mercoledì 22 gennaio 2014

Bonino, diritti umani per tutti ... e per i nostri fucilieri di marina?

Siria, al Ginevra2 scambio di accuse tra regime e oppositori

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon apre la conferenza internazionale di pace e lancia un appello: "Accesso umanitario urgente". Duri interventi da parte dei due rappresentanti delle opposte fazioni



MONTREUX - La conferenza internazionale di pace sulla Siria a Montreux, definita Ginevra 2, si è aperta fra le scintille delle due parti in causa. Interventi "pesanti" da parte del ministro degli Esteri di Assad Walid Muallem e del presidente della Coalizione nazionale siriana, Amhad Jarba - che si sono lanciati a distanza pesanti accuse di connivenza con il terrorismo e di massacro del popolo siriano.

In apertura dei lavori, l'appello conciliante di Ban Ki-moon è sembrato ancora molto lontano dai toni violenti del dibattito. La conferenza, ha ricordato il segretario generale dell'Onu, rappresenta "l'opportunità di mostrare unità per una soluzione politica" del conflitto siriano.  Rivolgendosi alle delegazioni siriane, quella del governo e dell'opposizione, il leader dell'Onu ha sottolineato l'importanza di "negoziare in buona fede": "Fatelo per il vostro futuro", ha precisato, dicendosi "contento che le delegazioni siano qui" e ringraziandole "per avere accettato l'invito".

Emergenza accesso umanitario. "Faccio appello per un accesso umanitario urgente, ci sono migliaia di persone stremate e senza assistenza da mesi", ha aggiunto Ban Ki-Moon. "Alcuni villaggi sono invivibili per le bombe", ha spiegato Ban, che ha ringraziato l'emiro del Kuwait, poresente in Svizzera, "per il supporto umanitario" e la comunità internazionale "per la distruzione delle armi chimiche dopo agosto". "Ma riconosco che la maggior parte dei morti è conseguenza di armi convenzionali", ha sottolineato. "Chiedo alle delegazioni siriane di impegnarsi seriamente per una Siria pacifica e democratica", ha insistito Ban Ki-Moon.

Kerry: "Assad fuori dalla transizione". "Dobbiamo affrontare la realtà: Assad non farà parte di questa transizione" politica in Siria, "un uomo non può tenere un Paese e l'intera regione in ostaggio", ha ribadito il segretario di Stato Usa John Kerry che, parlando a Ginevra 2, ha ribadito che il regime ha fatto uso di armi chimiche.  "L'uomo che guiderà la Siria", ha aggiunto, "non verrà dalle torture", quelle subite in questi mesi dalla popolazione siriana, "ma dal consenso delle persone". Kerry ha anche sottolineato che la conferenza è un test importante sulla risolutezza del mondo e apre difficili negoziati.

Lavrov: "Anche Iran partecipi a colloqui". Le delegazioni siriane che partecipano alla conferenza hanno "una responsabilità storica". Lo ha sottolineato il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov durante il suo intervento, nel quale ha anche detto che alcuni gruppi "patriottici" di opposizione siriana e l'Iran dovrebbero agganciarsi ai colloqui di Ginevra 2. Secondo le parole di Lavrov, la Siria si sta trasformando in un centro del terrorismo internazionale con estremisti destinati a seminare caos nel mondo e a creare un'atmosfera aliena di intolleranza nel Paese. Secondo il ministro russo a Ginevra dovrebbero partecipare "anche se non dal primo giorno" anche altri gruppi di opposizione. C'è, ha insistito, "la necessità di coinvolgere l'Iran nei nostri sforzi comuni per attuare il comunicato di Ginevra, senza cercare di interpretarlo in un modo o nell'altro".

