mercoledì 25 settembre 2013

Shalabayeva, la figlia contro il Viminale L'accusa: sequestro e ricettazione

Madina Ablyazova denuncia alcuni funzionari del ministero degli Interni e della Questura di Roma e diplomatici kazaki, tra cui l'ambasciatore a Roma, per l'espulsione della madre Alma Shalabayeva. Il legale della donna: "Sono stati commessi degli abusi su cui la procura deve fare chiarezza"

Esclusivo, Shalabayeva: la foto scattata dal pilota


Sequestro di persona e ricettazione. Questi sono i reati per cui Madina Ablyazova, la figlia di Alma Shalabayeva e del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, ha denunciato alcuni funzionari del ministero degli Interni e della Questura di Roma, insieme a tre diplomatici del Kazakistan, tra cui l'ambasciatore a Roma Adrian Yelemessov. I fatti sono collegati all'espulsione della madre e della sorella Alua avvenuta il 31 maggio scorso. Il caso scatenò diverse polemiche e portò alle dimissioni di Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell'Interno Alfano. Il governo ammise di non essere a conoscenza del caso e di non aver ricevuto la domanda d'asilo da parte della donna.  


Nell'atto depositato oggi si segnala come i funzionari denunciati abbiano "cooperato" alle estradizioni insieme ai funzionari kazaki. Il professor Astolfo di Amato, legale di Madina, ha spiegato: "Abbiamo la convinzione che siano stati commessi degli abusi e delle omissioni gravi, riteniamo che su questa vicenda la procura possa fare chiarezza. La signora Alma è stata espulsa dall'italia a 66 ore dal momento in cui si sono occupati della sua vicenda gli uffici del ministero ed a 24 dalla decisione della prefettura. E' una vicenda eccezionale anche solo per questi elementi".


Un elemento sottolineato dal legale riguarda la foto della figlia di Alma Shalabayeva. L'immagine sul documento proveniente dal Kazakistan è uguale a quella nel passaporto della Repubblica del Centro Africa, della quale i funzionari centroasiatici non avrebbero dovuto essere in possesso. "Questo significa due cose - continua di Amato - o è stata passata la copia digitale che viene fatta dei passaporti al momento in cui c'è il passaggio alla frontiera, oppure quell'immagine è frutto dell'attività compiuta dagli investigatori privati che hanno controllato casa della signora Alma per giorni".


Il penalista ha poi aggiunto: "I membri dell'ambasciata del Kazakistan possono essere perseguiti. C'è il precedente del caso Abu Omar in cui è stato chiarito l'ambito discrezionale che possono avere i diplomatici, prima l'ha fatto la corte d'Appello di Milano e poi la Cassazione. Quelli sono i riferimenti giuridici alla base della nostra querela".
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