domenica 29 settembre 2013

I due Marò : anche questo accade in Italia



L’articolo 1 della Costituzione italiana cita testualmente “ L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. 

Parole a base della nostra storia democratica troppe volte disattese dimenticando che democrazia (dalgreco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, Wikipedia ndr) significa esattamente un sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dall'insieme dei cittadini.

Un concetto che ha trovato una propria espressione storica tutte le volte che si è voluto dare “voce” al popolo perché esprimesse liberamente il proprio pensiero da cui trarre spunto per governare. Una possibilità concretizzabile solo concedendo spazio al confronto nel massimo rispetto delle posizioni reciproche anche se non condivise.

venerdì 27 settembre 2013

CASO MARÒ: INTERVISTA AL GENERALE FERNANDO TERMENTINI

I due Leoni del San Marco con De Mistura


1) Gen. Termentini siamo arrivati a quasi 600 giorni e i nostri ragazzi sono ancora in India. Da un governo che ha nominato inviato speciale Staffan De Mistura potevamo aspettarci qualcosa di diverso? E se si cosa si aspettava che facesse questo governo?

Sono molto pessimista dott. D'Ecclesia per vari motivi. In tutta onestà, mi sarei aspettato ben altro da questo Governo ed in particolare dal Ministro Bonino da sempre paladina dei diritti umani e che invece per la vicenda dei due Marò non sembra essere coinvolta più di tanto.

Non si conoscono, infatti, prese di posizione del Ministro. Solo sporadiche frasi di circostanza, spesso retoriche come quando si esprime  sull’equità e la rapidità del processo. Esercizi linguistici parlare di rapidità dopo che sono trascorsi 19 mesi dagli eventi e 6 mesi dall’insediamento del Governo. Offese ai diritti dell’uomo ed alla Giustizia garantendo equità in un processo penale.

Giorno dopo giorno mi convinco sempre di più che come avvenuto in passato per l’Ambasciatore Terzi, anche oggi il Ministro degli Affari Esteri è praticamente estromesso dalla gestione di un problema che invece dovrebbe essere di esclusiva competenza della Farnesina, Dicastero tenutario dell’expertise necessaria per la gestione di fatti e controversie internazionali.

giovedì 26 settembre 2013

Svizzera. La banca più potente al mondo annuncia il crash

Con sede a Basilea, la BRI, la Banca dei regolamenti internazionali, promuove la cooperazione tra la banche centrali, fornisce servizi finanziari in qualità di “banca delle banche centrali” e opera come agente o mandataria nei pagamenti internazionali che le vengono affidati.



In definitiva, nella sua veste di banca di tutte le banche, la BRI di Basilea è la banca più potente al mondo, quella che capta e dirige il clima della finanza a livello mondiale. E le sue ultime previsioni sono allarmanti.

L’allarme lanciato dalla BRI settimana scorsa in un rapporto, fa stato di uno tsunami del debito che – nell’indifferenza generale dei governi e dei media – sta per abbattersi sui mercati, sulla finanza e sull’economia. Un crash dalle proporzioni ciclopiche.

E non sarà certamente il dietrofront del presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, che ha rinunciato a ridurre la massiccia (quanto inutile) iniezione di 85 miliardi di dollari mensili nella disastrata economia americana che metterà a posto le cose.

L’annuncio della Fed di proseguire con il programma del Quantitative easing e con la stampa illimitata di moneta, conferma l’impotenza del governo americano nel rimettere in piedi una situazione economica compromessa da tempo e che non è in grado di rinunciare all’illusorio sostegno di questi stimoli artificiali.

Cipro. L’unica salvezza è uscire dalla Zona euro

A sei mesi dall’intervento della troika che ha scongiurato il collasso bancario, l’economia dell’isola soffre la stretta creditizia e l’austerità ha innescato una pericolosa spirale recessiva.



Niente più manifestazioni quotidiane nel centro di Nicosia, file d’attesa davanti ai bancomat o giornalisti della Bbc e della Cnn in diretta davanti al Parlamento. Tuttavia per gli abitanti di Cipro le condizioni di vita sono oggi meno buone di sei mesi fa, quando la crisi era al suo culmine. E molti temono che il peggio debba ancora venire.
Il 15 marzo scorso il presidente di Cipro e l’Eurogruppo avevano annunciato l’intenzione di istituire una tassa su tutti i depositi, scatenando una crisi che è passata prima per la chiusura delle banche per due settimane e poi per la creazione di una regolamentazione che disciplina i movimenti di capitali.

Le conseguenze : indebolimento del sistema bancario, rigore imposto dalla troika, forte contrazione dell’economia e aumento della disoccupazione.

Povera "nostra" Grecia

Bruxelles: crepi la Grecia, purché resti lontana dalla Russia


Torturati da Bruxelles, i greci non hanno futuro: sono senza cibo e non hanno soldi per curarsi. Quello che sta accadendo alla Grecia nel 2013 non ha eguali in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: la popolazione è abbandonata a se stessa, senza lavoro e senza protezioni, tantomeno sanitarie. E nelle manifestazioni di piazza cominciano a circolare armi. «Un’esplosione sociale è inevitabile», afferma l’ex diplomatico greco Leonidas Chrysanthopoulos. Ormai l’unica domanda è: quando la rivolta scoppierà. Perché tutto questo? Semplice: per il lucro degli speculatori di Wall Street, gli avvoltoi del debito greco, e per il dominio dell’egemonia euro-atlantica: se la Grecia dovesse collassare e uscire dall’Eurozona, spiega al “Corriere della Sera” l’ex ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer, Europa e Usa potrebbero perdere il controllo sui Balcani: gli Stati oggi attratti da Bruxelles potrebbero spaventarsi e tornare sotto l’ala della Russia.

