venerdì 6 settembre 2013

"L'Italia è cotta. E adesso cuociamo per benino gli italiani"



"S'è fatta l'Italia, ma purtroppo non si fanno gli Italiani".

                                       da "I miei ricordi" diMassimo D'Azeglio. Torino 1862

Anche il più zuccone e somaro tra gli italiani conosce e ricorda la frase di Massimo D'Azeglio riprodotta in calce sotto la sua immagine. Ce la insegnano a scuola in terza media, quando i professori ci spiegano il Risorgimento.




Un nome, un programma.
L'Italia è l'unica nazione democratica occidentale che ha scelto di definire il proprio movimento nazionale di affermazione della democrazia, attribuendogli un nome che ha un sapore mutuato dalla vita religiosa e dalla dimensione spirituale di una civiltà cattolica. In terza media (ahimè, lo rifanno anche in terza liceo, cinque anni dopo) ci spiegano "l'epica e l'epopea del Risorgimento" ma nessuno ci spiega di che cosa (prima) erano morti gli italiani. Si erano suicidati? Erano stati assassinati? Avvelenati? Erano morti di malattia? E quando si era verificato? E come?  Soprattutto: perchè? La morte viene censurata e viene riproposta direttamente il concetto di Risorgimento -ovvero la resurrezione delle coscienze- senza mai spiegare il prima. Dal punto di vista della percezione subliminale, nel costruire l'immaginario collettivo della nazione, questo significa che l'italiano è risorto senza neppure morire. Esiste il Risorgimento senza che ci sia mai stata la Morte. Quindi si proviene da un Nulla.
A questa epica retorica di un presupposto Risorgimento privo di morte precedente, si accompagna una successiva epopea degli italiani: l'attesa messianica del cosiddetto "Uomo del Destino", interpretato -a seconda dei momenti storici e dello schieramento- da Napoleone Bonaparte, Benito Mussolini, Josif Stalin, Bettino Craxi, Silvio Berlusconi. Anche in questo caso viene applicata la stessa identica regola, ben studiata oggi dagli studiosi della programmazione neuro-linguistica, per cui si coltiva, si incita e si propugna un'attesa messianica "esterna" e risolutiva di tipo magico. Un uomo che sembra provenire (anche lui) dal Nulla. Ad un certo punto, questa persona irrompe sul teatro della Storia Nazionale incarnando la risoluzione di ogni problematica sociale, economica, politica, istituzionale, attraverso l'uso di stilemi, forme, simboli, parole, solgan, che infiammano la coscienza collettiva nazionale. Si promuove, così, il pensiero magico, caratteristica infantile, di società e individui regrediti, portati a non interpretare la realtà in termini razionali e pragmatici, bensì seguendo binari di illusioni e proiezioni immaginarie. In tal modo si promuove l'aspettativa di carattere magico e si giustifica l'elisione e la cancellazione del principio di assunzione delle responsabilità individuali. E' la base sulla quale si poggia una società dove non esiste il principio di cittadinanza, bensì solo e soltanto quello della sudditanza, come per i bimbi piccoli, in attesa che papi o mamma si decidano a comprare il gelatino.

E' la fase che stiamo ancora vivendo.

Tre giorni fa, l'attuale Ministro degli Interni in carica, on. Angelino Alfano, ha dichiarato ufficialmente: "La decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore è impensabile. L'esecuzione della sentenza è inaccettabile". Essendo il responsabile dell'ordine pubblico, ovvero colui che per costituzione gestisce la salvaguardia e la difesa dello Stato di Diritto, si tratta di un'affermazione molto grave, diciamo un obbrobrio giuridico, perchè implica la cancellazione della Legge che lui deve salvaguardare. Nessun giornalista gli ha chiesto ragguagli in merito. Lo ha fatto il corrispondente da Roma dell'autorevole pubblicazione britannica The Guardian. Senza scomporsi, Alfano ha risposto con bonomia, come se stesse parlando a un essere inferiore: "Forse lei non ne è al corrente, ma è scusato in quanto straniero...io non sono soltanto il Ministro degli Interni, sono anche il segretario politico del più importante partito nazionale. Quella frase non è stata detta dal Ministro degli Interni, bensì dal segretario politico del PDL. Quella sentenza è politica e quindi il giudizio del sottoscritto è politico. Oltre al fatto che sono anche vice-presidente del consiglio". Il giornalista britannico non ha detto nulla, ha preso atto che esiste "materialmente" la presenza di un soggetto politico europeo che è uno e trino allo stesso tempo. Ma basta leggere ciò che si dice in giro per l'Europa per comprendere lo sconcerto continentale per una nazione la cui classe dirigente si comporta in questo modo. Ci stanno mangiando vivi. E ne hanno ben donde.

