martedì 14 gennaio 2014

LA VOCE DELLA RUSSIA PUBBLICA UN ATTACCO SENZA PRECEDENTI ALLA CASTA POLITICA ITALIANA! E SPAPPOLA RENZI

MOSCA - La legge di Murphy potrebbe finalmente trovare la definitiva consacrazione empirica in Italia. Uno dei principi dispensati dall’intramontabile ingegnere statunitense enuncia: Non è vero che non tutto il male viene per nuocere; non solo, ma anche il bene, qualora si manifestasse, viene per nuocere.





Ed è proprio così nel Belpaese, che salutava il 2013 politico con un’unica speranza, l’affermarsi di una “nuova e rampante generazione” di politici: quella degli enfant prodige (seppure ultraquarantenni) a lungo tempo tenuti in naftalina dai “padri, padroni e padrini” dei maggiori partiti italici, i quali da sempre non vedono di buon occhio il ricambio generazionale. Uno fra tutti, e più di tutti, incarnava la rottamazione di un vecchio modo di pensare la politica: il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. La sua affermazione a leader del partito di maggioranza relativa, il Partito Democratico, pareva aver dato ossigeno fresco all’asfittico panorama politico nostrano, e sembrava aver regalato nuova linfa a un governo, come quello di Enrico Letta, che pare da sempre “in cerca d’autore”. E invece, in questo primo scorcio di 2014, stiamo constatando come Murphy abbia ragione ancora una volta: anche il bene, qualora si manifestasse, viene per nuocere.

È pur vero che il dibattito politico, grazie all’avvento di Renzi, si è rivitalizzato. Occorre però comprendere se sia davvero benefica per l’organismo Italia questa defibrillazione di un morto che cammina. Fino ad oggi i segnali non sono per nulla confortanti: se da una lato è vero che la verve indomabile dell’ultimo arrivato abbia costretto i politici a parlare di riforme, dall’altro è vero anche come la modalità proposta risulti realmente inaccettabile. Renzi cala dall’alto qualsiasi progetto o pensiero quasi emanasse una bolla pontificia; si tratta di un continuo prendere o lasciare (dove il lasciare significa nuove elezioni) tipico di quello snobismo salottiero, da radical chic, che da anni ammorba il Paese e che impedisce una larga intesa degna di questo nome. È un modo di proporsi che non passa dalla forza delle idee, ma solo dal merito di averle pronunciate e rese pubbliche.

Il dramma è che questa presunta superiorità etica e morale sta diventando pericolosamente sistemica e viene elargita con grande generosità anche nel commentare le proposte altrui. Le dimissioni del vice ministro dell’Economia Stefano Fassina, uomo del Partito Democratico, non sono infatti state rassegnate a casaccio. Come si può accettare che il segretario di un partito sbeffeggi impunemente un proprio esponente tra più autorevoli, di fronte ai media e all’opinione pubblica? Nella chiosa Stefano Fassina? Chi? troviamo tutta quella mancanza di rispetto di una generazione perduta di giovani e meno giovani, i quali gradiscono di più il bullismo di strada e la chiacchiera da bar rispetto a un confronto serio sui problemi. Una modalità d’azione che rischia di far chiudere a riccio ancora di più la politica italiana. Altro che pacificazione…l’Italia che vorrebbe il sindaco di Firenze è quella della caccia alle streghe, nella quale vengono maltrattati coloro che non la pensano come lui e come il suo entourage, fatto di salottieri e di lobbisti.

D’altra parte, il comportamento di Renzi era prevedibile, guardando alle esternazioni negli ultimi mesi del suo portavoce Francesco Nicodemo. Giudizio sull’esecutivo di Enrico Letta: Un governaccio, e cari compagni (che lo difendete) siete messi malissimo. E i suoi ministri? Zanonato, un disastro di sindaco, un disastro di ministro. Il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina? Un cretino, davvero un cretino. Se non ci fosse di mezzo l’interesse alla vita dignitosa degli italiani ci si potrebbe anche far sopra una bella risata. Peraltro, la parlata toscana regala sempre ilarità per la giovialità che l’accompagna: peccato che nel mezzo si consumi il dramma di una popolo che soffre per davvero e che non ce la fa più. Mentre qualcuno gioca a fare il leader (e Renzi è solo uno degli esempi nel panorama politico) c’è chi non arriva a fine mese e chi non riesce più a garantire gli studi ai propri figli, chi perde la dignità elemosinando un lavoro e un pasto caldo alla mensa dei poveri, e chi si suicida. Ci vorrebbe una grosso bagno di umiltà per tutta la classe politica, che dovrebbe capire che oggi è il momento di ricostruire sulle macerie, non quello di sganciare altre bombe su un Paese semidistrutto da decenni di farse. C’è infine da chiedersi se la riforma elettorale e il ritocco (per la quarta volta in pochi anni) delle regole sul lavoro - proposto da Renzi - rappresentino veramente nel merito una via di uscita per un Paese che muore di tasse. Ma questa è un’altra storia…
Stampa il post

Nessun commento:

Posta un commento