NAPOLITANO: “NESSUNO S’ILLUDA CHE IO SCIOLGA LE CAMERE”

Il Presidente infuriato ha pronta nel cassetto la lettera d’addio



«Nessuno si faccia illusioni»: la lettera di dimissioni è pronta, nel cassetto. E forse è solo e proprio l’ira di queste ore che tiene Giorgio Napolitano dal dare immediato corso a quel che ha sempre detto, sin dal momento in cui ha accettato un secondo mandato presidenziale, non voluto ma chiesto dai politici con il cappello in mano, e tra i primi proprio da Silvio Berlusconi.

Se vi comporterete da irresponsabili, disse nel discorso d’insediamento davanti ai parlamentari che con buona dose di masochismo presero ad applaudirlo, io mi dimetterò. Ieri, da politico d’esperienza qual è, il presidente ha compreso al fulmicotone dove andava a parare quella messinscena delle dimissioni dei parlamentari del Pdl consegnate ai loro stessi capigruppo: alle elezioni anticipate. E a Renato Schifani, a Gaetano Quagliariello, e a Gianni Letta che – tra gli altri- gli han telefonato in sequenza allarmati per la china di follia che andavano prendendo le cose dopo il gran consiglio di Palazzo Grazioli con i Verdini e le Santanché che urlavano a Berlusconi «ti arrestano, le procure di Bari e Napoli son pronte ad arrestarti», Napolitano ha fatto sapere che lo scioglimento delle Camere eè un’illusione e che se davvero i parlamentari del Pdl dessero le dimissioni lui ne denuncerebbe pubblicamente il carattere eversivo di attacco alle istituzioni repubblicane. E a quel punto, ecco un messaggio ben chiaro e comprensibile anche ai più oltranzisti del centrodestra, la questione sarebbe nelle mani del prossimo presidente della Repubblica: di un nuovo Capo dello Stato, eletto da questo Parlamento. Ovvero, dal Pd e da Grillo.

Fracking, l’Italia dice ufficialmente no

Approvata alla Camera la risoluzione che lo blocca: ecco il testo





Il video messaggio di Berlusconi, che ha prima invaso le televisioni e poi i giornali, ha cancellato come un colpo di spugna altri eventi politici probabilmente più importanti per il nostro Paese come quello, proprio nello stesso giorno, dell’approvazione della Commissione ambiente della camera di una risoluzione che esclude da subito ogni attività legata al contestatissimo fracking.
Filiberto Zaratti, di Sinistra ecologia e libertà, spiega: «La Commissione Ambiente della Camera ha approvato la risoluzione che esclude da subito ogni attività legata al fracking, cioè l’estrazione di idrocarburi attraverso la fratturazione idraulica del sottosuolo. La risoluzione, di cui sono il primo firmatario e che è stata sottoscritta da tutti i gruppi blocca quella che può essere una scelta veramente pericolosa; contaminazione dei suoli e delle falde acquifere, deturpamento del paesaggio, rischio idrogeologico e sismico: sono questi i principali problemi posti dall’estrazione di shale gas. Oggi il Parlamento, con questo atto, ha ribadito che prima di avventurarsi nello sfruttamento di questa fonte energetica è quanto mai necessario un approfondimento circa i rischi ambientali. L’Italia, con questa decisione, si allinea ad altri partner europei, che sulla base del principio di precauzione hanno già vietato queste tecniche di estrazione, come ha fatto la Francia nel 2011. Grazie all’approvazione della risoluzione e al pronunciamento del Governo, che si è espresso in modo chiaro sulla scelta di bloccare lo shale gas in Italia, oggi l’ambiente e la sicurezza dei cittadini fanno un grande passo avanti».

mercoledì 25 settembre 2013

LA SERRANDA SULLA STAGIONE DELLE “BANCHE DI SISTEMA” CALA IGNOMINIOSAMENTE ANCHE PER ALI-TAGLIA – IL FLOP DEL PIANO BERLUSCONI-PASSERA COSTATO 6 MILIARDI AGLI ITALIANI

I francesi potrebbero pagare soltanto 150 milioni. Cassa integrazione per 8 mila addetti e 3 miliardi di debiti scaricati sui conti dello Stato – I francesi sono furiosi per il trattamento di riguardo riservato da Alitalia alla famiglia Toto, che come tutti sanno è l’ex datore di lavoro della seconda moglie di Airone Passera....



«Perché falliscono le nazioni» è un saggio degli economisti Daron Acemoglu e James Robinson, ma si adatterebbe bene anche come sottotitolo alla vicenda Alitalia. Acemoglu e Robinson sostengono che un paese arretra nel sottosviluppo quando le sue élite si coalizzano per difendere dei privilegi a danno della collettività.

La vicenda della nuova Alitalia è il capitolo che possono aggiungere alla prossima edizione. Avrebbe molti protagonisti notevoli per ciò che hanno fatto o che hanno omesso: l'allora presidente dell'Antitrust e oggi viceministro dello Sviluppo Antonio Catricalà, l'altro ex presidente dell'Autorità della concorrenza Giuseppe Tesauro, quello attuale Giovanni Pitruzzella, il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, oltre al regista industriale dell'operazione Corrado Passera e all'ex premier Silvio Berlusconi. Non senza il supporto, involontario ma prezioso, della Cgil. Il tutto per un costo di circa sei miliardi a carico dei contribuenti e vasto anche per i consumatori.