La frase di D'Azeglio che ho citato è letterale.
A scuola ci propinano sempre un'altra versione, falsa, più hollywoodiana. Ci insegnano, infatti, che il nostro antenato avrebbe detto "L'Italia è fatta e adesso facciamo gli italiani". Non è così. Lui ci conosceva molto bene.

La fine dell'estate, tra una nuotata e un drink, dovrebbe regalarci una bella iniezione di relax anti-stress. Ne abbiamo bisogno. Per consentirci di prepararci alla novella che il potere costituito sta preparando attraverso una perversa e diabolica manipolazione delle parole, dei concetti, della sintassi. Silvio Berlusconi, aiutato da ieri da Luciano Violante (uno dei saggi voluto dal presidente Napolitano) si appresta ad applicare la variante post-moderna della frase di D'Azeglio che, in questo autunno del 2013 che avanza, dovrebbe risuonare pressappoco così: "L'Italia è cotta. E adesso cuociamo gli italiani".
E lo faranno tentando di abolire il Senso. Lo faranno attraverso le parole, le frasi, per abbindolarci e impedirci di affrontare la realtà. 

Tutti gli indici economici sono impietosi.
Per non parlare di quelli etici, morali, istituzionali. 
Negli ultimi 5 anni (da quando la crisi "ufficialmente" è scoppiata) nessuna personalità politica al governo è riuscita ad applicare uno straccio di dispositivo che abbia contribuito quantomeno ad arginare il declino. La situazione è peggiorata e sta peggiorando.
Il sistema si è inceppato. Non funziona più, è totalmente incartato.
Secondo il PD, il PDL e la lista Monti si potrebbe andare avanti così per altri dieci, venti, quaranta mesi, nella totale indifferenza per le esigenze collettive.
Ma i venti di guerra stanno infiammando il bacino del Mediterraneo e quando ci si trova in un teatro bellico, le forze in campo necessitano, giocoforza, di schierare (oltre ai generali) intelligenze, competenze, meriti.

E così, visto che il PD non lo vuole fare perchè non ha nè il coraggio, nè la forza, nè il pudore di esprimersi, ci pensano "i mercati". Questa locuzione usata per infinocchiarci, stordirci, spaventarci, annebbiarci, senza mai spiegare nulla, secondo la consuetudine del pensiero magico che funziona sempre con i bambini. I magici mercati hanno parlato: vanno a picco in borsa Mediaset e tutte le sue consociate e derivate; vanno a picco tutte le banche nazionali private gestite da un management imposto e deciso dalle direzioni nazionali del PD del PDL della lista Monti. Si trascineranno appresso decine di migliaia di aziende.
Faranno di tutto per farci credere che si tratta dell'effetto Siria, della instabilità, dei militari egiziani, oppure è una conseguenza delle manovre economiche della Federal Reserve statunitense.
Non è così.
In un momento così serio, importante e decisivo per le sorti dell'Europa, dei clown da circo non sono più tanto divertenti: diventano pericolosi.
Perchè sono inutili. 

Cerchiamo di non fare la fine delle rane, buttate dentro una pentola di acqua fresca e poi cotte a fuoco lento.
Sarebbe ora che cominciassimo a dire tutti quanti insieme, uno per uno, fino al 60 milionesimo, che il nostro destino è solo e soltanto nelle nostre mani.
Anche quello della nostra nazione.
Ancor più quello della nostra collettività.
Dobbiamo salvarci per conto nostro, come fanno gli adulti.
Approfittando del fatto che, in questo momento, i mercati, l'Europa e le società civili ed evolute si attendono da noi che ci liberiamo per sempre di Fabrizio Cicchitto e Luciano Violante, dei Letta e degli Alfano e dell'intera compagnia cantante.
La loro strategia è ormai chiara anche a un bambino: vogliono cucinarci a fuoco lento, uno per uno.
E noi dobbiamo rispondere loro: "ce lo chiede l'Europa, dovete andare tutti via quanto prima è possibile; lo vogliono i mercati, gli investitori internazionali, la collettività nel suo insieme, sia a destra che al centro che a sinistra".
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