dal vostro portamonete prima che sia troppo tardi per tutti noi ma anche per voi.
(Maurizio)

lunedì 27 gennaio 2014

La pavida Bonino, il flop radicale. E gli italiani pagano.



Il paradosso si ripete: continuano le sconfitte e i flop dei Radicali e tuttavia continuano a succhiare soldi allo Stato.
Un anno fallimentare per Mario Staderini e Marco Cappato: non solo sono stati bocciati i sei referendum sulla giustizia, fatti firmare anche all’amico Silvio Berlusconi, in quanto non sono riusciti a trovare 500mila firme in tutta Italia a loro sostegno, ma anche la loro maggiore esponente, Emma Bonino, sta maturando una misera figura da quando è diventata ministro degli Esteri. Il suo futuro da Capo di Stato, com’era nei progetti di Cappato, appare completamente svanito.
Se da destra piovono gli inviti a dimettersi e si sottolinea che «messa di fronte alla sua grande occasione, nella piena maturità dei suoi sessantacinque anni, Emma Bonino delude», da sinistra quasi quotidianamente si contano i suoi errori e le sue gaffe: ricordiamo i dubbi contro i due Maròl’incompetenza a difendere i “diritti umani” nella nota vicenda della kazaka Alma Shalabayeva e bimba (si è svegliata dopo un mese e sedici giorni); l’indifferenza nell’arresto a Panama di Robert Lady, condannato dal Tribunale di Milano; la reticenza a mettere in allarme i turisti italiani durante le sommosse egiziane; dal rifiuto all’asilo politico a Snowden«Emma Bonino ha mostrato il suo vero volto di donna di potere disposta a passare sopra ogni principio pur di piacere ai potenti che la potrebbero incoronare presidente della Repubblica, alla scadenza (o dimissioni) di» Napolitano, si è commentato.

Appello dei giuristi: Italicum peggio del Porcellum, fermatevi

Riforme. L’appello dei più autorevoli costituzionalisti italiani ai parlamentari. Sotto accusa premio di maggioranza, liste bloccate e sbarramento



La proposta di riforma elettorale depositata alla Camera a seguito dell’accordo tra il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi consiste sostanzialmente, con pochi correttivi, in una riformulazione della vecchia legge elettorale – il cosiddetto “Porcellum” – e presenta perciò vizi analoghi a quelli che di questa hanno motivato la dichiarazione di incostituzionalità ad opera della recente sentenza della Corte costituzionale n.1 del 2014.

Questi vizi, afferma la sentenza, erano essenzialmente due.

Il primo consisteva nella lesione dell’uguaglianza del voto e della rappresentanza politica determinata, in contrasto con gli articoli 1, 3, 48 e 67 della Costituzione, dall’enorme pre­mio di maggioranza – il 55% per cento dei seggi della Camera – assegnato, pur in assenza di una soglia minima di suffragi, alla lista che avesse raggiunto la maggioranza relativa. La proposta di riforma intro­duce una soglia minima, ma stabilendola nella misura del 35% dei votanti e attribuendo alla lista che la raggiunge il premio del 53% dei seggi rende insopportabilmente vistosa la lesione dell’uguaglianza dei voti e del principio di rappresentanza lamentata dalla Corte: il voto del 35% degli elettori, traducendosi nel 53% dei seggi, verrebbe infatti a valere più del doppio del voto del restante 65% degli elettori determinando, secondo le parole della Corte, “un’alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica sulla quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento costituzionale vigente” e compromettendo la “funzione rappresentativa dell’Assemblea”. Senza contare che, in presenza di tre schieramenti politici ciascuno dei quali può raggiungere la soglia del 35%, le elezioni si trasformerebbero in una roulette.

domenica 26 gennaio 2014

Toh, il Tesoro socio degli Armellini Ministero in società coi palazzinari romani alla faccia dell’evasione fiscale



Sembra proprio che ricorrano gli estremi della classica situazione da “colmo dei colmi”. Il ministero dell’economia, che dovrebbe fare della lotta all’evasione fiscale uno di suoi principali obiettivi, è in società con una famiglia di “palazzinari” la cui rampolla è accusata di aver nascosto al Fisco qualcosa come 2 miliardi di euro. Come è possibile? Eppure è esattamente quello che succede dalle parti del dicastero di via XX Settembre, che tutt’ora risulta socio della famiglia Armellini, ovvero della stirpe di immobiliaristi romani la cui discendente, Angiola, è stata nei giorni scorsi accusata di una maxievasione per aver “occultato” 1.243 immobili, sostanzialmente riconducibili a lei ma formalmente intestati a soggetti di diritto estero.

