giovedì 5 settembre 2013

Abbasso la Libertà. Viva l’instabilità politica.


Dinanzi alle odiose manipolazioni dell’attuale governo, che viaggia ormai a ritmi di totale surrealtà, è bene cominciare a dare risposte in linea alla ricerca del Senso.
Ci si adegua, ci si adatta, e si risponde per le rime.

Si vede che in quel di Russia ci deve essere un’aria che infonde pensieri da mitomani. Un anno fa, l’indimenticabile Mario Monti, da Mosca, si era lanciato in previsioni su se stesso ricordando all’esterrefatto pubblico della cupola mediatica che lui era come De Gasperi “non un politico, bensì uno statista che guarda lontano”. Talmente lontano da non essere stato capace di vedere neppure il suo imminente licenziamento, di lì a tre mesi, quando anche ai più zucconi e riottosi della (già di suo) miope trojka era apparso con netta chiarezza che il Monti avrebbe finito per distruggere il poco che era avanzato in Italia. Anche quest’anno, il nostro governo ci ha regalato le immaginifiche esternazioni del nostro premier di turno, sempre più simile a un mago da circo, il quale si dichiara soddisfatto, lungimirante, pieno di speranze, rassicurato “dalla certezza che la crisi è passata, l’Italia si sta riprendendo grazie all’attività del governo e guardiamo con forte ottimismo la ripresa che è già iniziata: le cifre parlano chiaro”.
In attesa che arrivino gli psichiatri, dobbiamo accontentarci di sorbirci queste quotidiane esternazioni. Peccato per il Mago Attel che i dati oggettivi non corrispondano alle sue pie aspirazioni. Se questa è la loro idea di Libertà, quindi, tanto vale celebrare lo splendido dipinto del grande pittore aragonese Francisco Goya e dichiarare con convinzione abbasso la Libertà.

Si apriva così, con la messinscena del patriota iberico che davanti al plotone d’esecuzione urla questa celebre frase, il meraviglioso film di Luis Bunuel “Il fantasma della Libertà”, del 1974. Quel film era un affresco della società moderna in salsa surreale, il definitivo manifesto cinematografico di due generazioni di artisti europei che in quell’opera trovavano una summa e un’eredità. Fu il suo penultimo film.  Già il titolo chiariva come viviamo quotidianamente immersi in una illusione collettiva inventata dal potere dominante, e la cosiddetta Libertà è scomparsa, deceduta, sostituita da simpatici fantasmi di cui il Mago Attel, e la sua allegra combriccola al seguito, ne sono i rappresentanti ufficiali. Raccogliere, oggi, il lascito di Bunuel, significa riappropriarsi del Senso delle cose reali, dato che ci hanno ficcato in un gigantesco paradosso della surrealtà.

Ci sarebbe da ridere se non si trattasse di una tragedia collettiva.
Il Ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, ha spiegato come per poter “trovare i soldi necessari per la soppressione dell’Imu, siano stati applicati dei dispositivi a latere, come ad esempio il condono effettuato a favore delle concessionarie per il gioco d’azzardo legale in Italia”. Tradotto vuol dire che il governo ha chiamato la mafia e gli evasori fiscali e ha detto loro: “Signori, bando alle ciancie, abbiamo urgente bisogno di soldi e voi ci dovete fior di miliardi di tasse evase; così da domani vi comunichiamo che non dovrete pagare neppure un euro, siete stati tutti amnistiati”.
Penso che in qualunque altra nazione d’Europa la popolazione si sarebbe riversata per le strade con la schiuma alla bocca, mentre invece gli italiani –per motivi che esulano dalla mia facoltà di comprensione- hanno accettato come legittima l’idea che dovendo incassare dei soldi si va dal debitore e si regala il dovuto annullando il debito.
Bunuel l’avrebbe messo senz’altro nel suo film.
Questa è una notizia di una settimana fa.
Ieri ha avuto un inatteso epilogo.

Così viene data la notizia su tutti i giornali senza alcun commento, pubblicando esattamente il lancio d’agenzia governativa. Ripropongo per intero il testo letto su Il Fatto Quotidiano, identico a quello apparso su tutta la stampa italiana:
Il governo è stato battuto in aula al Senato nella votazione di una mozione della Lega Nord a prima firma del senatore Bitonci che vieta per un anno l’apertura di nuovi centri per i giochi d’azzardoelettronico on line e nei luoghi aperti al pubblico. Il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti (Pdl) rimetterà la delega. 
La mozione della Lega Nord è stata votata ad ampia maggioranza. Il sottosegretario Giorgetti ha detto ai giornalisti che il documento in questione “presenta aspetti di conflitto con i diritti dei gestoriche già si sono aggiudicati la concessione e il problema del mancato gettito per sei miliardi di euro”. Giorgetti ha annunciato che rimetterà la delega sui giochi. Felice Casson, senatore del Pd ha spiegato che “tutto è avvenuto in un momento di grande confusione in Aula. In pratica si è trattato di un errore di votazione”.
Lo trovate anche qui:

Vi invito a leggere con attenzione il testo. La situazione è la seguente: un senatore della Lega Nord, Bitonci, ha presentato una mozione per far vietare l’estensione delle licenze e impedire per almeno i prossimi 12 mesi che vengano aperti al pubblico nuovi casinò decuplicando la mefitica pianta della ludopatia da videoslot . I senatori in aula hanno votato a stragrande maggioranza a favore di tale mozione e così il governo è stato battuto. Il responsabile del governo, il sottosegretario (PDL) Giorgetti con delega governativa alla “gestione delle concessionarie per i giochi d’azzardo” invece di comunicare qualcosa del tipo “prendo atto della volontà espressa dai colleghi al Senato” ha dichiarato, invece, che “poiché tale emendamento comporterà la perdita di 6 miliardi di euro di gettito, mi dimetto e riconsegno la delega sui giochi al presidente del consiglio”. Non solo. E’ arrivato in soccorso il PD, per voce di un ex magistrato, l’onorevole Felice Casson, il quale ha osato sostenere che si è trattato di “un errore dovuto alla confusione in aula”.
Quindi le cose stanno così: secondo il PD il Senato è un luogo dove regna la confusione; se per caso passa un emendamento sgradito alle società mafiose che controllano il giuoco d’azzardo e grazie al governo evadono le tasse, allora tale emendamento deve essere considerato non Legge dello Stato bensì un errore dovuto alla confusione. In parole povere, bisognerà votare di nuovo considerando nulla quella votazione (“si è trattato di un errore”) finchè non si darà ai mafiosi ciò che loro hanno chiesto.

Questa, secondo l’asse di ferro PD-PDL, sarebbe la “stabilità di governo”.
Quindi, come cittadino pensante, io pretendo l’instabilità.
Ho voglia di crisi, ho voglia di squilibrio, ho voglia di instabilità.
Se per stabilità si intende che noi dobbiamo lavorare, pagare le tasse ed essere testimoni dell’arricchimento delle mafie italiane sulla pelle dei cittadini più disastrati senza che i criminali paghino neppure un euro di ciò che è loro dovuto, allora ben venga l’instabilità.

Se per equilibrio si intende che anche un uomo intelligente come Casson, con un passato alle spalle che meritava rispetto sociale (prima di essere eletto nelle fila del PD) arriva al punto di sostenere “ufficialmente” che i senatori vivono in stato confusionale e quando la maggioranza vota un decreto che infastidisce la mafia allora quel decreto deve essere considerato un errore e quindi annullato, ebbene, allora io voglio lo squilibrio perenne.

Se bisogna vivere quotidianamente nella paura prodotta dalle minacce di Schifani, Brunetta o la Santanchè, perché “o si perdona Berlusconi o si stacca la spina” facendo pensare che la crisi rovinerà l’Italia, ebbene, ben venga la rovina.

Mi sembra un quadro istituzionale molto ma molto chiaro.
In Italia è la criminalità organizzata a dettare l’agenda politica.
Cominciamo a dire le cose come stanno, è il momento giusto.
Stabilità, intesa, equilibrio governativo, sono diventati sinonimi surreali per sostenere il mondo degli affari illegali della mafia siciliana, della ‘ndrangheta calabrese e della camorra napoletana, con l’appoggio dichiarato del governo in carica.
Chi è sano, per bene e vuole l’armonia e la pace sociale, e ci tiene al presente e al futuro dell’Italia, non può che volere e desiderare la crisi, l’instabilità, l’immediata caduta del governo.

Il Mago Attel & co.devono andare via perché sono troppo equilibrati, troppo stabili, troppo liberi.

Dobbiamo far sentire la voce della cittadinanza e pretendere di andare subito alle elezioni per dire NO alle mafie, no al business della criminalità organizzata.

E’ la mafia che vuole questa stabilità.
E’ la mafia che vuole questo equilibrio.
E’ la mafia che vuole le larghe intese.

I cittadini pensanti della Repubblica Italiana hanno il diritto di affermare il proprio principio surreale di agognare allo squilibrio permanente, all’immediata instabilità, alla rottura di patti scellerati.

Ce lo ha spiegato molto bene Luis Bunuel.

Se non lo facciamo adesso, condanniamo noi stessi come collettività a vivere come zombie che seguono le direttive dei fantasmi. E la responsabilità sarà di tutti noi.

Non esistono scusanti.
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2 commenti:

  1. Tutto vero, tranne la soluzione di
    "...far sentire la voce della cittadinanza e pretendere di andare subito alle elezioni per dire NO alle mafie, no al business della criminalità organizzata".
    Non è riandando a votare che gli Italiani potranno risolvere i loro problemi, se poi si ritorna allo stato quo ante.
    Bisognerebbe disertare le urne visto che nessun governo rappresenta il così detto popolo sovrano.
    Forse non risolveremmo il problema, ma almeno non saremmo complici di questi giochi ingannevoli che vengono definiti con eufemismi come "compromesso storico", "bicamerale", "larghe intese", "convergenze parallele (che cazzo vorrà significare?)".
    E noi Italiani sempre disponibili a farci prendere per il culo.



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  2. Votare o non votare, un bel problema! Stante le cose come sono oggi cambia poco e loro sono sempre lì perchè per loro conta solo mantenere il potere e lo fanno con ogni mezzo mentre noi siamo come i tifosi di calcio che gridano forza questo o forza quello senza capire che LORO sono, nonostante le apparenze, tutti uniti a mantenersi i copiosi privilegi.

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