Shalabayeva, la figlia contro il Viminale L'accusa: sequestro e ricettazione

Madina Ablyazova denuncia alcuni funzionari del ministero degli Interni e della Questura di Roma e diplomatici kazaki, tra cui l'ambasciatore a Roma, per l'espulsione della madre Alma Shalabayeva. Il legale della donna: "Sono stati commessi degli abusi su cui la procura deve fare chiarezza"

Esclusivo, Shalabayeva: la foto scattata dal pilota


Sequestro di persona e ricettazione. Questi sono i reati per cui Madina Ablyazova, la figlia di Alma Shalabayeva e del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, ha denunciato alcuni funzionari del ministero degli Interni e della Questura di Roma, insieme a tre diplomatici del Kazakistan, tra cui l'ambasciatore a Roma Adrian Yelemessov. I fatti sono collegati all'espulsione della madre e della sorella Alua avvenuta il 31 maggio scorso. Il caso scatenò diverse polemiche e portò alle dimissioni di Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell'Interno Alfano. Il governo ammise di non essere a conoscenza del caso e di non aver ricevuto la domanda d'asilo da parte della donna.  

martedì 24 settembre 2013

Missioni all’estero nei paesi poveri. La Procura di Roma indaga e scopre uno scandalo milionario

Lavorare in Cina per 44 giorni e tornare in Italia con 70 o 80 mila euro sul proprio conto corrente. E’ possibile grazie alle risorse pagate dal Governo in favore dei poveri.  Qualche mese fa in parlamento ci si stracciava la vesti per il taglio ai fondi della cooperazione allo sviluppo. Per poi approvarli con la benda sugli occhi.



Ed è così che dalla Farnesina partivano esperti in missione all’estero. E i costi? Molto alti. Partono, come riporta il Fatto Quotidiano, dai cinquecento euro per finire ai mille euro al giorno. Lo Stato a questo settore destina poche risorse.

Negli ultimi anni infatti sono stati tagliati i contributi diretti dell’80%, e sono stati chiusi anche molti uffici anche con finanziamenti già erogati. Le Regioni aspettano da anni di vedersi restituire milioni di euro anticipati come crediti d’aiuto. Le Ong a corto di fondi richiamano i volontari. Gli uffici tecnici per la cooperazione all’estero chiudono.

A Roma però accade che vanno e vengono come il nulla stormi di consulenti pagati a peso d’oro. Il quadro missioni della Direzione Generale parla chiaro: esiste un professore di economia da inviare per quattro mesi in Ghana dove il 28% della popolazione vive sotto la soglia di povertà di 1,25 dollari. A lui però verranno dati 70 mila euro per svolgere non meglio precisare attività di supporto privato.

Gestione "allegra" ... e poi i soldi non ci sono. Quindi IMU, IVA, accise, ....

Il Questore a 5 Stelle apre la scatola di tonno: ecco i primi conti del Senato



Il Senato è una città chiusa che non permette a nessuno di verificare la propria gestione, ma esige di controllare ed amministrare il Popolo italiano con cui ormai non ha più nessun contatto.

Vi ricordate l'apriscatole? ..... dopo 6 mesi di lavoro possiamo cominciare a farvi vedere cosa fanno i Tonni dentro la scatoletta.
Il Consiglio di Presidenza e il Collegio dei Questori hanno la possibilità, tramite delibere interne e a loro insindacabile giudizio, di elargire fondi provenienti dal bilancio del Senato a soggetti pubblici e privati.

Chi sono i nuovi re dei rifiuti

Imprenditori rinviati a giudizio. Altri imputati per truffa. Altri ancora che si nascondono sotto fiduciarie. Incasseranno dieci milioni di euro all'anno. A Roma è cambiata la discarica, ma l'odore resta uguale



Di monopolio in monopolio. Da Malagrotta a Falcognana. Da un municipio a un altro. Dopo 40 anni di dominio assoluto dell'avvocato Manlio Cerroni (che continuerà a lavorare con i suoi impianti), al centro di un'inchiesta della procura di Roma, il business dei rifiuti capitolino finisce ad altre famiglie egemoni nel settore tra Puglia e Abruzzo. Sabato 21 settembre una nuova manifestazione dei comitati cittadini contro la decisione del governo, Regione e Comune. Secondo i piani del Commissario Goffredo Sottile la discarica di Falcognana potrebbe ricevere le prime tonnellate di rifiuti già dai primi di ottobre. Intanto la tensione sale. L'Espresso può rivelare i nomi e la rete di alleanze dei futuri gestori del business d'oro. 

Senza gara
Partiamo dalla scelta non trascurabile del commissario Goffredo Sottile di procedere all'affidamento diretto della gestione del sito alla Ecofer srl, proprietaria della discarica. L'avvocatura di stato in un parere, richiesto dall'allora commissario Giuseppe Pecoraro, per un altro sito aveva chiarito la necessità "dell'esproprio e della successiva gara ad evidenza pubblica" per la gestione. Il Ministro Andrea Orlando, in un recente intervento nell'aula della Camera dei deputati, ha spiegato la ragione di questa opzione: "Non ci sono - io credo - anche realisticamente le risorse e ritengo che anche dal punto di vista della tempistica la strada dell'esproprio porterebbe inevitabilmente a dei tempi molto più lunghi". Così alla Ecofer arriveranno 300 tonnellate al giorno ad un prezzo da concordare, con un minimo fissato sugli 80 euro che fanno 24 mila euro al giorno. Una torta che si aggira intorno ai 10 milioni di euro ogni anno. Le volumetrie della discarica consentono un utilizzo per un massimo di due anni. Ma a chi andranno questi soldi? 

STAMINA – LA QUARTA STORIA SENZA NOMI – GLI ORRORI NON FINISCONO MAI.