L'attacco di Muallem: "Sangue siriano su mani dei partecipanti". "Mi dispiace che i rappresentanti di alcuni Stati seduti in questa stanza abbiano il sangue dei siriani sulle mani". È duro l'attacco che il ministro degli Esteri siriano Walid Muallem rivolge ai partecipanti alla conferenza, puntando il dito contro quei Paesi che vogliono "esportare il terrorismo, usare i loro petroldollari per comprare armi e riempire i media internazionali di bugie". "Ora la maschera è caduta e vediamo la vera faccia di coloro che vogliono distruggere la Siria", ha aggiunto. Richiamato più volte perché ha sforato il tempo massimo per gli interventi di apertura, Muallem ha lamentato ''che tutto ciò non ha nulla a che vedere con l'Islam''. ''Terroristi ceceni, francesi, sauditi, britannici vogliono imporre in Siria uno Stato islamista che riporti indietro il Paese di mille anni'', ha affermato il capo della diplomazia del regime di Bashar al-Assad. Il ministro ha poi replicato alle parole di Kerry: "Signor Kerry, nessuno, ad eccezione del popolo siriano, può decidere chi è presidente. Nessuno ha il potere di conferire o revocare la legittimità di un presidente, di una costituzione o di una legge, ad eccezione del popolo stesso", ha detto Muallem.

Battibecco tra Ban e ministro siriano. l segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha interrotto l'intervento fiume del ministro siriano Walid Muallem, perché andato ben oltre i 7 minuti dati a ciascun partecipante alla conferenza Ginevra 2, sforando i 25. Ma l'inviato di Assad non ha voluto terminare: "Devo continuare il mio discorso", ha detto. Ban gli ha quindi dato altri 2-3 minuti per finire l'intervento, ma Muallem in un botta e risposta ha rilanciato: "Ne voglio altri 20". "Lei vive a New York, io in Siria". Il battibecco ha suscitato le risate della sala stampa.

Capo opposizione: "Tutti vittime di Assad". "I siriani sono tutti vittime di un uomo che vuole solo rimare sul trono", ha detto il presidente della coalizione nazionale siriana, Amhad Jarba, prendendo la parola alla conferenza. La tv del regime ha trasmesso il suo intervento a Montreux accompagnando l'immagine a una scritta in sovraimpressione: "Atti di terrorismo". Nel suo appassionato discorso, Jarba ha anche mostrato immagini di presunte torture a cittadini siriani.

''C'è un partner nella delegazione siriana per creare un nuovo governo?'' ha chiesto il presidente della Coalizione Nazionale Siriana, lanciando un appello alla diserzione nelle file del regime di Damasco. "In Siria combattiamo mercenari internazionali, che sono l'altra faccia di Assad", ha detto ancora Jarba. "Combattiamo seriamente il terrorismo portato dall'Iraq alla Siria con l'Isis. L'Esercito siriano libero ha avuto molti successi contro i mercenari, specialmente gli Hezbollah" che compiono "atti terroristici ovunque nel mondo", e "le forze iraniane".

Ministro Informazione siriano: "Assad non se ne andrà". "Assad non se ne andrà". Lo ha ribadito il ministro dell'Informazione siriano Omran al-Zohbi, presente nella delegazione del governo a Montreux. "Se volete aiutare Al Qaeda, andate pure avanti", ha aggiunto il ministro.

Fabius: "Nodo è transizione, non terrorismo".  Prendendo la parola al summit, il ministro degli esteri francese Fabius si è rivolto al governo di Damasco sottolineando che scopo della conferenza è affrontare il problema di una transizione politica mentre non ha senso parlare (come fanno gli esponenti del regime) di "terrorismo". La conferenza, ha detto Fabius, deve occuparsi del tema della transizione e non è il caso di fare "infondate accuse" di terrorismo. "Il tema è trovare un accordo politico per avere in Siria un'autorità di transizione che abbia tutti i poteri positivi" mentre c'è chi, ha aggiunto riferendosi al regime di Damasco, prova "a prendere tempo con accuse senza prove e infondate". Il collega britannico William Hague ha poi sottolineato che "se questo processo di pace fallisce, migliaia di siriani innocenti ne pagheranno il pezzo".

Ashton: "Eventi in Siria spaventosamente unici". "Ciò che sta accadendo in Siria non ha precedenti storici, è spaventosamente unico": così l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea, Catherine Ashton ha commentato la situazione siriana. 

