giovedì 6 giugno 2013

Riforme, Carlassare: «Pronta a dimettermi»

La costituzionalista nominata fra i 35: «Vogliono distruggere la Carta. È un progetto autoritarista».




 Ancora non ha iniziato a lavorare, ma il consiglio dei 35 saggi voluto da Enrico Letta per guidare il governo nel processo di riforme sembra già entrato in crisi.
Lorenza Carlassare, professoressa scelta dal premier per il nuovo organo consultivo, ha già minacciato di lasciare il suo incarico
.
«RIFORMA INUTILE». «Le riforme da noi hanno lo scopo di delegittimare la Costituzione esistente e di dare un po' di sostanza a quella vena di autoritarismo che ci portiamo dietro da sempre, perché la riforma della forma di governo è totalmente inutile», ha attaccato la docente di diritto costituzionale all'Università di Padova, intervistata da Radio Radicale.
«Il presidenzialismo all'americana non lo vogliono perché lì i poteri del presidente sono davvero limitati dal parlamento e dal potere giurisdizionale, e allora c'è l'idea del semipresidenzialismo che vedono come un filone che può potare la concentrazione dei poteri in una persona sola, questa è l'aspirazione».


«NESSUNO VUOLE ASCOLTARMI». Ma Carlassare è contraria a una tale eventualità: «A questa aspirazione autoritaria io non ci sto e quindi la mia idea sarebbe di portare la mia voce dissidente, ma forse ho sbagliato ad accettare perché questa voce dissidente non avrà alcuno spazio».
La costituzionalista ha proseguito: «Io penso che esistano riforme costituzionali assolutamente indispensabili: la prima di queste è che il giudizio sulle elezioni non sia dato da una commissione parlamentare, ma dalla Corte costituzionale altrimenti è inutile che facciano buone leggi sull'ineleggibilità quando poi a giudicare è chi dovrebbe essere valutato. Non mi vorrei sottrarre all'idea che si possano fare dei mutamenti specifici e puntuali, ma che non devono toccare l'essenza liberaldemocratica della nostra Costituzione».

«DEMOCRAZIA E COSTITUZIONE NON SI TOCCANO». Carlassare ha evidenziato: «La nostra è una democrazia costituzionale e vorrei che restassero saldi entrambi i punti, democrazia e costituzionale, che vuol dire un sistema di limiti al potere e di limiti alla maggioranza. Temo che questa non sia l'intenzione. Se vedo che questi argomenti trovano sordi gli altri io immediatamente mi dimetto».
Quindi ecco le sue condizioni: «Cambi alla forma di governo assolutamente no, perché non si possono scaricare sulla Costituzione le incapacità della classe politica, i partiti hanno perso la bussola e hanno dimenticato tutto quello che c'è nella Costituzione e che in qualche modo già segnava un programma. Io vorrei che la attuassero la Costituzione».
(Fonte)
Stampa il post

Nessun commento:

Posta un commento