(di Emanuela Rocca)

Oggi vi sottoporrò una STORIA PARTICOLARE, una storia che forse qualcuno di voi conosce, ma che secondo me, è passata quasi in sordina. Avrebbe dovuto essere nelle prime pagine di tutti i giornali d’ITALIA, ma come sempre accade, i mass media “tacciono”. Per loro sono importanti solo il SI di Belen, le partite di Calcio, la pena di Berlusconi e altre cavolate del genere. I FATTI SERI non vengono mai presi in seria considerazione, soprattutto quelli che riguardano la Pubblica Amministrazione, le leggi orribili e tutti i trattati capestro che ci stanno facendo morire.

Ma non voglio parlare di politica, anche se in parte c’entra e molto… quello di oggi è un articolo DENUNCIA contro un sistema che si fa beffe degli italiani, che distrugge famiglie intere e che uccide i bambini, neonati compresi.
Non farò ne’ nomi, ne’ cognomi e tanto meno metterò foto, questo per l’incolumità e la salvaguardia di chi mi ha chiesto aiuto.

Si parla di intere famiglie lasciate allo sbando, schiacciate dal potere delle amministrazioni locali. Si, avete letto bene, amministrazioni locali. Quello che scopro ogni giorno mi fa sempre più alterare contro questo sistema MARCIO che ha, purtroppo, il coltello dalla parte del manico e grazie a quanti mettono LA FATIDICA CROCETTA sulla scheda elettorale.
Le famiglie in questione hanno tutte bambini piccoli malati di SLA e di altre malattie rare neurodegenerative gravissime. Tutti bambini che necessiterebbero di terapie staminali e trapianti urgentissimi. Premetto che molti di loro discendono da famiglie i cui componenti provenivano da befetrofi, orfanotrofi e istituti del genere perché abbandonati dai genitori appena nati. E dove sta il problema? Questo suppongo vi starete chiedendo… il problema grave e serio sta nel fatto che ognuno di noi ha la possibilità di risalire ai genitori, ai nonni e alle loro malattie genetiche ed ereditarie attraverso dei documenti che DOVREBBERO, per legge, essere custoditi GELOSAMENTE nelle banche dati.

lunedì 23 settembre 2013

Presidente Napolitano, i PM applicano solo la Legge


(di Pippo Giordano - 21 settembre 2013)

Lo dico con amarezza, il richiamo di Napolitano ai PM non mi piace. Non condivido le parole indirizzate ai PM e dopo aver letto le carte sull'interessamento del Colle sulla trattativa Stato/mafia, in me è aumentato il disagio. E pensare che per questo Stato ho offerto la mia vita. Parimenti altri lo avevano fatto e sono stati meno fortunati di me: sono stati ammazzati. Il mio pensiero va ai tanti poliziotti, carabinieri, cittadini inermi e magistrati assassinati. Il sol pensiero che uomini delle Istituzioni per trattare, si siano seduti accanto ai carnefici di Falcone e Borsellino, mi fa rabbrividire. Una resa che ha umiliato lo Stato: una resa inquietante per il sangue innocente versato. E mentre ancora il sangue versato da Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e i miei tre colleghi era caldo, qualcuno trattava coi mafiosi. E la trattativa continuava anche dopo l'assassinio di Paolo Borsellino. La fibrillazione del Colle di far spostare il processo sulla trattativa da Palermo è inconcepibile e aberrante. Dopo aver letto la nota dell'ex procuratore antimafia Piero Grasso,nota originata dalle pressioni del Colle, mi convinco sempre di più che nelle famose quattro telefonate intercettate dagli uomini della DIA, tra Napolitano e Mancino, vi siano inconfessabili dialoghi riferiti al processo di Palermo. Presidente Napolitano mi smentisca, autorizzi il mio collega ispettore della DIA che ha verbalizzato le telefonate a renderle pubbliche.

STAMINA - TERZA STORIA – ROCCHI GIACOMO MARCO – per tutti JACK

Storia di un bambino malato e  non sarà come le altre, non per la differenza di malattia, ma per quello che ho scoperto e che mi ha lasciata basita, ma io non ho paura di scrivere:  perché tutti devono SAPERE la verità !
Giacomo Marco è nato il giorno 1 gennaio 2010. La sua non è stata una nascita semplice, al quinto mese di gravidanza alla mamma si sono rotte le acque e chi ha fatto dei figli sa cosa significa questo. Portata in ospedale al S. Gerardo di Monza, ritenuto un centro ai massimi livelli, è stata fatta partorire con parto naturale e Giacomo è rimasto senza ricevere ossigeno al cervello per troppo tempo. Per lui la diagnosi è PCI = PARALISI CELEBRALE INFANTILE.
Verrà sottoposto per due mesi in terapie intensive, dove il piccolo lotta contro la morte.
Il padre disperato apre un sito per lui dal titolo “DIO UNA PREGHIERA PER GIACOMO” – in meno di poco tempo ben 50.000 persone si preoccupano del bambino, scrivono tutti i giorni al padre per sapere del piccolo che loro hanno soprannominato JACK un nome che lo accompagna da allora. 50.000 persone che stanno sveglie tutta la notte in attesa di sapere come sta il piccolo Jack e non solo. La cosa straordinaria è che tantissimi di loro partono da tutta Italia per andare a trovare il piccolo, per portare il loro conforto, la loro vicinanza, il loro affetto e tanti, tantissimi doni. Ma per il piccolo Jack non c’è solo la PCI, ma anche la Tetraparesi Spastica.

Come sempre descriverò cosa è questa malattia per farne comprendere sempre la gravità:
(di Emanuela Rocca)



Che cosa vuol dire tetraparesi spastica?