DIRIGENTE DI VERTICE DEL CONSIGLIO DI STATO: ''ECCO COME FAR USCIRE L'ITALIA DA EURO FISCAL COMPACT E MES''



Luciano Barra Caracciolo è Presidente di sezione del Consiglio di Stato, Rappresentante italiano presso la rete UE degli organi di autogoverno del potere giudiziario, curatore del blog Orizzonte 48 ed Autore di "Euro e (o?) democrazia costituzionale. La convivenza impossibile tra costituzione e trattati europei".

In sostanza, il dottor Luciano Barra Caracciolo è un dirigente di vertice dello Stato italiano. Ed ha rilasciato una straordinaria intervista nella quale spiega come fare a uscire dall'euro senza disastri e a norma di legge, di tutte le leggi e le convenzioni firmate dall'Italia in sede europea. 

Dottor Caracciolo, nel suo libro lei arriva ad affermare come la convivenza tra i Trattati europei e la Costituzione italiana sia impossibile. Come e chi potrebbe sanare questa frattura?
"Basterebbe riproporre il significato vero della Costituzione come originariamente concepita. Non a caso io nel mio libro riporto brani tratti dalle sedute della “Costituente”, i relativi dibattiti, cioè la fonte diretta e l'interpretazione autentica di quelle che erano le intenzioni dei Costituenti. Il problema, se ragioniamo sul dover essere, cioè sulla restaurazione di un minimo di legalità costituzionale, è un altro: ma i partiti lo vogliono fare? Si pongono questi problemi? 
Se inizieranno a farlo, il corretto intendimento della Costituzione è di per sé uno strumento potentissimo. Nel libro propongo due cose: in primo luogo dimostro come la Corte costituzionale attraverso la lezione della Costituente potrebbe dichiarare costituzionalmente illegittimo il vincolo dei trattati, cioè la stessa ratifica. In secondo luogo, propongo una road map che non ha nulla di eversivo, ma è una ricalibratura dei pubblici poteri, cioè delle istituzioni democratiche sulle prescrizioni della Costituzione. Sia la liberazione dal vincolo esterno che la ricorrezione dei suoi effetti sulle istituzioni democratiche passa per lo strumento della legalità suprema, la Costituzione, e nulla è più illegale di quello che genera uno stato di sospensione sine die di questa, vale a dire i trattati europei. Basterebbe ripristinare la legalità costituzionale ed automaticamente avremo la via d'uscita progressiva da questo stato di cose. 

Ricomincia il valzer dei boiardi. Dall'Eni a Finmeccanica, le 100 nomine dello Stato padrone

Scaroni e Conti in corsa per il quarto mandato, Sarmi candidato a tutto



I BOIARDI, grandi aristocratici feudali, sopravvissero in Romania fino agli anni Venti del Novecento, mentre Al Capone-Scarface prendeva il comando del sindacato del crimine a Chicago. I nostri, quei personaggi immarcescibili che si alternano come nella porta girevole di un grand hotel alla guida di grandi imprese pubbliche o semipubbliche e di incomparabili centri di potere para- politici, hanno svoltato senza danni la terza generazione dal dopoguerra e si apprestano a festeggiare il potere intangibile nel nuovo secolo e nel nuovo millennio.

Cinquanta? Cento? O, scendendo per li rami dei più doviziosi castelli merlati del potere, addirittura il doppio? Nessuno, neanche il ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni che dovrebbe essere il loro principe regnante, sa con esattezza quanti siano, anche perché non sono ben definiti i confini dei feudi che controllano. Quel che è certo è che una coorte di anziani plurimilionari nati nel secondo dopoguerra (quando non nel primo) si appresta a garantirsi una quarta età da magnati feudali nelle grandi imprese e negli enti pubblici.

