mercoledì 22 gennaio 2014

Passera fonda il suo partito. E arriva il siluro dei pm

Forse è solo una casualità. Ma il tempismo con il quale a qualche giorno dalle dichiarazioni di Corrado Passera(ex banchiere ed ex ministro del governo) sulla volontà di fondare un nuovo partito,...



Forse è solo una casualità. Ma il tempismo con il quale a qualche giorno dalle dichiarazioni di Corrado Passera(ex banchiere ed ex ministro del governo) sulla volontà di fondare un nuovo partito, gli è arrivata la prima grana giudiziaria, è quanto meno singolare.

Così dopo che Passera aveva di fatto battezzato un nuovo movimento politico, chiamato Italia Europa, in grado di intercettare a suo avviso, gli elettori dell’area liberale e moderata, ieri è arrivata una tegola che risale al suo passato di consigliere delegato della banca Intesa SanPaolo.

Un avviso di conclusione indagini è stato, infatti, notificato dalla Procura di Trani, nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Michele Ruggiero, a 15 tra ex manager apicali e funzionari locali di Banca Intesa-San Paolo, in relazione ad alcuni finanziamenti concessi a un imprenditore di Barletta che prevedevano anche la sottoscrizione di contratti derivati. Tra i destinatari dell’avviso anche l'ex amministratore delegato dell'istituto di credito ed ex ministro Corrado Passera e a Giovanni Bazoli, attuale presidente del Consiglio di sorveglianza del gruppo bancario.

Le accuse sono di truffa pluriaggravata e continuata e per tre funzionari locali e anche quella di concorso in abusivismo finanziario continuato.

Ora gli indagati hanno 20 giorni per produrre documentazione e memorie e chiedere di farsi interrogare sui fatti contestati. Solo dopo questa fase, quindi, la procura deciderà, sulla base anche di questi eventuali atti, se ci siano gli estremi per la richiesta di rinvio a giudizio o per l’archiviazione.

Secondo l’accusa l’imprenditore non sarebbe stato adeguatamente informato dei rischi cui andava incontro con la sottoscrizione dei derivati della serie «Interest Rate Swap».
I contratti di finanziamento a tasso variabile sarebbero stati stipulati non nella sede dell’istituto di credito ma in quella dell’azienda della presunta vittima. Con l’acquisto dei derivati l’imprenditore, che aveva chiesto un finanziamento consistente (700 mila euro), pensava in qualche modo di assicurarsi contro le oscillazioni dei tassi ma in realtà, sostiene la Procura, è come se avesse fatto una vera e propria scommessa sui tassi.

Non è mancata sempre ieri la difesa di Intesa SanPaolo con una dichiarazione di una fonte vicina alla banca ha precisato che «con riferimento a notizie di stampa riguardanti le indagini della procura di Trani in ordine alla negoziazione di strumenti finanziari derivati per la copertura del rischio tassi, nel ribadire la piena convinzione della correttezza del proprio operato, conferma la fiducia nell’operato delle autorità inquirenti alle quali, come sua consuetudine, ha prestato la massima collaborazione».

Reati finanziari tutti da provare, dunque. Ma un cosa è certa. La finanza tossica continua dunque ad avvelenare non solo i rapporti economici ma anche il nascente nuovo clima politico. Per Passera il rischio di una falsa partenza per le sue ambizioni politiche.
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