La tetraparesi spastica rientra nel quadro della paralisi cerebrale infantile, che è la manifestazione senso-motoria di un danno cerebrale che si verifica nell'infanzia.
a cura di: Dott.ssa Tiziana Candusso (pediatra)

sabato 21 settembre 2013

SOTTO A CHI SCORTA! - ‘’IL TEMPO’’ MANDA IN EDICOLA TUTTI I VIP CHE SCORRAZZANO PER ROMA CON AUTOBLINDATE E DECINE DI GORILLA AL SEGUITO

Oltre 250 nomi di potenti e raccomandati: da vecchi tromboni della politica a magistrati (c'e' anche Ingroia), da ambasciatori al Papa, uomini dello spettacolo fino ai direttori di giornali, dal cronista di “Repubblica” a Fini e Polverini….



Politici, magistrati, giornalisti, sindacalisti, ambasciatori, gente di spettacolo. Ecco la lista top secret delle scorte ai potenti del paese. C'è perfino papa francesco, protetto quando si muove sul suolo italiano.

Sono oltre duecento gli intoccabili difesi ogni giorno da centinaia di angeli custodi di carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia penitenziaria e corpo forestale dello stato. L'elenco degli scortati nella capitale è aggiornato ai primi di settembre. Sfora di parecchio i 200 servizi quotidiani, tra scorte e «tutele».

Un numero impressionante che non ha precedenti al mondo, e che varia di livello: i big rientrano nel livello numero 1 (tre auto più una di staffetta) mentre a scendere, il livello 2 prevede un paio di macchine blindate (più un'altra a seconda dei casi) il terzo obbliga a un'auto blindata, mentre il quarto prevede un poliziotto di tutela e un'auto non corazzata.

TARANTO: 8916 MALATI DI TUMORE NON SONO UN’INVENZIONE

Ecco perché la denuncia di PeaceLink sui tumori a Taranto è valida e ben documentata, nonostante i tentativi di minimizzare e screditare questa iniziativa




LETTERA AL MANIFESTO
Sul Manifesto del 3 settembre Gianmario Leone ha scritto che “a Taranto è scoppiata una nuova polemica” segnalando che “l’associazione Peacelink ha infatti diffuso una nota in cui rivela che gli esenti dal ticket sanitario col codice «048» per neoplasie (cioè tumori), la cui validità è determinata in 5 anni, sarebbero 8.916″.
LA FONTE DEI DATI DI PEACELINK
Il dato che abbiamo diffuso è di fonte ASL e lo abbiamo disaggregato arrivando a numeri allarmanti: infatti 1 abitante su 18 nei quartieri vicino all’area industriale ha una diagnosi di tumore. Nei quartieri più lontani il dato scende a 1 su 26.
Questo significa che se si riuniscono in assemblea venti tarantini che vivono vicino ai camini, è altamente probabile che almeno uno abbia un tumore. Qui il dettaglio della ricerca.

STAMINALI - LA MIA SECONDA STORIA – GABRIEL CANNAROZZO


(di Emanuela Rocca)

Come avevo scritto nei precedenti miei articoli, voglio portare a conoscenza di tutti le storie di bambini malati in attesa o in fase di terapie staminali mesenchimali del Prof. Vannoni.
Questa, a differenza della prima che vi ho sottoposto giorni fa, è la storia di un bambino che si è visto RIFIUTARE dal giudice di Brescia, l’autorizzazione ad accedere alla terapia di cellule staminali mesenchimali e vorrei tanto che questo giudice leggesse questo mio articolo e si facesse un bell’esame di coscienza, ma quello che non comprendo è come può un governo fare come Ponzio Pilato, lavandosene le mani e lasciando la decisione di chi può tentare ad avere una vita migliore e chi invece “deve morire” ad una persona designata come “giudice”. Qui non si parla di persone che vanno “giudicate” per un reato commesso, ma si tratta di persone che soffrono e che non hanno una cura testata per poter guarire (da qui la mia domanda: “perché un giudice” ).
Gabriel è nato il 12 novembre del 2007. Uno splendido e normale bambino come tanti altri, ma un giorno qualcosa non va’. La mamma si accorge che il bimbo iniziava ad avere problemi ad un occhio e come chiunque altro avrebbe fatto, ha portato il bambino a passare una visita oculistica. Il primo medico oculista prescrisse un paio di occhiali correttivi e mandò il bambino a casa insieme alla sua famiglia, ma il bambino invece di vederci meglio peggiorava ogni giorno. Dopo avergli  fatto fare altre visite da altri medici oculisti con diagnosi diverse, uno di questi, insospettito o forse più competente in materia decise di far fare al bambino un esame RMN.  

Grecia. Lettera dei professori

I professori delle scuole hanno indetto uno sciopero a oltranza a partire dal 16 settembre. Ogni 5 giorni verrà deciso se proseguire. La percentuale di adesione attesa è di oltre il 90%




Cara nostra studentessa, caro nostro studente,
è passato ormai molto tempo da quando questi giorni di settembre erano per tutti noi un dolce ritorno a scuola, con lo scambio delle esperienze estive, con la progettazione e le decisioni sul nuovo anno scolastico, con il rinnovo della promessa che faremo tutto il possibile per vivere bene. È passato ormai molto tempo da quando i governi dei Memoranda, e tutti coloro che li servono, hanno deciso di distruggere la Scuola Pubblica, di trasformarla in un’azienda grigia e severa, che avrà spazio solo per i figli di pochi.
Qualcuno cerca di convincerci che si tratta di una cosa normale e logica. Aspettano di farci “abituare” alla distruzione. Ma tutti sappiamo che questo sarà difficile che succeda. Perché non possiamo vivere così. Ma anche perché vorrà dire che dobbiamo rinunciare, sia noi che tu, a essere delle persone. Ad un mondo migliore. Alla forza del tuo impeto giovanile e creativo, al desiderio forte di cambiare le cose intorno a te contro le abitudini ed il compiacimento dei grandi.

martedì 17 settembre 2013

L’essenziale non è solo invisibile agli occhi, vero?