Ma anche in posizioni da favola private o semi-private per accedere alle quali occorre il benigno viatico del principe, la politica che nulla fa e quasi tutto può.

sabato 25 gennaio 2014

Un esercito di 400 dirigenti ci costa 39 milioni Per i 33 apicali di Palazzo Chigi compenso medio di 200 mila euro all’anno



Non basta lo stipendio base. Nella maggior parte dei casi bisogna aggiungere la cosiddetta “retribuzione di posizione” (che varia, appunto, a seconda dell’incarico ricoperto), un emolumento accessorio e, come se non bastasse, anche la “retribuzione di risultato”. Ed ecco allora che un dirigente apicale della Presidenza del Consiglio può arrivare a prendere anche 218 mila euro. Nulla, però, in confronto agli oltre 300 mila euro del numero uno della Protezione Civile Franco Gabrielli, in assoluto il più pagato di tutta la struttura di Palazzo Chigi. A conti fatti, dunque, è proprio quella della Presidenza del Consiglio una delle più forti e resistenti “caste” italiane, tanto che forse Carlo Cottarelli, il supercommissario per la spending review, dovrebbe cominciare col fare i conti in casa. La Notizia ha visionato le varie retribuzioni tra dirigenti, equiparati con incarico dirigenziali, collaboratori di primo ministro, viceministro, sottosegretari e ministri senza portafoglio. La cifra a cui si arriva è a dir poco consistente: ben 39 milioni 769 mila euro per un totale di 397 tra dirigenti e collaboratori.
La lunga lista dei dirigenti
Soltanto i 33 dirigenti apicali costano alle casse pubbliche quasi 6,5 milioni di euro. Lo stipendio più alto, come detto, spetta a Franco Gabrielli. Ma certamente gli altri non possono essere invidiosi. Per tutti, infatti, la retribuzione base ammonta a circa 55 mila euro a cui si aggiunge una retribuzione di posizione di 36 mila euro, anche questa uguale per tutti (essendo i 33 dirigenti di “fascia I”). Siamo così a quota 91 mila euro. Ma non finisce qui: la retribuzione di posizione, infatti, oltre ad una quota fissa, prevede anche una parte variabile. Un emolumento accessorio che va dai 176 mila euro di Gabrielli ai 95 di Paola D’Avena (capo dipartimento per le politiche di gestione, promozione e sviluppo delle risorse umane e strumentali), fino ai 47 mila euro di Roberto Garofoli, segretario generale della Presidenza. Ma non basta. Già, perché a fine anno, se si è lavorato bene, tutti i 33 dirigenti hanno diritto anche ad un premio di produzione che va da 31 mila euro fino a 29. Risultato: per tutti una retribuzione annua che supera i 200 mila euro.

Tutti nella rete di ItaliaCamp Il nuovo salottino dei poteri forti



Ormai chiamarlo pensatoio è riduttivo. In ballo ci sono un’associazione, una fondazione per raccogliere fondi e adesso anche una società di consulenza per fare un altro po’ di soldi. Benvenuti nel mondo sempre più eterogeneo di ItaliaCamp, think tank nato nel 2010 come associazione presieduta dall’attuale viceministro dello Sviluppo economico Antonio Catricalà. Lo slogan è non poco ambizioso: “invertire la tendenza”, con chiaro riferimento alla situazione non proprio rosea che ormai da troppi anni sta vivendo il paese. Peccato che dietro il “vulcano” di idee di ItaliaCamp ci siano ampi pezzi di quella classe dirigente che nell’Italia della crisi ha avuto una bella voce in capitolo, ahimè senza troppi successi. Ancora oggi presidente onorario dell’associazione è Catricalà.