Bonino: "Lotta a terrorismo non è giustificazione".
 "Tutti qui condividiamo la preoccupazione che l'attuale situazione porti al radicalismo e al terrorismo. Ma voglio dire chiaramente che la lotta al terrorismo non può giustificare la violazione dei diritti umani e della dignità": così il ministro degli Esteri Emma Bonino è intervenuto alla conferenza. ''I negoziati politici tra le parti siriane devono comportare il cessate il fuoco. Fine al radicalismo e all'estremismo che colpisce non soltanto la Siria, ma tutta la regione''. "L'Italia - ha aggiunto - è impegnata allo sforzo di pace nella regione. Serve la nascita di un governo transitorio con pieni poteri, formato con accordo consensuale, sarà la base del nostro sforzo e la chiave del successo". Poi Bonino, senza fare citazioni, ha detto che nei negoziati "le parti siriane devono essere sostenute da tutti, anche da chi non è presente oggi. Dobbiamo riuscire a coinvolgere tutti gli attori" che hanno un ruolo per la Siria, senza citare esplicitamente l'Iran. Bonino ha però sottolineato che "l'unica via di uscita è l'applicazione del comunicato di Ginevra 1", che Teheran non ha voluto riconoscere, 
facendo ritirare il suo invito alla conferenza. Il ministro italiano, in merito alla questione di Gioia Tauro, ha detto ai giornalisti italiani a margine della conferenza sulla Siria: "Mi sembra che dalle riunioni di ieri (tra il premier Enrico Letta e le amministrazioni locali,
ndr) siano state superate una serie di preoccupazioni" sul porto di Gioia Tauro, "a cominciare dal fatto che non si tratta di armi chimiche ma di prodotti tossici. Non è il ministro degli Esteri che ha rapporti con le autorità locali", ha poi spiegato riferendosi alle proteste per la mancata comunicazione dell'operazione.

Turchia: "Regime mente".  Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha accusato di mentire il regime di Damasco alla conferenza di Ginevra 2, dicendo che ha commesso odiosi crimini contro il suo popolo e aggiungendo che chi ha commesso crimini di guerra dovrà risponderne. Parlando a Montreaux ha detto, secondo quanto riporta l'agenzia turca Anadolu: "Come può il regime siriano ingannare la comunità internazionale con le sue bugie?". Il Consiglio nazionale siriano, ha detto, è il vero rappresentante del popolo siriano e la pace in Siria garantirà la sicurezza dei Paesi vicini.

Regime di Damasco: "Falso rapporto su carceri". ''Un rapporto politicizzato'': il ministero della Giustizia di Damasco, nel giorno di Ginevra 2, ha respinto il dossier finanziato dal Qatar e da alcuni oppositori di Assad che documenta la morte di 11 mila detenuti nelle carceri siriane fra il 2011 e il 2013. ''Il ministero della Giustizia nega completamente la veridicità del rapporto'', si legge in una nota del dicastero, diffusa dall'agenzia ufficiale Sana. ''È politicizzato e manca di obiettività e professionalità''.

Manifestanti pro-Assad davanti a palazzo conferenza. Decine di dimostranti pro-Assad, secondo quanto riporta al Jazeera, stanno protestando all'esterno del Montreux palace. I manifestanti sventolano bandiere siriane e innalzano foto del presidente Bashar al Assad.

L'augurio del Papa. "Prego il Signore che tocchi i cuori di tutti perché, cercando unicamente il maggiore bene del popolo siriano, tanto provato, non risparmino alcuno sforzo per giungere con urgenza alla cessazione della violenza e alla fine del conflitto, che ha causato già troppe sofferenze". Così il Papa a conclusione dell'udienza generale in piazza San Pietro. "Auspico alla cara nazione siriana un cammino deciso di riconciliazione, di concordia e di ricostruzione con la partecipazione di tutti i cittadini, dove ognuno possa trovare nell'altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere ed abbracciare". Il Vaticano è stato invitato a partecipare alla conferenza di Ginevra 2. Della delegazione fanno parte: monsignor Silvano Tomasi, rappresentante della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e Istituzioni Specializzate a Ginevra, e monsignor Alberto Ortega Martín, Officiale della Segreteria di Stato.
 (Fonte)
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