La vera notizia nascosta, perché diventata innaturalmente ovvia, non sta negli alti e bassi di questa corrida annunciata ed insulsa, dove a Berlusconi tocca per una volta la parte del toro e non del matador: ce la propinano da settimane in tutte le salse, anche se ho l’impressione che in generale l’opinione pubblica (per quel tanto che ce n’è in Italia) sia piuttosto nauseata.
Sta nel fatto che le televisioni pubbliche, pazienza le sue, trasmetteranno il videomessaggio di un pregiudicato, e poco ci manca che non lo facciano a reti unificate, come se fosse lui il vero presidente della repubblica.
Del resto questo è il ritratto del paese, no?

giovedì 12 settembre 2013

Corte Costituzionale, Amato giudice. M5S: “Ad insaputa della Costituzione”



Per il momento il quadro delle reazioni alla nomina di Giuliano Amato come giudice della Corte Costituzionale sembra rispecchiare le posizioni tra sostenitori e oppositori delle larghe intese. Soddisfatti, per esempio, Giuliano Cazzola e Bruno Tabacci da una parte. Giudizi aspri, dall’altra, da parte di Matteo Salvini e Riccardo Fraccaro e Carlo Sibilia (Cinque Stelle), ma anche di Giorgia Meloni

L'ex agente del caso Omar scrive a Napolitano: «Italia e Usa hanno sempre collaborato»

Bob Lady chiede la grazia e chiama in causa «alti membri del governo italiano» che avrebbero collaborato con gli Usa


WASHINGTON - L’ex agente della Cia Bob Lady, condannato per il sequestro dell’imam egiziano Abu Omar a Milano nel febbraio 2003, ha scritto al presidente Napolitano per chiedere un provvedimento di grazia. Una missiva della quale abbiamo ricevuta una copia.
Lady sottolinea la sua azione anti-terrorismo in collaborazione con le forze di polizia italiane e ricorda anche «i milioni di dollari» garantiti dal governo Usa all’Italia nella lotta contro i qaedisti: «Fui in grado di aiutare l’utilizzazione». Una cooperazione che, afferma l’ex uomo della Cia, permise di «fermare molti piani terroristici». Un’attività «agli ordini di alti funzionari Usa in collaborazione con alti membri del governo italiano». Lady giustifica il suo sottrarsi alla nostra giustizia con il fatto che non avrebbe mai potuto rivelare risvolti segreti: «Ho avuto accesso a informazioni confidenziali del governo italiano a seguito della mia attività di collaborazione con i (vostri, ndr) servizi. Per montare una difesa adeguata avrei dovuto violare sia la legge degli Stati Uniti che quelle dell’Italia. Non ero allora e non sono adesso, disposto a farlo».
Nel dare la sua versione, l’agente chiama in causa i superiori: «Mi era stato detto che le attività in cui ero coinvolto erano state esaminate attentamente e approvate dai legali e dai più alti funzionari del governo degli Stati Uniti». Infine Lady fa un parallelo con la vicenda dei marò in India. «Il rimedio che le chiedo», scrive è lo stesso che l’Italia «sta sollecitando nel deplorevole caso dei Fucilieri di Marina». La linea dell’agente, in questi anni, è sempre stata abbastanza chiara. Il piano del sequestro è stato organizzato dal suo superiore diretto, il capo stazione Cia a Roma, Jeff Castelli, ed eseguito poi da un team composta da oltre 30 agenti. Un’operazione eseguita con l’assenso, più o meno tacito, dei partner italiani. Per gli inquirenti e la magistratura, invece, il suo coinvolgimento è stato più ampio, per questo è stato condannato a 9 anni di prigione. Il 17 luglio Bob Lady è stato fermato dalla polizia panamense al confine con il Costa Rica e poi rimesso in libertà. Dopo aver lasciato l’agenzia, ha lavorato nel settore della sicurezza privata in America Latina riuscendo a risolvere diversi casi di cittadini americani finiti nei guai.

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http://alfredodecclesia.blogspot.it/2013/09/siria-islamico-con-frequentazioni-nel.html?spref=fb

mercoledì 11 settembre 2013

92 mila contribuenti spariti. L’Italia rischia di diventare un paese in nero



Ben altro bolle in pentola e forse i mercati sono molto più informati dei cittadini italiani ed è di questo che si sta occupando la Federcontribuenti. Non solo l’Irap, imposta sconosciuta a tutti i Paesi europei, sul banco degli imputanti,un lungo elenco di tributi nati negli ultimi cinque anni e che rischia, una volta svelato l’alterino, di far vergognare, finalmente, gli ultimi due governi. Si va dagli studi di settore alla Tares alla Service Taxtoccandole tutte, anche il bollo auto e l’Imu. Tirando le somme degli ultimi due anni, 2012 e 2013, la percentuale delle imprese chiuse supera il 32% rispetto al terribile anno che ha visto iniziare la crisi, il 2009. 12 mila imprese nel 2012, 10,879 in questi primi 9 mesi del 2013, parliamo di almeno 92 mila contribuenti spariti perchè rimasti senza reddito. «L’Italia rischia di essere fanalino di coda tra le colleghe europee in tema ripresa – precisa il presidente Paccagnella -.

Se si salva Berlusconi, Fiorito e Belsito possono tornare in Parlamento

Il Pdl insiste sulla non retroattività della legge Severino. Se così fosse i protagonisti di scandali del recente passato potrebbero ridiventare onorevoli.



La vicenda è assai semplice: la legge Severino, pensata per garantire un Parlamento più pulito, non può che basarsi sul principio della retroattività. Altrimenti, dati i tempi della giustizia, i suoi effetti potranno manifestarsi solo tra sei o sette o otto anni.