Antonio Mastrapasqua: il presidente Inps indagato per rimborsi e cartelle




Antonio Mastrapasqua è indagato dalla procura di Roma per una storia di cartelle gonfiate per portare a casa maggiori rimborsi all’ospedale Israelita, di cui è direttore generale. Si parla, scrive Repubblica di oggi in un articolo a firma di Fabio Tonacci e Francesco Viviano, di 85 milioni di euro “sotto inchiesta”, di cui 14 sarebbero non dovuti. Spiega il quotidiano sul caso che coinvolge il presidente dell’Inps:
L’indagine è delicatissima. Si basa sulla denuncia del Nas di Roma, datata 16 settembre 2013 e consegnata in procura, nella quale si ricostruisce la maxi truffa ai danni dello Stato. E dunque, migliaia di semplici interventi svolti negli ambulatori del reparto di odontoiatria dell’Ospedale Israelitico tra il 2006 e il 2009 si sono trasformati in «operazioni invasive e con notevole carico assistenziale effettuate in ortopedia». In totale sono state contate 12.164 schede di dimissione falsificate. Ad esempio le estrazioni dei denti sono state classificate in qualche caso come costosissime plastiche gengivali con innesto di osso. In che modo? «Raggirando il sistema di controllo informatico — scrivono gli investigatori — inserendo codici diversi da quelli riportati nelle cartelle cliniche». C’è un “movente”, naturalmente. La clinica non risulta accreditata col Servizio sanitario per odontoiatria, quindi non può esigere il rimborso delle prestazioni ambulatoriali erogate in quel reparto. Lo può fare invece per ortopedia. Con questo trucco, ha chiesto alla Regione Lazio 13,8 milioni di euro.

venerdì 24 gennaio 2014

REPORTAGE DI PRITCHARD DEL TELEGRAPH DA DAVOS / ''TUTTI DICONO CHE L'EURO E' UNA CATASTROFE E L'EUROZONA E' PARALIZZATA''



Gli esperti di Davos che non vengono ripresi e non vengono intervistati dalla stampa e dalla televisione italiana hanno detto a Davos: "l'eurozona è paralizzata, l'euro un errore gigantesco". Come riporta Evans-Pritchard sul Telegraph, l’ex capo della Bundesbank Axel Weber si aspetta quest’anno nuovi attacchi dei mercati all’eurozona e l’economista Kenneth Rogoff diche che l’euro è stato un "gigantesco errore di proporzioni storiche"

Scrive Pritchard:
"Un manipolo di super esperti a Davos ha raffreddato gli entusiasmi di chi sostiene che la crisi europea sia finita, avvertendo che l'eurozona rimane bloccata in una trappola del debito dovuta alla bassa crescita e rischia di essere relegata ai margini dell'economia mondiale dagli Stati Uniti e dalla Cina.

Axel Weber, l'ex capo della Bundesbank tedesca, ha detto che il disordine di fondo continua a fare danni e che quest'anno probabilmente l’eurozona dovrà affrontare un nuovo attacco dei mercati: "L'Europa è sotto scacco. Sono ancora veramente preoccupato. La situazione dei mercati è migliorata, ma non l'economica reale della maggior parte dei paesi”, ha detto al World Economic Forum di Davos.

Weber, ora presidente di UBS, ha detto che gli stress test della BCE sulle banche che si terranno a novembre rischiano di provocare un nuovo panico sul debito sovrano, riattivando la crisi nei paesi del Mediterraneo: "I mercati stanno ora sottovalutando i rischi, specialmente in periferia. Mi aspetto che alcune banche non riescano a passare i test nonostante la pressione politica. Non appena questo diventerà evidente, ci sarà una reazione finanziaria nei mercati," ha dichiarato.

.... e ora vendono tutto!

Poste, Eni ed Enav: ecco le 9 società  nel piano privatizzazioni del governo

Controllate dal Tesoro, verranno alleggerite con una dismissione della quota



Dalle poste al petrolio e al gas, dall’elettronica al controllo del traffico aereo, servizi assicurativi-finanziari per le imprese all’estero, ma anche cantieri navali e stazioni ferroviarie. Sono nove le società che dovrebbero far parte del piano di privatizzazioni del Governo. Sono controllate dal Tesoro, direttamente o tramite Cassa Depositi e Prestiti o Ferrovie, con partecipazioni pubbliche che verranno alleggerite con una dismissione della quota. Ma intanto, si comincia con la messa sul mercato di una quota Poste Italiane e di Enav. 

- POSTE ITALIANE  
Il vecchio ente postale ormai da qualche anno è stato trasformato in una società per azioni, posseduta al 100% dal ministero del Tesoro. Svolge, accanto alla tradizionale attività postale gestita sulla base di un contratto di servizio con lo Stato, anche un importante (e redditizio) ruolo come gruppo bancario e assicurativo. Nel piano del governo si comincia con la dismissione a privati del 30-40% della società, in larga parte a investitori istituzionali.  

