domenica 30 giugno 2013

Datagate, spiate rappresentanze Ue negli Usa. Ex militare al Guardian: "Anche l'Italia collabora"

Rivelazioni sui rapporti fra la Nsa e sette paesi europei. Spiegel online: intercettate le sedi diplomatiche, infiltrata anche la rete dei computer per avere accesso a documenti. Il presidente del Parlamento europeo Schulz: "Subito spiegazioni". Biden chiede all'Ecuador di respingere la richiesta di asilo di Snowden



 AGGIORNAMENTO DEL 30/06/2013 - Le rivelazioni del Guardian pubblicate in quest'articolo sono state messe in dubbio e lo stesso Guardian ha cancellato l'articolo dal web. Le informazioni dello Spiegel invece non sono state smentite

 WASHINGTON - Almeno sette Paesi della Ue, tra cui l'Italia, collaborano con gli Usa nella raccolta di dati personali in virtù di accordi internazionali di intelligence. Lo rivela il Guardian citando una nuova "talpa", un ex militare Usa che ha lavorato per la National Security Agency americana, Wayne Madsen. Non basta: sulla base di documenti in possesso di Edward Snowden, la fonte che ha fatto scoppiare lo scandalo, Spiegel on line rivela che anche le sedi delle missioni diplomatiche europee a Washington e all'Onu a New York sono state intercettate telefonicamente dalla National Security Agency.

L'INCHIESTA DI REPUBBLICA: CHI CI SPIA

Il ruolo dell'Italia. Madsen - per 12 anni alla Nsa - cita la Gran Bretagna (la cui collaborazione era già emersa) e aggiunge i nomi di Italia, Danimarca, Olanda, Francia, Germania e Spagna.


Questi sette Paesi - denuncia Madsen in un'intervista pubblicata dal blog PrivacySurgeon.org e ripresa dal Guardian - hanno accordi con gli Stati Uniti per lo scambio di dati e hanno accesso al Tat-14, il sistema di telecomunicazioni transatlantico via cavo che consente loro di intercettare un'enorme quantità di dati, incluse telefonate, email e la storia di accesso a internet degli utenti. 

Nelle relazioni internazionali di intelligence, gli Stati sono classificati da Washington in base al loro livello di affidabilità. Gli accordi risalgono a dopo la seconda guerra mondiale e quindi prima dell'era internet.

Madsen - riporta il Guardian - ha deciso di uscire allo scoperto perché stanco della "mezza verità" fornita dai politici europei che fingendo shock sono rimasti in silenzio sui loro accordi con gli Stati Uniti. L'ex della Nsa è particolarmente critico nei confronti della Germania: "Non riesco a capire Angela Merkel che chiede rassicurazioni a Obama e alla Gran Bretagna, quando ha gli stessi rapporti" di Londra con gli Stati Uniti.

Chi è Madsen. Madsen, ex luogotenente della Marina americana ha lavorato per la Nsa dal 1985 e nell'agenzia ha ricoperto ruoli "importanti" per i 12 anni successivi. Dal 2005 Madsen si dedica al giornalismo investigativo e ha pubblicato diversi libri.

Secondo PrivacySurgeon.org, la maggior parte del materiale di Madsen è già nota, soprattutto negli ambienti dello spionaggio, ma le sue affermazioni "devono ricordare alle agenzie di intelligence che ci sono migliaia di contractor in giro in grado di alzare il velo sull'apparato".

Le rivelazioni di Spiegel. Secondo il settimanale tedesco, in un documento della Nsa del settembre 2010 classificato come "top secret" è descritto il modo utilizzato per spiare la rappresentanza diplomatica Ue a Washington. Si tratta di un sistema di "cimici" piazzate nell'edificio, ma non solo: la Nsa si è infiltrata anche nella rete di computer Ue, in modo da avere accesso sia alle conversazioni che si svolgono nei locali della sede diplomatica, che alle email e ai documenti interni custoditi nei computer. 

Sempre secondo lo Spiegel ad essere oggetto degli attacchi da parte della Nsa sarebbe stata anche la rappresentanza Ue presso le Nazioni Unite. Nel documento della Nsa visionato dal settimanale gli europei vengono definiti come un "obiettivo di attacco".

La reazione da parte europea non si fa attendere. "Se è vero, è un enorme scandalo" sul quale "gli Usa devono dare immediate spiegazioni", dice il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz all'Ansa. Se lo spionaggio a danno dell'Ue fosse confermato, "incrinerebbe gravemente il rapporto con gli Usa ed avrebbe serie conseguenze su ogni tipo di relazione", sottolinea Schulz.

Colloquio Biden-Correa. Mentre l'analista che ha svelato al mondo l'entità delle operazioni di controllo messe in atto dall'agenzia americana per la sicurezza si trova da giorni nel limbo della zona transiti dell'aeroporto moscovita di Sheremetevo, di lui ha parlato il presidente dell'Ecuador Rafael Correa con il vicepresidente americano Joe Biden: il vice di Obama, ha riferito Correa, gli ha chiesto di respingere la richiesta di asilo politico avanzata da Snowden

Correa inizialmente aveva promesso di accoglierlo ma poi ha fatto una paziale marcia indietro. I rapporti con gli Stati Uniti sono già molto tesi: il fondatore di Wikileaks Julian Assange, altra spina nel fianco per l'amministrazione Obama, è ospite dal 22 giugno del 2012 dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra. 

Secondo la televisione russa Rossiya 24, Quito starebbe negoziando con Mosca sul caso Snowden. Secondo le fonti, il ministro degli Esteri ecuadoriano, Ricardo Patino, è stato coinvolto personalmente nei colloqui. L'Ecuador sostiene che per riconoscere Snowden come rifugiato, l'analista che ha rivelato l'esistenza del programma di intercettazioni Prism dovrebbe trovarsi su territorio ecuadoriano, ad esempio, precisano gli esperti, nell'ambasciata a Mosca. Difficile, visto che a Snowden gli Stati Uniti hanno ritirato il passaporto e Quito ha smentito di aver fornito al giovane un documento di transito da profugo. 
(Fonte)
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