Elementare: la legge è stata approvata in via definitiva solo a gennaio. Se fosse applicabile solo da quella data in poi ci sarebbero due risultati: che tutti i ladri o malversatori del passato potrebbero candidarsi in qualsiasi momento; che tutti coloro che sono stati coinvolti negli scandali più recenti ne sarebbero immuni. Nel frattempo un procedimento partito solo a gennaio, tra indagini preliminari, udienza preliminare, processo, appello e Cassazione potrebbe arrivare a sentenza definitiva chissà tra quanto. E in questi anni ci sarebbe l'impunità.

Chiaro?
Salvare il condannato Berlusconi significherebbe spalancare le porte del Parlamento a persone come "batman" Fiorito, al tesoriere della Margherita Lusi, a quello della Lega Belsito, a Nicola Cosentino, a Sergio De Gregorio, perfino a Valter Lavitola i quali - anche se fossero condannati in via definitiva - potrebbero tranquillamente candidarsi una volta scontata la pena. Perché i fatti contestati sono precedenti al gennaio 2013.

Se questo accadesse il ricorso alla corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo lo dovrebbero fare i cittadini italiani. Non i legali di Berlusconi.

martedì 10 settembre 2013

Ma Letta che fa, lascia o raddoppia? E chi se ne frega.

Roberto D'Agostino











Ma allora il governo Letta che fa, cade insieme a Berlusconi o tira avanti? Risposta: non ce ne può fregare di meno – del governo Letta, e anche di quello che verrà dopo, fosse pure guidato dal giovane Renzi. Tanto, non sono loro a decidere, si limitano a prendere ordini: quelli che il Cavaliere – amico di Gheddafi e di Putin – non era sempre così propenso ad eseguire, nei ritagli di tempo tra affari, processi e le “cena eleganti” di Arcore. Quisquilie, comunque, di fronte al dramma: l’Italia è totalmente in mani straniere. Al punto che, con questa offerta politica, i cittadini potrebbero fare a meno di votare. Prima Bersani, il Nulla fatto a candidato, e ora il sindaco di Firenze, a fronteggiare – si fa per dire – la corte del vecchio Silvio. Ma è solo teatro. I diktat sono a monte, a prescindere: non possiamo spendere più un soldo di nostra iniziativa, siamo controllati al centesimo. E spediti in guerra, pure, su inziativa del Sommo Potere Egemone. Idee ormai ricorrenti, rarissime però da ascoltare in televisione. A colmare la lacuna, per una volta, provvede Roberto D’Agostino.

VERSO LA MORTE DELLA NOSTRA "CARTA"

Primo sì Camera al comitato per le Riforme, disco verde fra 3 mesi

Conclusa la prima lettura in Parlamento, seconda sarà a dicembre. A favore 397 deputati, contrari 132, in 5 astenuti 



Roma, 10 set. - Anche l'aula della Camera, dopo quella del Senato lo scorso 11 luglio, ha detto il primo sì alla procedura speciale di riforma della seconda parte della Costituzione, in deroga alle procedure fissate dall'art.138 della Costituzione, che affida a uno speciale comitato di quaranta fra deputati e senatori il compito di presentare la proposta di riforma costituzionale complessiva, da sottoporre poi al voto di Camera e Senato. E prevede comunque il referendum popolare finale sulla revisione che il Parlamento approverà, quale che sia la maggioranza che si sarà registrata.

A favore della procedura di revisione costituzionale speciale, come al Senato, hanno votato i deputati di Pd, Pdl, Scelta Civica, Lega, Fdi, Cd e Minoranze linguistiche. Contro, invece, si sono espressi quelli del MoVimento Cinque stelle e di Sinistra Ecologia è Libertà.

lunedì 9 settembre 2013

La camicia di forza europea, gli allenatori psicopatici e la guerra alle porte



L’Europa oramai è una camicia di forza insopportabile, e lo stanno ormai dicendo anche economisti non sospettabili di parte,  come Antonio Maria Rinaldi e Paolo Savona.  La macchina europea è solo un carrozzone  senza testa politica e militare, con guidatori lanzichenecchi che la usano solo per far fare profitti economici ai soliti noti, in queste condizioni non c’è più futuro. L’esercizio della sussidiarietà, un principio su cui si dovrebbe basare l’Europa, di fatto viene calpestato giornalmente a botte di propaganda di “spread” che nulla ha a che vedere con le costituzioni dei singoli paesi. L’europa è una squadra di calcio in mano ad allenatori folli che la fanno partecipare a campionati di roulette della turbo finanza  che ci sta portando alla morte. In queste partite non importa se qualche giocatore muore o si infortuna, conta solo la macchina europea che deve giocare la partite dell’euro. Il dilemma di avere un moneta forte e la ostinata ricerca di combattere l’inflazione ad ogni costo pur lasciandosi morti alle spalle è cosa tipica di tecnocrati che avendo ipotizzato una teoria sulla carta la vogliono vedere realizzata per forza ed insistono fino alla fine e anche quando si lasciano una infinità di morti alle spalle non hanno l’umiltà di dire abbiamo sbagliato tutto ma ribaltano la colpa sempre su qualcos’altro. L’euro è fallito come concezione, come moneta, come filosofia e anche come momento di aggregazione, bisogna che chi sta a Strasburgo  dica chiaramente alla finanza internazionale che bisogna cambiare, allenatore, campionato e pure gioco.

MESSAGGIO DI VANNONI - IL CREATORE DELLE TERAPIE CON STAMINALI MESENCHIMALI



Cari amici, non ci aspettano questa volta "appuntamenti istituzionali", non ci sono leggi da votare, non ci sono senatori o parlamentari da convincere... Convincere di che cosa poi: che le persone hanno diritto a una speranza, hanno diritto di cercare di curarsi, hanno diritto di non arrendersi? 