BANKITALIA: “Ciò che sta accadendo senza che nessuno lo sappia”




Nei prossimi giorni la Camera dei Deputati è chiamata a dare il parere definitivo al Decreto Legge di Letta e Saccomanni emanato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 27 Novembre, proprio mentre le telecamere dei media di tutto lo Stivale erano concentrate sulla decadenza da Senatore della Repubblica di Silvio Berlusconi. Il DL va a modificare l’assetto dei 

proprietari della Banca Centrale Italiana, oggi in mano ai maggiori cartelli finanziari operanti nel Belpaese, tra cui Intesa San Paolo, Unicredit e Assicurazioni Generali. Il Governo ha stabilito di trasformare la banca che una volta era degli italiani in una “public company”, dove di pubblico non ci sarà ovviamente nulla: ogni operatore del mercato finanziario globale potrà acquistare le quote di Bankitalia fino a detenere un massimo del 5% delle azioni. Questo significa, ad esempio, che le varie banche d’affari americane Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley e City Groups potranno spartirsi insieme ad altri operatori (magari Cinesi, Tedeschi ecc…) la Banca Centrale Italiana.

giovedì 23 gennaio 2014

Inchiesta vaccini. Una vita segnata da una preparazione trivalente MPR



Il vaccino MPR è un preparato trivalente contro il morbillo, la parotite e la rosolia, somministrato per via sottocutanea. È ottenuto con virus vivi ma resi inoffensivi, o almeno questo è quello che comunemente si può leggere o pensare.  Nel caso di Riccardo, gli effetti di quest’iniezione non sono stati per niente innocui ed hanno causato danni di natura irreversibile. Paola, sua madre, ha deciso di scrivere a NapoliTime.

All’arrivo di un primo figlio una madre è completamente impreparata. Fa le cose perché si fanno, senza pensarci poi così tanto. Diventa iperprotettiva. I giorni vanno via veloci e le sorprese non tardano ad arrivare.

Quando mi chiamano per la vaccinazione MPR Riccardo ha soli quindici mesi. Ascolto i suggerimenti del pediatra e della dottoressa dell’ASL. Mi dicono che la parotite è pericolosa da ragazzo, che il morbillo può essere fatale e così via, le solite canzoni. Ed eccomi all’ASL. Mi viene chiesto se il bimbo ha mai provato l’uovo durante lo svezzamento, se è stato affetto da allergie. Nel giro di pochi minuti mi viene sottoposto un foglio di autocertificazione da firmare. 

Bonino e Mancini fanno saltare con un mazzo di fiori lo spettro della pena capitale



Il Ministro Bonino l’11 novembre scorso aveva disertato l’incontro Europa – Asia (ASEM) svolto a Delhi ed aveva limitato la rappresentanza italiana , in un contesto internazionale che invece ospitava 37 Ministri degli Esteri, alla sola partecipazione di un Funzionario della Farnesina, nemmeno un Direttore Generale di Area geografica.

Una decisione motivata dalla stessa Ministro come un segnale di dissenso nei confronti dell’India per come veniva gestita da parte indiana la vicenda dei due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per i quali proprio in quei giorni si riaffacciava all’orizzonte il percolo della pena di morte.

Una fermezza importante sul piano diplomatico se l’azione della nostra diplomazia locale avesse continuato a percorrere la strada del non coinvolgimento in iniziative ufficiali. Così però non è stato visto che oggi si viene a sapere che il solo dopo due settimane, il 25 novembre, l’Ambasciatore italiano a Delhi ha guidato una missione italiana nello stato indiano del Gujarat presidio indiscusso da oltre un decennio del leader del partito nazionalista indiano Nagreda Modi.

BOLDRINI INFLESSIBILE: VIETA DI APPORRE STRISCIONE DI SOLIDARIETA’ AI MARO’



«Sulla questione fucilieri di marina, la Corte suprema ha smentito la Corte del Kerala e ha cassato quel processo. Quindi adesso possiamo affermare fondatamente che i nostri fucilieri sono stati nel tritacarne delle elezioni del Kerala, con la sconfessione della Corte suprema»: questa l’analisi del «caso marò», fatta dal ministro della Difesa, Mario Mauro, sul suo profilo Facebook. Mentre l’Italia si appresta a inviare una delegazione di parlamentari in India, le notizie che giungono dal paese non sono rassicuranti: infatti la stampa locale appare certa che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone saranno giudicati con la legge antiterrorismo e antipirateria.

La stampa indiana ha ieri confermato le indiscrezioni dei giorni scorsi e nel paese appaiono tutti certi che i due marò saranno processati in base al Sua Act, che prevede la pena di morte. Tuttavia, secondo fonti ufficiali citate dalla stampa indiana, i capi di accusa non dovrebbero essere presentati prima del 3 febbraio. Per quella data è infatti fissata una nuova udienza della Corte Suprema di New Delhi, dopo la petizione italiana.

Secondo Siddharth Varadarajan, ex direttore di The Hindu e membro dell’influente Centre for Public Affairs and Critical Theory di New Delhi, «non è possibile che la pena di morte possa essere chiesta, meno che mai applicata ai due militari italiani».

CASO MARÒ: UNA QUESTIONE DI STATO … DI DIRITTO



«Ho visto Latorre fare segnali luminosi mentre Girone monitorava il bersaglio con il binocolo. Quando le sue azioni non hanno prodotto risultati, Latorre mi ha ordinato di attivare il resto del nucleo. Ho usato la radio Vhf per chiamare gli altri e sono corso nella cabina a prendere le mie armi», si leggerà nella deposizione di un Marò.
«L’equipaggio della St Antony era in navigazione da giorni e tutti, eccetto i pescatori Valentine Jelestine e Ajeesh Pink, stavano dormendo sul ponte. Jelastine era al timone», si legge nel Rapporto ad interim della polizia del Kerala.

«Girone identifica tramite binocolo, la presenza di persone armate a bordo del motopesca. In particolare si accorge che almeno due dei membri dell’equipaggio sono dotati di armamento a canna lunga portato a tracolla», riporta l’”Inchiesta Sommaria” condotta dall’ammiraglio Alessandro Piroli, capo del terzo reparto della Marina.

Diversa la testimonianza del comandante Vitelli: «Ho mandato un’email al Centro di soccorso marittimo italiano alle 17,47 ora della nave».

MA PIU’ CRIMINALI DI COSI’ SI PUO? DITEMI COSA MERITANO.



C’è un documento della Commissione Europea che dice tutto quello che c’è da dire sulle politiche economiche europee. Basterebbe quello per zittire qualsiasi dibattito Tv su Eurozona sì o Eurozona no, Trattati UE sì o no. Basterebbe quello che scatenare una rivolta europea simile a una guerra civile. In sintesi la Commissione Europea, quella che ci ha imposto la catastrofe dell’euro assieme a poche elite di tecnocrati che sappiamo, sa benissimo oggi… che nel 2023… nel 2023!, l’Europa sarà crollata nello standard di vita dei cittadini, rispetto agli USA, del 40%, ovvero uno standard di vita, sempre rispetto all’America, inferiore a quello che avevamo negli anni ’60.
Altro che ‘ripresa’, altro che fiducia che l’euro porterà stabilità, altro che promesse di crescita. Naturalmente, nella parte che concerne come reagire, la Commissione raccomanda la stessa MEDESIMA ricetta che ci ha portati a questo agghiacciante scenario. Stiamo morendo avvelenati, ci vuole altro veleno.

mercoledì 22 gennaio 2014

Bonino, diritti umani per tutti ... e per i nostri fucilieri di marina?

Siria, al Ginevra2 scambio di accuse tra regime e oppositori

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon apre la conferenza internazionale di pace e lancia un appello: "Accesso umanitario urgente". Duri interventi da parte dei due rappresentanti delle opposte fazioni



MONTREUX - La conferenza internazionale di pace sulla Siria a Montreux, definita Ginevra 2, si è aperta fra le scintille delle due parti in causa. Interventi "pesanti" da parte del ministro degli Esteri di Assad Walid Muallem e del presidente della Coalizione nazionale siriana, Amhad Jarba - che si sono lanciati a distanza pesanti accuse di connivenza con il terrorismo e di massacro del popolo siriano.