Però martedì 10 c'è, in realtà l'appuntamento più importante, quello con Marco e Sandro Biviano e con le altre persone che presidiano quella piazza che ci ha deluso tutti, che ha insultato i malati, che ha offeso la dignità delle persone, nel silenzio istituzionale e mediatico più assoluto.

Quel giorno non ci interesserà nulla di quelli che entrano ed escono da quel palazzo, ci auguriamo, per il bene di tutti, per l'ultima volta.
Il disprezzo che ci hanno mostrato in questi mesi non merita considerazione, non merita pietà.
Queste persone hanno negato l'ultimo desiderio a persone di fronte al plotone di esecuzione perché potrebbe fargli male alla salute, ma hanno garantito, per la sicurezza di tutti, che le pallottole sono prodotte in GMP.

Io sarò con voi, perché Stamina non siamo io e Marino Andolina, siamo tutti noi e definiamo in questo modo un confine netto tra noi e gli altri, tra la civiltà e la voglia di combattere ed il servilismo ignobile alle caste di questo povero paese.

Ilva Taranto, licenziato l’operaio che aveva denunciato le irregolarità della fabbrica

E' un atto “vile e infame”. Così l’Unione sindacale di base ha definito la cacciata di Marco Zanframundo, uno dei dipendenti attivisti del sindacato che da mesi attaccava l'azienda per le carenze sulla sicurezza



E’ un atto “vile e infame”. Così l’Unione sindacale di base (Usb) ha definito il licenziamento disposto dai vertici dell’Ilva di Taranto di Marco Zanframundo, uno degli operai attivisti del sindacato che da mesi denunciava le numerose irregolarità in fabbrica. Dopo la morte del collega e amico Claudio Marsella, 29enne morto il 30 ottobre schiacciato da un locomotore nel reparto Movimento ferroviario (Mof) dell’Ilva, Zanframundo e i suoi compagni avevano immediatamente dato vita a uno sciopero a oltranza e nove mesi più tardi, dinanzi alle telecamenre del Fatto Tv avevano denunciato come le condizioni di lavoro nel reparto non erano cambiate.
Con altri colleghi avevano presentato un esposto alla magistratura per denunciare le anomalie della fabbrica, e tra queste anche la presenza dei fiduciari finiti in manette pochi giorni fa. Forse troppo per l’azienda, che lo ha ripagato con la stessa moneta contestando una serie di violazionialle norme di sicurezza che avrebbero messo in pericolo lui e i suoi colleghi. Una contestazione disciplinare dietro l’altra che si sono concluse con il suo licenziamento.

domenica 8 settembre 2013

Saipem, affari sporchi in Siria

Un miliardo e mezzo di euro. Versati dall'azienda di Stato italiana a Damasco. Dopo una serie di incontri segreti. Con l'ombra di una super mazzetta. Così abbiamo arricchito il regime che oggi l'Occidente vuole bombardare

Farid Bedjaoui

Nello scandalo delle super tangenti da 198 milioni di euro pagate dall'Eni in Algeria spunta una ricchissima e misteriosa connection siriana. Tutto parte dall'inchiesta dei magistrati di Milano sugli affari internazionali della Saipem, la società controllata dall'Eni che costruisce grandi impianti di estrazione e trasporto di gas e petrolio. L'indagine principale, che ha già portato ai primi tre ordini d'arresto, riguarda la presunta corruzione di politici e funzionari algerini, proseguita dal 2007 almeno fino al 2010, per aggiudicarsi appalti da 8 miliardi di euro, che hanno garantito alla società italiana profitti netti per oltre un miliardo. Ma negli atti d'accusa ora compare anche un secondo livello di tangenti e fondi neri, che coinvolge le ditte straniere a cui la Saipem ha subappaltato i lavori in Algeria, tra cui spiccano due imprese siriane che hanno incassato un miliardo e mezzo di euro. La Guardia di Finanza indaga per scoprire gli effettivi proprietari di quelle aziende e per far luce su una serie di incontri, in un hotel di lusso a Milano, tra manager italiani(ora inquisiti) ed emissari siriani: colloqui riservati che sarebbero serviti a «gonfiare i prezzi», a danno dell'Eni, e «spartirsi una cresta del 3 per cento».

La favola dell’isola deserta di Danilo Gambini

Dal 1971 in poi non esiste al mondo nessuna Nazione che emette la propria moneta garantendone come contropartita l’equivalente valore in oro e pertanto ogni Nazione con moneta sovrana ha facoltà di creare denaro dal nulla, semplicemente stampandolo, perché è l’economia della Nazione che da valore al denaro.
Risulta ora indispensabile spiegare questo concetto, che non viene mai spiegato dagli economisti, opinionisti, giornalisti che scrivono sui giornali o partecipano ai talk show delle TV, ovvero cosa significa che “è l’economia della Nazione che da valore al denaro”.

Vediamo di spiegarlo attraverso la lettura di una “Favola”, ispirata ad un esempio caro al compianto prof. Auriti:

FAVOLA
l’Isola Deserta, la Comunità, il Grosso-Grasso-Avido Banchiere, le Banconote


isola deserta














Correva l’anno 1820 una nave battente bandiera Inglese, con 100 persone a bordo (uomini, donne e bambini), naufraga su un’isola deserta. Tutte le persone riescono a salvare la pelle e ognuna riesce a portare con se anche delle vettovaglie e/o piccoli utensili. Queste persone sono di svariate estrazioni sociali, ci sono militari, operai, contadini, pescatori, cacciatori, insegnanti, medici ed anche un Grosso-Grasso-Avido Banchiere, il quale era riuscito a salvare, durante il naufragio, il suo forziere pieno di sterline in banconote.