In apertura dei lavori, l'appello conciliante di Ban Ki-moon è sembrato ancora molto lontano dai toni violenti del dibattito. La conferenza, ha ricordato il segretario generale dell'Onu, rappresenta "l'opportunità di mostrare unità per una soluzione politica" del conflitto siriano.  Rivolgendosi alle delegazioni siriane, quella del governo e dell'opposizione, il leader dell'Onu ha sottolineato l'importanza di "negoziare in buona fede": "Fatelo per il vostro futuro", ha precisato, dicendosi "contento che le delegazioni siano qui" e ringraziandole "per avere accettato l'invito".

Passera fonda il suo partito. E arriva il siluro dei pm

Forse è solo una casualità. Ma il tempismo con il quale a qualche giorno dalle dichiarazioni di Corrado Passera(ex banchiere ed ex ministro del governo) sulla volontà di fondare un nuovo partito,...



Forse è solo una casualità. Ma il tempismo con il quale a qualche giorno dalle dichiarazioni di Corrado Passera(ex banchiere ed ex ministro del governo) sulla volontà di fondare un nuovo partito, gli è arrivata la prima grana giudiziaria, è quanto meno singolare.

Così dopo che Passera aveva di fatto battezzato un nuovo movimento politico, chiamato Italia Europa, in grado di intercettare a suo avviso, gli elettori dell’area liberale e moderata, ieri è arrivata una tegola che risale al suo passato di consigliere delegato della banca Intesa SanPaolo.

Un avviso di conclusione indagini è stato, infatti, notificato dalla Procura di Trani, nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Michele Ruggiero, a 15 tra ex manager apicali e funzionari locali di Banca Intesa-San Paolo, in relazione ad alcuni finanziamenti concessi a un imprenditore di Barletta che prevedevano anche la sottoscrizione di contratti derivati. Tra i destinatari dell’avviso anche l'ex amministratore delegato dell'istituto di credito ed ex ministro Corrado Passera e a Giovanni Bazoli, attuale presidente del Consiglio di sorveglianza del gruppo bancario.

Quando i Radicali combattevano la "chimica" a tutela del popolo mentre oggi ....

....arriva al porto di Gioia Tauro e tutto va bene!

 L’ITALIA ARMATA: Capitolo 10 - Armi chimiche

1 luglio 1982 - SOMMARIO: Pressoché impossibile determinare l’onere relativo alla »difesa NBC (nucleare, biologica, chimica), in quanto le spese al riguardo sono iscritte in capitoli interessanti altri settori. - Scarse o inesistenti anche le informazioni relative alle armi chimiche in dotazione alle forze armate. - Probabile però che le forze armate italiane si stiano preparando per l’impiego delle potenti armi chimiche di dotazione USA. - Bombe con altissimo potere distruttivo, specie per le grandi aree metropolitane e per le persone.


(“L’ITALIA ARMATA” - Rapporto sul ministero della guerra - di Roberto Cicciomessere - Gammalibri, Milano, luglio 1982)
Inesistenti le informazioni sulla »difesa NBC
Il bilancio di previsione per il 1982 non consente di determinare l’onere relativo alla cosiddetta »difesa NBC (Nucleare, Biologica, Chimica).
Le spese per questo tipo di armamenti sono infatti iscritte all’interno di vari capitoli, fra molte altri voci, e precisamente nel cap. 1838 (Spese per l’esercizio, la manutenzione, la riparazione di armi armamenti, munizionamento, materiali di guerra e di difesa N.B.C.); nel cap. 4002 (Spese per il centro di energia nucleare e per il Poligono sperimentale interforze); nel cap. 4011 (Armi, munizioni ed armamenti, materiali delle trasmissioni e difesa N.B.C.); nel cap. 4031 (Difesa N.B.C.); nel cap. 4051 (Difesa N.B.C.).

martedì 21 gennaio 2014

600 SOLDATI PER PROTEGGERE LA “MERDA” CHIMICA DI ASSAD! BONINO MILITARIZZA PER “EVITARE” PROTESTE DA PARTE DI CHI TEME LA “SOLITA” BOMBA ECOLOGICA.

Gioia Tauro, si parla di militarizzazione ed evacuazioni di massa. La Calabria in rivolta: no al transito delle armi chimiche.



Si invierebbero circa 600 soldati e l’area del porto di Gioia Tauro sarebbe delimitata con una zona off-limits per un raggio di un km. È quanto emerge,  non ancora confermato da fonti competenti, dalla riunione dei Sindaci calabresi a San Ferdinando per discutere dell’emergenza-armi chimiche siriane.

Ciò comporterebbe, se vero, che l’intero centro di San Ferdinando (4.000 abitanti) sia evacuato e ciò senza alcuna informazione preventiva alla popolazione finora. Si profilerebbe anche, vista la cartina geografica, un’evacuazione di gran parte di Gioia Tauro (20.000 abitanti) e forse anche di una parte di Rosarno, così come di altri Comuni e frazioni entro un raggio di un chilometro dall’area portuale che è particolarmente grande e molto vicina alle aree abitate.
Un nuovo elemento, dunque, che fuga ogni dubbio a chi ne avesse sulla straordinarietà dell’operazione. Si tratta di una vera e propria imposizione, secondo cittadini e amministratori calabresi, da parte del governo: indicare Gioia Tauro, senza consultazione, quale porto per il trasferimento dei materiali tossici da una nave all’altra è di per se inammissibile in democrazia e anche nel campo del buon senso. L’assemblea ha riunito, oltre ai Sindaci della Piana di Gioia Tauro, rappresentanti di Provincia, associazioni, cittadini comuni, Confindustria, e qualche parlamentare calabrese.  Ed ha mostrato quella compattezza, relativa calma e lucida determinazione degne dei momenti gravi.

lunedì 20 gennaio 2014

Il fallimento di Emma Bonino sulla vicenda dei Marò: non ha fatto nulla per riportarli a casa.




Ascesa e declino di una donna che in molti avrebbero voluto alla Presidenza della Repubblica o del Consiglio, considerata come una politica che sapeva andare oltre i partiti, oltre gli schieramenti, oltre gli schemi, oltre le logiche di parte. Questa era l’immagine di Emma Bonino, oggi Ministro degli Esteri, che al suo primo grande e vero impegno, la vicenda dei marò in India, ha fallito su tutti i fronti.
Da sempre in prima linea per i diritti umani, appartenente all’associazione “Nessuno tocchi Caino” non ha fatto nulla per riportare i militari italiani, che rischiano la pena di morte, in patria. Sono trascorsi mesi e mesi senza che accadesse nulla, senza che si muovesse una foglia e «l’iniziativa forte» è spuntata solo adesso, quando tutto è precipitato e il governo ha scoperto di avere l’acqua alla gola. Ma, proprio mentre si è rischiato il burrone, nei giorni più caldi la Bonino è rimasta zitta.
Anzi, ha fatto e parlato di tutto, eccetto dei Marò: uno schiaffo, una prova di indifferenza che l’Italia non le perdona. Il governo Letta, come il governo Monti, non ha mai alzato la voce, non ha sollecitato l’intervento dell’Onu, ha messo la testa sotto il cuscino. E la Bonino, proprio mentre nei giorni in cui si diffondevano le voci sul rischio della pena di morte per i Marò, non ha aperto bocca, nemmeno una frase di solidarietà.
Ha preferito parlare della candidatura dei Giochi Olimpici del 2024, è andata in Senegal per un colloquio sulla condizione femminile, si è dilungata sulla “competizione globale” con i rappresentanti di 50 multinazionali, è volata a Parigi per la riunione del gruppo degli amici della Siria e in Sierra Leone per schierarsi contro la pena di morte. Ma l’unica cosa importante che avrebbe dovuto fare come ministro e quindi rappresentante del popolo italiano, non l’ha fatta.

Ultima ora

Marò: Bonino, ogni opzione su tavolo

Inaccettabile mancanza capo accusa e ribaltamento onere prova

BRUXELLES, 20 GEN - "Tutte le opzioni sono sul tappeto, anche quelle più di pertinenza della Ue" nei confronti dell'India. Così Emma Bonino commenta il rinvio del caso dei marò deciso dalla Corte suprema. "Se a due anni dai fatti non si é neanche in grado di stabilire un capo d'accusa, é evidente che questa é una violazione di ogni idea di giustizia adeguata" ha detto, definendo "inaccettabile" l'applicazione della legge indiana sulla pirateria che comporterebbe "l'inversione dell'onere della prova".